Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 4 - OTTOBRE 1991



Camminare nel parco
Piero Arrighetti*

Da ogni parte oggi si parla di ambiente, di natura e di salvaguardia, ma spesso senza cognizione di causa e quasi sempre in negativo: io sostengo che bisogna promuovere a tutti i livelli la salvaguardia dell'ambiente e della montagna non solo con vincoli, limitazioni e divieti, ma soprattutto con la conoscenza del territorio e di tutte le sue ricchezze.
L'uomo deve convivere con la natura e saperne godere, e usarla rispettandola: l'Arcadia non esiste e le palafitte sono archeologia. Anche se va di moda, indietro non si torna: non si può volere una montagna integra senza preoccuparsi della gente di montagna: non ha senso volere lo smantellamento di funivie e di ponti (allo stesso modo bisognerebbe distruggere le città e gli aeroporti e riprendere a coltivare i campi, ora pieni di cemento e di asfalto). L' ambiente non si preserva in tal modo, ma con una mentalità nuova e rinnovata e con una attenta, meticolosa, oltre che intelligente, opera di educazione.
Troppo si parla di protezione della natura e dell'ambiente e troppo poco si parla di educazione ambientale. C'è il rischio di avere un giorno una natura legislativamente protetta, ma un cittadino incosciente pronto a distruggerla un'altra volta. Solo se la si conosce si può amarla, proteggerla e salvaguardarla.
E che cosa meglio che il percorrerla, a piedi, per conoscerla a fondo, e quindi rispettarla?
Anche nei parchi, soprattutto in quelli regionali, la prima esigenza è, a mio avviso, di conoscerli dall'esperienza diretta, camminandovi all'interno, con pazienza e curiosità, per avvicinare in modo più semplice e spontaneo la natura che ci è attorno, imparando a guardare, lasciandoci avvincere dalla sua energia di vita. Camminare nel parco è vivere il parco, ed è scoprire una natura che non è quella clamorosa televisiva a cui i ragazzi sono abituati, ma è anche il silenzio del bosco, il canto del merlo, il fruscio della biscia, il suono del vento, la galla della quercia, le buche dei cinghiali, tutto quello che si riesce a vedere anche con la guida dei guardiaparco, pronti a rispondere alle mille domande e curiosità dei ragazzi, ad insegnare atteggiamenti e a correggere comportamenti con il loro semplice esempio.
I parchi in Italia finalmente aumentano, ed è auspicabile che in ogni regione ce ne siano tanti come in Piemonte, dove da anni, per lungimiranza e volontà, ne sono stati istituiti ben 39!
La loro funzione è sì quella di proteggere e salvaguardare la flora e la fauna, ma soprattutto di essere una palestra in cui si impara a conoscere la natura, ad amarla e rispettarla.
I parchi devono essere non musei, che racchiudono dei fossili, ma delle aree vive, aperte, nelle quali, con regole ben precise a cui attenersi, sia possibile entrare, camminare, vivere con immediatezza un contatto diretto e più profondo con la natura.
Che cosa meglio, quindi, che un parco ben gestito?
Camminare per conoscere, cioè fare trekking, sia nei parchi che in zone ancora integre, non rovinate dal turismo di massa, è una scelta di vita e di comportamento. Il trekking è infatti una attività sportiva accessibile a tutti, che non richiede molta attrezzatura, che si può fare a pochi "passi da casa", "dietro l'angolo", e che ci porta a scoprire l'ambiente in tutti i suoi aspetti sia naturali che geografici, storici, etnografici, ed è anche uno strumento per l'educazione ambientale dei giovani; è educazione alla socialità, ad un vivere diverso, a scoprire la propria dimensione fisica nel rapporto con lo spazio, senza fatica, e con il tempo.
Il trekking è ricerca, è arricchimento culturale e umano, approfondimento dell'aspetto storico dell'ambiente, nel senso di riscoprire i segni, le testimonianze lasciate nel corso dei secoli dall'uomo, che con il suo operato ha trasformato l'ambiente, e con la sua fatica quotidiana lo ha reso vivibile nel rispetto delle leggi della natura; oggi, dove c'è 1 'abbandono, si presentano già i segni del degrado (case distrutte, frane, sbancamenti per inutili strade, eccetera).
Il trekking è anche un momento qualificato di conoscenza, perchè basato sull'esperienza diretta: quanto si apprende in questo modo non si dimenticherà più e lascerà un segno.
Ciò che si impara camminando e attraversando un parco ben gestito è anche quella educazione civica, che non ci è mai stata insegnata a scuola e che sarà uno stile anche nella nostra vita quotidiana in città: più consapevolezza e rispetto per quanto ci circonda, scelte diverse nei riguardi della natura, e maggior coscienza delle "nostre" ricchezze, patrimonio di tutti, fonte di vita anche per le generazioni future. Sono soprattutto i giovani, menti ancora "pulite", i destinatari di questo messaggio: loro, camminando, possono percepire la natura in modo diretto, ascoltandola senza sfruttarla o calpestarla. Il parco è quindi uno strumento validissimo per l'educazione ambientale dei giovani ( e non solo dei giovani), non a tavolino ma concreta.
Il trekking nel parco può diventare un'attività divertente e gioiosa. Camminando si impara ad osservare le mille meraviglie che si presentano: non solo quelle macroscopiche di grandi panorami o di splendidi tramonti, ma anche quelle più piccole e nascoste in cui la vita si esprime e si rigenera intorno a noi, dal filo d'erba che sbuca dalla roccia, al bocciolo del fiore, ai mille colori, all'abbondanza di vegetazione del prato o del bosco, alle infinite relazioni e interrelazioni con la vita degli animali e di questi con le piante: è tutta una scoperta!
Il parco, se è strutturato con coscienza, oculatezza e competenza, è un'avventura affascinante, uno strumento perché i ragazzi possano percepire, cogliere, confrontarsi; impareranno così ad acquisire una sensibilità ed una mentalità basilari per un atteggiamento culturale ed un comportamento nuovi; saranno arricchiti interiormente e capaci di avvicinarsi alla natura in modo da poterne trarre gioia, energia e poter operare in futuro con una coscienza ed una preparazione adeguate nei riguardi dell'ambiente, opponendosi a superficialità, interessi privati, incompetenza diffusa.
E' ormai tempo che la scuola educhi in tal senso: una giornata di uscita in montagna, o una gita in un parco, con visite guidate da personale qualificato, sono più efficaci di tante ore di lezione in classe.

*Direttore de
La Rivista del Trekking