Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 2 - FEBBRAIO 1991



La ricerca scientifica nei parchi: l'atlante degli anfibi e dei rettili del Parco naturale dell'Adamello-Brenta
Sandro Flaim
La necessità di un radicale cambiamento nei modi di vita ma ancor più nei modi di concepire la vita e i rapporti che l'uomo deve tenere, nel suo divenire, con l'ambiente naturale sta ormai diventando, tra mille difficoltà, coscienza comune. L'uomo sta capendo il fondamentale concetto dell'unicità ed irripetibilità delle risorse e della dipendenza della propria vita dalla salvaguardia dell'integrità degli ecosistemi di cui esso fa parte.
Anche le più recenti politiche dei governi dei Paesi sviluppati hanno recepito modelli di progresso non più legati alla costante rapina delle risorse naturali ed alla svendita del territorio.
Ma se la salvaguardia della natura sta diventando tema di dominio comune è da riconoscere da un lato la negatività di un risultato spesso giunto in ritardo rispetto all'appuntamento con la salvaguardia, in situazioni di danno ormai irreversibile, e dall ' altro la positività di quanti in questi anni si sono battuti per far nascere e maturare questa coscienza, primi fra tutti i movimenti ambientalisti.
Tralelenco dei benemeriti però è di rigore citare quanti si sono prodigati perla salvaguardia della natura attraverso l'istituzione e la gestione dei parchi e delle aree protette più in generale.
La nascita del pensiero di una conservazione di luoghi particolari attraverso lo strumento dell'area protetta si perde negli anni di fine ottocento. All'inizio legato solo alla lungimiranza ed alla perspicacia di pochi appassionati e studiosi, il parco è andato via via evolvendosi fino ad assumere una posizione di punta avanzata del dibattito naturalistico, modificando il proprio iniziale compito di semplice tutela e conservazione dei propri areali per divenire vera e propria fucina di sperimentazione concreta e sede di elaborazione teorica dei temi legati alla soppravvivenza dell'uomo sul pianeta.
Accanto all'impegno, sempre fondamentale, della tutela dei territori in esso compresi, l'istituzione Parco ha assunto anche come scopi del proprio lavoro la didattica in campo naturalistico, la promozione economico-sociale e la ricerca scientifica.
Fondamentale importanza, in questo quadro rinnovato dei compiti dei parchi, assume quello legato alla sperimentazione ed alla ricerca scientifica.
Le considerazioni teoriche sui nuovi rapporti intercorrenti fra uomo e natura nella ricerca di un futuro dell'esistenza di entrambi ha bisogno di continua sperimentazione attraverso lo studio costante dei rapporti biologici intercorrenti tra i soggetti che compongono i nuovi ecosistemi, nella ricerca della soglia di modificazione che essi potranno o dovranno in futuro subire.
Il cantiere naturale per questa ricerca e sperimentazione sta diventando in modo sempre più coinvolgente il parco. Il parco sta assumendo il ruolo di vero e proprio laboratorio di ricerca scientifica per i problemi della conservazione.
La ricerca nei parchi pertanto è " studio permanente, in senso qualitativo e quantitativo, di equilibrati rapporti fra gli individui e gli insiemi naturali e fra questi e le attività umane, in tutta la gamma delle situazioni di contatto e di conflittualità, dal margine dei sistemi naturali intatti, sino alle zone di dominio di quelli interamente artificiale".

(1) Molti parchi stanno prestando sempre più attenzione, impegnando parecchie delle proprie risorse, al campo della ricerca scientifica.
Fra le tante riportiamo qui il recente lavoro intrapreso nel Parco naturale Adamello - Brenta perla conoscenza degli anfibi e dei rettili di tale zona.
Il Parco Adamello - Brenta è nato con l'approvazione del Piano Urbanistico Provinciale

