Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
tutti i numeri online
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 2 - FEBBRAIO 1991



DOCUMENTI
Abbiamo ritenuto utile aggiungere alle rubriche fosse uno spazio dedicato ai "documenti".
Non vogliamo naturalmente appesantire più di tanto la rivista, nè tantomeno sottrarre spazio ai servizi e al dibattito.
Pensiamo tuttavia che far conoscere documenti e materiali, che di solito non hanno accesso alla grande stampa e sono quasi sempre ignorati o appena menzionati anche dalla pubblicistica specializzata, possa servire
.

Documento conclusivo dell'incontro internazionale svoltosi presso il Parco dell'Etna nei giorni 26-27-28-29 ottobre 1990 tra i rappresentanti di numerose aree protette europee.

Risoluzione finale
I Rappresentanti dei Paesi Europei, che hanno partecipato ed aderito al Convegno promosso dal Coordinamento Nazionale dei Parchi e dell:e Riserve regionali d'Italia e dal CEDIP, presso il Parco dell'Etna nei giorni 27,28 e 29 ottobre 1990, presieduto da Bino Li Calsi e diretto da Egide Moreau, della Federazione dei Parchi Nazionali e Naturali Europei
Preso atto che:
constatato l'apprezzamento espresso all'iniziativa ed il consenso manifestato per l'ulteriore sviluppo della medesima;
considerato che, indipendentemente dalle definizioni e classificazioni delle aree protette, discendenti, tra l'altro, da disposizioni legislative differenti nei vari Paesi, scopo principale dell'iniziativa è quello di far crescere qualitativamente una omogenea gestione delle aree naturali protette in Europa;
ritenuto pertanto che per il raggiungimento del predetto obiettivo, è necessario promuovere sin d'ora lo scambio di informazioni e di esperienze per la soluzione di problemi comuni,anchemediantescambididirigentiedaddetticheoperanonei Parchi Formulano la seguente risoluzione:

  • 1. I partecipanti all 'incontro si costituiscono in Comitato informale per promuovere un coordinamento europeo dei parchi naturali (comunque definiti "parchi regionali"
  • 2. Nell'ambito del suddetto Comitato verrà formato un Gruppo di lavoro per l'analisi e l'approfondimento delle problematiche emerse nel corso del dibattito ed altre sì per la predisposizione di un documento da sottoporre al Comitato predetto in una successiva riunione da tenersi entro l'anno 1991
  • 3. In preparazione di detta riunione viene assunto l'impegno di promuovere, in stretta collaborazione con l'UICN e la Federazione dei Parchi Nazionali e Naturali d'Europa nonchè con i Coordinamenti Nazionali dei Parchi Regionali dei vari Paesi, ogni iniziativa mirata al raggiungimento degli obiettivi perseguiti nel predetto Convegno.
Nota del C.N.R. diffusa in occasione della presentazione alla stampa del censimento delle aree protette italiane. Roma 22 novembre 1990.

