Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 7 - NOVEMBRE 1992


Editoriale
C'è attesa naturalmente per i risultati e gli esiti della nuova legge sulle aree protette.
Mentre prosegue il dibattito sulle interpretazioni più corrette di molte norme e scadenze non semprelimpidegiàcisiinterrogasullarealevolontàecapacità dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali di attuare una legge che, attesa da lunghissimi anni, sembra ora interessare poco. Di questo dibattito e delle preoccupazioni che ne emergono ci occupiamo ampiamente in questo numero.
Qui vorremmo soffermarci su un aspetto finora poco presente, se non ignorato nel dibattito. Si tratta di un aspetto molto importante perchè va al di là dei contenuti specifici della legge e si raccorda con quel tema più generale della crisi del sistema istituzionale del nostro Paese che stiamo vivendo drammaticamente.
Con la 394 i parchi italiani, nazionali e regionali, ma anche provinciali e locali, entrano a tutti gli effetti e con tutti i crismi della legge nel circuito istituzionale del Paese.
Per la prima volta la legge riconosce una dignità istituzionale a tutti i parchi, con precisi poteri e funzioni finora appannaggio esclusivo o quasi di enti elettivi o di organi centrali dello Stato. Enti e organismi, che pure restano di secondo livello e perciò derivati, assumono ora delicatissime funzioni di programmazione e gestione del territorio.
Possiamo dire in un certo senso che con la 394 e con la 142 i parchi o meglio le aree protette escono dal sommerso e dal precario per collocarsi con una nuova dignità e fisionomia nel sistema istituzionale del paese.
Si tratta di una novità di non poco conto, di cui non debbono fuggirci le molteplici e rilevanti implicazioni.
La più importante e significativa è senz'altro questa: i parchi, entrando nel circuito istituzionale del Paese oggi drammaticamente in crisi, fortemente logorato nel suo rapporto di fiducia con i cittadini, ne subiscono tutte le conseguenze.
Sarebbe davvero miope, peggio sciocco, illudersi che quanto ci attende in fatto di scadenze insediamento dei nuovi organismi centrali, istituzione dei nuovi parchi nazionali, nuova legislazione regionale in base alla 394 e alla 142, il nuovo ruolo delle Province in questa materia, la conseguente trasformazione degli Enti parco regionali esistenti non abbia a che fare e non dipenderà anche da come sarà affrontata e risolta la crisi del Paese.
Deve pur dire qualcosa il fatto che, ancora fresca di stampa, la legge già si pensi di tagliare le risorse finanziarie previste per i parchi di cui ha parlato in termini estremamente preoccupanti lo stesso Ministro. E un fatto gravissimo perchè già oggi i parchi soffrono acutamente la sproporzione fra le finalità affidate e l'impegno finanziario effettivo.
Ma deve ancor più far riflettere quanto sta avvenendo con alcuni dei nuovi parchi nazionali previsti dalla legge.
Dopo tante discussioni sul valore del consenso delle popolazioni abbiamo decreti che, disattendendo legittime aspettative e intese, introducono assurdi vincoli, rinviando l insediamento dei nuovi organi di gestione cosicchè ad entrare in vigore saranno ancora una volta soltanto i vincoli. Il Parco stenterà perciò a prendere corpo e sostanza; i suoi "contenuti" insomma ancora una volta rimarranno del tutto vaghi e saranno rinviati ad un altrettanto indefinito futuro.
E come se non bastasse circolano proposte messe a punto frettolosamente e alla chetichella per presidenze e incarichi operativi importanti nei nuovi parchi che fanno cascare le braccia. Mentre cresce nel Paese giustamente l'insofferenza per scelte che non siano ispirate a criteri di competenza e professionalità nel governo della cosa pubblica, per la gestione dei nuovi parchi si continua a riciclare un personale assolutamente privo di questi titoli.
Sono tutti pessimi segnali destinati a pesare negativamente nelle scelte che dovranno essere fatte.
Ecco perchè noi non possiamo chiamarci fuori da quanto avviene in questo momento nel paese, né possiamo illuderci che tutto questo non ci riguardi. Ci riguarda eccome!
Sappiamo già per esperienza cosa significhi ritardare talvolta per anni la designazione di una rappresentanza o l' elezione di un presidente di parco o la nomina di un direttore. Rinvii, ordinaria amministrazione che poi significa semplicemente paralisi dell'ente: sono queste le naturali, inevitabili conseguenze di comportamenti preoccupati più del proprio particolare che del funzionamento delle istituzioni.
Per questo al Ministro dell'ambiente, alle Regioni speciali e ordinarie, agli Enti locali, Province, Comuni, Comunità montane rivolgiamo un pressante appello a fare presto e a fare bene, rimediando intanto ai brutti pasticci e poi mettendo mano senza indugi alla attuazione delle leggi.
Senza questo sforzo serio di cambiamento, di trasparenza, di coraggio tutte le chiacchiere sui parchi sono destinate a lasciare il tempo che trovano. E il tempo è poco e brutto.