Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 23 - FEBBRAIO 1998

Il sistema delle aree protette in Sardegna
Pasquale Onida

In Sardegna il dibattito per la istituzione di un sistema di aree protette dura da oltre 30 anni. E un dibattito complesso, difficile, talvolta segnato da parola d'ordine e strumentalità; non si discute a fondo e con razionalità degli obiettivi e delle azioni che si vogliono conseguire con la realizzazione di un sistema di aree protette.
La Regione si è dotata a partire dal 1989, di una legge quadro (L.R. n. 31) per la istituzione di un sistema regionale di aree protette terrestri e marine. L'esperienza di questi anni dimostra che un sistema di aree protette non si può realizzare per decreto; è un processo che deve essere attuato con il consenso attivo e consapevole delle Comunità locali che deve investire le diverse fasi del processo istitutivo: dal decreto istitutivo, alla adozione degli atti di pianificazione, alle gestione degli interventi.
La creazione di un parco deve essere intesa come un moderno progetto di pianificazione integrata che partendo dalla organizzazione delle risorse territoriali, di cui il patrimonio ambientale è componente rilevante, deve rappresentare un'opportunità ulteriore di sviluppo, un programma lungimirante per salvaguardare le risorse ambientali e farle fruttare in modo più razionale per la collettività. Sono obiettivi che possono essere conseguiti se si realizza un circuito virtuoso fra le istituzioni pubbliche, il sistema imprenditoriale, le associazioni scientifiche e culturali.
La cooperazione istituzionale e la concertazione sociale sono elementi fondamentali per evitare che gli interventi per la realizzazione di un parco possano assumere carattere assistenziale o risarcitorio, per loro natura poco capaci dl fornire apprezzabili impulsi sul piano del benessere economico e del progresso sociale.
La pianificazione e la gestione delle aree protette deve porsi, contestualmente, il duplice obiettivo di salvaguardare l'integrità e il valore dell'ambiente, e di promuovere nuove attività compatibili, considerando i vincoli come occasiono e opportunità per produrre nuova ricchezza sociale. In questo senso, la pianificazione non può riguardare esclusivamente il territorio, ma deve investire, in primo luogo, il rapporto fra comunità e territorio, deve essere percepita dalle comunità interessate, come un progetto di ampio respiro nel quale le comunità locali siano, nel contempo, partecipi e protagoniste.
La concezione meramente vincolistica che per lungo tempo ha caratterizzato ed ancora è presente in alcuni settori, la filosofia istitutiva delle aree protette ha alimentato diffidenza, ostilità e in taluni casi posizioni di aperto rifiuto.
L'area protetta e stata vissuta come una espropriazione del territorio, piuttosto che come una nuova opportunità di progresso.
L'esperienza realizzata, in questi anni, dimostra che risultati positivi e apprezzabili potranno essere raggiunti se le azioni e il sapere scientifico si incontreranno con il sapere comune: se le azioni per la salvaguardia e la tutela non saranno concepite come un sistema meramente vincolistico che aggiunge gravami e limitazioni alle attività economiche, ma che siano piuttosto un'opportunità ulteriore per creare nuovo progresso sociale, nuovi scambi culturali e scientifici, nuove professionalità.
E questa la strategia che ispira la Regione Sardegna nella istituzione delle aree protette. E una strategia complessa, che non ammette scorciatoie, atteggiamenti di passività e inerzia burocratica, ma richiede piuttosto un alto grado di solidarietà e coesione istituzionale sia nel rapporto con gli Enti locali sia nei rapporti Stato-Regione, di partecipazione e coinvolgimento attivo delle forze sociali e della comunità scientifica.
Nel corso del 1997 sono stati conseguiti risultati apprezzabili che hanno sbloccato il processo e portato a compimento la discussione e il confronto spesso inconcludente.
La Sardegna è sede di tre Parchi nazionali: Gennargentu-Golfo di Orosei, Arcipelago della Maddalena, Isola dell'Asinara.
Il processo istitutivo del Parco del Gennargentu ha subito una positiva accelerazione. E stata definita la delimitazione, la zonazione interna, le norme provvisorie di salvaguardia. Un accordo di programma sottoscritto dagli EE.LL. che aderiscono al Parco, dalla Regione e dal Ministero dell'ambiente dovrà definire le azioni prioritarie per promuovere lo sviluppo eco-compatibile dell'area. Si potrà così portare a compimento la lunga e travagliata storia, durata oltre trenta anni, che ha caratterizzato la istituzione del Parco.