n numero di aree naturali "protette" e quindi la superficie di territorio italiano soggetto ad una forma di maggiore tutela dei valori naturali sono aumentati nettamente nell'ultimo decennio.
Ormai in Italia -tra parchi nazionali, parchi e riserve regionali, riserve naturali dello Stato, monumenti naturali, zone umide ai sensi della Convenzione internazionale di Ramsar (dal nome della località iraniana dove venne definita), zone a gestione privata, ecc. - le aree naturali "protette" sono attualmente più di 500, per una percentuale di territorio "protetto" di oltre due milioni di ettari, corrispondente al 6,5% del territorio italiano.
Il fenomeno ha una grande rilevanza non solo dal punto di vista numerico, ma anche per la varietà delle esperienze che si sono sviluppate e per le utili indicazioni che ne possono scaturire; richiede, però, una conoscenza della situazione più ampia di quella consentita da semplici elencazioni, corredate di pochi per quanto importanti dati, quali sono quelle scaturite dai vari censimenti svolti in passato.
A tale scopo, alcuni anni fa è stato avviato presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche un lavoro sistematico di censimento e catalogazione che ha permesso di realizzare un archivio, aperto ed aggiornabile, dei parchi naturali, delle riserve naturali e di altri istituti protezionistici (monumenti naturali, biotopi, geotopi, ecc.) presenti nel nostro Paese.
I dati raccolti sono stati pubblicati, in due tempi, nella lista delle aree naturali protette in Italia (cfr. Palladino S., a cura di, 1987 " Lista delle aree naturali protette in Italia: aree regionali" e Palladino S ., a cura di, 1990 "Lista delle aree naturali protette in Italia: parchi nazionali - riserve statali - zone umide di importanza internazionale secondo la Convenzione di Ramsar"), che può considerarsi un vero e proprio catalogo dei parchi e delle riserve naturali italiani. Nella lista sono raccolte, sotto forma di scheda, le informazioni relative a parchi nazionali, parchi e riserve regionali, riserve statali terrestri e marine, zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, eccetera. La scheda, compilata in accordo con l'esperienza UICN (World Directory of National Parks and Other Protected Areas), comprende una trentina di voci, che vanno dai dati amministrativi e burocratici agli aspetti gestionali, dalla descrizione naturalistica ai problemi dell'area protetta.
Il catalogo ha una struttura a schede, mobili e intercambiabili, in quanto essa permette di aggiornare rapidamente il censimento e seguire in tal modo la realtà complessa, articolata ed in continua evoluzione delle aree protette, anche grazie ad una vasta rete di collegamento attivata presso le fonti di informazione.
La preparazione delle schede avviene, infatti, in continuo collegamento con gli utilizzatori (in primo luogo le direzioni delle aree protette, ma anche i Ministeri e i Servizi regionali competenti, le Province, ecc.).
Le aree sono inserite nel catalogo sulla base di un semplice ed oggettivo elemento: l'esistenza di un provvedimento formale di tutela (legge istitutiva, decreto ministeriale o regionale, delibera consiliare, ecc.). Se poi la tutela è fittizia, o, meglio, inattuata, come risulta in molti casi relativi alle aree regionali, ciò viene esplicitamente indicato (nei casi più evidenti) o risulta indirettamente dalla lettura della scheda (nei casi più complessi).
La notevole quantità di aree formalmente protette ha imposto di suddividere in due tempi il lavoro di allestimento e di stampa delle schede. La prima parte della lista, pubblicata nel 1987, riportava le schede relative a 55 parchi di vario tipo, 49 riserve naturali, 2 aree protette ed un monumento naturale istituiti dalle varie Regioni italiane con propri provvedimenti.
La pubblicazione, già esaurita, richiede peraltro un aggiornamento sia per la presenza di nuove aree protette, sia per le novità riguardanti le aree già schedate.
La seconda parte della lista, appena pubblicata, contiene le aree protette con provvedimento dei poteri centrali dello Stato; inessa sono schedati S parchi nazionali, S riserve marine statali, 136 riserve naturali terrestri statali, 4 riserve antropologiche statali e 43 zone umide di importanza internazionale.
I dati acquisiti inale lavoro rendono possibili significative elaborazioni sulla situazione italiana.
Gli utilizzatori della lista sono i Minister icompetenti(Agricoltura e Foreste,Ambiente, Lavori Pubblici, Marina Mercantile), gli uffici regionali, le direzioni delle aree protette, le associazioni ambientalistiche, il mondo scientifico.
Roma, 22 novembre 1990

Petizione
(Convegno di Magenta dell' 11 ottobre 1990)

I sottoscritti membri del Comitato d' Onore del Convegno Intemazionale "Parchi fluviali: Europa a confronto", svoltosi a Magenta l' 11 ottobre 1990,
i sottoscritti Consiglieri del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino, promotori del richiamato Convegno,

