Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 15 - GIUGNO 1995


Orientamenti per le categorie di gestione delle aree protette
A cura della Cnppa-Uicn

Nel 1994 I'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (lucn) ha pubblicato e diffuso un importante documento dal titolo Guidelines for Protected Area Management Categories.
L'ampio documento affronta l'annosa questione della classificazione delle aree protette non più sulla base di indicatori teorici o legati alla variabilità delle definizioni istituzionali, ma, contrariamente a quanto avvenuto sinora, sotto il profilo dei criteri gestionali. Tramite il lavoro della speciale Commissione (Cnppa) la lucn da oltre 25 anni sta lavorando nel tentativo di dare dei criteri di raggruppamento e classificazione delle oltre 9.800 aree protette sparse in tutto il mondo. Sinora le varie proposte avevano mostrato ampi limiti di applicazione pratica, sia per la scarsa attenzione prestata a certe tipologie di parchi (soprattutto quelli europei), sia per gli elementi di scollamento spesso presente tra le otto grandi categorie (secondo l'ultima elaborazione del 1980), le finalità istitutive delle singole aree e le forme di gestione reale. Con questa proposta della Cnppa, le distanze che separavano la teoria un po' accademica delle classificazioni internazionali e la realtà delle aree protette finalmente si riducono grazie all'adozione come parametro principale della forma di gestione. Parchi ha già dato spazio all'argomento (n. 7, ottobre 1992) ritenendo un "problema aperto"; oggi questo documento rappresenta un mutamento nella forma di pensiero della Cnppa da registrare con interesse: per questo ne proponiamo la traduzione integrale. (S.C.)

Introduzione
I partecipanti al IV Congresso mondiale sui parchi nazionali e le aree protette, che si è tenuto nel febbraio 1992 a Caracas, Venezuela, hanno rilevato l'urgenza della creazione di nuove aree protette meglio gestite. I partecipanti hanno enfatizzato che le aree debbano tener conto dei bisogni dell'uomo e che non debbano essere isole in un mare di sviluppo. Debbono, invece, essere parte integrante della strategia di tutte le nazioni verso una gestione durevole e verso un uso saggio delle loro risorse naturali, e debbano essere inserite in un contesto regionale di pianificazione.
Il Congresso di Caracas ha inoltre riaffermato l'importanza dell'intera gamma delle aree protette, da quelle che proteggono le grandi aree naturali del mondo a quelle che includono paesaggi modificati, di rilevante significato culturale e paesaggistico. All'interno di questo ampio spettro di usi, molti nomi sono stati applicati alle aree protette: solo l'Australia, per esempio, usa circa 45 nomi, e l'amministrazione dei parchi naturali americani gestisce ben 18 tipi diversi di aree. Globalmente sono stati applicati alle aree protette più di 140 nomi. Da ciò l'utilità di portare ordine in questa diversità.
Lo scopo di questi orientamenti è perciò quello di aiutare tutti gli addetti del settore a comprendere meglio le diverse categorie delle aree protette. Un principio centrale è quello che le categorie dovrebbero essere definite in base agli obiettivi della gestione, non in base al nome dell'area, nè in base all'efficienza della gestione nel raggiungere questi obiettivi. La questione di una gestione efficiente è senz'altro degna di nota, ma non è un elemento di classificazione.
Questi orientamenti sono il frutto del lavoro fatto dall'Uicn in questo campo negli ultimi venticinque anni; in particolare, di un gruppo di studio costituitosi nel 1984. Essi riflettono i risultati di un grande dibattito negli ultimi anni tra gli amministratori di aree protette di tutto il mondo, comprese la discussione e la revisione da parte di un gruppo di lavoro a Caracas. La conclusione di questo gruppo di lavoro è stata che il Congresso ha fatto propria la raccomandazione a sollecitare la Commissione della Uicn dei par-chi nazionali e delle aree protette e il Consiglio della Uicn sull'approvazione di un sistema di categorie per le aree protette secondo gli obiettivi di gestione, sistema da raccomandare ai governi tramite questi orientamenti.
Si spera che questi orientamenti possano essere di grande utilità a coloro che progettano di istituire nuove aree protette, e a coloro che stanno rivedendo quelli già esistenti, in quanto costituiscono una base utile per la preparazione di piani nazionali dei sistemi delle aree protette. E' necessario mettere in evidenza che queste categorie non debbano in nessun modo essere considerate come un meccanismo "guida" per governi o organizzazioni nel decidere gli scopi di aree protette potenziali. Le aree protette dovrebbero essere costituite in base ad obiettivi compatibili con necessità ed aspirazioni nazionali, locali e private, e soltanto allora essere classificate in base ad una categoria della Uicn secondo gli obiettivi gestionali qui sviluppati. Queste categorie sono state sviluppate per facilitare la comunicazione e l'informazione, e non per guidare il sistema.
Non ci sono solo gli orientamenti. Negli ultimi anni sono state pubblicate dalla Uicn molte altre indicazioni sulla gestione delle aree protette, ed altre ancora ne verranno dalle pubblicazioni dei lavori di Caracas. Tuttavia, questi orientamenti hanno un significato speciale in quanto sono indirizzati a tutti coloro che sono professionalmente interessati alle aree protette, e forniscono ai direttori, ai pianificatori, ai ricercatori, ai politici e a gruppi di cittadini di tutto il mondo una lingua comune, con la quale scambiare informazioni e punti di vista.
P.H.C.(Bing) Lucas presidente della Commissione dei parchi nazionali e delle aree protette della Uicn

Parte I
Categorie di gestione delle aree protette

Capitolo 1. Studi e lavori precedenti

Per mezzo della sua Commissione dei parchi nazionali e delle aree protette (Cnppa), la Uicn dà orientamenti a livello mondiale sulla classificazione delle aree protette da quasi un quarto di secolo, le cui finalità sono state:

