Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 6 - GIUGNO 1992


Le "Caserme" del Monte Bondone
Il Centro di ecologia alpina abiterà qui
Gianni Nicolini*

Immerse nel verde dell'altopiano delle Viote del Monte Bondone, poco sopra la città di Trento, in posizione discreta quasi per non disturbare lo splendore della natura, le vecchie, linde, austere ed aristocratiche caserme austroungariche si preparano a vivere il momento forse più importante di tutta la loro esistenza. Quella che era nata come enorme monumento di difesa militare rinasce, trasformata, come accogliente Centro residenziale per attività di studio, formazione e ricerca scientifica sugli ecosistemi del bioma alpino con il coinvolgimento e la collaborazione delle Regioni appartenenti alla Comunità di lavoro ARGE-ALP (Stato di Baviera, Cantoni dei Grigioni, di San Gallo e Ticino, Lander Salisburgo, Voralberg e Tirolo, Regione Lombardia, Province Autonome di Bolzano e di Trento).
E posto migliore non poteva esserci perchè il Trentino, per la peculiare collocazione geografica, si pone quasi come 'cerniera' fra il mondo culturale tedesco e quello latino; ed anche perchè l'ambiente delle Viote racchiude in sè una eccezionale quantità di valori ambientali e naturalistici.
E questo il senso di un disegno di legge della Giunta provinciale di Trento, proposto dall'Assessore all'Ambiente, Territorio e Foreste Walter Micheli ormai giunto, con unanime consenso, al termine dell iter preliminare e quindi alla discussione in Consiglio Provinciale per l'approvazione. Disegno di legge che recepisce fra l'altro l'esigenza delle Regioni che aderiscono alla comunità di lavoro ARGE-ALP di avere un istituto scientifico comune per il conferimento di parte dei dati raccolti su flora, fauna, suolo eccetera, di tutto l'arco alpino, la loro elaborazione ed il coordinamento dei progetti globali di tutela della natura che saranno realizzati congiuntamente fra i partners della Comunità di lavoro.
L'ambiente è posto fra i fattori strategici più importanti per le scelte di sviluppo socioeconomico e di riequilibrio territoriale dal governo della Provincia Autonoma di Trento. La Giunta provinciale su questo tema è chiamata da tempo a maggiori rapporti di collaborazione con le altre Regioni alpine e con l'ARGE-ALP in particolare, con la quale ha sottoscritto - nella riunione del 21.6.91 a Merano - un accordo transfrontaliero titolato "Tutela della specie, dei biotopi e delle altre aree protette".
La valorizzazione ambientale rientra peraltro nelle tradizioni, nelle vocazioni, nell'immagine positiva del Trentino in Italia e all'estero.
Nell'attesa di concludere l'iter previsto per la ratifica della convenzione sopra specificata da parte dello Stato Italiano, le Province e le Regioni appartenenti alla Comunità di lavoro hanno comunque deciso di attivare programmi concreti nel settore ambientale e della tutela delle specie e delle aree protette in particolare.
L'articolo 11 della Convenzione prevede che le parti contraenti si assumano l'obbligo di creare un Istituto scientifico che, in collaborazione con le istituzioni di ricerca esistenti, garantisca uno scambio permanente di informazione con altre istituzioni ed assuma una funzione di studio, di coordinamento e di documentazione nel settore della tutela dell'ecosistema nonchè realizzare progetti di ricerca concordati.
A Merano è stato altresì ribadito quanto sia importante valorizzare comunque i centri scientifici esistenti nelle varie regioni alpine, in una politica di collaborazione.
