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Il Portale dei Parchi Italiani  

 

La "Malga Modello"

Le buone pratiche dei parchi

Agricoltura e allevamento

 

PARCO NAZIONALE DELLE DOLOMITI BELLUNESI
Regione: Veneto
Estensione: 31.512 ettari
Anno di istituzione: 1993
Sede: piazzale Zancanaro 1
32032 Feltre (BL)
Telefono: 0439 3328
Fax: 0439 332999
www.parks.it
www.dolomitipark.it
È un progetto previsto dal piano del parco e consiste in un'articolata serie di interventi per recuperare le malghe ancora attive, razionalizzare le attività di alpeggio, integrare gli interventi di gestione forestale e faunistica del parco con quelli alpicolturali. L'obiettivo è di creare delle strutture - appunto - modello, nelle quali si applicano tecnologie innovative ma si garantisce, allo stesso tempo, il rispetto delle tecniche di lavorazione tradizionali. Le malghe recuperate dal parco vogliono essere esempio concreto di attività alpicolturali ecocompatibili, multifunzionalità dell'azienda agricola in area montana (attraverso l'agriturismo e la realizzazione di attività di educazione ambientale), produzione, vendita e promozione delle produzioni tipiche nonché applicazioni di fonti energetiche rinnovabili. Nei primi anni di attività il parco ha investito quasi quattro miliardi di lire (oltre 2.065.000 Euro) per recuperare le strutture delle malghe e delle pendane (le stalle aperte che danno ricovero per la notte al bestiame all'alpeggio), renderle più facilmente accessibili curando la viabilità, dotarle di moderni impianti di mungitura e di caseificazione per produrre formaggi, burro e ricotta. Un grande impegno finanziario è poi stato sostenuto per migliorare le condizioni di vita del malgaro fornendo alle malghe acqua potabile ed energia. Nella realizzazione dei nuovi impianti sono state utilizzate fonti energetiche rinnovabili: biomasse forestali, biodiesel, energia solare termica e fotovoltaica. Grazie a questi ingenti investimenti oggi nel parco sono cinque le malghe attive; quattro con bovini: Casera dei Boschi, in Comune di Pedavena; Vette Grandi, in Comune di Sovramonte; Erera, in Comune di Cesiomaggiore; Pramper, in Comune di Forno di Zoldo e una con ovini, Pian dei Fioch in Comune di Belluno. Un gruppo di lavoro interdisciplinare di esperti di botanica, di zootecnia, di gestione dei sistemi aziendali, di cartografia informatizzata - nell'ambito del progetto speciale "Riqualificazione delle malghe e gestione dei pascoli e dei prati" - ha poi lavorato in continuo confronto con i servizi tecnici del parco e con la collaborazione del CTA per i numerosi sopralluoghi sul territorio. Anche vari esperti ed operatori nel settore agro-zootecnico provinciale sono stati coinvolti nella consultazione, in modo da garantire la pluralità e concretezza delle conclusioni del lavoro.
Il lavoro di analisi e classificazione delle praterie è stato impostato gerarchicamente, individuando prima quindici unità ambientali tra loro ben riconoscibili per caratteri climatici, storico-antropici, e biogeografici, che rappresentano diversi "ambienti aperti" dell'area protetta. All'interno di ogni unità ambientale, ad una scala di 1:10.000, si è poi proceduto con l'ausilio di orfotocarte a colori ottenute da foto aeree molto recenti (anno 2000) e con un capillare lavoro di rilievo sul campo a realizzare una cartografia della tipologia dei pascoli e dei prati.
Lo schema di classificazione adottato e le elaborazioni GIS condotte hanno permesso di ottenere un censimento cartografico e informatizzato di ogni unità pascoliva o prativa e la relativa classificazione secondo criteri gestionali (con sei categorie in base alla situazione ed alle potenzialità di utilizzo foraggero e/o mantenimento non produttivo), criteri naturalistici (pregio floristico e vegetazionale, valore faunistico), indici di valore paesaggistico (accessibilità e visibilità, criteri estetici, significato storico-culturale, ecc.), indici di vulnerabilità ed evoluzione prevista.
Il lavoro ha previsto uno studio preventivo, condotto su ciascuna unità di gestione, per evidenziare le potenzialità e le principali problematiche. In aggiunta alla conoscenza fornita dalla cartografia ambientale delle praterie, l'individuazione dei "sistemi" prativi o pascolivi è stata condotta in base ad uno o più dei seguenti criteri (riportati non in ordine di importanza): presenza di una forma di gestione ancora attiva o abbandonata di recente; presenza di superfici prative o pascolive in grado di giustificare un'attività agricola economica; viabilità e vicinanza a strade asfaltate; interesse turistico e ricreativo dell'area; valenza naturalistica (vegetazionale o faunistica) o paesaggistica; motivazioni storiche e culturali legate alla tradizione.
Per ciascun sistema il progetto fornisce le indicazioni sulla effettiva possibilità, sulle priorità e sui criteri di valorizzazione foraggiera o di conservazione non produttiva delle praterie. In particolare per le aziende e le malghe attive viene inoltre prodotto un vero e proprio piano di gestione che definisce gli interventi strutturali o infrastrutturali necessari e le modalità di conduzione che sono richieste per valorizzare economicamente l'attività e per conservare il valore naturalistico e paesaggistico della risorsa.
In questo modo, il parco viene a disporre di uno strumento dettagliato e concreto per ogni possibile intervento che, di sua esplicita competenza o in sinergia con altri enti, possa portare al recupero ed al mantenimento delle praterie ed alla valorizzazione dell'attività zootecnica nel suo territorio. Premettendo che l'obiettivo è quello di giungere ad una gestione "modello" di tutte le aree, verrà anche prodotto uno studio più specifico per la fattibilità di una o più "malghe modello", dove la funzione gestionale e produttiva si possa coniugare con quelle della dimostrazione, della divulgazione e del monitoraggio tecnico-scientifico.
Infine, grazie alle informazioni raccolte e cartografate sulle praterie ed ai relativi piani di gestione è stato possibile sottoporre all'Unione europea (che l'ha approvato) il progetto Life denominato "Conservazione degli habitat delle Dolomiti Bellunesi". Tale progetto permetterà, grazie al cospicuo finanziamento comunitario (704.550 euro, su un totale di 1.174.250), di mettere in opera le azioni previste per il mantenimento e la gestione naturalistica e per la valorizzazione produttiva delle praterie e delle malghe dell'area protetta.