Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 2 - FEBBRAIO 1991



NE PARLIAMO CON ...
Enzo Valbonssi

L'Assessore all'ambiente della Regione Emilia-Romagna Moris Bonacini

  • D. Quali ritiene siano oggi i compiti più urgenti ai quali Stato e Regioni dovrebbero d'intesa e autonomamente provvedere riguardo ad una più efficace politica dei parchi e delle aree protette?
  • R. La protezione del patrimonio naturale e di aree con contenuti di particolare importanza da un punto di vista naturalistico, ecologico, ambientale, paesaggistico e culturale è compito di tutti i livelli di governo e di amministrazione.
    In particolare, il ruolo delle Regioni sulla materia "parchi e riserve naturali" è stabilito dal DPR 616; sono numerose le Regioni che hanno quindi legiferato in materia, istituendo parchi e riserve naturali.
    Uno degli obiettivi più urgenti è l'emanazione di una legge-quadro nazionale sulle aree protette che assuma pienamente i principi costituzionali e legislativi sui livelli di competenza e che deve essere costruita in collaborazione costante per le Regioni.
    Nella legge-quadro, tra l'altro, deve essere riconosciuto esplicitamente che le aree protette regionali assumono una funzione analoga e comparabile a quella delle aree protette nazionali. Anche la composizione degli Enti di gestione dei parchi nazionali deve fondarsi sul principio della collaborazione tra i diversi livelli di governo e di amministrazione del territorio, anche per evitare il rischio di contrapposizioni e contenziosi giuridici che paralizzerebbero l'attività degli Enti stessi.
  • D. La sua Regione cosa intende fare nel prossimo quinquennio per contribuire ad estendere le aree protette del Paese?
  • R. La Regione Emilia-Romagna ha da tempo consolidato una politica di tutela ambientale articolata sui principi generali del risanamento, della prevenzione, del controllo, dello sviluppo della partecipazione.
    Inquesto ambito trova collocazione l'azione per l'allestimento di un sistema di aree protette che nasce da una riflessione sui concetti di conservazione e tutela della natura, di fruizione ambientale, di sviluppo equilibrato e duraturo.
    Sono attualmente istituiti 11 parchi regionali e 8 riserve naturali. Gli strumenti di pianificazione regionale individuano altre 12 aree protette da istituire. Tra i parchi regionali istituiti 2 sono individuati anche come parchi interregionali (Delta del Po e Foreste casentinesi). Sono inoltre in corso di istituzione alcune altre riserve naturali.
    Piuttosto che ampliare il numero delle aree a parco, ritengo che l'obiettivo più urgente sia il raggiungimento della picna funzionalità dei parchi istituiti, dei consorzi di gestione e l'approvazione degli strumenti di pianificazione dei parchi. Inoltre è indispensabile garantire i flussi finanziari adeguati per assicurare la disponibilità delle risorse necessarie sia per gli investimenti che per la gestione dci parchi.
    Se questi obiettivi molto concreti saranno raggiunti, si potranno anche porre le basi per un ampliamento del numero dei parchi regionali nel nostro Paese.
    L'Assessore ai parchi della Regione Piemonte Enrico Nerviani
  • D. Quali ritiene siano oggi i compiti più urgenti ai quali Stato e Regione dovrebbero d'intesa e autonomamente provvedere riguardo ad una più efficace politica dei parchi e delle aree protette?
  • R. Garantire la salvaguardia e la corretta gestione delle aree di particolare pregio e valore ambientale, generalmente definibili come "aree protette", è un compito che coinvolge tutte le Amministrazioni, da quelle statali a quelle comunali, in quanto riguarda complessivamente il territorio che è un bene comune non frantumabile nelle singole competenze amministrative: è per queste ragioni che, nel riconoscere ed apprezzare lo sforzo fatto da molte Regioni e talvolta da Province e Comuni per tutelare parti del territorio, si rende necessario un coordinamento - ovvero linee direttive comuni che possono trovare la loro corretta collocazione soltanto nella legge-quadro nazionale che da tanto tempo stiamo aspettando. Ciò significa che lo Stato deve provvedere, attraverso questa normativa, a fornire le direttive e gli indirizzi per una politica nazionale delle aree protette che riconosca pari dignità, in quanto hanno pari dignità, ai parchi nazionali ed ai parchi regionali, alle riserve dello Stato ed a quelle istituite a livello regionale o locale: non deve esistere pertanto un pregiudizio di fondo che tenda a distinguere in parchi buoni, quelli nazionali, e parchi di secondo livello, gli altri, in quanto non esiste, di fatto, una reale differenza nell'interesse alla tutela e, spesso, anche in alcune caratteristiche ambientali e naturali che distinguono le varie aree.
    In questo quadro pertanto si deve tendere a definire strumenti di pianificazione tra loro coerenti e tali da calarsi, in modo corretto, all'interno delle realtà pianificatorie regionali, ma anche provinciali e comunali: è inoltre indispensabile che una politica di questo genere, per essere realmente efficace, sia supportata da finanziamenti congrui e non soltanto per le aree definite di interesse nazionale in quanto ciò significherebbe veramente affossare ogni possibilità di estendere questa politica.
  • D. La sua Regione cosa intende fare nel prossimo quinquennio per contribuire ad estendere le aree protette del Paese?
  • R. La Regione Piemonte vede oggi, sul proprio territorio, 40 tra parchi e riserve naturali già istituiti, per complessivi 119.587 ettari, pari a circa il 5% dell'intera superficie regionale. Il recente provvedimento approvato nel mese di marzo dal Consiglio Regionale, che stabilisce il programma di istituzione di nuove aree, dovrebbe consentire di superare questa percentuale del 5% di aree protette regionali con altre 15 zone sottoposte a tutela. Deve essere ricordato che in Piemonte vi sono anche il Parco Nazionale del Gran Paradiso e le Riserve naturali statali della Val Grande e del Monte Mottac che, con i loro 37.339 ettari complessivi, contribuiscono a portare al 7% circa la percentuale di territorio protetto. Il programma del prossimo quinquennio è pertanto già delineato e l'impegno della Regione Piemonte sarà quello di rispettare il programma.
    Ritengo inoltre molto importante sottolineare che obiettivo ancora più ambizioso rispetto a quello di estendere le superfici protette e quello di garantire il funzionamento dei parchi e delle riserve naturali e pertanto, di conseguenza, tutte le finalità che le normative regionali in materia di aree protette si prefiggono, dalla tutela ad un equilibrato sviluppo socio-economico.