  • sensibilizzare i governi sull'importanza delle aree protette;
  • incoraggiare i governi a sviluppare sistemi di aree protette con obiettivi di gestione a misura delle condizioni nazionali e locali
  • ridurre la confusione derivata dall'adozione di molti termini diversi per descrivere differenti tipi di aree protette;
  • fornire delle norme internazionali per facilitare le relazioni e i confronti tra i Paesi a livello regionale e mondiale;
  • fornire una struttura per la raccolta, lo scambio e la divulgazione dei dati sulle aree protette;
  • ed in generale migliorare la comunicazione e la comprensione tra tutti quelli che sono impegnati nella conservazione della natura. Come primo passo, l'Assemblea generale della Uicn ha definito il termine "parco nazionale" nel 1969. Molto lavoro pionieristico è stato fatto dal dottor Ray Dasmann, che ha portato ad un primo sistema di classificazione pubblicato dalla Uicn nel 1973. Nel 1978, la Uicn ha pubblicato la relazione della Cnppa intitolata Categorie, obiettivi e criteri per le aree protette, preparata dalla commissione sui criteri e la nomenclatura della Cnppa, presieduta dal dottor Kento Miller. La relazione ha proposto le seguenti dieci categorie:
    • I riserva scientifica /riserva naturale integrale
    • II parco nazionale
    • III monumento naturale /punto di riferimento naturale
    • IV riserva di conservazione della natura / ris. nat.le gestita /ris. faunistica
    • V paesaggio protetto
    • VI riserva di risorse naturali VII area biotica naturale / riserva antropologica VIII area gestita a fini multipli / area di risorse naturali gestite
    • IX riserva della biosfera
    • X sito (naturale) del patrimonio mondiale.
      Questo sistema di classificazione è stato ampiamente usato, incorporato in alcune legislazioni nazionali ed utilizzato nel dialogo tra gli amministratori di aree protette di tutto il mondo. Ha rappresentato la base strutturale della lista dei parchi nazionali e delle aree protette (che in recenti edizioni ha incluso le categorie I- IV).
      Tuttavia, l'esperienza ha dimostrato che il sistema di classificazione del 1978 necessita di una revisione e di un aggiornamento.
      Le differenze tra certe categorie non sono sempre chiare, e deve essere tenuta in maggiore considerazione la conservazione delle aree marine. Le categorie IX e X non sono categorie di gestione distinte, ma designazioni internazionali che generalmente si sovrappongono ad altre categorie. Alcuni criteri devono essere interpretati in modo più elastico per riflettere meglio le diverse condizioni esistenti nel mondo. Infine, è necessario aggiornare la lingua usata per descrivere alcuni dei concetti che stanno alla base della classificazione, perché sono mutate negli ultimi anni le conoscenze e i rapporti dell'uomo con l'ambiente naturale circostante.
      Nel 1984, perciò, la Cnppa istituì un gruppo di studio per esaminare il sistema di categorie e per eventualmente modificarlo, tenendo conto di diverse decisioni prese dall'Assemblea generale riguardanti gli interessi delle popolazioni locali, delle aree faunistiche e di paesaggi terrestri e marini protetti. La relazione del gruppo di studio, guidato dall'allora presidente della Cnppa, Signor Harold Eidsvik, fu presentata ad un incontro della Cnppa al tempo dell'Assemblea generale della Uicn, tenutasi a Perth in Australia, nel novembre 1990. Questa relazione propose che le prime cinque categorie del sistema del 1978 costituissero la base di un sistema aggiornato, e che le categorie VI-X fossero soppresse. La relazione fu generalmente ben accolta. Fu trasmessa al IV Congresso mondiale sui parchi nazionali e le aree protette, a Caracas, in Venezuela, nel febbraio 1992, per un esame più approfondito. Il gruppo di lavoro del Congresso, a cui fu affidato l'argomento in questione, ebbe in consegna anche un' analisi del Signor John Foster, consulente della Uicn. I membri di questo gruppo di lavoro esaminarono questo materiale ed auspicarono una prima messa a punto di orientamenti che sostituissero quelli adottati nel 1978. Ciò fu ufficialmente affermato nella raccomandazione 17 del Congresso; furono allora preparati dei nuovi orientamenti, revisionati dal Comitato direttivo della Cnppa e dal Consiglio della Uicn secondo quella raccomandazione. Ne sono derivati gli attuali orientamenti, che contengono indicazioni generali sulle categorie di gestione delle aree protette (parte I), che analizzano una categoria per volta (parte II).
      Gli orientamenti qui presenti costituiscono dunque il termine di un ampio processo di revisione a largo raggio tra gli organismi gestori delle aree protette nel corso degli anni. Molte sono state le opinioni di quelli in esso coinvolti: alcuni hanno consigliato cambiamenti radicali delle norme del 1978; nessun cambiamento secondo l'opinione di altri; sono state sollecitate versioni regionali degli orientamenti, oppure applicazioni rigide delle categorie ovunque. Per concludere, i nuovi orientamenti:
    • aderiscono ai principi stabiliti nel 1978 e riaffermati nella relazione del gruppo di studio nel 1990;
    • aggiornano gli orientamenti del 1978 in base all'esperienza accumulata negli anni nell'utilizzazione del sistema di classificazione;
    • conservano le prime cinque categorie, semplificando però la terminologia e la presentazione; - aggiungono una nuova categoria;
    • riconoscono che il sistema debba essere sufficientemente flessibile per adattarsi alla complessità del mondo reale
    • illustrano ognuna delle sei categorie con un numero di brevi studi di casi per mostrare come le categorie vengono applicate nel mondo; ed infine,
    • forniscono un utile strumento agli amministratori, e non una prescrizione restrittiva.

