Orazio Moretti, 41 anni, assessore provinciale alle attività economiche e al turismo e, dal marzo scorso, presidente della società d'area "L'Altra Romagna".

L'Altra Romagna alla prova

Il rilancio del territorio, la promozione turistica e la commercializzazione delle numerose attività presenti nell'area romagnola: ecco alcune delle finalità presenti nel programma de "L'Altra Romagna":

"Il mio incarico -spiega Orazio Moretti, punta nell'arco di un triennio a sistemare e razionalizzare gli impegni formali assunti ed allargare la base sociale, sia pubblica che privata, della società". "L'Altra Romagna" è una società a capitale misto pubblico-privato a prevalenza privato, grazie al contributo di gruppi ed associazioni, con una forte presenza di Comuni e soggetti pubblici che gravitano nell'area di intervento. "Puntiamo - afferma Moretti - ad una più efficace gestione degli strumenti in nostro possesso per riuscire ad essere la società d'area di tutto il territorio e per far crescere le potenzialità di sviluppo economico e turistico. Il previsto aumento di capitale sociale va in questa direzione, per far decollare progetti di studio e ricerca, di eventi e di artigianato".

La società, con sedi a Bagno di Romagna e S.Sofia, gestisce annualmente alcuni interventi sul versante della promozione e commercializzazione dei prodotti dei Comuni del territorio, in collaborazione con le Pro-loco, le Comunità montane, le associazioni locali e il Parco Nazionale. La gestione del GAL (gruppo di azione locale) costituisce una grossa scommessa e l'attivazione di una serie di contatti con i sindaci ed i presidenti delle Comunità montane punta ad affrontare i problemi sul tappeto per scegliere le linee guida su cui muoversi.

"In autunno - conclude il presidente - intendiamo partire con progetti cofinanziati che stimolino Comuni e soggetti pubblici a rilanciare il territorio e far crescere un tessuto imprenditoriale locale ricco di potenzialità importanti. Una scommessa per rilanciare l'occupazione e puntare ad interventi qualificati in diversi settori economici e sociali".




Piero Rondoni
Capogruppo di minoranza


Il perche' di un voto

La recente decisione che la maggioranza dei Consigli comunali di S. Sofia, Galeata e Civitella (in quest'ultimo paese anche il gruppo di maggioranza ha votato a favore), hanno adottato di aderire alla costituenda Unione dei Comuni ha fatto registrare il voto contrario dei Consiglieri Rondoni e Martines in rappresentanza della minoranza consiliare di S. Sofia.

Ritengo perciò doveroso spiegare, nello spazio che mi è concesso, le motivazioni di tale atteggiamento che è derivato dopo diversi incontri interlocutori tenutisi nei Comuni interessati al progetto attraverso una specie di Costituente alla quale abbiamo partecipato assieme ai gruppi di minoranza di Galeata e di Civitella.

La decisione, sicuramente sofferta, del voto contrario è derivata dalle seguenti motivazioni:

1) Il progetto "Unione dei Comuni" è caldeggiato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso una deliberazione che prevede incentivi economici ma che ha già subito, a mio parere, modifiche sostanziali che ne indeboliscono l'impianto. La più significativa è la cancellazione del vincolo decennale per addivenire alla definitiva "fusione" degli stessi Comuni.

2) Avremmo discusso a lungo sul "progetto fusione" che, passando attraverso un referendum popolare avrebbe forse rappresentato un programma interessante per fare un unico Comune coi relativi risparmi sui costi che gli attuali tre comuni oggi sostengono per il personale e le strutture (oltre naturalmente ai servizi).

3) Credo sia legittimo dubitare dell'esito di un siffatto referendum che dovrebbe cancellare ogni residuo campanilismo che, nelle nostre realtà si è apertamente manifestato nel corso degli anni e che ho anche creduto di avvertire nel corso degli incontri congiunti.

D'altronde trovo legittimo sostenere e rivendicare, naturalmente sotto gli aspetti più veri e qualificanti, la peculiarità di ogni tradizione e di ogni cultura.

4) Va anche considerato il disinteresse degli altri Comuni della Regione in merito al progetto. Dovremo essere proprio noi a fare da cavie?

5) Ci piacerebbe infine definire i ruoli che avranno in futuro gli attuali organismi: Provincia, Comunità montana, Enti locali senza un auspicabile progetto di fusioni. Perciò sorge spontaneo un dubbio. non sarà l'Unione dei Comuni un ulteriore organismo che assorbirà in gran parte gli incentivi economici che la Regione ha stanziato?

Il particolare attivismo di qualche "politico" ci fa sospettare che si stia predisponendo una nuova fonte di "sistemazioni" per coloro che potrebbero restar fuori da poltrone o poltroncine.

Queste, per sommi capi, le motivazioni di un voto: se saremo smentiti dai fatti faremo ammenda e ci assumeremo le nostre responsabilità di fronte ai cittadini dell'Alta valle che, almeno in questa fase dei lavori, sono stati scavalcati su una decisione che soltanto essi avrebbero dovuto prendere.