IL DIRITTO DEI PARCHI NAZIONALI
Archivio sistematico dei provvedimenti a carattere generale dei Parchi nazionali



Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga - Protocollo di collaborazione tra il Parco e il Club Alpino Italiano
(Deliberazione del Consiglio direttivo n. 45 del 27 ottobre 1998)



Premesso

  • Che la fragilità intrinseca delle zone di montagna e la necessità di una loro intelligente e consapevole fruizione (vista quale fattore di sviluppo) rendono necessario l'apporto di tutte quelle componenti della società che vivono la montagna nei suoi vari aspetti, ivi compresi lo studio e la conoscenza del territorio e l'educazione permanente dei cittadini, presupposti essenziali per un'adeguata e mirata gestione di questa particolare risorsa naturale;
  • che in considerazione delle comuni finalità in tema di studio, protezione, salvaguardia, sviluppo e fruizione delle risorse naturali, obiettivi espressi tanto dai Parchi Naturali, quanto dall'art. 1 dello Statuto e del Regolamento Generale del Club Alpino Italiano e delle sue delibere in materia di Tavole di Courmayer, Bidecalogo, Carta di Verona, riconoscendo la già positiva collaborazione esistente tra CAI e Amministrazione del Parco, nonché l'importanza di continuare questo rapporto, si è pervenuti alla comune decisione di siglare il seguente protocollo programmatico di collaborazione tra l'Ente Parco e il Club Alpino Italiano, rappresentato dal Presidente Generale pro-tempore che, con la firma del presente Protocollo, delega al coordinamento delle attività in essa regolate il Presidente pro-tempore della Delegazione Regionale Abruzzese che in seguito verrà, per brevità, indicato come CAI.

Scopi dell'accordo

Riconoscimento del ruolo del CAI quale soggetto che, attraverso le sue strutture, può fornire collaborazione specifica rivolta alla conoscenza e alla protezione delle risorse naturali che ricadono nel territorio del Parco;

mantenere tra le parti una continua e reciproca informazione relativamente ai problemi più delicati legati alla frequentazione e alla fruizione turistico sportiva di zone sensibili o di particolare valore biologico-paesaggistico, come quello ricompreso nel Parco;

contribuire a far conoscere all'Ente Parco le esigenze e le aspettative di un vasto settore di fruitori;

contribuire a far conoscere tali esigenze ai soci e al pubblico in generale con un chiaro e inequivocabile scopo di tutela in sintonia con gli obiettivi dell'Ente Parco.

Mezzi di attuazione

Per dare attuazione al presente protocollo di collaborazione, verrà costituito un gruppo di lavoro; il quale svolgerà un'azione propositiva nei confronti dell'Ente Parco e del CAI a sostegno e sviluppo dei rispettivi compiti istituzionali e dei programmi di attuazione contribuendone anche alla realizzazione.

Il Gruppo sarà composto da tre rappresentanti del CAI e da tre rappresentanti dell'Ente Parco.

Relazioni

Il CAI si impegna, compatibilmente con le proprie esigenze redazionali, a dare la massima diffusione, anche tramite la stampa sociale, alle attività del Parco e alle iniziative comuni.

Campi di attivita'

Vengono qui di seguito individuati ed elencati i principali campi di attività oggetto di collaborazione.

Escursionismo - Sentieri

Promozione di un moderno escursionismo, rispettoso del territorio attraversato, che valorizzi i "centri montani minori" per la scoperta della montagna; definizione della rete escursionistica del Parco; predisposizione del Catasto dei sentieri; attenzione alla riduzione dell'inquinamento.

Conservazione e segnalazione degli itinerari nell'ambito del Parco, arricchendo e sviluppando quei percorsi che propongono un elevato rapporto tra interesse naturalistico e fruizione, per contro rinunciando a sentieri o opere che attraversino zone vulnerabili e/o con scarso interesse alpinistico.

Particolare attenzione al Sentiero Italia, agli altri percorsi escursionistici di più giorni. Redazione della Carta dei sentieri per uso turistico escursionistico.

Corsi di escursionismo quale occasione per un avvicinamento rispettoso e sicuro alla montagna.

Rifugi e Opere Alpine

Conservazione e miglioramento delle strutture e delle testimonianze della presenza antropica nell'ambito del Parco, in ordine alle varie problematiche, quali, ad esempio:

Interventi atti a incentivare una frequentazione corretta da parte di alpinisti, escursionisti e turisti, con attenzione particolare alla riqualificazione dei sentieri di accesso ai rifugi e alla gestione dei rifugi, patrimonio del CAI ma anche patrimonio al servizio della collettività.

Individuazione comune delle strutture da valorizzare e/o da disincentivare.