    Capitolo 2. Concetti fondamentali
    Il punto di partenza deve essere una definizione di un'area protetta. La definizione adottata è scaturita da quella del seminario sulle categorie tenuto al IV Congresso mondiale sui parchi nazionali e le aree protette: una superficie di terrae/o di mare particolarmente consacrata alla protezione e al mantenimento della diversità biologica, e delle risorse naturali e culturali associate, e gestite con mezzi legali o altri mezzi efficaci. Questa definizione abbraccia "l'universo" delle aree protette. Tutte le categorie devono ricadere dentro questa definizione, ma, sebbene tutte le aree protette soddisfino le finalità contenute in essa definizione, in pratica gli scopi precisi per i quali le aree protette sono gestite differiscono enormemente.
    Le principali finalità di gestione sono: - la ricerca scientifica

    • la protezione delle aree wilderness
    • la conservazione delle specie e della diversità genetica
    • il mantenimento dei servizi ambientali
    • la protezione di particolari elementi culturali e naturali
    • il turismo e la ricreazione - l'educazione
    • l'utilizzazione durevole delle risorse degli ecosistemi naturali
    • la conservazione delle caratteristiche culturali e tradizionali.
      Tenendo conto delle diverse combinazioni e delle diverse priorità concesse a questi principali obiettivi gestionali, si possono definire chiaramente come categorie distinte di aree protette le seguenti:
    • protezione integrale (riserva naturale integrale / area wilderness)
    • conservazione dell'ecosistema e ricreazione (parco nazionale)
    • conservazione di elementi naturali (monumento naturale)
    • conservazione attraverso la gestione attiva (area di gestione delle specie / degli habitat)
    • conservazione del paesaggio terrestre e marino e ricreazione ( paesaggio terrestre / marino protetto)
    • utilizzazione durevole degli ecosistemi naturali (area protetta delle risorse gestite).
      Comunque, la maggior parte delle aree protette presentano anche una gamma di obiettivi di gestione secondari.
      Il rapporto tra gli obiettivi di gestione e le categorie viene illustrato nella tabella n.
    • E' sviluppato in maniera più estesa nella parte II, dove le categorie vengono descritte ad una ad una. Questa analisi è il fondamento sul quale è stato fondato da parte della Uicn il sistema internazionale per la classificazione delle aree protette, presentato in questi orientamenti. Ci sono diversi elementi importanti da considerare:
    • la scelta della classificazione dipende dall'obiettivo di gestione primario;
    • l'assegnazione ad una categoria non è un commento sulla efficienza della gestione;
    • il sistema delle categorie è internazionale;
    • i nomi delle aree protette possono variare da un Paese all'altro;
    • una nuova categoria viene introdotta;
    • tutte le categorie sono importanti;
    • ma implicano una graduazione dell'intervento umano.

    La classificazione dipende dall'obiettivo di gestione primario
    In primo luogo, le categorie dovrebbero essere assegnate sulla base dell'obiettivo di gestione primario, come è indicato nella definizione legale sulla quale esso è stato stabilito; gli obiettivi di gestione del sito hanno valore secondario. Questo approccio assicura una solida base al sistema ed è più pratico. Nell'assegnare un'area ad una categoria, pertanto, la legislazione nazionale (oppure strumenti efficaci, analoghi, come gli accordi consuetudinari o gli obiettivi dichiarati da un organismo non governativo) dovrà appurare l'obiettivo primario per il quale quell'area deve essere gestita.
    L'assegnazione ad una categoria non è un giudizio sull'efficienza della gestione. Nell'interpretazione del sistema del 1978, alcuni hanno avuto la tendenza a confondere efficienza gestionale con obiettivi gestionali. Per esempio, alcune aree istituite per legge con obiettivi propri della categoria II (parchi nazionali) sono state riassegnate alla categoria V (paesaggi protetti) perché non sono state efficacemente protette dall'invasione dell'uomo. Questo porta a confondere due giudizi distinti: cosa si debba intendere per "area"; e come questa sia gestita. La Uicn sta lavorando ad un sistema separato per il monitoraggio e la registrazione delle gestioni efficienti; quando sarà completato, verrà promosso insieme al sistema delle categorie, ed anche le informazioni sulle gestioni efficienti saranno raccolte e registrate a livello internazionale.

    Il sistema delle categorie è internazionale
    Il sistema di categorie è stato sviluppato, tra le altre cose, per avere una base per il confronto internazionale. Inoltre, è designato per l'utilizzo in tutti i Paesi. Perciò, il principio è inevitabilmente abbastanza generale e dovrà essere necessariamente interpretato con flessibilità, sia a livello nazionale che regionale. Ne consegue anche che, per la natura internazionale del sistema e per la necessità di una applicazione coerente delle categorie, la responsabilità finale nel determinarle debba essere presa a livello internazionale. L'organo preposto a questo compito potrebbe esssere la Uicn, come consigliato dalla Cnppa e/o dal Centro di controllo della conservazione della natura (per esempio, nella compilazione della lista delle Nazioni unite) in stretta collaborazione con la Uicn. I nomi nazionali delle aree protette possono variare.
    In un mondo perfetto, il sistema di categorie della Uicn avrebbe dovuto occupare il primo posto, seguiti dai sistemi nazionali, usando una terminologia standard. Per fare un esempio, il concetto di "parco nazionale" ha un significato diverso a seconda dei Paesi. Molti dei "parchi nazionali" non soddisfano appieno i criteri fissati dalla categoria II sotto il sistema del 1978.
    Negli Stati Uniti, per esempio, i "parchi nazionali" includono insediamenti umani e l'utilizzo ampio delle risorse, e sono giustamente assegnati alla categoria V. In Sudamerica, un recente studio della Uicn ha rilevato che circa 1'84% dei parchi nazionali possiedono significativi insediamenti umani; alcuni di questi potrebbero essere assegnati meglio ad un'altra categoria.
    Dal momento che in passato molta confusione ne è derivata, la parte II di questi orientamenti identifica le categorie in base ai loro principali obiettivi di gestione e ai loro titoli specifici. Viene fatto riferimento anche ai titoli usati nel sistema del 1978 perché alcuni, per lo meno, sono diventati molto noti.
    A livello nazionale, continuerà certamente ad essere usata una varietà di titoli. A causa di questo, è inevitabile che lo stesso titolo possa avere significati diversi in Paesi diversi, e che titoli differenti in differenti Paesi possano essere usati per descrivere la stessa categoria di area protetta. Questa è una ragione in più per porre l'accento su un sistema internazionale di classificazione identificato secondo obiettivi di gestione in un sistema che non dipende dai titoli.

