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Il patrimonio geologico

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Conservazione e gestione faunistica

 

PARCO NATURALE ADAMELLO-BRENTA
Regione: Trentino Alto Adige
Estensione: 61.864 ettari
Anno di istituzione: 1967
Sede: via Nazionale 24
38080 Strembo (TN)
Telefono: 0465 806666
Fax: 0465 806699
www.parks.it
www.parcoadamellobrenta.it

 

Tra Sanremo e Portofino, esempio perfetto di una Liguria segreta e tutta da scoprire, un'area montuosa costiera si profila nientemeno tra i protagonisti della storia geologica d'Italia. Naturalmente è un parco, anzi la più grande area protetta della Regione, e assieme ad endemismi floreali e aquile in migrazione le sue star hanno nomi alquanto desueti per opuscoli e depliant: serpentini, conglomerati, calcescisti, brecce, marne. Il parco del Beigua si estende a cavallo tra le due Province di Genova e Savona e costituisce uno spaccato esemplare delle caratteristiche di questa regione. Racchiude praterie e zone umide d'alta quota, foreste di faggi, roveri e castagni, affioramenti rocciosi, pinete e lembi di vegetazione mediterranea: ma, oltre a tutto questo, anche aree di estremo interesse per la comprensione dell'evoluzione della catena alpina. Tre sono le ragioni del suo primato. Intanto, la grande estensione di ofioliti con impronta metamorfica alpina che rappresentano un frammento di un originario bacino oceanico giurassico raramente affiorante in maniera così diffusa nelle Alpi ed in Europa. Poi ci sono le particolari caratteristiche geomorfologiche, forme e testimonianze legate in alcuni casi a processi morfogenetici scomparsi. Infine, l'idrologia superficiale e sotterranea del massiccio, nel quale sono localizzate le sorgenti di alcuni importanti torrenti sia nel versante ligure sia nel versante padano. Ma attenzione, non sono solo attrazioni da specialisti. Per fugare il dubbio basta una passeggiata in val Gargassa, dove in un paesaggio lunare di pietra nerastra (appunto serpentinite) il torrente zigzaga tra scorci spettacolari, laghetti, pinete verdeggianti. Insomma, una notevole rilevanza scientifica. Che ha richiesto necessariamente specifici studi propedeutici realizzati nella fase di redazione del piano del parco, approvato nel 2001. In questa direzione sono state svolte approfondite indagini per quanto concerne gli aspetti geologici, geomorfologici ed idrogeologici, nonché l'individuazione e la schedatura dei "siti di interesse geologico e geomorfologico" presenti all'interno del parco naturale e nei territori ad esso funzionalmente connessi. Tali studi propedeutici hanno fra l'altro prodotto alla scala 1:25.000 una carta geologica, una carta geomorfologica e una carta idrogeologica. L'intero piano di studi - è da aggiungere - si inserisce nei programmi settoriali di livello nazionale (Progetto del Servizio Geologico Nazionale) ed internazionale (Progetto Geoparks dell'Unesco). Ricerche a parte, il parco - che ha la fortuna di essere diretto da un geologo, Maurizio Burlando - ha pensato bene anche di valorizzare tali risorse pensando alla fruizione da parte dei visitatori. Sono stati così allestiti cinque sentieri natura attrezzati con segnaletica e tabelle, due dei quali (valle del rio Gargassa e il settore di crinale nei pressi del percorso escursionistico denominato Alta Via dei Monti Liguri, in loc. Pra' Riondo) sono quasi esclusivamente dedicati alla geologia ed alla geomorfologia per la particolare bellezza e potenzialità didattica dei siti. Vi si aggiungerà presto un percorso geologico automobilistico che consentirà di conoscere ed apprezzare, attraverso studiati punti-sosta, siti di particolare interesse didattico/divulgativo riguardo alle peculiarità idro-geomorfologiche del parco. Altri due percorsi geologici realizzati si collocano subito all'esterno dell'ara protetta, in località Maddalena e Stella Santa Giustina. Infine, all'esterno del punto informativo del parco di Pra' Riondo - in un sito decisamente spettacolare, sulla sommità del crinale presso lo spartiacque tirrenico-padano - è stato allestito un piccolo laboratorio con esposizione di campioni di rocce rappresentativi delle principali litologie affioranti. Per quanto appassionato, il lavoro del parco in questi anni non è stato un assolo. Il Beigua fa parte, infatti, del Coordinamento Aree Protette Ofiolitiche (C.A.P.O.), un'associazione sorta nel 2001 a seguito della sottoscrizione di un apposito protocollo d'intesa da parte di nove aree protette di cinque diverse Regioni (Val d'Aosta, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana) per complessivi cinquantamila ettari circa di territorio tutelato. L'accordo tra enti gestori, nato al fine di valorizzare la geodiversità delle aree protette caratterizzate da substrato ofiolitico attraverso progetti ed azioni comuni, concertate e realizzate a livello di rete nazionale, oltre al Beigua interessa i parchi regionali di Mont Avic, Capanne di Marcarolo, Aveto, le riserve di Monte Prinzera (sede operativa dell'associazione, con sede a Fornovo Taro (PR) telefono 0525 2421), Campotrera e Monti Rognosi, le Anpil delle Serpentine di Pieve S. Stefano e Monte Ferrato. Attiva è anche la collaborazione del parco con il Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue Risorse dell'Università degli Studi di Genova nell'ambito di attività formative, didattiche, di divulgazione e di ricerca scientifica inerenti il patrimonio geologico. Infine, l'ente ha avviato le procedure per il riconoscimento del Beigua quale "Geopark" della Geoparks European Network e conseguentemente - in ragione dell'accordo stipulato con l'Unesco nella primavera del 2004 - anche come Unesco Geopark. Auguri.