In questa prospettiva il centro di Ecologia Alpina, come presentato nel DDL, viene a porsi quale riferimento qualificante per ospitare il coordinamento di una parte delle attività di ricerca sulle componenti naturali dell ecosistema alpino oltrechè per supportare proposte ed interventi della Provincia Autonoma di Trento nel settore ambientale. Gli obiettivi saranno perseguiti con modalità integrate e complementari a quelle di altri enti ed istituti operanti sul territorio provinciale e nell'ambito dell'ARGE-ALP, senza sovrapposizioni di ruoli e competenze. Compito precipuo sarà quello di promuovere, coordinare e realizzare progetti di ricerca sulle componenti animali, vegetali e sul suolo dell'ecosistema alpino, attraverso lo sviluppo di specifici progetti e linee di ricerca da realizzare attraverso intese con tutti i soggetti a ciò interessati. Si è previsto realizzare una struttura agile, organizzata per progetti, anzichè un ente pesante e schiavo delle rigidità tipiche della pubblica amministrazione.
Gli obiettivi possono essere così riassunti:

  • I . fornire adeguato supporto contenutistico all'azione della Provincia Autonoma di Trento nel settore ambientale più propriamente naturalistico; in particolare raccogliere, gestire ed elaborare dati naturalistici riguardanti il territorio provinciale, ponendoli al servizio della gestione pubblica dell'ambiente e di una riqualificata offerta ambientale;
  • 2.promuovere intese con le Università, con le Regioni dell'arco alpino, con istituzioni di ricerca nazionali ed internazionali, in particolare con quelle delle Regioni appartenenti all'ARGE-ALP, con gli Enti parco e con altri enti od associazioni anche locali per la collaborazione e la realizzazione di progetti di ricerca sull'ecosistema alpino;
  • 3. raccogliere, gestire, elaborare ed archiviare dati naturalistici riguardanti il territorio trentino ed alpino in generale, anche sviluppando collegamenti con banche dati internazionali;
  • 4. individuare e studiare i fondamentali modelli ecologici di funzionamento dei principali ecosistemi alpini;
  • 5. riprodurre e conservare specie animali e vegetali, anche rare o in via di estinzione;
  • 6. promuovere e coordinare indagini ecopatologiche e genetiche sulle popolazioni di animali selvatici;
  • 7. promuovere e coordinare indagini dirette alla conoscenza della fisiologia delle piante legnose, nonchè sulle alterazioni patologiche che possono derivare da fattori di aggressioni esterne;
  • 8. organizzare corsi e seminari di aggiornamento e specializzazione nelle discipline naturalistiche, con riferimento all'ecosistema alpino;
  • 9. istituire borse di studio per l'approfondimento di specifiche ricerche nelle discipline naturalistiche in relazione al sistema biotico e abiotico dell'arco alpino;
  • 10. informare sull'attività scientifica del centro, attraverso l'organizzazione di mostre, convegni, ed altre iniziative di divulgazione tramite pubblicazioni, video e quant'altro ritenuto idoneo per una adeguata informazione.
Il Disegno di legge configura il Centro come un ente funzionale della Provincia Autonoma di Trento, dotato di un proprio Consiglio di amministrazione, nel quale sono rappresentati l'Amministrazione provinciale, il Comune di Trento, il Museo Tridentino di Scienze naturali, l'Università di Trento, le Associazioni protezionistiche, l'ARGE-ALP. Il Comitato scientifico, composto da sei esperti nelle materie di interesse per l'attività del Centro, è l'organo di consulenza e controllo scientifico.
Il Centro svolgerà i propri compiti con la minore quantità possibile di personale stabile, in quanto le attività di ricerca, di informazione, di aggiornamento e di specializzazione dovranno essere condotte attraverso il coinvolgimento di esperti appositamente convenzionati.
Il Centro sarà retto da un direttore nominato dal Consiglio di amministrazione per cinque anni, tra soggetti in possesso di particolari requisiti.
Le attività tecnico-scientifiche saranno dirette da un coordinatore scientifico, nominato dal Consiglio di amministrazione anch'egli scelto tra soggetti particolarmente qualificati. Il coordinatore dovrà vigilare sulla realizzazione dei progetti di ricerca e collaborerà con il direttore al fine di assicurare una corretta gestione della ricerca e della divulgazione dei risultati scientifici raggiunti.
Forte significato viene attribuito agli strumenti di programmazione del Centro, soprattutto in considerazione dell'agile struttura che dovrà contraddistinguerlo e dalle finalità e a compiti che lo caratterizzano.
