Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 6 - GIUGNO 1992


Parco dei Nebrodi. Stato degli atti e prosprttive
Rino Calderaro*

Il Parco regionale dei Nebrodi trova le sue origini nel dibattito urbanistico degli anni settanta ed una indicazione in tal senso si trova già nel piano comprensoriale numero nove che, a seguito del sisma del 1968, viene formato per la zona intorno alla città di Mistretta. Con la legge regionale n. 98 del 6.5.1981 si esce dal dibattito e si entra nella prescrizione legislativa.
In esecuzione di tale norma - che riguarda anche la creazione dei Parchi dell'Etna e delle Madonie - la Direzione regionale dell'urbanistica individua un'area omogenea che comprende la dorsale montuosa da ovest ad est, parallela alla costa nord dell'isola, e che va dalla Valle di Tusa alla Rocca di Novara. Questi monti, compresi tra Madonie e Peloritani presentano struttura geologica omogenea (argille sormontate da arenarie) con rarissime emergenze calcaree, conseguente abbondanza di acque superficiali e frequenti stagni e boschi pressoché continui. L'area comprende più di trenta Comuni.
Caratteristica più marcata del comprensorio, anche rispetto alla realtà europea-occidentale e italiana, è la costante presenza antropica in tutta l'area che peraltro presenta rilievi morbidi e quote medie intorno ai 1.000 metri, giungendo in un solo caso (Monte Soro - Territorio di Cesarò) a oltre 1.800 metri s.l.m.
Oltre ai segni di presenza umana legati alle attività agro-silvo-zootecniche, si riscontrano numerosi centri abitati con importanti presenze urbanistico-architettoniche spesso rilevanti anche per le vestigia storiche.
Importanza scientifica hanno numerose specie botanico-vegetazionali tra le quali spicca la più grande e più meridionale stazione di faggio in Europa.
Dopo l esperienza non proficua di un Comitato di Proposta formato dai rappresentanti dei Comuni, nella primavera del 1985 si giunge alla nomina di un Commissario regionale. Costui usufruisce di un gruppo di consulenza scientifica formato da docenti designati dai Rettori delle Università di Messina e Catania, da due ispettori forestali designati dalla Direzione regionale foreste e da un architetto-urbanista dirigente del gruppo cartografie e piano urbanistico regionale designato dalla Direzione urbanistica regionale.
Lo studio evidenzia la presenza già accennata di una faggeta condotta a ceduo, sopravvenienza glaciale e per la quale si corre il rischio di estinzione a causa della difficoltà di riproduzione per seme, se non in presenza di una costante copertura vegetale. Tale massa boscata costituisce il centro di una più complessa associazione comprendente soprattutto cerri, roverelle, lecci e sughere, le quali ultime talora si spingono ancora fino al mare della costa nord. Si riscontrano ancora residuali formazioni di tasso.
Pur falcidiate nei secoli, importanti sono le presenze zoologiche che comprendono un'avifauna stanziale e migratoria legata anche alla ricordata frequenza di stagni, specchi e corsi d'acqua, tra i quali notevoli il lago del Biviere di Cesarò ai piedi di Monte Soro a vista dell'Etna che, ricadendo ad oltre 1.600 metri di quota, è lo specchio d'acqua più alto dell'isola. Notevole ancora la presenza di rapaci e quella di una popolazione di gatto selvatico.
Numerosa la presenza di animali domestici condotti allo stato brado (caprini e ovini ma soprattutto bovini) accompagnati da una presenza equina anch'essa brada, omogenea e notevole, incrocio tra cavalli inglesi ed arabi - il cavallo Sanfratellano - pervenuta oltre cinquecento anni fa nell'area al seguito di una delle colonie lombarde fermatasi tra l'Ennese e la montagna dei Nebrodi.
Consistente la presenza di suini neri selvatici che, pur generando ottime produzioni alimentari, desta non poche preoccupazioni per i danni che produce alla cotica erbosa.
Notevoli le manifestazioni etnico-antropologiche.
