Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 0 - MAGGIO 1990


Gli indicatori ambientali: strumenti per la pianificazione del territorio

L'attenzione che viene portata alla conoscenza delle principali caratteristiche territoriali è un momento centrale, per molti versi quello principale, per attuare una politica di pianificazione territoriale tendente al governo delle trasformazioni. In particolar modo le tecniche di analisi territoriali sono riconoscibili, sotto tutti gli aspetti, come gli strumenti emergenti nel panorama culturale che, in vario modo, dibatte sul futuro dei piani.
Per molti anni è stata la cartografia, in particolar modo quella tematica, lo strumento ritenuto fondamentale per attuare la pianificazione del territorio. Ciò è ancora vero, ma lo strumento cartografico si sta arricchendo, col crescere della capacità di riconoscere e controllare la complessità dei diversi sistemi, di nuove e importanti informazioni (come, ad esempio, quelle derivanti dai sistemi di monitoraggio ambientale e dalle immagini provenienti dai satelliti).
Questo accrescimento di dati ha fatto si che siano gli strumenti innovativi (in particolare i sistemi informativi territoriali ed ambientali, Sita) quelli clle maggiormente rappresentano le novità nel campo della pianificazione territoriale. I Sita, però, devono poter contare su una grande mole di dati formalizzati e codificati (sarebbe anche opportuno, per poter realizzare un'effettiva rete di interscambio, che la codifica sia unitaria a livello nazionale).
In questa logica rivestono sempre più importanza tecniche di formazione dei dati e la conseguente realizzazione di informazioni di sintesi.
In conseguenza a ciò la formazione di un qualsiasi strumento di piano richiede, in primo luogo, una conoscenza approfondita dei parametri che caratterizzano l'area, tra questi parametri quelli ambientali assumono oggi un'importanza fondamentale nella fase analitica di predisposizione del piano e diviene necessario definire un loro processo conoscitivo corretto al fine di una utilizzazione oggettiva dei dati ambientali. Pertanto la nuova generazione dei piani si pone nella condizione - e nella necessità di dover superare la vecchia impostazione di natura prevalentemente socio-economica (se non, addirittura, esclusiva) per prendere nella dovuta considerazione l'elemento ambientale.
Partendo dai presupposti enunciati diviene essenziale confrontarsi con i singoli parametri ambientali, quelli che sono generalmente individuati con il termine di "indicatori". E evidente peraltro che ogni situazione territoriale richiede un'analisi diversa, in quanto caratterizzata da situazioni particolari e puntuali e pertanto da indicatori diversi: questa semplice considerazione porta a dire che non è possibile definire l'indicatore o gli indicatori universali (ratto che non sarebbe peraltro tecnicamente corretto), ma che sia altresì indispensabile procedere all'esame dell'insieme degli indicatori riferito alla situazione ambientale e territoriale oggetto di piano, per essere in grado di fornire elementi certi ed essenziali di confronto e di incrocio dei dati tali da consentire le scelte di piano e gli indirizzi normativi per la formazione dello strumento di pianificazione. Pare opportuno, prima di tutto, definire in generale l'indicatore stesso in modo da riferirsi ad una categoria individuata ed individuabile. Per Paolo Schmidt di Friedberg "l'indicatore ambientale è la rappresentazione sintetica di una realtà equivoca"; questo concetto può essere peraltro semplificato partendo dalla considerazione che gli indicatori ambientali possono essere di vario tipo (biologici, fisici, economici, sociali ect.) e che pertanto sono praticamente innumerevoli e debbono essere verificati volta per volta a seconda delle situazioni e delle aree da pianificare: pertanto l'indicatore ambientale può essere anche definito come "l'elemento o il parametro, che, in relazione al caso in esame, stabilisce, attraverso il confronto del suo stato ottimale con le variazioni alle quali esso è sottoposto, il grado di compatibilità di una scelta di pianificazione con la situazione ambientale di partenza".
L'indicatore, dunque ed in estrema sintesi, tende ad essere inteso come lo strumento, codificato e riconoscibile, che, in confronto di un determinato parametro, definisce le conoscenze di base per realizzare uno strumento di piano (quest'ultimo inteso come lo strumento in grado di verificare di controllare le trasformazioni territoriali). Gli indicatori ambientali risultano, quindi, gli strumenti indispensabili per realizzare un "codice" (tecnicamente definito ed univoco) per la lettura e l'interpretazione delle diverse componenti del sistema territoriale ed ambientale. Verso questo nuovo indirizzo culturale - la definizione e la costruzione degli indicatori bisogna muoversi, e con sollecita urgenza, per realizzare strumenti di piano nuovi ed in grado di far coesistere la conoscenza con la progettazione.

di Mauro Giudice