Parks.it
Il Portale dei Parchi Italiani  

 

Alla scoperta dei frutti antichi

Le buone pratiche dei parchi

Agricoltura e allevamento

 

PARCO REGIONALE DELL'ADAMELLO
Regione: Lombardia
Province interessate: Brescia
Estensione: 50.935 ettari
Anno di istituzione: 1983
Sede: piazzetta Tassara 3,
25043 Breno (BS)
Telefono: 0364 324011
Fax: 0364 22544/22629
Sito internet

 

C'erano una volta il pom coral, il pom costa, il pom paradis. E ci sono ancora, grazie al parco lombardo e a un suo progetto avviato nel 2001. Antiche tradizioni colturali - in questo caso si tratta, per ora, di mele - recuperate e rilanciate a finalità produttive, ma anche e anzi soprattutto didattiche. L'assunto. A partire dagli anni '50, le varietà da frutto anticamente coltivate tra cui melo, pero, susino, sono state progressivamente sostituite da nuove varietà, più commerciali. Non sempre queste nuove "super-piante" si sono adattate alle locali condizioni climatiche: in molti casi richiedono troppe cure e trattamenti per la coltivazione, a volte con prodotti dannosi per la salute dell'uomo e dell'ambiente, ma contemporaneamente un vasto patrimonio di vecchie varietà rischia di essere dimenticato e con esso la conoscenza e il sapere allo stesso legato.
Spesso si tratta solo di piante isolate o di filari situati nei pressi delle cascine: pom costa, pom rusinì, pom duls, pom e per de San Piero, pom sanguinì, pom coral sono alcuni nomi dialettali che si riferiscono a varietà anticamente coltivate, oggi non più sul mercato. Per non disperdere un patrimonio di tradizioni, ma anche un patrimonio genetico agrario locale, il parco dell'Adamello da qualche anno ha avviato un progetto su queste antiche piante da frutto. La collaborazione con i cittadini, che conoscono i segreti del territorio, è stata davvero importante per la riuscita dell'iniziativa. I frutticoltori e gli appassionati che hanno informazioni sulle vecchie varietà e vogliono trasmetterle sono stati invitati a mettersi in contatto con gli uffici del parco, dove hanno trovato ulteriori spiegazioni al riguardo. Grazie a quest'aiuto e all'interesse riscontrato per il recupero di germoplasma antico sono state censite fra meli e peri circa 200 piante potenzialmente interessanti.
Nel 2003 è stato realizzato un campo dimostrativo a Sonico, già visitato da alcune scuole e affidato in gestione al Consorzio Forestale Alta Valle Camonica. Si tratta di una struttura finanziata dalla cosiddetta "legge Valtellina", n. 102/90, varata dallo Stato dopo l'alluvione del 1987 che colpì quella e altre vallate alpine (il provvedimento finanziava la ricostruzione del territorio, compresi gli interventi di ripristino ambientale). Al campo di Sonico sono stati effettuati lavori di bonifica come aratura e spietramento, concimazione organica e minerale, secondo i risultati di analisi chimico-fisiche del terreno e la costruzione di un edificio come deposito attrezzi. È stato realizzato inoltre un impianto di irrigazione a bassa portata, d'aspersione sotto chioma e con nebulizzatori, azionato autonomamente da elettrovalvole che entra in funzione durante i periodi di massima disponibilità idrica garantendo un'irrigazione con un consistente risparmio d'acqua.
Da questo primo screening di 200 piante e da una raccolta effettuata nel settembre 2002 (con relativa analisi di laboratorio presso l'Università degli studi di Milano, facoltà di Agraria) sono scaturite quattro liste:
  • Lista A (solo mele): piante sufficientemente caratterizzate e già meritevoli di essere moltiplicate per la realizzazione del campo dimostrativo di Sonico. Di queste piante sono stati raccolti frutti e foglie nell'estate-autunno 2002.
  • Lista B (mele e pere): piante interessanti ma da caratterizzare meglio.
  • Lista C (mele e pere): accessioni anonime di cui è necessario valutare la possibilità di caratterizzazione.
  • Lista D (solo mele): piante interessanti ma che si riferiscono a cultivar reperibili sul mercato vivaistico specializzato per le quali al momento non è opportuno approfondire le osservazioni.

Nel luglio 2003 è stata fatta la raccolta delle foglie delle piante della lista B. Nel successivo ottobre è stata completata la raccolta dei frutti della lista B e C. Tutto il materiale è stato quindi inviato sempre alla facoltà di Agraria dell'Università degli studi di Milano, sezione Produzioni Vegetali, dipartimento Coltivazioni Arboree. Ed è lì che si stanno svolgendo le analisi di laboratorio: morfologia fogliare; analisi carpologica (caratteristiche fisiche e morfologiche del frutto), analisi chimiche.
I meli della lista A nei primi mesi del 2004 sono stati propagati e messi a dimora nel vivaio di Sonico; a riguardo è stato fatto un sopraluogo da parte del Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia, per verificare lo stato di sanità delle piante con riguardo a scopazzi del melo, colpo di fuoco batterico, virosi (www.agricoltura.regione.lombardia.it; poi seguire i link per Servizio Fitosanitario e schede fitosanitarie). Sono stati presi contatti anche con la facoltà di Agraria dell'Università di Bologna, dipartimento Coltivazioni Arboree, dove è presente il campo collezione di vecchie varietà di melo più grande d'Italia, disponibile per ulteriori e futuri confronti con il germoplasma locale. Anche il confronto col campo collezione di Bologna, fra l'altro, ha consentito di approfondire l'elemento di maggior interesse del progetto dal punto di vista scientifico, pur se per una verifica definitiva i tecnici del parco stanno attendendo il responso delle analisi in corso sul Dna. E cioè l'assoluta unicità di tre varietà rinvenute nel parco - le citate pom coral, pom costa e pom paradis - addirittura nel panorama nazionale. Tre mele superstar, assolutamente uniche, dal colore rosso e dal gusto - assicurano al parco - decisamente gradevole. Ad integrazione del progetto, è stata commissionata dal parco un indagine storico- bibliografica allo storico camuno Oliviero Franzoni. Si chiama "Le fragranze del brolo sulle tracce di antiche piante da frutto in Valle Camonica" ed è disponibile alla consultazione presso gli uffici del parco. Più in generale, al parco si attendono che il progetto arricchisca e qualifichi le conoscenze tecnicoagrarie locali, anche con la collaborazione delle scuole e degli Enti che si occupano a qualsiasi titolo di agricoltura in loco. Tra i principali risultati attesi vi sono la produzione di materiale didattico-informativo sulle vecchie varietà da frutto locali e la realizzazione di un campo collezione per la conservazione, sperimentazione, riproduzione delle cultivar antiche. Gli sviluppi successivi potrebbero comprendere la produzione di frutta "antica" ricavata dalle migliori varietà, la vendita del materiale da propagazione per fini produttivi od ornamentali, il richiamo per i turisti generato da una maggiore caratterizzazione del paesaggio rurale dei paesi del parco.
Qualche frutticoltore si è già fatto vivo presso gli uffici del parco per avere le piantine dei nuovi, antichi frutti. Saranno disponibili dalla primavera 2005.