    Una nuova categoria è introdotta
    La raccomandazione adottata a Caracas ha invitato la Uicn a considerare ulteriormente i punti di vista di alcuni esperti secondo i quali si ritiene necessaria una categoria che abbracci aree a prevalenza naturale che "sono gestite per proteggere la loro biodiversità in modo da procurare un flusso durevole di prodotti e di servizi per la comunità". Una considerazione di questo tipo ha portato alla inclusione tra questi orientamenti di una categoria dove la principale finalità di gestione è l'utilizzazione durevole di ecosistemi naturali. Il punto chiave è che l'area debba essere gestita in modo da assicurare la protezione e la conservazione a lungo termine della sua diversità. In particolare, si devono possedere quattro condizioni:

    • l'area deve rispondere globalmente ai requisiti di un'area protetta
    • almeno due terzi dell'area dovrebbero essere allo stato naturale e rimanere tali
    • non devono essere presenti grandi impianti commerciali
    • deve essere presente un organo gestore.
      Soltanto se tutte queste condizioni sono soddisfatte, si può allora includere l'area in questa categoria.

    Tuffe le categorie sono di pari importanza
    Il numero assegnato alla categoria non è indice della sua importanza: ogni categoria serve alla conservazione della natura e allo sviluppo durevole. Perciò la Uicn incoraggia i Paesi a sviluppare prima un sistema di aree protette che risponda agli obiettivi del suo patrimonio naturale e culturale, poi ad applicare una o tutte le categorie. Dal momento che ogni categoria occupa una particolare "nicchia" in termini di gestione, tutti i Paesi dovrebbero considerare la corrispondenza delle categorie di gestione alle loro necessità.

    ....ma implicano una graduazione dell'intervento umano
    Comunque, è inerente al sistema che le categorie rappresentino gradi diversi dell'intervento umano. E' vero che la ricerca ha provato che la misura della modificazione degli ecosistemi operata dall'uomo nel passato è stata maggiore di quanto precedentemente supposto; e che nessuna parte del mondo può sfuggire agli effetti dell'inquinamento a lunga distanza e del cambiamento climatico indotto dall'uomo. In questo senso, nessuna zona sulla terra può essere considerata come veramente "naturale". Il termine è perciò usato qui come viene definito in Caring for the Earth (Salvare la terra): ecosistemi in cui, sin dalla rivoluzione industriale (1750),1'impatto umano non è stato più grande di quello di qualsiasi altra specie indigena, e non ha influenzato la struttura dell'ecosistema. Il cambiamento climatico è escluso da questa definizione.
    Secondo questa definizione, le categorie I, II e III riguardano principalmente la protezione di aree naturali dove l'intervento umano diretto e la modificazione dell'ambiente sono stati limitati; nelle categorie IV, V e VI si troveranno un intervento e una modificazione significativamente più grandi.

    Capitolo 3. Applicazione delle categorie

    L'applicazione delle nuove categorie devono avvenire in un contesto storico. Più di 9000 aree protette adesso soddisfano i criteri per essere incluse nella lista delle Nazioni Unite e sono state tutte assegnate alle categorie I-V del sistema del 1978 (la lista non contiene le categorie VI- VIII,sebbene includa nell'elenco i siti naturali del patrimonio mondiale e le riserve della biosfera, oltre ai siti di Ramsar). Il sistema delle categorie è stato ampiamente applicato in molte parti del mondo, ed è stato usato come base per la legislazione nazionale. Inoltre, la terminologia - e il concetto - associata alle categorie ha cominciato ad attecchire e ad essere ampiamente usata. Per queste ragioni, in questi orientamenti è stato usato un approccio evolutivo, piuttosto che rompere definitivamente con il sistema precedente.
    Comunque, l'esperienza nell'applicare le categorie del 1978 ha dimostrato che i criteri in particolare modo sono piuttosto prescrittivi rispetto alle svariate condizioni che prevalgono in diverse parti del mondo.
    Perciò, questi orientamenti non solo offrono un quadro a livello mondiale, ma sono anche più flessibili di prima. Per esempio, le indicazioni concernenti la classificazione o la zonizzazione, l'organo gestore e la proprietà del terreno sono un po' meno prescrittive delle norme precedenti. Nel classificare le categorie, deve essere posto l'accento sulla chiarezza degli obiettivi gestionali e sulla sicurezza che esistano le giuste condizioni per il loro raggiungimento. Se questi orientamenti verranno applicati in modo adeguato e coerente, il risultato conseguente sarà un raggruppamento logico e coerente a livello mondiale di aree all'interno delle categorie.
    I punti emersi nell'interpretazione del sistema del 1978 sono:

    • la superficie delle aree protette
    • la zonizzazione all'interno delle aree protette
    • le responsabilità di gestione
    • la proprietà del terreno
    • le variazioni regionali
    • le classificazioni multiple
    • le zone intomo alle aree protette - le designazioni internazionali
      Questo capitolo considera brevemente ognuno di questi argomenti in rapporto alle categorie (la Uicn ha naturalmente emanato su questi argomenti molte altre norme più dettagliate: vedi, per esempio, Managing Protected Areas in the Tropics (Gestire le aree protette ai Tropici), 1986 e Marine and Coastal Protected Areas (Le aree protette marine e costiere) 1985. Le definizioni che seguono trattano ulteriormente diversi di questi punti dalla prospettiva di ciascuna categoria individuale.

