Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 3 - GIUGNO 1991



La nuova legge sulle aree protette: un primo passo avanti
Edo Ronchi*

Approvata sostanzialmente alla Camera, ora occorrerà vedere che accadrà al Senato. I tempi sono comunque molto stretti. La legge è complessa: vi sono ben 38 articoli. Se uno o più gruppi decideranno di ostacolare una rapida approvazione, anche questa legislatura si concluderà senza una nuova legge sui parchi.
Questa legge contiene non poche carenze e limiti: è tuttavia migliorativa della situazione esistente.
Il quesito che abbiamo di fronte a questo punto è il seguente: approvare la legge senza modifiche al Senato o avviare un lavoro di revisione del testo con il rischio di un peggioramento o, peggio, di farlo saltare dati i tempi stretti che rendono improbabile una seconda approvazione alla Camera? Alcuni, anche fra gli ambientalisti, sostengono che sarebbe meglio far cadere questa legge, se non fosse possibile migliorarla.
Con la nuova legge si istituiscono sette nuovi parchi nazionali, rendendo spendibile per l'istituzione 80 miliardi e per la gestione 44,5 miliardi sempre nel triennio. Si dovrebbe dare una spinta alla piena istituzione di parchi già avviati, ma non ancora realizzati per carenze sia normative che di finanziamenti per i quali si rendono spendibili 52,5 miliardi nel triennio. A questi fondi si unisce poi la spesa di 172 miliardi in tre anni per l'attuazione del programma delle aree protette, per i piani, per le misure di salvaguardia, per gli affitti e le acquisizioni di aree.
Il programma triennale utilizza poi un ulteriore stanziamento di 34,9 miliardi in due anni.
Degna di segnalazione è anche l'istituzione della Carta della natura che individua lo stato dell'ambiente naturale in Italia, evidenziando sia le aree di rilievo naturalistico che i problemi di vulnerabilità del territorio; per la Carta c'è uno stanziamento spendibile di 20 miliardi per i prossimi tre anni.
L'istituzione e la gestione delle aree naturali protette risultanto, con questa legge, piuttosto complesse e macchinose: il Ministero dell ' Ambiente si deve raccordare ad altri Ministeri; Regioni, Province e Comuni partecipano con concerti e pareri, in linea di massima in modo paritario.
Un tale impianto comporterà tempi non brevi e creerà non poche difficoltà. Si poteva fare diversamente? Il nostro impianto costituzionale probabilmente non consentiva altra via e non la consentirà neppure per un'eventuale futura legge.
Vanno ricordati, inoltre, tre contenuti di questa legge: uno positivo e due negativi.
Il primo, positivo, è il divieto di caccia non solo nei parchi nazionali, ma anche in quelli regionali. Il secondo, negativo, è il silenzio assenso nei nulla osta dell'Enteparco, attenuato dal nostro emendamento che consente al Presidente del parco di rinviare di trenta giorni i termini per l'espressione del parere. Un ultimo punto negativo è l'attribuzione dei compiti di sorveglianza al Corpo forestale dello Stato, sia pure con tutte le limitazioni e correzioni introdotte nella nuova legge.
Il testo di quest'ultima lascia in verità aperta la porta a una possibilità di impiegare i dipendenti dell'Ente parco anche per compiti di sorveglianza. Porta che resterà chiusa se non si troveranno nuovi e consistenti finanziamenti, né si faranno altri parchi, pure individuati come prioritari, se non si reperiranno nuovi fondi con la prossima legge finanziaria.
Resta infine la questione dei parchi regionali introdotta per linee molto generali, e un pò generiche, senza finanziamenti. Anche in questo caso non c'erano soldi stanziati in finanziaria.
Si potranno trasferire fondi alle Regioni, anche in futuro, per questi parchi, se vi sarà una maggioranza in Parlamento disponibile a farlo con la prossima finanziaria.

*Capogruppo dei Verdi in Commissione ambiente della Camera