La vita delle associazioni

 


Il GKS Santa Sofia

Sembra quasi impossibile, ma sono già trascorsi 13 anni da quando, quasi per scherzo, iniziammo questa avventura, questo piacevole impegno nel mondo dello sport. Tredici anni pieni di tante piccole diffilcoltà, ma anche densi di soddisfazioni, di traguardi fortemente voluti. Nel campo prettamente sportivo-agonistico, partendo da un gruppo di amici che si sono trovati a formare una squadra per partecipare al campionato di II divisione maschile nel "lontano" 1983 col nome di S. Sofia Volley, si è arrivati nel 1985 alla costituzione formale dell'Associazione sportiva popolare GKS S.Sofia. Nel campo organizzativo-promozionale abbiamo spaziato dalla partita amichevole tra le pluricampionesse italiane di pallavolo femminile dell'Olimpia Teodora Ravenna e il Civ & Civ Modena, al torneo internazionale maschile con l'Esp Ravenna e una rappresentativa cecoslovacca, al ritiro a S. Sofia della squadra di A2 femminile del Faenza, all'incontro tra le nazionali juniores femminili di Italia(vicecampione d'Europa) e Brasile(una delle più forti al mondo), all'incontro con il famoso allenatore della Nazionale Velasco. Oggi il GKS S.Sofia rappresenta il riferimento per la pallavolo a S.Sofia. Ha in gestione il palazzetto comunale, organizza corsi annuali per ragazzi e ragazze di tutte le età, é affilliato alla Federazione italiana di pallavolo, partecipando ai campionati provinciali che la stessa organizza. L'associazione, inoltre, ha attivato, con reciproci scambi, rapporti per iniziative culturali, turistiche e sportive internazionali con le realtà giovanili, sportive e sociali di Vodnany (Repubblica Ceca). Promuove tornei interprovinciali come il quadrangolare "Città di S.Sofia" ed i tornei estivi di Beach Volley maschile, femminile e misto, seguiti da un pubblico sempre più numeroso. Collabora, nelle singole iniziative, con l'Amministrazione comunale e con le altre associazioni presenti nella zona. Aderiscono alle attività dell'associazione oltre 150 giovani tra atleti, soci e collaboratori.


IL PRESIDENTE
Roberto Fabbri


Il patrimonio artistico:

Palazzo Bianchini-Mortani

Fino al 1924 il Palazzo era sempre stato la sede del potere in quel di Mortano già capoluogo dell'omonimo Comune ed ora sobborgo di Santa Sofia. E' un grandioso, particolarissimo edificio la cui conformazione architettonica (un allungato quadrilatero le cui facciate sono costruite con pietre squadrate di arenaria resa, dal tempo, uniformemente grigio-scura; un ampio cortile interno ingentilito da loggette ottocentesche; un semplice romantico parco sul lato destro; alte mura di forma castellana sulla parte anteriore, quella che digrada fin sulla riva sinistra del Rio Pondo) quasi con certezza risale a cavallo tra Cinquecento e Seicento. La sua origine, come s'usa dire raccontando favole risale "al tempo dei tempi". Il nucleo era certamente già in piedi in epoca romana. Era il cosiddetto "praedium Mortani"(in una fogna furono rinvenute centinaia di monete di età della Repubblica e dell'Impero), lo stesso luogo che, forse con altro nome, era stato prescelto dagli uomini dell'età della pietra. dai terramaricoli villanoviani (lo constatarono attraverso i cosiddetti "fondi di capanna", dagli Etruschi, dagli Umbri e persino, per pochi anni, dai Galli. Di quest'ultimo popolo s'è scoperta una necropoli a pochi passi dal nostro Palazzo già fortezza, già presidio delle coorti romane a guardia della valle del Viti (poi "Acqueductus" e infine Bidente). Quante trasformazioni ha subito, da allora, il grande edificio che fino all'unità d'Italia, fino al 1860-61, aveva lo scalone d'accesso attraversato da un confine di Stato; quello tra il Granducato di Toscana e il Pontificio? Certamente innumerevoli. Si sa da fonti certe -importantissime le documentazioni dell'Archivio Mortani riordinato di recente da Maria Nina Liverani per conto dell'avv. Pier Luigi Bianchini - che nella prima metà del XIV secolo la dimora fu prescelta dai discendenti del celebre condottiero Uguccione della Faggiola, i quali presero il nome di Mortani da Mortano. Un ramo di faggiolani continuò a risiedere a Mortano fino al 1859, quando si spense con la morte di Ilario Fabbri della Faggiola il quale, essendo Governatore della Confraternità del Gonfalone e della Misericordia, venne sepolto nella chiesa del SS. Crocefisso a Santa Sofia. Fino al 1828 Mortano non era sede comunale. L'ebbe in quell'anno ereditandone il titolo da Pondo. Il municipio era infatti ubicato nella fortissima Rocca fin da quando, con la sopressione del feudo decretata da Napoleone a fine Settecento, l'antico Stato di Pondo era diventato Comune del Dipartimento del Rubicone. Era comunque sempre stata a Pondo la sede del governatore dei vari Signori: Ubaldini, Malatesta, Aldobrandini e Doria Pamphili. Si scese a Mortano dopo che il fortilizio finì per crollare col terremoto del 1768. Fu allora che si cambiò anche lo stemma. Alla Torre di Pondo è stato aggiunto l'emblema nobiliare dei Mortani e cioè un triangolo sul cui vertice si eleva una croce accompagnata da alcune stelle (o rosette). Oltre San Filippo fa parte del palazzo Mortani anche la quattro-cinquecentesca chiesa dedicata a San Francesco d'Assisi-una scultura dello stesso santo morente, bellissima e di autore ignoto è murata in una parete all'interno del Piano Nobile della dimora-la cui forma si richiama al gotico fiorentino. Rovinata dai terremoti del 1661, 1768 e 1918, è sempre stata ricostruita e riconsacrata. L'interno della grande dimora è una successione di sale, salette, corridoi, camere, biblioteca, arredate con mobili di varie epoche, ma sempre di grande valore artistico. Interessantissimi i vari "mascheroni" in pietra serena murati qua e là sui muri esterni che s'affacciano su logge e cortili. Da visitare l'antico, romantico, semiabbandonato "ninfeo" e da vedere, come cimelio storico, il cratere di fontana del XIII secolo proveniente dal convento di San Francesco Vecchio di Rimini.

Luciano Foglietta