Nel Parco dell'Arcipelago della Maddalena è in fase di istituzione l'Ente parco, mentre, con finanziamenti regionali, sono state avviate le spese di ristrutturazione dei manufatti e delle strutture funzionali alla creazione del parco.
L'Isola dell'Asinara, dal 1 novembre 97 è un Parco nazionale autonomo. Il carcere è in via di totale dismissione. Il Ministro dell'ambiente ha emesso il decreto per la costituzione dell'organismo provvisorio di gestione e l'adozione delle norme di salvaguardia.
Per i Parchi regionali, per i quali i Comuni hanno espresso formale adesione, pur in assenza delle leggi istitutive, l'Assessorato dell'ambiente, ha promosso, in via amministrativa la costituzione dei consorzi di gestione ai sensi della legge di riforma delle autonomia locali. Si tratta del Parco del Monte Arci, della Giara, dei Settefratelli-Monte Genis del delicato eco sistema del Molentargius nell'area di Cagliari.
La stessa procedura si intende seguire per il Parco geo-marino di Villasimius e per il Parco di Porto Conte ad Alghero.
Il Ministro dell'Ambiente, a seguito dell'intesa con la Regione e gli EE.LL. interessati, ha emesso i decreti istitutivi delle riserve marine: Sinis-Mal di Ventre nel Comune di Cabras, Tavolara-Punta Coda Cavallo nei Comuni di Olbia, S.Teodoro, Loiri Porto S.Paolo, Capo Carbonara nel Comune di Villasimius.
E in via di costituzione una associazione regionale per il governo e il coordinamento unitario delle riserve istituite, da parte dei Comuni ai quali è affidata la gestione.
In attuazione della direttiva comunitaria Habitat è stato predisposto il progetto Bioitaly. Si tratta di un progetto che deve essere considerato parte integrante della strategia generale per la realizzazione di un sistema di aree protette comprendente 114 siti, validati scientificamente, distribuiti su circa 460 mila ha di territorio, quasi il 20% dell'intera superficie della Sardegna.
Sono stati avviati gli studi di fattibilità per la realizzazione del Parco geominerario della Sardegna al fine di valorizzare e proteggere uno straordinario patrimonio di archeologia mineraria che, insieme alle valenze naturalistiche e alle emergenze archeologiche rendono queste aree forse uniche al mondo. Il cammino da compiere per la realizzazione di un sistema di aree protette, marine e terrestri e ancora lungo. Esce però una annosa situazione di stallo e incertezza.
E un cammino che richiede la messa in campo di una strategia istituzionale e di governo di ampio respiro, sostenuta da una concreta progettualità tecnica e scientifica.
Il raggiungimento di questi obiettivi trova oggettiva difficoltà negli strumenti istituzionali disponibili per il loro conseguimento.
L'assetto istituzionale ed organizzativo delineato dalla legge quadro nazionale è inadeguato, spesso in contrasto con il nuovo assetto istituzionale degli EE.LL. territoriali.
Negli ultimi anni è stato avviato e realizzato un profondo processo di riforma del sistema delle autonomie, a partire dalla distinzione fra le funzioni di indirizzo politico da quelle amministrative e tecnico contabili che ha inciso a fondo nella organizzazione e nei modelli gestionali delle amministrazioni pubbliche; è un processo che rende necessaria e urgente una modifica e un adeguamento della legge quadro sulle are protette al nuovo assetto istituzionale.
Su questi temi occorre elaborare una piattaforma delle Regioni e del sistema delle autonomie con l'obbiettivo di riportare il tema dello sviluppo sostenibile e degli strumenti per la sua realizzazione al centro del dibattito politico e istituzionale, per farlo uscire da una condizione di marginalità e di settorialità affinché il tema della protezione dell'ambiente venga assunto come primaria questione democratica, come progetto di nuova civiltà.
Su questi temi, la Regione intende muoversi con spirito unitario e aperto di collaborazione istituzionale con lo Stato e gli EE.LL. per la definizione di un coerente assetto dei poteri e degli strumenti di gestione del patrimonio ambientale. Siamo consapevoli che è in discussione il futuro della nostra terra, le prospettive delle nuove generazioni, l'identità della nostra comunità.

* Assessore Difesa Ambiente, Regione Sardegna