Le produzioni artigianali di pregio sono legate non solo all'agro-alimentare ma si allargano in una vasta gamma che va dal tessile (lana-lino-tappeti) al ferro, al legno, al cuoio, alla lavorazione della pietra ed hanno tuttavia un mercato quasi esclusivamente locale - spesso rifluente al consumo familiare - e minacciano di scomparire se non accompagnate da ricerca di tipi costanti, di analisi e sbocchi opportuni di mercato.
L'area individuata all'inizio si estende a sud fino a toccare la valle del Fiume Alcantara, naturale spartiacque col massiccio dell'Etna e sede di floridi frutteti, e comprende circa 140.000 ettari di cui il bosco ammonta a circa 60.000 ettari.
La proposta è stata presentata dal Commissario alla Regione nell'ottobre del 1988. Si è provveduto a pubblicarla in tutti i Comuni interessati e sono state presentate 438 osservazioni di privati ed enti. Tali atti sono stati schedati con riferimenti cartografici ed aerofotografici, localizzati in apposite planimetrie, accompagnati da altre planimetrie che visualizzano le proposte modifiche a seguito di accoglibili osservazioni e da una relazione di controdeduzioni del commissario. In detta relazione tra l'altro si propone di delimitare le grandi zone di pascolo altomontano sottoponendole a speciale disciplina che sgravi l eccessivo carico pascolivo nel bosco e consenta, pur con le necessarie cautele, la riconversione della zootecnia bovina brada e transumante a quella semistabulata.
Altra proposta generale è quella di individuare e disciplinare le captazioni idriche per usi agro-zootecnici e civili esclusivamente per i consumi delle popolazioni naturali. Tutto il suddetto materiale dal novembre 1990 è all'esame del Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale che ha compiuto numerosi sopralluoghi ed ha anche svolto le audizioni dei Sindaci dei Comuni interessati.
In un recente convegno - il 26 gennaio tenuto nel Parco a Galati Mamertino dalla Lega ambiente regionale con la partecipazione del presidente della Regione, dell'assessore al territorio e di numerosi deputati nazionali e regionali è emersa innanzitutto la necessità di procedere in tempi brevi alla delimitazione e costituzione del parco anche a motivo della norma contenuta nella legge regionale n. 14 del 9.8.1988 recante misure di salvaguardia della proposta che sottopongono in maniera estremamente opportuna a nulla-osta regionale tutte le trasformazioni del territorio che riguardino la zona A, B e C dell'istituendo parco. In merito l'assessore regionale al territorio ha espresso l'impegno di pervenire, prima della prossima estate, alla istituzione del parco.
Durante il convegno è stata formulata da parte della Lega ambiente una proposta di riduzione dell area protetta in questione limitandola ai territori che vanno dalla strada statale che congiunge S. Stefano di Camastra a Mistretta e Nicosia ad ovest e alla strada statale che da Capo d'Orlando perviene a Floresta e quindi a Randazzo ad est.
Tale delimitazione - che vedrebbe peraltro le aree naturalisticamente importanti escluse dal parco costituite in riserve naturali renderebbe più compatta la fisionomia dell area di Parco e soprattutto la renderebbe più gestibile.
Chi scrive brevemente ritiene di esprimere anche qui il proprio avviso in merito, riconoscendo pienamente la perplessità che i problemi gestionali presentano sotto il duplice aspetto della pletoricità degli organi e della difficoltà di indirizzo, coordinamento e controllo di un'area così vasta da parte del futuro Ente parco.
Si deve tuttavia qui dire che l'analisi scientifica - peraltro non messa in discussione ha confermato l'omogeneità dell'area tutta sotto i diversi aspetti e che ancora la tutela naturalistica che trova ingresso nella disciplina di parco, soprattutto sotto il profilo pianificatorio, differisce notevolmente dalla tutela attuata con l'istituzione di una o più riserve naturali.
Tuttavia, per concludere, è da ritenere che in ogni caso il rischio da evitare è quello del rinvio delle decisioni politiche lasciando così nell'incerto i diritti dei cittadini e sottoponendo a concreti rischi di manomissione, soprattutto per opere pubbliche, un'area di grandissimo interesse naturalistico.

*Commissario per la proposta di Parco dei Nebrodi