Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 6 - GIUGNO 1992


L'aggiornamento degli insegnanti: un problema urgente
Margherita Cobianchi *

Da qualche anno a questa parte, dalla consapevolezza della necessità di proteggere l'ambiente è scaturita e si è andata facendo sempre più pressante l'urgenza di un'educazione ambientale rivolta alle nuove generazioni: solo se esse sapranno valutare correttamente l'impatto ambientale dei propri interventi a medio e a lungo termine potranno progettare soluzioni che mantengano il mondo vivibile per la specie umana, nell'ottica del cosiddetto "sviluppo sostenibile".
La scuola per sua natura è l'organismo che si dovrebbe far carico di tale compito educativo e in effetti già dal 1989 una Circolare ministeriale sollecitava l'inserimento di progetti di educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado. E nelle scuole si è riversata una pioggia di proposte da parte delle Regioni, dei Comuni, di Enti e Associazioni ambientali: spesso, però, tali proposte sono cadute nel vuoto o, pur accolte, hanno dato luogo a lavori superficiali, estemporanei, perfino mal inseriti nel programma curricolare.
In effetti, i problemi sollevati sono molti e di non facile soluzione.
Innanzitutto si pongono delle questioni di carattere teorico.
Bisogna osservare, infatti, che l'ecologia è una scienza "neonata', che non ha secoli di speculazione e sistematizzazione alla spalle.
La realtà ambientale ci ha posto di fronte a dei problemi nuovi (nuovi almeno per la loro entità) e l'umanità sta iniziando da poco tempo ad affrontarli, avvertendo la necessità di ordinare le soluzioni in un quadro organico, in una scienza sistematica.
La difficoltà sorge nel momento in cui è urgente organizzare la nuova scienza e contemporaneamente trasmetterla didatticamente.
Il secondo ordine di problemi è di natura didattica.
Innanzitutto è opportuno notare che si tratta di educazione il che vuol dire far acquisire un atteggiamento, una mentalità, e questo obiettivo non si raggiunge impartendo semplicemente alcune nozioni. Gli atteggiamenti di fondo si trasformano solo entrando dentro la questione, facendola propria con il porsi dei problemi, col cercare soluzioni, attivando quella operatività mentale (e non meccanicamente pragmatica) che ha origine ed esito nella operatività concreta. Lo studio più che mai diventa scoperta cercata e conquistata.
Si entra dunque nel campo della metodologia della ricerca, tanto più essenziale in questo caso, in quanto il metodo scientifico in senso lato si può applicare validamente ad ogni disciplina e quindi è forse l'unico punto fermo da cui prendere avvio per una corretta educazione ambientale.
Infine, ci sono i problemi organizzativi.
E' stato a lungo discusso quale insegnante si debba occupare di educazione ambientale.
La Commissione paritetica dei Ministeri Ambiente e Istruzione nella Circolare dell 89 asserisce: " ... appare opportuno richiamare l'attenzione dei docenti di tutte le discipline affinchè tengano conto, nella prassi didattica, dell'esigenza dell'educazione ambientale. Si tratta di riconsiderare le diverse discipline, inquadrandole nella vasta problematica ambientale, ognuna secondo il proprio specifico ambiente. In questo senso l educazione ambientale costituisce un obiettivo trasversale di tutte le discipline". Il compito dunque è affidato a tutti in generale e a nessuno in particolare, situazione adatta perchè chi già si interessa dell argomento continui a farlo, e chi non ne avverte particolarmente lo stimolo lasci tranquillamente cadere la proposta.
In effetti, per seguire le direttive della Circolare sarebbero necessari una precisa coordinazione e programmazione tra insegnanti delle diverse aree o discipline, una conoscenza non superficiale della problematica e il coraggio di tentare strade nuove
Tutti questi fattori si condizionano reciprocamente, ma forse fra le tre condizioni la più ardua da realizzare è proprio la prima, sia per la diversità di vedute e di impostazione dei docenti, sia per gli ostacoli insiti in un orario difficilmente flessibile.