    Superficie delle aree protette
    La superficie di un'area protetta dovrebbe riflettere l'estensione di terra o di acqua necessaria per conseguire gli scopi di gestione. Così, la superficie di un'area della categoria I dovrebbe essere quella necessaria a garantire l'integrità dell'area per il raggiungimento di obiettivi gestionali di protezione integrale, o come base di rilevamento o come sito di ricerca, o per la protezione di regioni selvagge. Oppure, nel caso di un'area di categoria II, per esempio, le linee di confine dovrebbero essere disegnate sufficientemente ampie così da contenere uno o più interi ecosistemi che non siano soggetti ad una modificazione materiale causata dall'occupazione o dallo sfruttamento dell'uomo. Per fini pratici, la lista delle Nazioni Unite include soltanto aree di almeno 1.000 ettari, l00 ettari nel caso di isole interamente protette: ma queste sono cifre un po' arbitrarie. Ne consegue anche che le autorità che designano un'area protetta hanno l'obbligo di vedere che la gestione di questa non venga ostacolata dalle pressioni delle aree adiacenti. Si rendono necessarie per queste aree misure di gestione supplementari e compatibili, anche se queste non rientrano nel disegno di un'area protetta.

    Zonizzazione all'interno delle aree protette
    Sebbene le finalità primarie di gestione determineranno la categoria alla quale un'area è assegnata, i progetti di gestione spesso includeranno zone di gestione per finalità diverse che tengano conto delle condizioni locali. Comunque, per stabilire la categoria appropriata, almeno tre quarti dell'area, e possibilmente di più, devono essere gestiti per la finalità primaria, e la gestione dell'area restante non deve entrare in conflitto con quella finalità primaria. I casi in cui parti di una singola unità gestionale sono classificate dalla legge separatamente per i differenti obiettivi gestionali verranno discussi nel paragrafo delle classificazioni multiple.

    Responsabilità di gestione
    I governi hanno la responsabilità fondamentale, alla quale non possono abdicare, dell'esistenza e del benessere dei sistemi nazionali delle aree protette. Dovrebbero considerare queste aree come componenti importanti delle strategie nazionali per la conservazione e lo sviluppo durevole. Comunque, l'effettiva responsabilità per la gestione di aree individuali protette può ricadere sul governo centrale, regionale o locale, su organismi non governativi, sul settore privato o sulla comunità locale. Questi orientamenti, perciò, permettono una considerevole elasticità riguardo alla forma dell'ente gestore. La cosa importante è che l'organo designato sia capace di raggiungere gli obiettivi di gestione.
    In pratica, comunque, le aree protette appartenenti alle categorie I-III saranno di solito sotto la responsabilità di qualche organismo governativo; le amministrazioni locali, sebbene normalmente operino nell'ambito della legislazione nazionale, saranno responsabili delle aree che rientrano nelle categorie IV e V.

    Proprietà del terreno
    Come per l'organo gestore, bisogna considerare se il tipo di proprietà è compatibile con il raggiungimento degli obiettivi gestionali dell'area. In molti Paesi, la proprietà da parte di qualche ente pubblico ( nazionale o locale) oppure di un organismo non governativo appositamente costituito con obiettivi di conservazione agevola la gestione, ed è perciò meritevole delle categorie I-III in particolar modo. Comunque, ciò non è universalmente vero, e - per le restanti categorie - la proprietà privata è la forma più comune, dal momento che spesso è la forma di proprietà terriera predominante.
    Inoltre, a prescindere dalla forma di proprietà, l'esperienza dimostra che il successo di una gestione dipende in gran parte dalla buona volontà e dal sostegno delle comunità locali. In tali casi, l'ente gestore avrà bisogno di buoni sistemi di comunicazione e di consultazione e di meccanismi efficaci che possano includere incentivi, per assicurarsi il consenso agli obiettivi di gestione.

    Variazioni regionali
    Il sistema delle categorie è concepito per operare nello stesso modo in tutti i Paesi così da facilitare la raccolta e l'utilizzo di dati confrontabili e per migliorare la comunicazione tra i Paesi. Le condizioni per l'istituzione e la gestione delle aree protette variano molto da regione a regione, e da Paese a Paese. Per esempio, regioni come l'Europa con paesaggi in proprietà multipla da lungo tempo gestiti non sono, tutto sommato, adatti alla istituzione di aree della categoria IIcome lo sono in altre regioni, ma le loro condizioni portano di più alla istituzione di aree delle categorie IV e V.
    La maggior flessibilità di questi orientamenti dovrebbe contribuire alla loro applicazione in regioni e Paesi differenti.

    Classificazioni multiple
    Le aree protette di categorie differenti sono spesso contigue; qualche volta una categoria " si annida" dentro un'altra. Così molte aree della categoria V contengono aree della categoria I e V, ed altre sono contigue ad aree della categoria II. Ancora, alcune aree della categoria II contengono aree delle categorie Ia e Ib. Questo è interamente compatibile con l'applicazione del sistema, purché tali aree siano identificate separatamente per fini contabili e d'informazione. Sebbene ci siano degli ovvii vantaggi nell'avere l'intera area sotto la responsabilità di un solo organo gestore, questo non sempre può essere competente; in tali casi, sarà necessaria una stretta collaborazione tra gli enti preposti.

