Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 45 - GIUGNO 2005




Ordina questo numero della rivista

FIUMI E PARCHI: "RIVERLINKS"

Sedici esempi di rapporto città-fiume risolto in modo originale

Uno dei temi più frequentati recentemente dalla cultura paesaggistica contemporanea è il "parco fluviale". I modelli europei - pur identificati con il termine lessicale di "parco fluviale" - sono legati non tanto ad un approccio metodologico consolidato, ma a situazioni contingenti, che spesso di parco fluviale hanno ben poco. Di quanto radicalmente diversi possano essere gli esiti di un intervento su un fiume vi sono due noti esempi, che oramai sono catalogati come storici: Lee Valley Park e Valencia. L'esempio inglese, modello per molti anni di parco fluviale tradizionale, ha dato di certo esiti positivi, ma è legato al modo di vivere i corsi d'acqua proprio degli inglesi, alla loro consapevolezza di usare i corridoi fluviali, a scopi turistico-commerciali e ricreativi, privilegiando in ogni caso l'obiettivo della conservazione della natura. Questo è quanto mai possibile in una regione ricca di acque e di corsi fluviali che non soffre della nemmeno temporanea mancanza d'acqua nei mesi estivi, e che gode di ampie zone boscate ed a parco. Di contro, l'esperienza di Riccardo Bofill a Valencia è la negazione del parco fluviale, e si oppone all'esperienza precedente anche per le diverse situazioni ambientali. In ogni caso si tratta di una soluzione che rimuove l'idea stessa di parco fluviale, alla ricerca di esiti originali ma poco plausibili, e senz'altro non confrontabili con altre situazioni. Esaminando, in generale, i casi più recenti del modo in cui è stato risolto in molte città europee il rapporto con i fiumi che l'attraversano, emerge con chiarezza come gli esempi più interessanti non siano quasi mai piani organici che coinvolgono la struttura urbana ma piuttosto, il più delle volte, interventi limitati lungo un corso d'acqua, per creare un rapporto di fruizione con il fiume, sperimentando diverse tipologie. Casi diversi e particolari: ad Aaruhs, Danimarca, il rapporto con il fiume è il pretesto per rafforzare il sistema pedonale e ciclabile della città; a Nancy, Francia, l'obiettivo primario è stato quello di "integrare le dighe nella scena urbana, non solo come strutture tecniche ma anche come legame del fiume alla città"; a Londra, il ricorrente tema del rapporto con il Tamigi offre una variegata gamma di soluzioni, dettate caso per caso dall'interfaccia con la città.
Dall'altra parte esistono numerosi piani di parchi territoriali che si sviluppano lungo i fiumi, che possiamo attribuire alla categoria peculiare delle "riserve naturali", che senz'alcun dubbio sono interessanti, ma sono legati a situazioni dove la valenza naturalistica prevale, anche nei casi in cui il fiume stesso attraversa grossi centri, come nel caso italiano del Parco del Ticino.

Riverlinks

L'approccio di Riverlinks parte da presupposti diversi rispetto alle esperienze sopra citate; qui l'obbiettivo specifico è ben individuato si tratta - come in tutti i progetti Interreg - di trovare una metodologia condivisa che possa essere sperimentata ed applicata dai partners, ma al tempo stesso possa esser esportata in molte realtà analoghe europee. Da qui l'esigenza di avere un quadro di riferimento sulle esperienze in essere o già collaudate in tutta l'Europa. In questa pubblicazione sono raccolti 16 casi selezionati perché più di altri hanno risolto il rapporto città-fiume in modo originale. Infatti mancano esempi più noti e pregevoli, ma a nostro giudizio i casi qui riportati sono utili a supportare la redazione di un metodo utile a prefigurare un'interfaccia d'eccellenza tra le città ed i fiume. Le informazioni raccolte seguono tutte uno schema prefissato per avere un confronto immediato fra le esperienze esaminate nelle quali dopo una breve introduzione è illustrato il metodo di intervento, gli obbiettivi che si intendeva perseguire, i risultati ottenuti. Alla fine di ogni scheda è stata segnalata la presenza o meno dei servizi che spesso sono presenti lungo i fiumi che attraversano le città. Questi dati sono stati riportati in uno schema riassuntivo finale, per una facile consultazione. In ogni caso è evidente che gli esempi qui illustrati, presentano obbiettivi prioritari diversificati condizionati da realtà oggettive che qui possiamo dividere in quattro gruppi principali.

