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Area Naturale Protetta di Interesse Locale Foresta di Sant'Antonio

 

L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Superficie a terra: 929.00 ha
  • Regioni: Toscana
  • Province: Firenze
  • Comuni: Reggello
  • Provv.ti istitutivi: LR 49 11/04/1995 - DCC 171 22/12/1997 - DCC 46 29/3/99
  • Elenco Ufficiale AP: EUAP1000

Regolamento dell'A.N.P.I.L. Foresta di Sant'Antonio (PDF - 145 Kb)

 

 

La Foresta

La foresta si sviluppa in un'area di circa 900 ettari, tra i 600 e 1490 m di altitudine, sui rilievi a monte di Reggello.
Il faggio è la specie più diffusa, seguita dal castagno, il cerro, il carpino. Alcuni rimboschimenti ospitano douglasie, abeti bianchi, abeti rossi e pini neri.
L'Area Naturale Protetta è di grande importanza per la varietà delle specie botaniche che vi vegetano e per la bellezza delle pendici montane che la ospitano. Tra le specie da segnalare: Campanula persicifolia, Dianthus balbisii, il Giglio martagone e alcune orchidee (Orchis maculata, Orchis mascula e Orchis sambucina).

Autunno
Autunno
 

Delimitazione Geografica

La foresta di S.Antonio è compresa nella catena del Pratomagno, dorsale che si allunga per circa 40 Km in senso appennico, dal Passo della Consuma, (Firenze) fino a sud di Talla (Arezzo) e che limita a NE il bacino del Valdarno Superiore ed a SO quello del Casentino, allungati parallelamente alla catena. Forma un semicerchio snodandosi lungo il bordo più alto del bacino del torrente Resco, nel comune di Reggello. E' delimitata a nord dal crinale di Poggio Massa Nera (m 1075 s.l.m.) che, con direzione nord-est, si ricongiunge al crinale del Pratomagno.
La foresta segue, nel suo limite altitudinale, il crinale principale interessando il Poggio della Risala (m 1485 s.l.m.), la Croce al Cardeto (m 1356 s.l.m.), il Poggio alla Cesta (m 1446 s.l.m.), il Varco di Reggello (m 1354 s.l.m.) poi, più a sud, se ne scosta e segue il crinale secondario di Poggio Castelluccio, a confine con il comune di Castelfranco di Sopra (AR). Il suo limite inferiore presenta un andamento frastagliato, seguendo fossi e crinali, segnato da Pian della Farnia e Case Lavane.
La morfologia e accidentata con ripide pendici, crinali marcati, balzi rocciosi e fossi profondi che confluiscono verso il torrente Resco, con i borri di S.Antonio, della Rota e della Stufa. L'altimetria media e compresa fra 950-1000 m s.l.m., con minimi intorno ai 600 m e con massimi di 1490 m lungo il crinale principale.

Foto di Delimitazione Geografica
 

La Vegetazione

Dall'esame della carta della vegetazione della foresta di S.Antonio si rileva come il bosco di faggio predomini nelle esposizioni più fresche ed in quelle più alte, arrivando fin sulla prateria cacuminale. Tra le diverse forme di governo del bosco di faggio, prevalgono i cedui seguiti da fustaie transitorie.
Alle quote più basse e nelle esposizioni più calde, altre latifoglie sostituiscono il faggio, quali il cerro, il carpino nero, il castagno. Si formano così boschi puri o misti di latifoglie, anche con la presenza di ornielli, aceri opali, carpini bianchi. Nei versanti più aperti e aridi predominano boschi di roverella.
Nelle esposizioni a sud troviamo densi arbusteti e pietraie coperte da eriche e ginestre, ovvero balzi di roccia intercalati da praterie a graminacee. Questi terreni sono stati ripetutamente percorsi dagli incendi, i più gravi si sono avuti nel 1943 e poi nel 1946, dove andò distrutto il 78% della superficie demaniale boschiva. Ciò indusse l'amministrazione forestale ad interrompere l'utilizzazione ed operare una intensa ricostituzione boschiva nelle zone di Massa Bernagia, Massa Nera e Macinaia: si tratta di impianti artificiali, puri o misti, di douglasia, abete bianco, abete rosso, pino nero e faggio.
I tipi di vegetazione presenti nella foresta di Sant'Antonio e le superficie ad essi corrispondenti, sono riportati in tabella:

Tipi di vegetazione della foresta di Sant'Antonio superficie in ha:

Tipi di Vegetazione ha
Fustaia di faggio 3,27 ha
Fustaia transitoria di faggio 155,6 ha
Ceduo invecchiato di faggio 332,19 ha
Fustaia transitoria di castagno 15,13 ha
Ceduo di castagno 31,34 ha
Ceduo invecchiato di castagno 10,72 ha
Fustaia di pino nero 11,81 ha
Fustaia di douglasia 18,12 ha
Fustaia di abete bianco 9,89 ha
Fustaia di conifere varie 23,19 ha
Fustaia transitoria di cerro 12,19 ha
Ceduo di cerro 13,76 ha
Ceduo di latifoglie varie 8,05 ha
Ceduo invecchiato di latifoglie 116,64 ha
Fustaia di conifere e latifoglie 19,28 ha
Ceduo invecchiato di cerro 12,71 ha
Fustaia transitoria di latifoglie varie 19,28 ha
Arbusteto 100,96 ha
Pascolo cespugliato 12,77 ha
Rupe boscata 105,17 ha
Pascolo nudo 4,7 ha
Foto di La VegetazioneFoto di La VegetazioneFoto di La Vegetazione
 

La Fauna

Data la grande varietà di habitat, la foresta di S.Antonio presenta una fauna varia ed abbondante.
Fra gli ungulati si trovano i caprioli (Capreolus capreolus), i daini (Dama dama) ed i cinghiali (Sus scrofa). Altrettanto interessanti sono i "mammiferi minori" come la lepre comune (Lepus europaeus), il tasso (Meles meles), il ghiro (Glis glis), l'istrice (Sciurus vulgaris), la faina (Martes foina) e la volpe (Vulpes vulpes). Tra gli uccelli ci limitiamo a ricordare i più frequenti come la cincia mora (Parus ater), la sterpazzola (Sylvia communis), il codirosso (Phoenicurus phoenicurus), il picchio muratore (Sitta europea) ed il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus). Fra gli uccelli di grossa taglia la cornacchia grigia (Corvus corone), il fagiano (Phasianus colchicus), il cuculo (Cuculus canorus), l'upupa (Upupa epops), la ghiandaia (Garrulus glandarius). Tra i rapaci si annoverano il gheppio (Falco tinnunculus), la piana (Buteo buteo), lo sparviere (Accipiter nisus), il barbagianni (Tyto alba), la civetta (Athene noctua), il gufo comune (Asio otus), l'allocco (Strix aluco).
Tra gli anfibi si nota la salamandra pezzata (Salamandra salamandra), l'ululone a ventre giallo (Bobina variegata pachypus) ed il rospo comune. Fra i rettili si rinvengono numerose specie di ofidi tra cui la biscia dal collare (Natrix natrix), il saettone (Elaphe longissima), il biacco (Coluber viridiflavus) e la vipera comune (Vipera aspis). Ricchissima l'entomofauna. Tra i grandi predatori, scomparsi l'orso bruno (Ursus arctos), che peraltro si torva nello stemma del Comune di Reggello, e la lince (Lynx lynx), è da segnalare la ricomparsa del lupo appenninico (Canis lupus).

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