    Zone limitrofe
    Le aree protette non sono unità isolate. Esse sono legate alle zone circostanti dal punto di vista ambientale, economico, politico e culturale. Per questa ragione, la pianificazione e la gestione di aree protette deve essere incorporata nella pianificazione regionale, e sostenuta da linee politiche adottate per aree più ampie. Per le finalità di applicazione del sistema di categorie, comunque, dove un'area viene utilizzata per "tamponare" o circondarne un'altra, entrambe le loro categorie dovrebbero essere individuate e indicate separatamente.

    Designazioni internazionali
    Il sistema del 1978 identificava categorie separate per i siti del patrimonio mondiale e le riserve della biosfera. Comunque, queste non sono categorie di diritto, ma sono designazioni internazionali.
    In pratica, quasi tutti i siti naturali del patrimonio mondiale sono designati a livello nazionale e saranno perciò registrati sotto una delle sei categorie.Lo stesso dicasi per molte riserve della biosfera, i siti di Ramsar, ed altre aree designate secondo accordi regionali. Pertanto si continuerà ad applicare il seguente principio: purché l'area sia considerata area a protezione speciale secondo i piani nazionali, essa dovrebbe essere debitamente registrata sotto una delle comuni categorie. Il suo statuto internazionale speciale sarà registrato, per esempio, nella lista delle Nazioni Unite e in tutte le altre pubblicazioni proprie della Uicn.

    Parte II
    Questo capitolo esamina ognuna delle sei categorie separatamente e le considera sotto le seguenti voci:

    • definizione
    • obiettivi di gestione
    • norme per la selezione
    • responsabilità amministrativa
    • categorie equivalenti nel sistema del 1978

    Categoria I
    Riserva naturale integrale / Area selvaggia: area protetta gestita principalmente per scopi scientifici o per la protezione di risorse selvagge
    Categoria la - Riserva naturale integrale: area protetta gestita principalmente per scopi scientifici

    Definizione
    Zona di terra e/o di mare che possiede alcuni ecosistemi, alcuni elementi e/o specie geologiche o fisiologiche rappresentative o rilevanti, utilizzabili principalmente per la ricerca scientifica e/o per il controllo ambientale.

    Obiettivi di gestione

    • Preservare gli habitat, gli ecosistemi e le specie in uno stato il più possibile indisturbato
    • mantenere le risorse genetiche in uno stato dinamico ed evolutivo
    • mantenere i processi ecologici stabiliti
    • salvaguardare i tratti strutturali del paesaggio o le formazioni rocciose
    • garantire esempi dell'ambiente naturale per gli studi scientifici, il monitoraggio e l'educa-zione ambientale, incluse le aree di riferimento, dalle quali è escluso ogni accesso, se evitabile
    • ridurre al minimo il disturbo tramite un'attenta pianificazione ed esecuzione della ricerca ed altre attività riconosciute; ed infine
    • limitare il pubblico accesso.

    Norme per la selezione

    • L'area dovrebbe essere sufficientemente ampia per assicurare l'integrità dei suoi ecosistemi e per raggiungere gli obiettivi di gestione per i quali essa viene protetta.
    • L'area dovrebbe essere considerevolmente libera dall'intervento umano diretto e capace di rimanere tale.
    • La conservazione della biodiversità dell'area dovrebbe essere conseguibile attraverso la protezione e non richiedere una sostanziale gestione attiva o manipolazione dell'habitat (c.f. la categoria IV).

    Responsabilità amministrativa
    La proprietà e il controllo dovrebbero spettare al governo nazionale o di altro livello, agendo attraverso un organismo professionalmente qualificato, oppure ad una fondazione privata, università o istituzione che ha una ricerca già stabilita o una funzione di conservazione, oppure a proprietari che operano in collaborazione con qualcuno dei suddetti livelli governativi o istituzioni private.
    Prima della designazione dovrebbero essere assicurate adeguate forme di salvaguardia e di controllo per una protezione a lungo termine. Alcune eccezioni (vedi l'Antartide) dipendono da accordi internazionali sulle aree soggette a una discussa sovranità nazionale.

    Categoria equivalente nel sistema del 1978:
    Riserva scientifica/ Riserva naturale integrale.

    Categoria Ib area selvaggia:
    area protetta gestita principalmente per la protezione di risorse selvagge

    Definizione
    Grande area di terra e/o di mare non modificata o modificata leggermente, che conserva il suo carattere e la sua influenza naturale, non abitata
    in forma permanente o rilevante, che è protetta e gestita così da conservare la sua condizione naturale.

    Obiettivi di gestione

    • Assicurare alle generazioni future l'opportunità di conoscere e di godere di zone lasciate in gran parte indisturbate dall'intervento umano per molto tempo
    • mantenere a lungo termine gli attributi e le qualità fondamentali dell'ambiente
    • permettere l'accesso pubblico per gradi e in modo da garantire il benessere fisico e spirituale dei visitatori e mantenere le qualità dell'area selvaggia per le generazioni presenti e future; ed infine
    • permettere alle comunità umane indigene che vivono a bassa densità e in equilibrio con le risorse disponibili di mantenere il loro stile di vita.

    Norme per la selezione

    • L'area dovrebbe possedere elevate qualità naturali, essere governata principalmente dalle forze della natura, con disturbo umano sostanzialmente assente, e poter continuare a mostrare quegli attributi, se viene gestita come proposto.
    • L'area dovrebbe contenere significativi elementi ecologici, geologici, fisiogeografici, oppure di valore scientifico, educativo, scenico o storico.
    • L'area dovrebbe offrire notevoli opportunità di godere della tranquillità, una volta che si è raggiunta l'area con mezzi di trasporto semplici, silenziosi, non invadenti (per esempio, mezzi non motorizzati).
    • L'area dovrebbe essere sufficientemente ampia per praticare tale conservazione e uso.

    Responsabilità amministrativa
    Come per la sottocategoria Ia.

