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Biotopo Prà delle Nasse



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Gestore: Provincia Autonoma di Trento - Servizio Parchi e Foreste Demaniali
  • Sede: Vie G.B. Trener, 3 - 38100 Trento
  • Tel: 0461/495833
  • Fax: 0461/495918
  • Tipologia: torbiera
  • Nome locale: Prà delle Nasse
  • Nome topografico: La Segheria
  • Comune: Siror
  • Comprensorio: C.2 - Primiero
  • Quota media s.l.m.: m 1470
  • Superficie: ha 8 circa
  • Provvedimento istitutivo: delib. Giunta Prov. 10.01.1994, n. 60
  • Ulteriori informazioni


Vuoi per il tipo di rocce che vi prevalgono (dolomie e calcari, particolarmente permeabili), vuoi per la loro tipica e "verticale" forma, le Dolomiti costituiscono una porzione della provincia di Trento dove le zone umide sono tutt'altro che comuni. Per questa ragione il Biotopo "Prà delle Nasse" assume notevole interesse, costituendo un ambiente, già di per sè raro, che diversifica il comprensorio dolomitico e lo arricchisce di elementi microambientali e paesaggistici di notevole suggestione, nonché di esseri viventi talvolta rarissimi. Il Prà delle Nasse è una zona umida superstite, perché anche in queste valli alpine sono stati distrutti molti ecosistemi torbosi, palustri o fluviali per far posto a prati o a insediamenti e infrastrutture dell'uomo: come verrà detto più avanti, lo stesso Prà delle Nasse ha subìto forti manomissioni.

Il Biotopo è situato poco fuori dall'abitato di San Martino di Castrozza, vicino alla località La Segheria. La sua origine è legata ai fenomeni glaciali: infatti, è il prodotto del colmamento, operato principalmente dalla vegetazione, di un bacino lacustre post-glaciale poco profondo.

Questo Biotopo è una tipica torbiera caratterizzata dalla presenza di molte specie di sfagni (particolari muschi di palude) che costituiscono un tappeto continuo su tutta la superficie. Solo qua e là il tappeto di sfagni si solleva in gibbosità o anche in cumuli; altrove è invece interrotto da pozze e canali tutti di modeste dimensioni. Inoltre, tutta la torbiera è attraversata da quello che, non senza approssimazione, può essere definito il "corso principale" del Rio Brentella, immissario ed emissario del Biotopo.

Ad un esame superficiale la torbiera si presenta come un "prato" pianeggiante, e ciò è dovuto al fatto che tra gli sfagni crescono molte specie di carici (tipiche erbe delle torbiere e di altre zone umide), che sovrastano con le loro foglie gli sfagni sottostanti.


Si può dire che la vegetazione del Biotopo è molto diversificata, essendo caratterizzata dalla presenza di moltissimi stadi evolutivi tipici delle torbiere, dai boschi igrofili marginali, ai cariceti ed alle pozze centrali, dalla vegetazione semisommersa ai grandi cumuli di sfagno dove cominciano a crescere i primi pini mughi (Pinus mugo).

Ai bordi della torbiera si può osservare una "cintura" di latifoglie igrofile, tra cui domina l'ontano bianco (Alnus incana). Veri boschetti di ontano bianco si trovano lungo il corso del Rio Brentella, e soprattutto nell'estremità occidentale della torbiera, dove il Rio vi si immette. In questo punto, il Brentella scorre in una situazione molto prossima a quella naturale, ed è molto suggestivo.

La flora di torbiera vera e propria comprende parecchie specie decisamente rare; tra le molte carici (Carex, varie specie) crescono infatti il tricoforo cespuglioso (Tricophorum caespitosum), il tricoforo alpino (Tricophorum alpinum) e la rara Triglochin palustre. Sugli sfagni si rinvengono le esili e rare Drosere (Drosera sp.) e Pinguicole (Pinguicula vulgaris), entrambe piante insettivore; un po' ovunque fioriscono poi le splendide Parnassia (Parnassia palustris) e Potentilla palustris, l'una delicatamente bianca, l'altra rossa cupa.

Questo Biotopo è importantissimo anche per la sopravvivenza locale di molti animali, primi fra tutti gli insetti acquatici, come le splendide libellule, e gli Anfibi: qui in primavera si danno convegno centinaia di rane di montagna (Rana temporaria) che depongono i loro voluminosi ammassi di uova nelle raccolte d'acqua.

Ma anche l'uomo trae vantaggio da questa area umida, così vicina al centro abitato, in quanto - è doveroso ricordarlo! - la torbiera si comporta come una enorme spugna e come un eccezionale depuratore naturale. Svolge, cioè, un ruolo molto delicato ed importante nel mantenimento del regime e della qualità delle acque: è un autentico volano idrico per la vicina San Martino. Eppure, il Prà delle Nasse ha subìto un grave intervento distruttore: metà circa della sua originaria estensione è stata colmata di inerti per far posto al parcheggio ed alla stazione a valle di un impianto di risalita per lo sci! Solo la provvidenziale istituzione del vincolo di tutela ha potuto salvare in extremis l'altra metà.