IL DIRITTO DEI PARCHI NAZIONALI
Archivio sistematico dei provvedimenti a carattere generale dei Parchi nazionali



Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga – Gestione coordinata cinghiali – Protocollo di intesa con le cinque province del Parco
(Deliberazione del Consiglio Direttivo n. 46 del 18 luglio 2002)



IL CONSIGLIO DIRETTIVO

VISTA la Legge Quadro sulle Aree Protette, n° 394 del 6 dicembre 1991, e le successive modifiche ed integrazioni;
VISTO il D.P.R. del 5 giugno 1995, istitutivo dell’Ente;
PRESO ATTO che nella precedente riunione di Consiglio del 27 giugno u.s., è stato demandato alla Giunta Esecutiva il compito di elaborare alcune linee guida sulla base delle quali elaborare i protocolli di intesa, da sottoscrivere con le cinque province del Parco, per la gestione coordinata della popolazione di cinghiali;
RICHIAMATA la deliberazione n. 5 del 15 luglio 2002 della Giunta Esecutiva, con la quale di propone al Consiglio Direttivo l’approvazione delle linee guida sui Protocollo di intesa da sottoscrivere con le cinque Province del Parco, istituendo appositi Tavoli di Concertazione con le Associazioni venatorie presenti, al fine di pervenire ad una definizione di accordi tesi al perfezionamento degli stessi Protocolli di intesa per ciò che concerne l’individuazione dei selecontrollori nelle aree Parco e in quelle attigue e nella quale di evidenzia la necessità di rappresentare, con apposito comunicato stampa, la gravità del problema e la relativa presa visione da parte del Parco, l’avviamento del Tavolo di concertazione con le Associazioni venatorie e il coinvolgimento alla risoluzione del problema di tutti gli Enti preposti;
VISTA la bozza di protocollo presentata, alla quale si decide di apportare alcune piccole integrazioni;
ASCOLTATO il Direttore dell’Ente;
CON 10 voti favorevoli e il voto contrario del consigliere (omissis);

DELIBERA

&Mac183; di approvare il Protocollo d’intesa tra l’Ente Parco e le Amministrazioni Provinciali di Pescara, L’Aquila, Teramo, Rieti e Ascoli Piceno, come di seguito riportato, che forma parte integrante della deliberazione;

&Mac183; di dichiarare, altresì, la deliberazione immediatamente esecutiva, dandone immediata comunicazione alle cinque Province del Parco.





PROTOCOLLO D’INTESA

TRA

L’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e le Amministrazioni Provinciali di Pescara, L’Aquila, Teramo, Rieti ed Ascoli Piceno per la gestione coordinata delle popolazioni di cinghiale.

PREMESSO che negli ultimi decenni la presenza del cinghiale nel territorio regionale è andata sempre più aumentando ed ha destato una certa preoccupazione, in relazione all'impatto che la specie esercita sulle attività agricole di interesse economico;
CONSIDERATO che il punto 4 dell’art. 11 della L. 394/91 prevede che eventuali prelievi faunistici ed eventuali abbattimenti selettivi, necessari per ricomporre squilibri ecologici accertati dall’Ente parco, devono avvenire per iniziativa e sotto diretta responsabilità e sorveglianza dell’Ente ed essere attuati dal personale dell’Ente o da personale all’uopo espressamente autorizzato dall’Ente parco.
CONSIDERATO che la Legge 157/92 per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela delle produzioni zoo – agro – forestali, affida alle Province il compito di controllo della fauna selvatica.
VISTA la delibera del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco dell’11 Aprile 2002, n. 12, che prevede, tra l’altro, l’attivazione di Protocolli d’intesa per la gestione dei cinghiali con tutte le Province del Parco, nonché di autorizzare il Direttore del Parco all’attuazione di operazioni di controllo numerico della popolazione di cinghiale, a titolo sperimentale, mediante abbattimento selettivo in aree e periodi stabiliti dalla stessa Direzione dell’Ente
VISTE le riunioni svoltesi presso la Comunità del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga per affrontare la presente proposta di protocollo d’intesa;
VISTE le linee guida per la gestione delle popolazioni di cinghiale all’interno delle aree protette emanate dal Ministero dell’Ambiente e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS);
CONDIVISA l’urgenza di coordinamento tra i vari Enti in ordine alle problematiche enunciate in quanto per la gestione delle popolazioni di cinghiale è indispensabile attuare una pianificazione ed operare nel territorio interessato per aree omogenee, comprensive di territori protetti e non, contigui tra di loro, fatte salve le specifiche competenze di ciascun Ente.
CONDIVISA l’urgenza di un intervento per il controllo delle popolazioni di cinghiale tecnicamente corretto sotto il profilo scientifico, gli Enti