    Categorie equivalenti nel sistema del 1978
    Questa sottocategoria non appariva nel sistema del 1978, ma è stata introdotta secondo la delibera 16/34 dell'Assemblea generale della Uicn sulla protezione delle risorse e dei valori delle zone selvagge, adottata all'Assemblea generale a Madrid in Spagna nel 1984.
    Categoria II - Parco nazionale: area protetta gestita principalmente per la protezione degli ecosistemi e per la ricreazione

    Definizione
    Area naturale terrestre e/o marina, designata: (a) per proteggere l'integrità ecologica di uno o più ecosistemi per le generazioni presenti e future, (b) escludere lo sfruttamento e l'occupazione contrari alle finalità per cui l'area è stata designata e (c) porre la base per opportunità spirituali, educative, ricreative e turistiche, che siano tutte compatibili dal punto di vista ambientale e culturale.

    Obiettivi di gestione

    • Proteggere aree naturali e del paesaggio di importanza nazionale ed internazionale per fini spirituali, scientifici,educativi, ricreativi o turistici
    • perpetuare, in una condizione la più naturale possibile, esempi rappresentativi di regioni fisiogeografiche, di comunità biotiche, di risorse genetiche e di specie, per conservare una stabilità e una diversità ecologica
    • gestire l'utenza turistica per scopi ispiratori, educativi, culturali e ricreativi, in modo tale da lasciare l'area in uno stato naturale o quasi
    • eliminare, e prevenirlo successivamente, lo sfruttamento oppure l'occupazione contrari alle finalità di gestione
    • mantenere il rispetto per gli attributi ecologici, geomorfologici, sacri o estetici che hanno autorizzato la designazione; ed infine
    • tener conto delle necessità delle popolazioni indigene, compreso l'utilizzazione delle risorse come mezzo di sussistenza, fino al punto in cui queste non avverseranno negativamente gli altri obiettivi di gestione.

    Norme per la selezione

    • L'area dovrebbe contenere un campione rappresentativo delle maggiori regioni naturali, di elementi o scenari, dove le specie vegetali e animali, gli habitat e i siti geomorfologici hanno un particolare significato spirituale, scientifico, educativo, ricreativo e turistico.
    • L'area dovrebbe essere sufficientemente ampia da contenere uno o più interi ecosistemi non alterati materialmente dall'occupazione o dallo sfruttamento umano attuali.

    Responsabilità amministrativa
    La proprietà e la gestione dovrebbero derivare normalmente dall'autorità competente più alta della nazione che ne ha la giurisdizione.
    Comunque, esse possono essere conferite ad un altro livello di governo, un consiglio della popolazione indigena, una fondazione, o altra istituzione che ha consacrato l'area alla conservazione a lungo termine.

    Categoria equivalente nel sistema del 1978:
    Parco nazionale.

    Categoria III
    Monumento naturale: area protetta gestita principalmente per la conservazione di elementi naturali specifici

    Definizione
    Area contenente uno o più elementi naturali o naturali/culturali specifici che hanno un rilevante o unico valore a causa della sua rarità inerente, delle sue qualità rappresentative ed estetiche o della sua importanza culturale.

    Obiettivi di gestione

    • Proteggere o conservare in perpetuo specifici e rilevanti elementi naturali per la loro importanza naturale, per la loro unica nonché rappresentativa qualità, e/o per connotati spirituali
    • offrire delle opportunità per la ricerca, l'educazione, l'interpretazione e il pubblico riconoscimento, in misura compatibile con il precedente obiettivo
    • eliminare e prevenire successivamente lo sfruttamento oppure l'occupazione contrari allo scopo della designazione; ed infine
    • offrire a qualunque popolazione residente vantaggi compatibili con gli altri obiettivi di gestione.

    Norme per la selezione

    • L'area dovrebbe contenere uno o più elementi di rilevante importanza (come spettacolari cascate d'acqua, grotte, crateri, giacimenti fossili, dune sabbiose ed elementi marini, con flora e fauna particolari o rappresentativi; elementi culturali associati potrebbero includere abitazioni in caveme, fortezze arroccate su falesie, siti archeologici, oppure siti naturali che sono un retaggio del passato per le popolazioni indigene)
    • L'area dovrebbe essere abbastanza ampia per per proteggere l'integrità del tratto e delle zone circostanti .

    Categoria equivalente nel sistema del 1978:
    Monumento naturale / Punto di riferimento naturale

    Categoria IV
    Area di gestione degli habitat/delle specie: area protetta gestita principalmente per la conservazione attraverso interventi di gestione

    Def inizione
    Zona di terra e/o di mare soggetta all'intervento attivo per finalità di gestione, così da assicurare il mantenimento degli habitat e/o per soddisfare le necessità di specie particolari.

    Obiettivi di gestione

    • Assicurare e mantenere le condizioni ambientali necessarie a proteggere specie importanti, gruppi di specie, comunità biotiche o elementi fisici dell'ambiente, ove questi richiedano uno specifico intervento umano per un' ottima gestione
    • facilitare la ricerca scientifica e il monitoraggio ambientale come attività primarie associate alla gestione durevole delle risorse
    • destinare alcune aree limitate all'educazione e all'apprezzamento del pubblico delle caratteristiche degli habitat in questione e del lavoro di gestione della natura
    • eliminare e prevenire successivamente lo sfruttamento o l'occupazione contrari alle finalità di gestione; ed infine
    • offrire vantaggi alla popolazione residente nell'area designata compatibili con gli altri obiettivi di gestione.