  • tenuta presente l'esperienza e l'attività del Parco Lombardo della Valle del Ticino a dieci anni dall'entrata in vigore della legge n. 33/1980 della Regione Lombardia di approvazione del Piano territoriale del Parco e il riconoscimento ricevuto per tale operatività dal Consiglio d'Europa,
  • valutati i positivi risultati conseguiti da i parchi naturali-regionali in molte parti d'Italia ai fini di una migliore tutela dei territori protetti anche nella comparazione con le analoghe esperienze dei Paesi dell'Europa dell'Ovest e dell'Est,
    si rivolgono alla cortese attenzione della:
  • Commissione VIII della Camera dei Deputati, in persona del suo Presidente, on. Giuseppe Botta;
  • Commissione XIII del Senato della Repubblica, in persona del suo Presidente, sen. Maurizio Pagani; nonchè del:
  • Ministro dell'Ambiente, sen. Giorgio Ruffolo;
  • Sottosegretario all'Ambiente delegato per i problemi delle aree protette, on. Piero Angelini;
    per segnalare:
    • 1) la rilevante importanza del concorso offerto dalle iniziative delle Regioni con la costituzione e organizzazione di parchi regionali-naturali nel quadro di una politica generale per la protezione del territorio nazionale, allo scopo di assicurare, attraverso l'istituzione di parchi nazionali e naturali-regionali, riserve ed aree protette, la regolamentazione di almeno il 20% del territorio nazionale e raggiungere un traguardo quantitativo comparabile con la situazione più avanzata di altri Paesi europei;
    • 2) la necessità che in termini di assoluta urgenza il Parlamento, rompendo indugi che non riescono a essere ulteriormente giustificati dall'opinione pubblica, approvi la "legge-quadro sulle aree protette", riconoscendo alle Regioni una posizione concorrente a quella dello Stato nella tutela degli interessi protetti nella materia;
    • 3)l'opportunità che la legge quadro abbia a riservare per il prossimo triennio una quota paritaria di risorse finanziarie da ripartire fra Stato e Regioni e da convenzionare con le Regioni interessate sulla base di programmi che determinino obiettivi, priorità,
      responsabilità e modalità di attuazione degli interventi nei territori protetti. Con ogni osservanza. Magenta, 11 ottobre 1990 Presidente: Achille Cutrera Componenti: Carlo Ripa di Meana, Nino Pisoni, Francesco Speroni, Maurizio Pagani, Giuseppe Botta, Giuseppe Giovenzana, Ugo Finetti, Giovanni Verga, Vittorio Cardiroli, Enrico Nerviani, Alfonso Alessandrini, Mercedes Bresso, Giacomo Properzi, Tullio Montagna, Vittorio Minelli, Walter Frigo, Sante Zuffada, Roberto Mazzotta, Giovanni Manzi, Giuseppe Natta, Michele Principe, Raffaele Santoro, Giovanni Andreoni, Alberto Semeraro, Ambrogio Colombo, Luigi Bertone, Carlo Panza, Andrea Milella.

Mozione conclusiva del Convegno nazionale di Camerino.