  • Nel primo gruppo possiamo includere le città che hanno puntato a risolvere il problema delle alluvioni: Colonia, Regensburg, Vienna, Praga e Budapest.
  • Nel secondo vanno collocate le esperienze che caratterizzate per il recupero di aree produttive: Bilbao, Lisbona, Porto.
  • Nel terzo tutte le operazione di recupero paesaggistico a fini ricreativi, dando luogo a classico parco fluviale, come viene recepito nell'immaginario collettivo: Lyon confluence, Lyon Miribel, Strasburgo.
  • Nell'ultimo gruppo le proposte per rivitalizzare i centri storici attraverso il recupero del rapporto con il fiume, spesso negato o trascurato - Torino, Roma, Padova, Brema - e possiamo includere anche le esperienze effimere di Parigi.

E' scontato che si tratta di suddivisioni di comodo perché tutti i casi qui illustrati contengono in se caratteristiche che appartengono agli altri gruppi. Ma al di là dell'appartenenza a queste categorie ogni esempio si caratterizza per un modo peculiare di interfacciarsi con il proprio fiume. Il primo gruppo di città che ha tentato di risolvere il tema delle alluvioni presenta una casistica ricca di soluzioni diversificate: Colonia pur avendo stilato un piano molto prudente e realizzando casse di espansione adeguate, " ha deciso di usare un sistema di protezione mobile per risolvere il problema. Questi elementi di contenimento delle acque possono essere montate in breve tempo e smantellate dopo le piene. Così non viene deturpata la struttura storica della città, poiché queste chiuse sono presente nel breve periodo delle piene." Stesso metodo attuato anche a Regensburg, anche se questa strategia, in questo caso specifico, si basa sul coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali. Budapest e Vienna sono accomunati dal fatto di essere attraversati dallo stesso fiume e di aver firmato "Convenzione per la protezione del Danubio", anche se praticamente le soluzioni sono diversificati. Mentre gli studi condotti a Praga sono interessanti per i modelli matematici utilizzati per le simulazione delle alluvioni.

Gli interventi più incisivi

Gli interventi più incisivi e più appariscenti sono quelli nei quali che hanno recuperati aree produttive lungo i fiumi poiché offrono un paesaggio urbano di alta qualità, spesso realizzati da architetti di prestigio ( vedi a Lisbona, Hargreaves). Bilbao, Porto e Lisbona hanno investito molto in queste aree ed hanno ridefinito il rapporto cittàfiume, dove la memoria della antiche attività produttive è solo un segno labile che sopravvive grazie ad alcune citazioni di tracce salvate o recuperate dai progettisti. La realizzazione dei parchi fluviali con fini ricreativi che caratterizza le esperienze di Lyone (Confluence e Miribel) e Strasburgo presentano una fertile base di sperimentazione dove i progettisti hanno individuato diverse soluzioni. Lyon Mirabel ha quattro obbiettivi prioritari: preservare la riserva di acqua potabile, restaurare i bacini di piena, proteggere le risorse naturali, sviluppare attività all'aria aperta. Mentre nella "Confluence" si è sviluppato il tentativo di adattare l'intervento alla forma naturale del sito, una spazio speciale con forme evocative della confluenza dei fiumi. Sullo stesso orientamento si muove il Parco di Strasburgo, dove un'area, priva di identità, un'exdiscarica, attraverso la realizzazione di un ponte pedonale collega con facilità Germania e Francia, diventa così uno spazio speciale a contatto con la natura. Ciò che accomuna gli ultimi quattro casi, che per comodità abbiamo chiamato esperienze di rivitalizzazione dei centri storici, è il fatto che questo processo tiene conto delle criticità ambientali ed ecologiche utilizzando metodi e strumenti dell'ecologia urbana e del paesaggio. A Torino è stata messa a punto una strategia per un piano programma di costruzione di un sistema degli spazi aperti a scala territoriale; a Roma l'ambito privilegiato è stato l'attuazione di interventi di riqualificazione della città e dell'immagine paesistica urbana; a Padova il recupero del sistema organico delle acque superficiali urbani e periurbani consente una riutilizzo dei vecchi canali; a Brema è stata creata una nuova area dedicata alle attività marinare e alla cucina che sta facendo registrare un notevole successo. Anche a Parigi, l'idea di realizzare delle spiagge temporanee lungo la Senna ha riscosso molto successo di pubblico, anche se non mancano le critiche. Da questi esempi le sei città che hanno dato vita al progetto Riverlinks (Firenze, Brema Dresda, Bordeaux, Siviglia e Tallin) cercheranno di trarre utili insegnamenti per mettere a punto delle proposte operative condivise, che possano essere un modello valido per altre realtà europee. Per questo motivo il volume (recensito più avanti nella sezione "libri") si apre con l'illustrazione del rapporto città-fiume delle sei città partners, perché dalle esperienze qua illustrate, dal dibattito e dal confronto culturale, tecnico e scientifico tra queste sei città europee così diverse ma così vicine negli intendi possano nascere esperienze esemplari per arrivare ad un rapporto città-fiume veramente d'eccellenza.

di Biagio Guccione