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Biotopo Palù Longa



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Gestore: Provincia Autonoma di Tranto - Servizio Parchi e Foreste Demaniali
  • Sede: Vie G.B. Trener, 3 - 38100 Trento
  • Tel: 0461/495833
  • Fax: 0461/495918
  • Tipologia: torbiera
  • Nome locale: M. Com
  • Nome topografico: Palude Longa
  • Comune: Carano
  • Comprensorio: C.1 - Valle di Fiemme
  • Quota media s.l.m.: m 1450
  • Superficie: ha 6 circa
  • Provvedimento istitutivo: delib. Giunta Prov. 23.10.1987, n. 11174
  • Ulteriori informazioni


Il Biotopo "Palù Longa" è una torbiera situata a 1435 m s.l.m., posta a cavallo tra le province di Trento e di Bolzano; il confine provinciale ne assegna i due terzi meridionali a Bolzano ed il terzo settentrionale a Trento. La porzione altoatesina è sottoposta a tutela fin dal 1980; in quella trentina, invece, fino alla deliberazione di istituzione a Biotopo protetto avvenuta nell'ottobre 1987 era autorizzata la cava della torba. Questa attività ha fortemente compromesso l'equilibrio idrico di tutta la torbiera, danneggiando quindi anche la porzione altoatesina.

La Palù Longa occupa una sella nella zona di spartiacque tra la Val di Cembra e quella di Fiemme ed è circondata da rilievi ammantati da boschi radi di larice (Larix decidua) e da peccete, intervallati da prati e pascoli. Ospita una flora di torbiera molto ricca, con più di 120 specie che formano vari tipi di comunità vegetali (chiamate associazioni vegetazionali), descrivibili con i termini generici di prati umidi, cariceti, pozze, cumuli di sfagni e boschetti con sfagni. Queste comunità vegetali si intersecano tra loro formando un caratteristico mosaico molto diversificato.


Tra le numerose interessanti specie vegetali, alcune sono particolarmente pregevoli per la loro rarità: è il caso delle due piccole piante insettivore Drosera rotundifolia e Drosera intermedia. Di contro, è purtroppo doveroso far notare la sorte toccata ad un'altra specie rara, Rhynchospora alba, che nel 1971 veniva segnalata come comune nella Palù Longa dagli studiosi del "Gruppo di lavoro per la conservazione della natura della Società Botanica Italiana". In seguito ai lavori di estrazione della torba sopra citati, nel 1980 la specie era ridotta a poche decine di esemplari (osservazioni del prof. R. Gerdol), mentre nel 1987 i naturalisti che si occuparono di redigere il progetto di definizione naturalistica e catastale del Biotopo dovettero riconoscerne la probabile e definitiva scomparsa.

Accanto a questa nota negativa va però fatta una considerazione: grazie agli interventi di restauro ambientale, con il ripristino dell'originario livello della falda, molte piante rarefattesi a causa delle alterazioni umane potranno con il tempo ridiffondersi nella torbiera.

Questo straordinario ambiente è prezioso non solo per la flora, ma anche per la fauna. Sono infatti numerose le specie animali che esso ospita: specie potenzialmente comuni, divenute però infrequenti o rare a causa della distruzione delle zone umide, che ne rappresentano l'habitat.