(2) nel 1967, da parte della Provincia autonoma di Trento, dove una consistente porzione di territorio, posta attomo alle preminenze naturalistiche del lago di Tovel e della Val Genova, diventano Parco naturale.
L'indirizzo di tutela dato dal Piano Urbanistico Provinciale era volto verso una prevalente conservazione ambientale a carattere non rigorosamente biologico o naturalistico, ma tendente al mantenimento del quadro ecologico spontaneo, senza gasse modificazioni del paesaggio.
Nel maggio del 1988 viene poi emanata una specifica legge provinciale che detta norme in merito alla gestione dei parchi naturali; la legge provinciale 6 maggio 1988, n.18.
Una legge innovativa nel campo della gestione dei parchi naturali e salutata unanimamente con grande plauso. Essa amplia e rinnova il vecchio concetto di parcodel '67,legato prevalentemente alla preminenza della conservazione delle bellezze naturali e sancisce quale scopo dei parchi, oltre alla tutela delle caratteristiche naturali ed ambientali e alla promozione dello studio scientifico delle stesse, anche l'uso sociale dei beni ambientali, in un'ottica di convivenza fra ecosistema naturale ed ecosistema antropico.
La nuova legge provinciale dà delle precisazioni puntuali circa le principali attività antropiche ammesse all'interno dei territori dei parchi, quali le attività agro-silvo-pastorali, le attività estrattive, l'utilizzazione delle acque a scopo idroelettrico, le linee elettriche e telefoniche, le strutture ricettive turistiche all'aperto e la circolazione dei veicoli a motore. Essa demanda poi la gestione dei parchi a due distinti enti, dotati di personalità giuridica di diritto pubblico ed i cui organi sono formati inprevalenza da rappresentanti eletti dai Comuni facenti parte del parco.
L'art.24 della legge provinciale 6 maggio 1988 n.18 dispone che l'attività annuale dell'Ente sia regolata dall'approvazione di un "Programma annuale di gestione".
Nel Programma annuale di gestione vengono determinati gli interventi per la conservazione, la riqualificazione, il recupero, il miglioramento e la valorizzazione del parco, per la ricerca scientifica, perl'educazione naturalistica, perla ricreazione nelle forme compatibili con la salvaguardia delle singole aree.
L'Ente di gestione del Parco naturale Adamello Brenta nel 1990 ha adottato il suo primo Programma annuale di gestione.
Il Programma è strutturato in tre parti: interventi di conservazione, educazione naturalistica e ricerca scientifica.
Il capitolo della ricerca scientifica ha visto impegnate risorse per L.70.000.000. (vedi tav.)
Nell'ambito di queste previsioni particolare interesse ha suscitato la proposta di un'indagine sulla distribuzione e sull'ecologia delle specie di anfibi e rettili del Parco.

(3) Peruna corretta gestione delle risorse territoriali la conoscenza della composizione e della consistenza della fauna rappresenta un elemento di primaria importanza. Tale principio assume una validità ancora maggiore se riferito ad un'area protetta, qual'è un parco naturale, nella quale la salvaguardia delle emergenze ambientali impone di agire con la massima oculatezza.
Gli anfibi ed i rettili costituiscono degli importanti indicatori ecologici per via dello stretto legame che essi contraggono con l'ambiente in cui vivono. La consistenza delle loro popolazioni può fornire importanti indicazioni sullo "stato di salute" del territorio. Va anche ricordato che gli anfibi sono tra gli animali vertebrati maggiormente minacciati di estinzione per Ia loro sensibilità alle alterazioni ambientali.
Lo stato attuale delle conoscenze riguardanti gli anfibi ed i rettili, sia a livello locale che nazionale, appare infine inadeguato se rapportato alla loro riconosciuta importanza ecologica e vulnerabilità.
Sulla base delle suesposte considerazioni il Parco Adamello- Brenta ha avviato quest'indagine sull'erpeto fauna dell'area protetta avvalendosi della collaborazione del Dipartimento di Biologna Animale dell'Università degli Studi di Pavia e di naturalisti della Cooperativa Albatros di Trento. L'indagine sull'erpeto fauna del Parco Adamello - Brenta è finalizzata a una conoscenza ed alla distribuzione delle specie di anfibi e rettili presenti nell'area protetta e dall'acquisizione di dati sulla biologia (=modo di vita), e biometria (=misure corporee) degli stessi. Particolare attenzione è riservata alle caratteristiche ambientali dei siti di rinvenimento, soprattutto perquanto riguarda gli ambienti riproduttivi degli anfibi. L'acquisizione di tali dati per metterà non solo di ottenere preziose informazioni di carattere scientifico ma anche di indirizzare gli interventi sul territorio in maniera tale da minimizzarne gli effetti negativi sulle popolazioni di questi vertebrati.
L'utilizzo in chiave divulgativa delle informazioni acquisite rappresenta un'ulteriore fonte di educazione ambientale e lo stimolo ad un'ulteriore conoscenza degli aspetti naturali del Parco. L'indagine si svolgerà nell'arco di due anni. Nel primo anno è stata inizialmente condotta un'indagine bibliografica volta a reperire tutte le informazioni già disponibili sotto forma di pubblicazione. Sono stati in seguiro individuati nell'area di studio i biotopi potenzialmente più idonei alla presenza delle specie. A tale scopo è stata realizzata un'apposita cartografia da utilizzare sia durante le uscite sul campo sia nella raccolta delle informazioni indirette. Si è provveduto altresì ad avviare un'indagine di tipo indiretto mediante la distribuzione di un questionario a varie categorie di persone operanti nell'ambito del Parco: personale delle stazioni forestali e custodi forestali, personale dei Comuni, cacciatori, pescatori, membri delle sezioni locali della S .A.T., gestori dei rifugi alpini, guide alpine, operatori ambientali ed appassionati locali. Nel questionario veniva richiesto di indicare la conoscenza della presenza di esemplari di anfibi e rettili, le aree di frequentazione degli stessi, le specie che il compilatore riteneva essere presenti nel territorio del Parco e l'indirizzo di altre persone in possesso di informazioni utili. Per verificare le informazioni acquisite mediante l'indagine indiretta e raccogliere dati nelle aree preventivamente individuate, sono state condotte una serie di visite mirate svolte nel corso di 30 giornate. Tutte le informazioni raccolte verranno registrate in un archivio elettronico (=Data Base) allo scopo di facilitare la gestione e le elaborazioni. Nel corso del secondo anno-di ricerca le indagini di campagna proseguiranno ponendo particolare attenzione alle località segnalate nelle schede compilate dai collaboratori. Il numero totale di schede spedite o consegnate direttamente alle persone ed agli enti potenzialmente in possesso di dati sull'erpetofauna è di 146. Tale numero risulta però essere inferiore al numero effettivo di schede in circolazione dal momento che ad alcune categorie di informatori, personale delle stazioni forestali, custodi forestali ed operatori ambientali, i questionari sono stati inviati in più copie. Il numero totale di schede riconsegnate al 30 settembre 1990 ammonta al 18,5%.

