Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 46 - OTTOBRE 2005




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DUE OCCASIONI PER FARE MEGLIO


Ho usato poco, negli anni nei quali ho diretto questa rivista, lo spazio che ogni pubblicazione periodica riserva a chi la dirige chiamato "editoriale", ovvero "articolo di fondo", preferendo consegnare le mie opinioni ad una rubrica, in modo da segnalare che le mie opinioni sono sempre completamente personali e non coinvolgono in alcun modo la proprietà della rivista o l'associazione che la sostiene o qualsiasi altro aggregato di sapienze ovvero di poteri. Siamo all'ultimo numero della collezione da me diretta (ero già nella redazione formatasi con Renzo Moschini, che mi propose di succedergli a partire dal numero 25 dell'ottobre 1998. Da allora sono passati 8 lunghi anni, e la bellezza di 21 fascicoli) e questo ultimo numero che porterà la mia firma in quanto direttore circolerà nella fase della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento e nella fase successiva che si occuperà anche della formazione del nuovo Governo nazionale. Questa circostanza mi consiglia a prendere sul serio perfino il ruolo di direttore, e, in quella veste, a tentare di collegare in una unica speranza due "eventi" tra loro parecchio lontani, i quali tuttavia possono essere collocati sotto il comun denominatore di occasione per fare molto meglio. Il primo evento è la riunione del consiglio direttivo nazionale di Federparchi che ha deciso di nominare un nuovo direttore della rivista Parchi, nella persona di Valter Giuliano. Si tratta di un giornalista, di un ambientalista da sempre impegnato nella difficile impresa di tenere alto il livello del dibattito e della conoscenza (una sola sottolineatura per tutte: è stato lui a condurre la non semplice operazione della ristampa del fondamentale testo di Valerio Giacomini "Uomini e parchi", scandalosamente esaurita nelle librerie e preziosa per il lavoro di tutti noi), di un amministratore pubblico, assessore alla Provincia di Torino ripetutamente eletto dalla gente in un ruolo importante, totalmente funzionale ai temi che questo nostro strumento editoriale ha trattato e tratterà, vale a dire i temi della cultura, delle aree protette, e della cultura delle aree protette. Sicché "cedo" le luccicanti e mega galattiche stanze del direttore di "Parchi" a un successore collaudato e affidabile, certo che non ci saranno salti nel buio e neppure "gavette" da scontare, ma invece con l'unica preoccupazione (umana, troppo umana…) che la direzione di Valter Giuliano farà impallidire la mia, e renderà a tutti evidente che il cambio andava fatto prima. Ma si tratta di sentimenti e preoccupazioni troppo private per mescolarle con decisioni che hanno a che fare con l'interesse generale… Detto questo su Valter Giuliano, non posso consegnare a lui le chiavi del grattacielo redazionale senza prima ringraziare uno ad uno tutti i redattori e tutti i collaboratori che continueranno ad occuparne le stanze. Naturalmente sottolineando il fatto che ogni volta che è uscito un articolo interessante e ben fatto il merito è stato degli autori, mentre nel caso opposto la colpa è stata totalmente mia. Ringrazio tutti senza nominare nessuno, per evitare errori nelle precedenze oppure fatali omissioni. Ciascun componente del comitato scientifico, ciascun redattore o collaboratore è in grado di immaginare l'intensità della mia gratitudine e di farsi una ragione della fine delle mie petulanti e affannose richieste. Nonostante la mia presenza al timone, la barca ha compiuto una rotta. Siamo passati da un modello di pubblicazione ad un altro. Gli storici del giornalismo ci sapranno dire se si sia trattato di un fatto positivo. A me basta riconsegnare le chiavi del grattacielo redazionale con la consapevolezza di aver fatto il possibile per tradurre in fascicoli quadrimestrali le indicazioni di larga massima che mi venivano da Federparchi, nella scia dei successi della medesima associazione, mantenendo in vita la speranza che una rivista potesse vivere una sua esistenza autonoma a beneficio di un mondo ricco di umori e di valori, interno ed esterno alla categoria degli amministratori di aree protette. Quella speranza mi pare sia ancora in vita. Nonostante le difficoltà nel mantenere la periodicità, dovute