L'assemblea dei partecipanti al Convegno nazionale "La sfida del 10%: a metà del cammino", tenutosi a Camerino dal 19 al 21 ottobre 1990; uditi i rapporti e gli interventi succedutisi con ricca documentazione e diversificato approccio culturale sul fondamentale tema dei Parchi Nazionali e delle Aree protette in Italia; ricordato come dieci anni fa, nel Convegno Nazionale "Strategia 80 per i Parchi e le Riserve d'Italia", tenuto a Camerino dal 28 al 30 ottobre 1980, il movimento ambientalista italiano lanciò per la prima volta l'appello a tutelare almeno un decimo del "bel Paese" entro la fine del secolo, sul modello dei Paesi più avanzati in questo settore; rileva che, malgrado sforzi intensi delle organizzazioni ambientaliste e volenterose iniziative di singole autorità pubbliche centrali e locali, i risultati conseguiti appaiono tuttora insoddisfacenti, non essendo tutelato finora in modo adeguato che il 3% circa del Paese, anche se nominalmente le statistiche ufficiali parlerebbero del 5% circa complessivo; appaiono comunque largamente inadeguati alle esigenze della società moderna, come è emerso in modo lampante anche dalla sessione di raffronto internazionale, la quale ha posto in luce che il 10% del territorio tutelato rappresenta un piedistallo fondamentale di partenza per la maggior parte dei Paesi non solo avanzati, ma anche emergenti; sottolinea come, superato ormai l'artificioso conflitto Stato-Regioni e Pubblico Privato,è emersa la chiara necessità della piena solidarietà di tutte le istanze interessate, per uno sforzo di salvaguardia della natura che riesca ad assicurare, nel tempo più rapido, la perpetuazione, nel modo più efficace, della massima superficie possibile di territorio andra integro o non compromesso in modo radicale dagli effetti di un'invadente artopizzazione; richiama l'esigenza di passare dalla fase della pura tutela passiva della natura ad una fase di promozione attiva e dinamica della conservazione del patrimonio naturale, integrata con una ragionevole sviluppo di carattere duraturo e sostenibile, nel più autentico interesse del Paese;
ritiene che, accanto alla tutela di tipo semplicemente quantitativo debba gradualmente affermarsi una più articolata, complessa e sofisticata gestione conservazionistica di tipo qualitativo, che garantisca alle crescenti estensioni di territorio protetto livello di conduzione sempre più elevati e consolidati;
stigmatizza la pericolosa e dilagante tendenza di sostituire alle precise scielte politiche, alle adeguate misure di tutela e alle iniziative strategiche concrete, intesa a far decollare
attivamente i nuovi Parchi, una serie di astratte e vaghe previsioni senza alcun positivo effetto, avulse da ogni contatto con la viva realtà ("Parchi di carta") o peggio ancora un coacervo di iniziative disgregate e incompatibili a pesante impatto ambientale ("Parchi-bazar"); denuncia che l'attuale situazione di sostanziale stagnazione nel campo dei Parchi e delle Aree protette mortifica gli entusiasmi e le aspettative della parte migliore del Paese, sacrifica le capacità professionali giovanili legate ad una nuova concezione dell'ambiente, comprime le vocazioni e le potenzialità di straordinari e cosi semituttora ricchi di valori preziosi; impegna il Governo e il Parlamento, le Regioni e gli Enti locali, superata ogni residua contrapposizione nel quadro di una più vasta e comprensiva cooperazione reciproca, a considerare la creazione di un ampio, solido ed articolato "sistema" di Parchi e di Aree protette come una delle priorità essenziali per un armonioso e duraturo sviluppo civile, sociale, economico e culturale del Paese; richiede ai predetti poteri pubblici che vengano poste a disposizione delle autorità responsabili dei Parchi congrue risorse finanziarie per poter dare pieno impulso all'azione di conservazione e sviluppo da cui, come risulta ormai inequivocabilmente dimostrato, scaturiscono tangibili e consistenti benefici per le collettività locali e per l'intero Paese; invitaaconcentrarelerisorseumaneefinanziariedisponibili per la tutela dell'ambiente non solo e non tanto per studi preliminari, piani di fattibilità e progetti di massima, quanto per i settori prioritari ed essenziali dell'informazione del pubblico, della formazione professionale (specialmente a favore della disoccupazione giovanile intellettuale locale), e della qualificazione sempre più elevata delle forze umane che, direttamente o indirettamente, operano nel settore dei Parchi; sottolinea come il nuovo sistema dei Parchi italiani, che dovrà far tesoro degli stimoli emersi nel corso dell'Anno dei Parchi e in particolare nell'ambito di questo Convegno, nonchèdellalinfavitaleoffertadalleAssociazioni ambientaliste, non potrà evidentemente prescindere da un consolidamento dei Parchi esistenti ed emergenti ribadendo e valorizzando il ruolo e l'autonomia degli Enti Parco; denuncia l'inadeguatezza dell'attuale testo unificato di legge-quadro, per le molte contraddizioni e incongruità clamorosamente emerse su vari punti, e la conseguente incapacità di tale testo di affrontare in modo moderno, efficace e risolutivo questa fondamentale tematica,e ne chiede con urgenza l'emendamento sostanziale,ritornando ai principi fondamentali informatori della proposta di legge 1964; raccomanda a tulti gli Enti e le persone interessate all'avvenire della natura in Italia di superare, nel nome di un nuovo spirito comune, vocalismi esasperati e visioni meramente settoriali del problema, guardando anche alla dimensione sovranazionale ed interazionale delle tematiche ambientali, che coinvolgono il vero avvenire di tutto il Paese. Camerino, 21 ottobre 1990.