    Norme per la selezione

    • L'area dovrebbe svolgere un ruolo importante nella protezione della natura e nella salvaguardia delle specie (includendo anche le aree di riproduzione, zone umide, barriere coralline, estuari, terreni erbosi, foreste o zone di riproduzione, compresi gli erbari marini)
    • la protezione dell'habitat nell'area è fondamentale per il benessere della flora nazionale o locale, o per la fauna residente o migratoria
    • la conservazione di questi habitat e di queste specie dovrebbe dipendere dall'intervento attivo dell'autorità di gestione, e, se necessario, attraverso la manipolazione dell'habitat (c.f. la categoria Ia)
    • la superficie dell'area dovrebbe dipendere dalle necessità ambientali delle specie da proteggere e può essere variabile, da relativamente piccola a molto estesa.
    Responsabilità amministrative
    La proprietà e la gestione dovrebbero derivare dal governo nazionale oppure, con adeguati controlli e misure di salvaguardia, da un altro organismo governativo, un'associazione o una corporazione senza fini di lucro, un gruppo individuale o privato.

    Categoria equivalente nel sistema del 1978:
    Riserva per la conservazione della natura / Riserva naturale gestita / Riserva di fauna protetta

     

    Categoria V
    Paesaggio terrestre/marino protetto: area protetta gestita principalmente per la conservazione del paesaggio terrestre/marino e per la ricreazione

    Definizione
    Superficie terrestre, con zona costiera e di mare a seconda dei casi, dove l'interazione della popolazione con la natura ha caratterizzato nel tempo un'area, conferendole importanza estetica, ecologica e/o culturale, e spesso ad alta diversità biologica.

    Obiettivi di gestione

    • Mantenere l'armonica interazione tra natura e cultura attraverso la protezione del paesaggio terrestre e/o marino e la continuazione delle tradizionali forme d'uso del territorio, pratiche di costruzione e manifestazioni culturali e sociali
    • sostenere gli stili di vita e le attività che sono in armonia con la natura, come pure la conservazione del tessuto sociale e culturale delle comunità locali
    • mantenere la diversità del paesaggio e dell'habitat, e delle specie e degli ecosistemi associati
    • rimuovere, ove necessario, e successivamente prevenire forme di utilizzo della terra ed attività non adeguate per carattere e/o per quantità
    • offrire delle opportunità per il pubblico diletto attraverso forme di ricreazione e di turismo ade-
      guate per numero e tipo alle qualità fondamentali della zona
    • incoraggiare le attività scientifiche ed educative che contribuiranno al benessere a lungo termine delle popolazioni residenti e allo sviluppo del sostegno pubblico alla protezione ambientale di tali aree; ed infine
    • portare benefici e contribuire all'assistenza delle comunità locali attraverso l'approvigionamento di prodotti naturali (come i prodotti del bosco e della pesca) e i servizi (come l'acqua pulita o gli introiti derivanti da forme di turismo durevoli).
    Norme per la selezione
    - L'area dovrebbe possedere un paesaggio terrestre e/o marino con coste e isole di alta qualità scenica, con diversi habitat associati, flora e fauna insieme ad esempi di modelli di utilizzo della terra e di organizzazioni sociali unici o tradizionali, a testimoniare gli insediamenti umani e i costumi, i mezzi di sostentamento e le credenze locali
    - l'area dovrebbe offrire opportunità per il pubblico diletto attraverso la ricreazione e il turismo, compatibili con il normale stile di vita e le attività economiche.

    Responsabilità amministrative
    L'area può essere di proprietà di un ente pubblico, ma è più probabile che sia di proprietà mista, pubblica e privata, con una mescolanza di sistemi di gestione. Questi sistemi dovrebbero essere soggetti ad un grado di pianificazione o ad altro controllo e sostenuti, dove si richiede, da fondi pubblici ed altri incentivi, per assicurare che la qualità del paesaggio terrestre/marino e i costumi e le credenze locali importanti siano mantenute a lungo termine.

    Categoria equivalente nel sistema del 1978
    Paesaggio protetto.

    Categoria VI
    Area protetta delle risorse gestite: area protetta principalmente per l'utilizzazione durevole degli ecosistemi naturali

    Def nizione
    Area contenente sistemi naturali prevalentemente non modificati, gestita per assicurare una protezione e un mantenimento a lungo termine della diversità biologica, provvedendo nel contempo ad un flusso durevole di prodotti e servizi naturali per soddisfare le esigenze della comunità.

    Obiettivi di gestione

    • Proteggere e mantenere la diversità biologica ed altri valori naturali dell'area a lungo termine - promuovere pratiche di gestione razionali per finalità di produzione durevole
    • proteggere la base delle risorse naturali da forme di alienazione per altre finalità di uso della terra che sarebbero pregiudiziali alla diversità biologica dell'area; ed infine
    • contribuire allo sviluppo regionale e nazionale.

    Norme per la selezione

    • L'area dovrebbe essere per almeno due terzi allo stato naturale, sebbene possa contenere anche superfici limitate di ecosistemi modificati; grandi impianti commerciali nell'area non sarebbero adeguati
    • l'area dovrebbe essere abbastanza ampia da utilizzare le risorse in maniera durevole senza recare danno ai suoi complessivi valori naturali a lungo termine.

    Responsabilità amministrative
    La gestione dovrebbe essere intrapresa da enti pubblici con un preciso mandato per la conservazione dell'area, e condotta in collaborazione con la comunità locale; oppure la gestione può essere intrapresa secondo i costumi locali sostenuta ed appoggiata da organi governativi e non. L'area può essere di proprietà dello Stato o di altro organismo governativo, della comunità, di privati, oppure di proprietà mista tra questi.

    Categoria equivalente nel sistema del 1978:
    Questa categoria non corrisponde direttamente con alcuna di quelle facenti parte del sistema del 1978, sebbene si avvicini probabilmente a quelle aree precedentemente classificate come "Riserve delle risorse", "aree biotiche naturali / riserve antropologiche" e "aree di gestione a fini multipli / aree delle risorse gestite".
    (traduzione di Franca Moscati)