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Biotopo Prà dell'Albi-Cei



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Gestore: Provincia Autonoma di Trento - Servizio Parchi e Foreste Demaniali
  • Sede: Vie G.B. Trener, 3 - 38100 Trento
  • Tel: 0461/495833
  • Fax: 0461/495918
  • Tipologia: torbiera, lago e stagno
  • Nome locale: Lago di Cei, Prà dell'Albi
  • Nome topografico: Lago di Cei, Lago di San Martino, Prà dell'Albi
  • Comuni: Villa Lagarina
  • Comprensorio: C.10 - Vallagarina
  • Quota media s.l.m.: m 900
  • Superficie: 116 ha circa
  • Provvedimento istitutivo: delib. Giunta Prov. 30.11.1992, n. 16951; modif. delib. 21.03.1997, n. 2775
  • Ulteriori informazioni


Il Biotopo "Pra dell'Albi - Cei" è situato alla testata del Rio di Cimone, affluente di destra del Fiume Adige. L'area protetta è costituita da due ampie conche di forma vagamente ellittica, con asse maggiore orientato NNE-SSO, parallele tra di loro e alla sottostante Valle Lagarina. La prima e maggiore conca è anche la più occidentale: accoglie due laghi, il Lago di Cei ed uno minore detto Lagabis, e, prolungandosi nella parte della valletta di Cei che scende a nord verso Cimone e Aldeno, dà ricetto anche a due zone torbose, una detta semplicemente "valletta di Cei", l'altra detta "Prà del Moro". La seconda conca è più piccola e più orientale, ed è separata dalla prima da una linea di colline. Ospita una palude-lago di grande interesse naturalistico, nota col nome di "Prà dell'Albi" o "Lago di San Martino".

Il Biotopo comprende zone a tutela integrale, corrispondenti agli ambienti umidi, e zone di rispetto nelle quali talune attività umane sono consentite. Non è dunque difficile capire che qui l'elemento naturale di maggior pregio è proprio l'acqua, che - in forma di laghetto, stagno, torbiera, piccola depressione umida, rigagnolo o torrente - compenetra i boschi e i prati di questa zona e le conferisce il caratteristico aspetto paesaggistico e la ricchezza ecologica che le sono propri.

La grande presenza di acqua si spiega con l'origine del Biotopo. Le due conche e I'intera Valle di Cei sono state modellate dai ghiacciai che hanno lasciato una cospicua copertura morenica nel fondovalle. Molto tempo più tardi, frane cadute dal Monte Bondone hanno provocato uno sbarramento in seguito al quale nell'intera conca si formò un unico lago: oggi gran parte dell'originario bacino si è prosciugato e, nelle depressioni maggiori, si è colmato di torba. Alcuni studiosi nel 1975 hanno effettuato analisi sul C14 (Carbonio radioattivo) contenuto in campioni di legno di faggio (Fagus sylvatica), prelevati da tronchi sommersi nel lago di Cei ma radicati al fondo (quindi cresciuti prima della formazione del lago), ed hanno così potuto datare all'anno 1250 d.C. (+50 anni) l'origine del lago.

Il Biotopo presenta una ricchezza di situazioni vegetali davvero straordinaria. Ne ammantano i dossi estesi boschi in cui predomina il faggio, assai pittoreschi, ma gli elementi di gran lunga più preziosi sono le zone umide, autentici scrigni ricolmi di "gioielli botanici".


Il Lago di Cei si presenta bellissimo alla vista proprio virtù della sua variegata struttura ecologica, con grandi lamineti di ninfee (Nymphaea alba) e nannufaro (Nuphar luteum), scirpeti, cariceti, piccoli lembi di canneto e una costa molto frastagliata. La specie più rara e preziosa ospitata è Iris sibirica, una stupenda iris blu presente in Trentino solo in un'altra località oltre a questa. Nella valletta torbosa di Cei crescono specie assai degne di tutela, come l'Erioforo dalle foglie strette (Eriophorum angustifolium), le Pinguicole (Pinguicula vulgaris), piccole piante carnivore, e un piccolo e rarissimo salice, Salix repens. Infine, nelle pozze che si aprono qua e là si rinviene un'altra piccola e rara pianta carnivora, Utricularia minor, che vive sommersa, emergendo solo per fiorire.

Ma non si deve credere che le altre zone umide del Biotopo siano inferiori per interesse botanico: ciascuna è infatti un mondo a sé, che ospita piante rare e preziose.

La compresenza di vari tipi di ambienti, sia terrestri che acquatici, consente all'area protetta di ospitare una fauna assai diversificata. Anche se i boschi ospitano un gran numero di specie, alcune anche assai pregevoli, è la fauna delle varie zone umide a detenere il primato dell'interesse. Dal delicato gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), ai pesci presenti nei bacini maggiori, ai rari Anfibi (tra cui la raganella Hyla intermedia), ai Rettili, fino agli Uccelli e ai Mammiferi, tutti i gruppi zoologici testimoniano con la loro ricchezza l'esistenza di un territorio ancora integro e di rilevante importanza naturalistica.