Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 0 - MAGGIO 1990


Osservatorio Internazionale

L'Europa dei Parchi: un caso difficile.
L'improvviso e radicale mutamento dei rapporti tra l'Europa orientale e quella occidentale provoca nuove prospettive per gli ecosistemi trasfrontalieri fino a pochi mesi fa divisi da un confine pressoché impenetrabile e pertanto condotti in maniera diversa e senza alcuna forma di gestione coordinata.
Oggi si avverte finalmente la possibilità che l'Europa ritrovata possa essere anche "I'Europa dei Parchi" e soprattutto di quei parchi che non sono mai nati per l'impossibilità politica di un dialogo costruttivo tra Paesi di opposti schieramenti.
Ma forse le tante speranze di realizzare subito dei parchi trasfrontalieri tra l'Est e l'Ovest d'Europa, un po' dovunque accarezzate, saranno uno degli aspetti di questo disgelo di più problematica realizzazione in quanto tali aree costituiscono pur sempre territori di frontiera di blocchi ancora contrapposti, tanto non si vede come gli Stati confinanti interessati possano accordarsi per una attenuazione della sovranità statale in territori di ancora alto valore per consentire l'istituzione di un parco trasfrontaliero che presume una gestione unitaria.
Forse con il tempo anche questa speranza, che oggi appare come una utopia, potrà realizzarsi, ma per ora si può solo ragionevolmente pensare all'istituzione di parchi autonomi attigui ad una stessa frontiera con qualche coordinamento di gestione del comune ecosistema.
L'esempio che i più ottimisti adducono c quello della recente istituzione del "Parco internazionale dell'Amicizia", realizzato non molti mesi fa tra la Finlandia e l'Unione Sovietica con un protocollo d'intesa siglato dallo stesso Gorbaciov.
Anche se l'iniziativa è clamorosa e sorprendente, va subito chiarito che il territorio interessato consiste in una vasta area acquitrinosa e di alcuni laghi in una regio ne completamente disabitata, di scarso valore strategico e comune a due stati che non appartengono a opposti schieramenti, in quanto la Finlandia è un paese non allineato. Inoltre l'immenso biotopo, grande quanto metà del Molise, ha come unici aspetti emergenti una ricca colonia di orsi bruni, qualche centinaio di alci e di renne selvatiche e sterminati nugoli di zanzare clle rendono impossibile la permanenza umana. Inoltre la frontiera in comune tra le due parti del parco è molto breve, tanto che si potrebbe affermare che più che un parco tranfrontaliero, quello dell'Amicizia è una attività transfrontaliera.
Ma ciò che c stato realizzato tra due Paesi che in questi decenni hanno intrattenuto rapporti quasi normali, non appare al momento possibile tra stati appartenenti rispettivamente alla Nato ed al Patto di Varsavia.
E questa difficoltà è veramente preoccupante quando si pensa ai danni che il recente disgelo internazionale può apportare nel più prezioso patrimonio naturale del Centro Europa costituito dalla Foresta bavaro-boema posta a cavallo della frontiera tra la Germania occidentale e la Cecoslovacchia e che interessa marginalmente anche l'Austria.
Questa immensa area boscata di quasi 1.000 Kmq che si estende su un sistema montano posto a settentrione del medio corso del Danubio ed attraversata per tutta la sua lunghezza della Moldava, è completamente disabitata, non ha strade, né è interessata da altre vie di comunicazione, situazione questa unica nell'Europa centro-occidentale e meridionale. Questa area di caratteristiche uniche ha subito un ulteriore processo di naturalizzazione ed una forma indotta di protezione assoluta con l'esistenza, dalla fine della seconda guerra mondiale, di una larga fascia di "terra di nessuno" che separava gli eserciti degli opposti blocchi. Questa specie di "parco spontaneo", anche se non ha potuto recuperare specie come il lupo e l'orso già scomparse precedentemente, ha consentito lo sviluppo di una ricca e difrerenziata fauna che trova nella lontra, nella lince, nel gallo cedrone, le presenze più preziose ed abbondanti.
Attualemente, I'ecosistema della foresta bavaro-boema è quasi totalmente gestito a parco nazionale nella parte tedesca (Parco Nazionale Bavarese), mentre nella parte Cecoslovacca sono state istituite alcune riserve naturali ed una generica protezione.
Il grosso rischio che il disgelo dei rapporti tra i due paesi confinanti e quello già avvertito e denunciato dalla Federazione dei Parchi Nazionali Europei, clle teme gli appetiti del capitale occidentale su questa regione selvaggia e di grande bellezza, che si presta ad un grosso sviluppo turistico ed alla speculazione edilizia di tipo residenziale. Progetti che la Cecoslovacchia probabilmente non ostacolerà perché consentiranno l'afflusso nel paese di moneta pregiata e lo sviluppo economico della regione.
Tali rischi, certamente reali, offrono l'occasione alla direzione del Parco Nazionale bavarese di proporre l'istituzione di un parco bilaterale tra la Germania e la Cecoslovacchia, già battezzato come "Parco Intersilva", sul qluale i tedeschi avanzano già velati propositi di tutela e di guida.
Trattandosi però dell'ecosistema più prezioso dell'Europa centrale, pcrgiunta posto al centro del continente, forse potrebbe ravvisarsi l'occasione di istituire, quando ciò sarà possibile, il primo vero parco europeo a gestione internazionale, che costituisca l'esempio ed il punto di riferimento per il nuovo concetto di area protetta intesa non più come bene locale, ma come patrimonio internazionale.

a cura di Giovanni Valdrè

Border and Bilateral National Parks and Protected Areas of Czechoslovakia and Neighbouring Countries