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Zona di Protezione Speciale Risaie vercellesi

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L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Codice Rete Natura 2000: IT1120021
  • Superficie a terra: 2'241.00 ha
  • Regioni: Piemonte
  • Province: Vercelli
  • Comuni: Crova, Livorno Ferraris, Ronsecco, Salasco, Sali Vercellese, San Germano Vercellese, Trino, Tronzano Vercellese

 

 

Ambienti e specie di maggior interesse

In prevalenza di proprietà privata, oltre il 95% della superficie è coltivato a riso, con aree naturali marginali quali incolti, risorgive, zone paludose e piccole formazioni boschive residuali, alcune delle quali riconducibili al querco-carpineto planiziale.

Il sito riveste tuttavia una grande importanza, a livello nazionale ed europeo, per l'elevata presenza di avifauna acquatica attratta in particolar modo dalle camere di risaia allagate in primavera-estate. Queste, infatti, rappresentano per molte specie di limicoli come il cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus), la Pittima reale (Limosa limosa), il Combattente (Philomachus pugnax), passeriformi come il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus) e rapaci come il falco di palude (Circus aeroginosus) vaste zone umide in cui possono sostare e trovare nutrimento durante le migrazioni (siti di stop-over lungo le principali rotte migratorie). L'elevata disponibilità trofica delle risaie e dell'intricato sistema di canalizzazioni irrigue (dove ancora non artificializzate) attira inoltre numerose specie di Laridi, come il mignattino (Chlidonias niger), il mignattino piombato (Chlidonias hybridus), e il mignattino alibianche (Chlidonias leucopterus), quest'ultimo nidificante regolare con pochissime coppie proprio all'interno di alcune risaie coltivate. Fra gli Ardeidi, i più assidui e visibili visitatori, quasi simbolici per la pianura vercellese, si annoverano tutte le specie del paleartico occidentale quali tarabuso (Botaurus stellaris), nidificante e svernante regolare), airone rosso (Ardea purpurea), tarabusino (Ixobrychus minutus), nitticora (Nycticorax nycticorax), sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), airone guardabuoi (Bubulcus ibis), airone bianco maggiore (Casmerodius albus) e airone cenerino (Ardea cinerea). Molti di essi provengono dalla vicina e grande garzaia del Bosco della Partecipanza di Trino, una delle maggiori d'Europa, trovando in queste risaie indispensabili siti di alimentazione durante il delicato periodo riproduttivo. Di notevole interesse, per la ZPS, anche la presenza di averla piccola (Lanius collurio), martin pescatore (Alcedo atthis) e tritone crestato italiano (Triturus carnifex), specie tutelate a livello regionale, nazionale e comunitario. Nell'area è stato individuato anche il raro Ragno palombaro (Argyroneta aquatica).
Per quanto riguarda la flora vascolare, nelle rogge a lento scorrimento e nelle risaie si trovano alcune piccole popolazioni superstiti di quadrifoglio d'acqua (Marsilea quadrifolia), inserito negli allegati II e IV della Direttiva Habitat.

All'interno della ZPS, nell'ambito di un Progetto di Sviluppo Rurale (Misura 4.4.1), è stata restituita alla natura un'area di 25 ettari in cui sostano e nidificano numerose specie di uccelli acquatici migratori, in particolare nidifica la pittima reale (Limosa limosa), ultimo sito di nidificazione di questa specie censito in Italia. La costruzione dell'oasi ha richiesto uno studio durato quattro anni che ha reso indispensabile il coinvolgimento dei proprietari del terreno, dei soggetti deputati ai movimenti della terra e di equipe di esperti formata da biologi, botanici, entomologi ed esperti di avifauna. La gestione differenziata dei livelli d'acqua durante l'anno e tra le varie zone dell'area umida permette la sopravvivenza e la riproduzione di specie differenti di anfibi e odonati e consente lo sviluppo e il mantenimento di ampie aree a cariceto, giuncheto e canneto.

 

Stato di conservazione e minacce

L'agroecosistema risicolo vercellese si sviluppa per la maggior parte della sua superficie su aree risicole private soggette alle Misure di conservazione della ZPS.
Diverse attività interne all'area possono rappresentare un fattore di rischio per la sua conservazione: la coltivazione del riso e le pratiche colturali ad essa connesse possono alterare la naturalità degli ambienti umidi. Infatti, la qualità delle acque dei canali a lento corso delle risorgive e dei fontanili è influenzata negativamente dall'apporto di fertilizzanti ed erbicidi utilizzati nelle risaie; inoltre la pratica abituale di operare interventi di manutenzione dei fontanili ha effetti molto impattanti e distruttivi sulle cenosi vegetali, come pure i tagli e gli incendi dei canneti eseguiti a malinteso scopo di pulizia.
Le cenosi riparie sono inoltre minacciate dall'invasione di specie esotiche che tendono a tratti a sopraffare la vegetazione spontanea e a impedirne la rinnovazione.
Tra le vulnerabilità è ben evidente l'alterazione degli equilibri ecologici dovuta alla presenza di specie animali alloctone, in particolare modo della carpa erbivora (Ctenopharyngodon idella), del misgurno (Misgurnus anguillicaudatus), della nutria (Myocastor coypus) e del gambero della Louisiana (Procambarus clarkii).

 

Cenni sulla fruizione

L'area è a libera fruizione.

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