Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 4 - OTTOBRE 1991



PARCHI SCHEDE
Il Parco Naturale del mont Avic
Massimo Bocca*

Il Parco Naturale del Mont Avie, istituito con legge del 19 ottobre 1989 n° 66, è la prima area protetta regionale della Val d'Aosta, estesa su circa 3495 ettari in territorio comunale di Champdepraz, ed è il primo parco naturale valdostano. L' area comprende la parte medioalta della valle del Torrente Chalamy con limiti altimetrici compresi fra i 1.100 m e i 3.186 m (M. Glacier).
I confini sud, ovest e nord coincidono con quelli del Comune di Champdepraz, mentre ad est passano a monte dei centri abitati escludendo la parte antropizzata del fondovalle; sono inclusi nel parco vari alpeggi, alcuni dei quali ancora utilizzati per la monticazione di bestiame bovino e caprino.
Dal punto di vista geologico predominano le rocce appartenenti al gruppo delle "pietre verdi" (serpentiniti), contenenti mineralizzazioni a magnetite (Lac Gelé) o solfuri di ferro e rame (D'Herin) e utilizzate dall'industria mineraria estrattiva sino ai primi decenni del secolo; in più punti all ' interno del Parco si possono ancora osservare tracce dell ' attività mineraria, quali piste slittabili, discariche e miniere. Interessanti aspetti geomorfologici sono dati dalla notevole serie di circhi glaciali con rocce levigate, striate e montonate e, soprattutto negli immediati dintorni est del Parco, da depositi morenico-alluvionali di notevole potenza e caratterizzati da ampie formazioni calanchive. Il territorio del Parco è caratterizzato inoltre dalla presenza di un notevole numero di specchi d'acqua, fra i quali occorre ricordare il più esteso lago naturale della regione, il Gran Lago; interessanti dal punto di vista naturalistico sono le piane torboso-acquitrinose presenti fra la Servaz e il Lago Bianco.
Per quanto riguarda la vegetazione, va menzionata la presenza della più estesa foresta di pino uncinato delle Alpi valdostane, foresta classificata come "bosco da seme" dal Ministero competente. Assai interessanti sono anche alcuni lembi di faggeta presenti fra i 1100 e 1600 m di altitudine; la Valle di Champdepraz rappresenta infatti il limite estremo di penetrazione del faggio in Valle d'Aosta e già sul versante orografico sinistro del torrente Chalamy questa essenza è sostituita in gran parte dal pino silvestre.
Altri aspetti floristici di particolare rilievo che caratterizzano il Pareo sono dati dall'interessante, anehe se qualitativamente povera, vegetazione legata alle serpentiniti e dall'ampia diffusione di essenze caratteristiche delle zone umide montane, subalpine e alpine; fra di esse merita ricordare a titolo di esempio la Drosera rotundifolia, pianta carnivora nota al di fuori del Pareo in sole tre altre stazioni Valdostane. Dal punto di vista faunistico il Pareo Naturale del Mont Avie possiede tutte le principali specie di mammiferi ed uccelli presenti in ambiente alpino in Valle d'Aosta. Fra di esse si possono elencare: la Lepre variabile, il Camoscio, l'Astore, l'Aquila reale, la Pernice bianca, il Fagiano di monte, la Coturniee, il Picchio nero, la Civetta capogrosso; vanno inoltre menzionati il Gracchio corallino, raro corvide al suo limite orientale di diffusione in Italia, la Nocciolaia, solitamente legata alla presenza del pino cembro e localmente infeudata al pino uncinato, nonchè lo Stambecco, presente con un ridotto numero di individui.
L'entomofauna della Val Chalamy, per ora poco conosciuta, presenta senz'altro molti elementi di interesse. A titolo indicativo, alcune ricerche preliminari sulle farfalle del Pareo avviate nel 1991 hanno già consentito di individuare ben 334 specie di maerolepidotteri, alle quali si aggiungono altre 76 entità rinvenute nella bassa Val Chalamy.
Per ciò che concerne infine l'attuale influenza delle attività antropiche sull'ambiente, l'accidentata orografia e la localizzazione della Valle di Champdepraz - estranea alle grandi direttrici del traffico turistico - hanno contribuito a mantenere pressochè intatto il patrimonio naturale e paesaggistico locale. Numerose sono comunque le testimonianze di attività antropiche tradizionali quali quelle agropastorali e selvicolturali, caratterizzanti in modo spiccato il paesaggio alpino; da alcuni decenni in netta regressione, tali attività sono perfettamente compatibili con la tutela ambientale e andranno opportunamente valorizzate all'interno dell'area protetta. Da tutelare per il loro valore storico sono infine le infrastrutture legate alle attività minerarie che hanno caratterizzato l ' economia della Val Chalamy sino ai primi decenni di questo secolo.
La legge istitutiva del Parco contiene norme riguardanti le finalità e la gestione dell'Ente, precisa le attribuzioni e le competenze di ogni suo singolo organo (presidente del consiglio di amministrazione, direttore, collegio dei revisori dei conti), definisce l'organico dei dipendenti e le disponibilità finanziarie a carico della Regione.
La legge regionale 30 luglio 1991 n° 31 ha modificato la pianta organica dell'Ente, inserendovi 4 guardiaparco ed 1 capo guardiaparco; detti guardiaparco, alle dirette dipendenze del Direttore, si affiancano al Corpo Forestale Valdostano nelle funzioni di sorveglianza per l'applicazione delle normative vigenti all'interno dell'area protetta.