SI IMPEGNANO

1. ad istituire un gruppo di lavoro composto da almeno un tecnico o funzionario per ogni Ente, così composto:
1. __________________________________
2. __________________________________
3. __________________________________
4. __________________________________
5. __________________________________
6. __________________________________
Il gruppo di lavoro sarà convocato almeno trimestralmente dall’Ente Parco, anche su richiesta degli altri Enti, e riferirà periodicamente al tavolo di concertazione istituito dagli Enti sottoscrittori il presente protocollo d’intesa;
2. a dare continuità agli studi intrapresi sulla distribuzione, densità e dinamica della popolazione di cinghiale nelle aree interessate dai danni alle culture agricole, creando le opportune sinergie tra le ricerche messe in atto dal Parco e dalle Provincie firmatarie del presente Protocollo;
3. ad operare secondo le linee guida stabilite dal Ministero dell’Ambiente-Servizio Conservazione della Natura e dall’I.N.F.S., per la gestione delle popolazioni di cinghiale all’interno dei territori protetti compresi nelle aree omogenee (intese come quelle aree coltivate e/o boscate a cavallo del perimetro del Parco, comprendente quindi un’area parco ed una fuori parco, accorpate tra loro);
4. ad operare affinché le Province attuino tutti gli interventi possibili per la riduzione dei danni alle colture agricole anche al di fuori delle aree omogenee;
5. ad organizzare dei corsi per la formazione del personale che verrà coinvolto nelle operazioni di controllo. I corsi saranno rivolti al personale del Corpo Forestale dello Stato, a quello del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del C. F. S. per il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, agli agenti della Polizia Provinciale, ai cacciatori delle Province con priorità per i cacciatori residenti nei Comuni del Parco. I corsi saranno svolti secondo le indicazioni fornite dall’INFS e previa approvazione dello stesso Istituto. I membri del gruppo di lavoro, qualora interessati, potranno partecipare di diritto al corso;
6. ad utilizzare, per l’attivazione di eventuali piani di controllo della popolazione di cinghiale all’interno delle aree omogenee, personale del Corpo Forestale dello Stato , del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del C. F. S. per il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e della Polizia Provinciale con qualifica di selecontrollori di ungulati e personale volontario abilitato dalle Amministrazioni Provinciali con qualifica di selecontrollore, regolarmente iscritto nel registro provinciale dei selecontrollori di ungulati della Provincia territorialmente competente con priorità e preferenza per i selecontrollori residenti nei comuni del Parco per la parte di aree omogenee ricadenti entro i confini del Parco stesso. Le operazioni di controllo e di contenimento in campo saranno svolte per quanto riguarda il territorio delle aree omogenee ricomprese all’interno del territorio del perimetro del Parco, dagli agenti del CTA/CFS; per quanto riguarda la superficie delle aree omogenee esterne ai confini del Parco le stesse operazioni di controllo e di contenimento saranno svolte dagli agenti di Polizia Provinciale. Resta comunque escluso dalle attività di selecontrollo chiunque abbia riportato condanne penali per violazioni nelle normative in materia di attività venatoria e di protezione all’ambiente;
7. a definire, mediante apposito disciplinare degli Enti interessati, tempi, fasi e modi di intervento, l’individuazione delle aree omogenee, la quantificazione dei capi da controllare, il numero e le tipologie dei partecipanti (professionali e volontari) agli interventi di contenimento, le norme sanitarie e di sicurezza nonché la destinazione dei capi prelevati;
8. a dare immediata esecuzione al presente Protocollo di Intesa.