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Biotopo Foci dell'Avisio



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Gestore: Provincia Autonoma di Tranto - Servizio Parchi e Foreste Demaniali
  • Sede: Vie G.B. Trener, 3 - 38100 Trento
  • Tel: 0461/495833
  • Fax: 0461/495918
  • Tipologia: greto fluviale e bosco igrofilo
  • Nome locale: Pont dei Vodi
  • Nome topografico: Foci dell'Avisio
  • Comuni: Lavis, Trento e Terlago
  • Comprensorio: C.5 - Valle dell'Adige
  • Quota media s.l.m.: m 200
  • Superficie: 100 ha circa
  • Provvedimento istitutivo: delib. Giunta Prov. 18.01.1994, n. 282; modif. delib. 05.09.1994, n. 11120 e 26.05.1995, n. 6108
  • Ulteriori informazioni


Il Biotopo "Foci dell'Avisio" si trova lungo il tratto terminale del Torrente Avisio, dall'abitato di Lavis fino alla sua confluenza nel Fiume Adige.

Esso possiede un notevole valore naturalistico, in quanto rappresenta una delle poche aree, lungo il fondovalle dell'Adige, ancora non occupate da insediamenti urbani e colture agricole; inoltre costituisce uno tra i pochissimi tratti di corso d'acqua fondovallivo non ancora stravolto da interventi di canalizzazione. E però un territorio che nei decenni precedenti all'istituzione del Biotopo ha subìto delle sensibili alterazioni a causa di varie attività antropiche, quali principalmente cave di sabbia, ingenti movimenti di terra, manovre militari, motocross, caccia intensa e pascolo indiscriminato di ovini.

Grazie ai vincoli di tutela è stato possibile rimuovere queste fonti di disturbo, cosicché l'area sta progressivamente riappropriandosi degli originari caratteri di naturalità e recuperando le proprie potenzialità ecologiche, anche tramite la realizzazione di importanti interventi di restauro ambientale.

L'interesse naturalistico del Biotopo Foci dell'Avisio è incentrato principalmente sulla presenza di una straordinaria ricchezza faunistica, che trova la sua motivazione nella sua collocazione fondovalliva, all'unione tra due importanti - e tra loro assai diversi - ambienti fluviali. Si può in sintesi considerare questo Biotopo come una sorta di "oasi naturale" collocata lungo un fondovalle completamente alterato, perdipiù in un punto in cui la fauna può approfittare dell'abbondanza di risorse che sempre accompagna la presenza di acque correnti.


Numerose sono le specie di pesci che, nonostante i problemi patiti sia dall'Adige che dall'Avisio, vivono nelle acque del Biotopo. Gli Anfibi sono qui presenti con varie specie anche localmente rare, come ad esempio l'ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) e il rospo smeraldino (Bufo viridis); si riproducono nelle pozze a fregio del corso d'acqua e, soprattutto, nei grandi stagni realizzati ex-novo dal Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia Autonoma di Trento.
Numerose sono anche le specie di Rettili, sia lucertole che serpenti, che occupano i diversi ambienti dell'area protetta, sia quelli umidi che quelli asciutti. Ma è tra gli uccelli che troviamo i maggiori motivi di interesse, dal momento che la ricca avifauna nidificante comprende entità legate all'acqua divenute ormai molto rare a causa dell'indiscriminata alterazione dei corpi idrici. Tra queste si possono citare il martin pescatore (Alcedo atthis), la cutrettola (Motacilla flava), il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) e due specie di uccelli limicoli che depongono le uova direttamente sul greto ciottoloso: il corriere piccolo (Charadrius dubius) e il piro piro piccolo (Actitis hypoleucos). Il Biotopo Foci dell'Avisio costituisce inoltre una preziosissima zona di sosta, rifugio e alimentazione per tutte quelle specie di uccelli (e sono davvero numerose!) che utilizzano la vallata atesina come rotta preferenziale nel corso delle migrazioni; infine anche d'inverno l'area svolge la sua importante funzione nei confronti dell'avifauna, dal momento che molti uccelli, tra cui anatre, oche e aironi cenerini (Ardea cinerea), vi si trattengono per periodi più o meno lunghi.
Nonostante gli effetti positivi dei vincoli di tutela e degli interventi di restauro e miglioramento ambientale, il Biotopo deve ancora fare i conti con una grave fonte di alterazione ambientale. Il T. Avisio è infatti soggetto ad un fortissimo prelievo di acqua - che d'estate è totale per interi mesi - per la produzione di energia elettrica e per l'irrigazione. Questo compromette fortemente l'ecosistema fluviale, anche perché determina la mancata diluizione degli scarichi inquinanti e perciò un drastico aumento dell'inquinamento idrico. E quindi evidente che solo con la rimozione di questa turbativa l'area protetta potrà esplicare al massimo le sue potenzialità recettive nei confronti delle specie vegetali e animali.