Il Consiglio di Amministrazione dell'Ente, nominato nella primavera 1990, ha nominato una commissione di studio per la stesura del Piano di Gestione Territoriale dell'area, documento che, una volta approvato dal Consiglio Regionale, fungerà da strumento di pianificazione e coordinamento di tutti gli interventi all'interno del Parco; indicazioni sui fini e sui contenuti del Piano sono fornite dalla legge istitutiva e dalla legge regionale sulle aree naturali protette promulgate nel luglio 1991.
L'Ente ha sinora affrontato i più urgenti problemi di ordine gestionale in collaborazione con la Regione e col Comune di Champdepraz: gestione amministrativa e rapporti con i privati interessi a vario titolo al Parco, acquisizione di una prima serie di informazioni sull'area protetta con impianto di archivi tematici, di una biblioteca e di una fototeca, avvio di azioni di recupero di parte della rete sentieristica, preliminare servizio di informazione del pubblico, attività di tipo didattico, promozione di ricerche scientifiche.
Per ciò che concerne l'acquisizione di informazioni è parsa particolarmente urgente la schedatura dei manufatti di interesse storico, architettonico o paesaggistico, al fine di promuoverne in modo organico il recupero e l'utilizzazione. La rete sentieristica, già in parte ripristinata a cura dei Servizi Forestali dell'Amministrazione Regionale, è oggetto di lavori di manutenzione a cura del Parco con l 'utilizzazione di maestranze locali (11 operai nel 1991); questi lavori hanno lo scopo di favorire sia la monticazione del bestiame agli alpeggi, sia le attività didattiche e del tempo libero; a tal proposito, solo parte dei percorsi storicamente esistenti verrà utilizzata a fini escursionistici, in modo da minimizzare l'impatto antropico sull'ambiente. Per la segnaletica orizzontale e verticale è stata adottata la tipologia indicata dall'Amministrazione Regionale.
In assenza dei guardiaparco e del progettato centro accoglimento visitatori, in questo primo anno di attività l'Ente ha provveduto ad istituire un servizio di controllo del territorio e di informazione per i fruitori dell'area protetta, stipulando una convenzione con una cooperativa operante nel settore, che si è avvalsa di personale locale. Gli operatori della cooperativa hanno fra l'altro provveduto a stimare il numero dei frequentatori del Parco e a distribuire in 6 giornate campione 241 questionari informativi: i dati così ricavati saranno preziosi per l'organizzazione di servizi e strutture recettive.
Nella primavera l991 è stato redatto un dépliant illustrativo contenente le principale caratteristiche del Parco, del quale sono state distribuite sinora 5000 copie; inoltre sono in corso di realizzazione una serie di pannelli illustranti le caratteristiche naturali e le norme di comportamento da adottare nell'area protetta, nonchè un plastico corredato da informazioni naturalistiche. Dal punto di vista didattico è stata avviata una collaborazione a livello sperimentale con alcune scuole materne, elementari e medie; tale collaborazione porterà entro il 1992 alla realizzazione di opportuni sussidi grafici e audiovisivi per le visite di istruzione. L'amministrazione del Parco ha inoltre promosso una serie di attività a carattere scientifico. Sono stati sinora affrontati i temi di più urgente interesse applicativo ai fini gestionali, mentre un più organico piano di ricerca sarà predisposto dal summenzionato Piano del Parco . Gli studi già varati affrontano temi floristico vegetazionali (flora delle aree umide e dell'orizzonte alpino; aspetti forestali e agropastorali della Val Chalamy) e faunistici (monitoraggi di alcune popolazioni di vertebrati; inanellamento di passeriformi; studio dei macrolepidotteri), e sono coordinati da ricercatori italiani ed esteri; è in programma la realizzazione, col concorso del Parco, di tesi di laurea inerenti aspetti naturalistici della Val Chalamy. Va inoltre ricordata la partecipazione dell' Ente alla redazione e all' edizione della rivista internazionale di ornitologia Avocetta, pubblicata in collaborazione col Dipartimento di Biologia dell'Università di Torino.
Nell'immediato futuro il Parco Naturale del Mont Avic ha in programma la realizzazione di una serie di programmi volti ad ottimizzare la tutela ambientale e la corretta fruizione del territorio della Val Chalamy; predisposizione di piccole foresterie e di sentieri naturalistici autoguidati, allestimento di un centro accoglimento e informazione turistica con annesso Museo naturalistico, stipula di convenzioni con enti pubblici e associazioni per la realizzazione di un servizio di visita guidata al Parco e per la gestione del Museo Comunale di Champdepraz, realizzazione di un sentieronatura per handicappati in collaborazione col Comune di Champdepraz e con la Regione Autonoma Valle d'Aosta; inoltre, ove sussistono le condizioni, il Parco intende favorire la conoscenza di prodotti locali mediate il conferimento del proprio marchio a tutela e garanzia della loro qualità.

*Direttore del Parco del Mont Avic