Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 2 - FEBBRAIO 1991



Tra fumo ... e arrosto?
Enzo Valbonssi
L'esperienza del Parco Nazionale del Monte Falterona, Foreste Casentinesi e Campigna.
Da poche settimane il Ministero dell'Ambiente ha dato il via all'iter istilutivo di un nuovo parco nazionale degli otto previsti dalla legge n° 305 dcl 28 agosto 1989.
Si tratta del Parco Nazionale del Monte Falterona, Foreste Casentincsi e Campigna. Il parco è costituito da un vasto (oltrc 35 mila ettari) complesso forestale, posto a cavallo tra Romagna eToscana, ricco di storia e di valori naturali tra i più rari e preziosi dell'intero appennino.
Negli ampi e maestosi boschi di faggio ed abete bianco delle Casentinesi, come una sorta di "gioiello antico" nascosto nelle impervie vallate dcl versante romagnolo del parco, si cela poi la Riserva Integrale di Sassorratino (vero e proprio "santuario"della natura), la prima a d'essere stata istituita nel nostro paese c la seconda, tra le aree protette italiane, ad essere stata insignita, dopo il Parco Nazionale d'Abruzzo, del prestigioso diploma del Consiglio d'Europa.
Anche pcr questo parco, come è già avvenuto per quelli dcll'Arcipclago Toscano, dei Monti Sibillini e dalle Dolomiti Bellunesi, il Ministro dell'Ambiente ha recentemente emanato il decreto per la perimctrazione provvisoria e le norme temporanee di salvaguardia, dopo che una apposita"commissione paritetica", al lavoro fin dal giugno 1989, aveva predisposto, in accordo con le Regioni e gli Enti locali interessati, le relative proposte.
Tuttavia ciò non signirlca che i nuovi parchi nazionali elencati dalla legge n. 305/89 si possano considerare come già costituiti.
E' intatti noto, così come ha recememente confermato la stessa Corte Costituzionale, che, in assenza della tanto discussa ed attesa legge quadro "sulle aree naturali protette ", non è possibile procedere alla creazione di nuovi parchi nazionali, a meno che non intervenga una specifica intesa con le Regioni territorialmente interessate.
Purtroppo questa linea, volta a istituire "per decreto" nuovi parchi nazionali e perseguita in questi ultimi anni con particolare determinazione da parte del Ministero dell'Ambiente, oltre che dimostrare la sfiducia del Govemo circa la capacità del Parlamento di approvare la legge quadro sulle aree naturali protette, sta finendo per innescare dei pericolosi, quanto inevitabili, contenziosi tra Regioni e Ministero (come è successo tra la Regione Veneto ed il Ministero dell'Ambiente a proposito delle Dolomiti Bellunesi) che spesso, al di là delle intenzioni, irrigidiscono lo scontro assurdo tra centralismo ed autonomismo dalla cui risoluzione invece dipende in gran parte, a mio parere, la possibilità di approvazione dcl testo da lunghissimo tempo bloccato in commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
Più che mai, quindi, anche in base alle prime esperienze che si possono ricavare dalle iniziative per l'istituzione dei quattro nuovi parchi nazionali "perimetrati", emerge l'urgente necessità,per evitare provvedimenti con gli usi, deboli e contradditori, di un quadro di riferimento nazionale "chiaro" e "forte".
Come una sorta di " effetto boomerang" il rischio, per questi nuovi parchi, è che, senza l'approvazione della legge-quadro, si apra una lunga e tormentata fase di incertezza istituzionale e gestionale, davvero esiziale per il loro decollo e per favorire un rapporto costruttivo tra Stato centrale, Regioni e comunità locali.
Per evilare questi pericoli e dare un significato posilivo e propositivo alle iniziative in questione, è dunque neccssario che queste azioni anticipatrici siano considerate come una sorta di "laboratorio" dove sperimentare in concreto la possibilità di trovare soluzioni equilibrate e funzionali ai numerosi problemi giuridici, istituzionali, economici, che sono sul tappeto e che costituiscono i nodi dalla cui risoluzione dipende l'emanazione della legge-quadro nazionale.
Se invece, ed il sospetto è più che giustificato, i nuovi parchi nazionali elencati dallalegge n°305
dovessero servire al Ministero dell'Ambiente per "mettersi a posto la coscienza" e per gettare un pò di fumo negli occhi ad un'opinione pubblica sempre più "affamata" di verde e bisognosa di nuove aree protelte, nel tentativo di fare dimenticare l'assenza di una moderna ed efficace politica nazionale per l' ambiente naturale, allora il giudizio non potrebbe che essere assolutamente negativo ed anzi motivare una ferma opposizione da parte di tutte quelle forze che si battono per un' Italia più ricca di parchi naturali veri, perchè chiari nelle finalilà istitutive e precisi nel loro regime geslionale.
Nonostante questi rischi e queste preoccupazioni, avvalorate dal modo confuso in cui il Ministero dell'Ambiente ha finora condotto la gestione di queste iniziative, le Regioni territorialmente interessate dai nuovi parchi nazionali hanno accettato con lealtà ed impegno la sfida loro posta, partecipando attivamente alle fasi tecnicoscientifiche di predisposizioni delle perimetrazioni e delle normative ed alla definizione delle intese sui criteri di gestione.
Relativamente al Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, la Regione Emilia Romagna, che pur da tempo aveva istituito con la Legge Regionale n°11 del 1988 un Parco Regionale nel suo versante, non solo ha accenato pienamente l'obiettivo del parco nazionaie, ma sta mettendo a disposizione di questo nuovo processo le forze e le azioni attivate da parte del Consorzio costituito dagli Enli locali per la gestione del Parco Regionale del Crinale Romagnolo che, fino all'istituzione vera e propria dell'Ente Parco Nazionale, conlinuerà ad opcrare c costiluirà nei ralti un punto di riferimento certo per la stessa applicazione delle norme di salvaguardia e delle azioni di tutela attivate con il decreto ministeriale di perimetrazione.
Quale sarà l'esito di questa difficile partita che le Regioni Emilia-Romagna e Toscana hanno coscientemente ed autonomamente accettato di giocare si vedrà sicuramente fin dai prossimi mesi quando si dovrà passare alla fase relativa alla costituzione dell'Ente Parco ed alla definizione dei suoi contorni gestionali, amministrativi e pianificatori.
In sede di stesura dell'intesa generale con il Ministero dell'Ambiente, a proposito del Parco del M. Falterona, Foreste Casentinesi e Campigna, le due Regioni hanno posto con forza e su tutto il resto una condizione molto precisa ed irrinunciabile: quella relativa alla pari eticità, nella futura gestione del Parco,tra rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali da una parte ed i restanti componenti del Consiglio Direttivo dell'Ente Parco dall'altra, riprendendo cosl uno dei capisaldi delle proposte delle Regioni in ordine al progetto di legge sulle aree naturali proteste.
Dall'accettazione di questa condizione,così come dalla serietà e dal rigore tecnico con cui verranno gestiti da parte del Ministero gli interventi a favore dei nuovi parchi nazionali, previsti dal Programma Triennale '89-'91 di tutela ambientale, si portà misurare la effettiva volontà politica del Ministero di aprire finalrnente una nuova stagione per lo sviluppo ed il futuro delle aree protette italiane e si potrà chiaramente capire se esiste davvero l'intenzione di approvare la legge-quadro o invece solo quella di fare brillare (attraverso qualche nuovo parco nazionale) sporadici ed effimeri fuochi d'artificio destinati, come sempre, a spegnersi rapidamente mandando così deluse le speranze di chi legittimamente aspira ad un paese più verde e più vivibile.