Il programma di attività fissa le scelte e determina gli obiettivi che il Centro intende perseguire, individua il Piano di sviluppo delle attività tecnico-scientifiche, il Piano pluriennale degli investimenti e le relative modalità di finanziamento, i riflessi organizzativi e finanziari conseguenti all'attuazione del programma stesso, un programma articolato per aree scientifiche, linee di ricerca e progetti a termine.
Particolare attenzione viene posta alle entrate derivanti dalle assegnazioni di fondi per la realizzazione dei progetti affidati al Centro dall'ARGE-ALP, da altre Regioni e da altri istituti, nonchè dai proventi ricavati dalla gestione delle strutture residenziali e di mensa, dalle iscrizioni ai corsi e dall'attività comunque svolta per conto di terzi.
Significativa è inoltre la scelta del Monte Bondone, e in particolare dell ex Caserma delle Viote quale sede del Centro. Tale ubicazione permetterà di sfruttare al meglio il grande complesso edificiale, particolarmente idoneo per ospitare ad un tempo strutture di laboratorio e di convitto, aree di allevamento, riproduzione, sperimentazione, convegni, e altro.
L'ambiente circostante racchiude in sè notevoli elementi ambientali di rilevante valore scientifico: una foresta demaniale di oltre 800 ettari che dai versanti del breve altopiano si tende pioniera alla conquista degli estremi lembi rocciosi delle tre vette che, dai loro 2.000 metri, dominano le Alpi Tridentine da una parte ed il lago di Garda dall'altra; un alternarsi variegato di prati, prati-pascoli, prati alberati ricchissimi di specie alpine officinali rare ed endemiche, ancora sfalciati per le cure fitoterapiche dei bagni di fieno". Un prezioso anfiteatro naturale forestale protetto a riserva integrale sotto il quale si allarga un'altrettanto preziosa torbiera piana di alta quota - anch'essa protetta -, wilderness di eccezionale valore naturalistico; un giardino botanico di fama europea, ricco di 2.000 e più specie provenienti da tutte le montagne del mondo. Questa localizzazione ha trovato particolare positiva accoglienza nell'ambito ARGE-ALP per le citate qualità; è altresì particolarmente idoneo per realizzare sul campo gran parte delle attività sperimentali cui il centro dovrà dar corso. L'Università di Innsbruck ha già attivato forme concrete di ricerche scientifiche comuni (dallo scorso anno è in corso sui prati e sui boschi delle Viote un'attività di ricerca sistematica e multidisciplinare di ecofisiologia alpina con il coinvolgimento del Museo tridentino di Scienze naturali, dell'Università di Padova e del Servizio Parchi e Foreste Demaniali della P.A.T. coordinato dal professore Cerusca dell'Istituto di Botanica di Innsbruck; il programma prevede di proseguire l'attività fino al '93-'94.
Ampio consenso ed adesione a questa iniziativa legislativa è venuto tra l'altro dal Ministero dell'Ambiente della Baviera - Presidente della Commissione Seconda ARGEALP - nonchè dal Capitano del Tirolo e dal Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, che hanno formalmente manifestato il proprio appoggio all'istituzione del Centro, evidenziando l'opportunità di sviluppare collegialmente, a livello delle Regioni dell'Arco alpino. Ie politiche ambientali e i connessi progetti di ricerca.
Anche molti esponenti del mondo accademico nazionale - ed il Coordinamento Nazionale dei Parchi - hanno inviato adesioni e pronunciamenti a favore dell'iniziativa dichiarando anche la loro disponibilità a collaborare, evidenziando come vi sia una interessata attesa all'avvio di questo centro e ad eventuali collaborazioni scientifiche. Questo Centro potrà divenire un polo di riferimento in Europa per studi e progetti di tutela della natura nell'area alpina, attivando collaborazioni multidisciplinari ed interdisciplinari in grado di esaltare sinergie scientifiche in chiave transfrontaliera ed europea.

*Servizio Parchi e Foreste Demaniali
Provincia Autonoma di Trento