Per superare tutto ciò sono indispensabili un impegno cospicuo e un fermo entusiasmo. Ma molti insegnanti hanno notevoli remore a lanciarsi in un lavoro di tale entità, temendo (spesso a ragione) di non avere sufficienti strumenti teorici per avventurarsi su un territorio d indagine poco conosciuto, e di trovarsi quindi, nel mezzo del percorso, a non saper più gestire la situazione. Si mantengono così sul terreno consolidato di un insegnamento disciplinare ben definito, di cui conoscono ormai i percorsi, lasciando cadere le sollecitazioni e gli inviti provenienti dal Ministero della Pubblica istruzione e da enti vari.
Alcuni docenti, d'altra parte, accogliendo tali proposte si impegnano seriamente, ma pensano che sia sufficiente insegnare scienze all'aperto per fare educazione ambientale.
La faccenda in realtà è molto più complessa: l'educazione ambientale implica sapere cogliere i rapporti di interdipendenza tra le varie specie di esseri viventi (e tra di esse anche quella umana) e i fattori fisici e chimici che ne condizionano la sopravvivenza. Ciò presuppone sì una corretta educazione naturalistica (che ovviamente non si limiti ad una conoscenza morfologica o peggio ancora di vuota nomenclatura, ma che esplori ed evidenzi funzioni e relazioni), che però deve costituire la base per un discorso più ampio. Si deve giungere ad esaminare approfonditamente il sistema delle infinite relazioni con cui ogni essere vivente è legato agli altri, a volte apparentemente del tutto estranei, per arrivare a vedere con "occhio scientifico" come l'uomo non è altro che una delle tante specie esistenti sulla terra, e come è inserito esattamente al pari delle altre specie nella complessa trama delle relazioni biofisiche.
Tutto ciò non va appreso dagli allievi come una lezione da saper ripetere e su cui meritare un buon giudizio di valutazione da parte dell'insegnante (e da dimenticare una volta conseguito il voto"), ma deve essere una cellula del patrimonio conoscitivo, conoscenza vera che serve a formare altre conoscenze e che è la base per progettare ed agire nella vita.
E vero che numerosi docenti hanno già fatto molta strada in questo senso, progettando, tentando, sperimentando, ma moltissimi altri sono impreparati ad un approccio problematizzato che guidi gli alunni a porsi interrogativi, a cercare delle risposte, a formulare delle ipotesi, acquisendo così abilità, concetti, atteggiamenti, costruendo operativamente gli strumenti conoscitivi per indagare la realtà ambientale.
Gli insegnanti necessitano dunque di un serio aggiornamento non soltanto dal punto di vista teorico o dei contenuti (del resto vastissimi e tentacolari) ma soprattutto dal punto di vista metodologico, sperimentando di persona e operando sul campo, in modo da interiorizzare l'atteggiamento scientifico.
Solo un'adeguata preparazione potrà far uscire dall'impasse la grande maggioranza di maestri e professori e consentirà loro di provare a progettare con fiducia qualche percorso di educazione ambientale.
Viene incontro a tali esigenze il progetto educativo avviato dall'Amministrazione del Parco Naturale della Maremma con la collaborazione di alcuni Dipartimenti delle Università della Toscana.
In Italia, ma soprattutto all'estero, vengono incontro a tali esigenze le iniziative avviate dalle Amministrazioni di alcuni parchi naturali con la collaborazione di docenti universitari specialisti nelle varie discipline, che concorrono alla realizzazione di una corretta educazione ambientale.

E auspicabile che tali progetti si moltiplichino (ed ovviamente vengano resi manifesti nelle scuole) visto che normalmente i Parchi posseggono sul loro territorio strumenti idonei ad offrire agli insegnanti interessati un concreto aggiornamento sull'area disciplinare di cui ci stiamo occupando e visto che uno dei principali obiettivi della loro istituzione è proprio quello educativo.

* Insegnante della Scuola media "Caravaggio" di Roma e collaboratrice del Consorzio Parco Naturale della
Maremma