soprattutto alla mia incapacità a gestire troppi dipendenti e un bilancio esageratamente ricco, la rivista che consegno al nuovo direttore non è in rianimazione, ma, al contrario, è vispa e ricca di giacimenti da esplorare e portare alla luce, nell'interesse di un processo di modernizzazione complessivo che, partendo dalla tutela della biodiversità, del paesaggio e della natura, sia in grado di valorizzarne ruolo e ricchezza nel quadro di una auspicabile ripresa della crescita complessiva dell'Italia, e con molta attenzione al Mediterraneo e all'Europa. Dal 1 al 4 giugno il parco nazionale dell'Etna ospiterà il quinto congresso nazionale di Federparchi. Alla cerimonia di apertura (che avverrà a Nicolosi, nel monastero benedettino di San Nicolò La Rena) con un colpo d'occhio potremo apprezzare i passi avanti compiuti dal nostro Paese e dalla nostra associazione. Nel momento in cui scrivo il mio ultimo editoriale non sono in grado di sapere chi sarà (e come la penserà)l'assessore regionale siciliano che porterà il suo saluto, e nemmeno chi sarà (e come la penserà) il ministro dell'ambiente. A giugno anche queste notizie saranno oggetto delle nostre riflessioni e delle nostre proposte. A seguire rispetto a questo articolo il lettore troverà un documento, elaborato dal consiglio direttivo nazionale di Federparchi. Molto raramente la nostra rivista ha pubblicato documenti ufficiali, facilmente reperibili in altro modo. Ma questo appello a tutte le forze politiche impegnate nella campagna elettorale più delicata e difficile del secondo dopoguerra italiano merita un trattamento speciale. Non credo rientri nei miei compiti riassumere in questa sede il giudizio sul quinquennio di governo che gli elettori sono chiamati a dare. Lo stanno facendo gli esponenti delle diverse forze politiche impegnate nella campagna elettorale. Credo invece necessario sottolineare il valore generale delle considerazione e delle richieste contenute nel documento che segue, sia per la fase che precederà le elezioni, sia per quella successiva. Nell'organismo dirigente nazionale di Federparchi non ci sono schieramenti di partito, e non si è eletti sulla base di appartenenze partitiche. Le aree protette sono rappresentate attraverso criteri geografici e attraverso i loro presidenti, a qualsiasi polo o aggregazione partitica, o sensibilità culturale essi facciano riferimento autonomamente e liberamente. Sicché appare estremamente importante l'unità che in quella sede si è raggiunta sulle proposte approvate, che potrebbero essere adottate da qualsiasi maggioranza che il popolo italiano vorrà esprimere con la sicurezza di seguire impostazioni radicate nell'esperienza di gestione di aree protette di grande importanza, e nella più genuina, concreta e "ruspante" cultura ecologista. La barca della nostra rivista ha compiuto un percorso. Non è rimasta ferma in porto e nemmeno è andata alle derive sballottata dai venti: orgogliosi di essere parte di un fenomeno associativo senza precedenti, e in quanto parte di quel fenomeno abbiamo voluto socializzare alcune esperienze nate nel mondo delle aree protette, ed essere protagonisti dell'affermazione di precise politiche di tutela e di sviluppo, spesso generalizzabili. A questa prima fase, già molto impegnativa, abbiamo voluto aggiungere un obbiettivo ulteriore: essere il punto di incontro della cultura delle aree protette. Su questa rotta abbiamo navigato. Con molta buona volontà e poche risorse. Il lettore spero abbia colto il lato ironico dell'immagine del grattacielo redazionale e dei centomila suoi uffici. La verità dei fatti è stata un gravoso cumulo di ruoli sulla mia sola persona (direttore, segretario di redazione, art director, correttore di bozze, ecc) senza neppure una stanza per ricevere la posta… Tuttavia, in queste precarie condizioni, che molto spesso sono anche le condizioni dei parchi e delle riserve, dove tutti fanno tutto, e i tutti sono due o tre, non ci siamo fatti sballottare dalle onde, ma abbiamo tenuto una rotta. Senza riuscire ad essere puntuali. Ma pubblicando tutti i numeri della rivista che chiunque può andarsi a rileggere su internet. Ringraziando per l'esperienza culturale ed umana che ho avuto l'opportunità di fare, e augurando a Valter Giuliano i migliori successi, mi fermo qui. Scusate, devo andare...
di Mariano Guzzini