(l)V.Giacomini,V.Romani."Uomini e Parchi"Ed. F. Angeli.

(2) Sulla base della competenza primaria in materia urbanistica, datale dallo S tatuto speciale per laRegione Trentino-AltoAdige, la Provincia autonoma di Trento si dotava nel 1964 di una propria legislazione in materia urbanistica: L.P. 2.3.1964, n. 2 Inapplicazione di tale legge con la L.P. 12.9.1967,n. 7 veniva approvato, con il voto unanime del Consiglio provinciale, il Piano urbanistico provinciale.
E' stato uno dei primi esempi di Piano urbanistico territoriale italiano: progettato dal prof. Giuseppe Samonà, dell'Università di Architettura di Venezia, fu ricco di scelte innovative e fondamentali per il futuro sviluppo della Provincia che per alcuni aspetti si basa ancora oggi su tali impostazioni. Fra questi concetti figura anche l'introduzione dei "parchi naturali".
Fra le grandi scelte fatte dal P.U.P. forse quella più importante è la suddivisione del territorio in dieci comprensori (poi diventati undici) secondo la realtà geografica e socio-economica della Provincia. I comprensori si costituirono come consorzi di Comuni ed avevano il compito di attuare i dettati della pianificazione urbanistica del P.U.P. mediante la redazione dei Piani urbanistici comprensoriali che venivano ad assumere la funzione di P.R.G.. In seguito poi i comprensori sono venuti mutando la loro fisionomia giuridica per andare a collocarsi quale Ente intermedio fra i Comuni e la Provincia, assumendo oltre al compito iniziale ed altri specificatamente demandati dalla Provincia, anche le funzioni in Trentino di "Comunità montana", e di "U.S.L.".

(3) Le altre principali ricerche, oltre a quella menzionata, previste nel "Programma annuale di gestione - 1990" del Parco naturale Adamello - Brenta riguardano:

  • il finanziamento delle ricerche annuali del gruppo operativo orso costituito dal "Comitato per lo studio e la protezione dell'orso trentino".
  • il finanziamento di una ricerca inerente la verificare la misurazione dei ghiacciai esistenti nel Parco naturale Adamello - Brenta condotta dalla Commissione glaciologica della S.A.T. e coordinata dal Museo Tridentino di Scienze Naturali.
  • una indagine sulla brocopolmonite verminosa ed altre malattie dei ruminanti selvatici (cervi, camosci, caprioli) del Parco Adamello- Brenta, condotta dalI'Università degli Studi di Milano - Facoltà di Medicina Veterinaria.

Bibliografia

  • AA.VV. 1973 - ''L'ambiente naturale e umano dei parchi del Trentino."
    Provincia autonoma di Trento. Ed. Manfrini.
  • Beccaluva U., Gorfer A., Tomasi G., 1968. "I grandi parchi Trentini." Ed. Manfrini.
  • BoatoS., 1975."Sulla questione dei parchi natu-
    rali." Parametro n. 38.
  • Giacomini V., Romani V., 1986. "Uomini e parchi." Ed. Angeli, Milano.
  • Boato S., Ariigheffi A., Osti F.,1988. "Parchi e riserve naturali del Trentino." Ed. Manfrini. "Piano Urbanistico del Trentino", 1968. Ed. Marsilio, Venezia Bortolotti M., Flaim S.,1989. "I Parchi Naturali. Problemi di norme e di gestione." Recuperare Provincia autonoma di Trento, 1987. "La revisione del Piano Urbanistico Provinciale".
  • FlaimS.,1989." I Parchi Naturali del Trentino ed Tomasi G., 1968. "Il problema sociale della i loro nuovi Enti di Gestione." Natura Alpina, conservazione della natura e i nostri nuovi parchi". Natura Alpina.

n. 3.
Flaim S., 1990 (a cura di). "Incontri con il Tomasi G.,1987. Il Parco Adamello - Brenta". Parco." Ed. Arca, Trento.