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Biotopo Lagabrun



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Gestore: Provincia Autonoma di Trento - Servizio Parchi e Foreste Demaniali
  • Sede: Vie G.B. Trener, 3 - 38100 Trento
  • Tel: 0461/495833
  • Fax: 0461/495918
  • Tipologia: Torbiera
  • Nome locale: Lagabrun
  • Nome topografico: Lagabrun
  • Comune: Cembra
  • Comprensorio: C.5
  • Quota media s.l.m.: m 1060
  • Superficie: 4,5 ha circa
  • Provvedimento istitutivo: delib. Giunta Prov. 20.05.1994, n. 6209
  • Ulteriori informazioni


La torbiera di Lagabrun è situata in Val di Cembra, incassata tra i dossi che si elevano a monte dell'abitato di Cembra. Essa costituisce uno tra i principali elementi di un sistema di zone umide localizzato sulla dorsale che divide la Val di Cembra dalla Val d'Adige.

Il substrato geologico è rappresentato dalla cosiddetta Piattaforma Porfirica Atesina, un mantello di rocce di origine vulcanica risalente a 270 - 280 milioni di anni fa; questo complesso roccioso raggiunge, nell'area del Lagabrun, uno spessore notevole, superiore ai 100 metri, e viene attualmente sfruttato per l'estrazione di porfidi quarziferi. La Piattaforma Porfirica Atesina è stata a sua volta ricoperta da depositi morenici, accumulati dalla potente coltre glaciale che, circa 20.000 anni fa, ricopriva interamente l'area.

La genesi del Lagabrun, così come quella di molte altre zone umide della Val di Cembra, è legata alla coltre morenica che riveste il fondo della depressione in cui si trova. Il materiale morenico ha infatti favorito il rallentamento dei piccoli corsi d'acqua e delle sorgenti che vi si convogliano, determinando così la formazione di un piccolo lago che si è progressivamente impaludato trasformandosi nell'attuale torbiera.


Per quanto riguarda gli aspetti vegetazionali, alcune ricerche realizzate circa 50 anni fa permettono di compiere delle interessanti valutazioni sui dinamismi della vegetazione. La torbiera ha subìto, in quasi 50 anni, una profonda evoluzione che ha portato al progressivo interramento di alcune pozze che un tempo erano presenti nell'area; ciò si è verificato principalmente a causa dell'invasione da parte della cannuccia di palude (Phragmites australis), la quale occupa ormai l'intera superficie della torbiera ad eccezione di zone marginali acquisite al prato. La diminuzione degli spazi d'acqua libera ha comportato la scomparsa o la rarefazione di quelle piante che vegetano nelle zone più strettamente legate all'acqua, mentre altre piante caratteristiche di zone torbose hanno subito un'espansione. Anche il popolamento di ontani neri (Alnus glutinosa) risulta oggi più rigoglioso di un tempo. L'attuale vegetazione è quindi composta essenzialmente da prati umidi e palustri, con qualche lembo di vegetazione delle torbiere di transizione.

Il Biotopo possiede un notevole interesse scientifico anche per quanto riguarda il popolamento faunistico. Le specie di invertebrati, in particolare, sono numerose ed alcune di esse sono rare per l'Italia. Ad una delle specie di Idroadefagi (Coleotteri acquatici) qui rinvenuta, Agabus lagabrunensis, é stato persino attribuito il nome della torbiera, da dove provenivano la maggior parte degli esemplari raccolti dagli scienziati.
Per diverse specie di invertebrati, dunque, la torbiera Lagabrun rappresenta una delle poche stazioni a livello provinciale o addirittura nazionale nelle quali ancora sopravvivono.
Il Biotopo costituisce inoltre un ambiente ottimale anche per numerose specie di Vertebrati legati sia alla vegetazione palustre sia ai prati da sfalcio e ai boschi circostanti.