Interventi di adeguamento tecnico delle vie ferrate e di sistemazione delle vie storiche d'arrampicata e la loro periodica manutenzione ai fini della sicurezza.

Individuazione e realizzazione di sistemi di approvvigionamento energetico compatibile con il territorio protetto, con riferimento alle migliori realizzazioni attuate a livello nazionale e territoriale.

Per le attività divulgative e di vendita di materiali istituzionali dell'Ente Parco, i rifugi in quota all'interno del territorio del Parco sono considerati "negozi del Parco" e potranno vendere direttamente i materiali prodotti dall'Ente, così come disciplinato dall'art. 16 della legge 6 dicembre 1991, n. 394 e dall'apposito regolamento del Parco.

Alpinismo Giovanile - Servizio Scuola

In considerazione dell'importanza dell'educazione ambientale, l'Ente Parco informa il CAI sulle iniziative che attua in ambito didattico, volti alla tutela e al rispetto dell'ambiente. La Delegazione Regionale Abruzzo, anche per il tramite della Commissione Tutela Ambiente Montano, diffonde tali informazioni, concretizzandole anche con visite, escursioni, soggiorni o con altro strumento che si ritenga utile per la formazione dei giovani. Il CAI formula proposte e progetti da sottoporre all'Ente Parco per il recepimento.

Si cercherà di organizzare, di comune accordo, programmi escursionistici tesi a migliorare le conoscenze naturalistiche e la corretta fruizione dell'area protetta, con la possibile estensione di tali attività agli organi dell'Alpinismo Giovanile dell'UIAA (Unione Internazionale Associazioni Alpinistiche).

Tutela Ambiente Montano

Collaborazione propositiva in sede di redazione del Piano del Parco, del Regolamento e di eventuali modifiche ed integrazioni degli stessi.

Collaborazione alla valutazione degli effetti della frequentazione umana sugli habitat del Parco. La Delegazione Regionale Abruzzo, anche per il tramite della Commissione Tutela Ambiente Montano, si farà promotrice delle eventuali esigenze, laddove la necessità di tutela lo imponga, di un uso limitato e coerente del territorio.

Collaborazione al monitoraggio delle specie floristiche e faunistiche. Collaborazione al rilevamento di manomissioni e di impatti ambientali.

Terre alte

Collaborazione propositiva per la "ricognizione dei segni dell'uomo in montagna", in quanto il censimento delle testimonianze dell'insediamento storico aiuta a comprendere lo stretto legame tra presenza dell'uomo e caratteristiche dell'ambiente montano.

Collaborazione alla attività di monitoraggio di: borghi, capanne pastorali, casolari, mulini e altre costruzioni. Insieme a questi anche altri segni dell'opera dell'uomo, quali terrazzamenti, sentieri, ponti, fontane, edicole, dipinti, etc.. Progetti per il recupero funzionale e l'inserimento in circuiti turistico-naturalistici.

Speleologia

La Delegazione Regionale Abruzzo, anche per il tramite della Commissione Regionale di Speleologia , può promuovere l'attività di esplorazione e di ricerca scientifica dei fenomeni carsici (ipogei e epigei) all'interno del Parco e della loro influenza sull'idrografia del territorio, lo Sviluppo di tecniche e metodi di esplorazione e di ricerca speleologica a basso impatto. Collaborazione con l'Ente Parco per il coordinamento di attività speleologica di altri enti interessati.

Corpo Nazionale Soccorso Alpino

Vista l'importanza del ruolo svolto dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico sotto il profilo sociale, nonché della particolare posizione del C.N.S.A. all'interno delle strutture CAI, in riferimento alla specificità dell'attività, che richiede una conoscenza particolare del territorio con proprie modalità operative e all'indispensabile necessità di azioni che prevengano incidenti in montagna, tra l'Ente Parco e il Delegato del C.N.S.A., d'intesa con la Delegazione Regionale CAI, potrà essere stipulato un accordo operativo di collaborazione specifico, con riferimento al presente protocollo.

Alpinismo e Sci-Alpinismo

L'Ente Parco e il CAI, anche per il tramite degli Organi Tecnici, concorderanno le zone riservate a palestre di roccia e arrampicata e per itinerari per scialpinismo.

Durata

La durata del protocollo è stabilità in anni tre e si intenderà rinnovata tacitamente, salvo formale disdetta, da una delle parti.

Il presente protocollo non esclude eventuali convenzioni specifiche tra Ente Parco e CAI per iniziative che potranno comportare impegni finanziari, in occasione di particolari ricerche o attività istituzionali per le quali saranno definiti disciplinari specifici.

Il presente protocollo non esclude collaborazioni del Parco, nelle materie da esso contemplato, con altri soggetti diversi dal CAI.



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