Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 7 - NOVEMBRE 1992


L'esperienza francese dei parchi naturali regionali
(parte seconda)
Jacqueline Fassero*, Salvatore Palladino** e Stefano Panzarasa***

Attività e realizzazioni

La buona riuscita dei parchi regionali francesi si può rilevare, oltre che dall'incremento quantitativo quasi continuo, anche dalla analisi dei vari settori di attività svolte.
Le attività e le realizzazioni specifiche dei parchi, delle quali riportiamo gli esempi più significativi, possono essere rappresentate in tre gruppi, secondo gli ambiti di intervento: a) strutture, b) promozione economica, c) tutela.

  • a) Strutture

Gestione e accoglienza

In questo campo l'elemento fondamentale è stata la Casa del parco (Maison du parc), struttura di cui quasi tutti i parchi si sono dotati da tempo. Essa generalmente comprende la sede amministrativa e tecnica, la biblioteca, sale per esposizioni (permanenti e temporanee), conferenze e seminari ed è situata in una zona centrale del parco, lungo una via di facile accesso.
L'edificio di solito riflette lo stile architettonico locale e spesso si tratta di una vecchia fattoria o di un castello restaurati. A volte annessi alla Maison du parc ci sono edifici minori (per esempio antiche stalle) restaurati e adibiti ad ostello, laboratori artigianali e punti vendita dei prodotti locali.
Ad esempio, il Parco Normandie-Maine ha ricavato la Maison du parc in un grande complesso di edifici rurali restaurati che erano la dipendenza di un antico castello ed in essa si svolgono tutte le attività prima enunciate; inoltre, in un terreno adiacente è stato realizzato un frutteto sperimentale (verger conservatoire) dove vengono conservate tutte le specie locali (oltre 150) di alberi di melo e pero. La Casa del Parco d'Armorique è situata addirittura in un'apposita area di 1.000 ha con numerosi altri edifici che l'accompagnano. Il Parco della Foret d'Orient ha realizzato la sua Casa in una antica fattoria champenoise, "smontata", restaurata e rimontata nel cuore del parco stesso. Il Parco del Morvan, oltre alla Casa, ha a sua disposizione diversi altri edifici, nei quali hanno la loro sede anche un centro di ricerca e la biblioteca. E così via.

Informazione e pedagogia

Strutture per queste attività sono state realizzate in quasi tutti i parchi, allo scopo di far conoscere ai visitatori gli aspetti naturali delle aree protette, insieme ai modi di vita e alle tradizioni locali. Essi sono stati anche un mezzo per avvicinare i cittadini alle popolazioni rurali. Le strutture presenti sono di due tipi: gli Ecomusei (Ecomusées) e i Centri di iniziazione alla natura e all'ambiente (Centres Permanents d'lnitiation à l'Environnement - CPIE).
Gli Ecomusei sono musei diversi da quelli ordinari: sono strutture "aperte" per la conoscenza e lo studio dell'ecosistema locale, ossia l'insieme delle relazioni che intercorrono tra la natura e l'uomo, considerando la sua cultura, le sue attività e le modifiche apportate da queste all ambiente, con grande attenzione alla storia ed al presente, ma anche con uno sguardo al futuro. Gli Ecomusei normalmente hanno sede in antichi edifici restaurati e svolgono molteplici funzioni: stimolo del legame tra le popolazioni locali e il loro territorio, valorizzazione del patrimonio naturale e socio-culturale, studi teorici e pratici riguardanti la natura e le attività umane e infine preparazione di tecnici che opereranno nelle varie attività locali (agricoltura, allevamento, artigianato).
Il fatto che all'interno degli Ecomusei vi siano sempre esposizioni e mostre sul patrimonio naturale ed etnologico locale determina un grande richiamo turistico di queste strutture, che fanno spesso del turismo una delle fonti principali della loro stessa esistenza. In realtà, nella maggior parte dei casi gli Ecomusei hanno sviluppato solo alcuni settori preferenziali di intervento, come, per esempio, la botanica, le tecniche artigianali, la conservazione di edifici e lo sviluppo locale.
Ad esempio, l'Ecomuseo di Marquèze, nel Parco delle Landes de Gascogne, è stato realizzato restaurando e ricostruendo un antico insediamento rurale del XIX secolo con tutte le componenti caratteristiche dello stile di vita silvo-pastorale locale. Ne fanno parte le abitazioni tipiche con gli arredamenti dell'epoca, un mulino, il forno per il pane, il granaio, il fienile, i laboratori degli artigiani e un ovile, come legame con un'attività, la pastorizia, ancora molto praticata nel territorio del parco. Più all'esterno, orti, vigneti, frutteti e campi tutt'ora coltivati contribuiscono notevolmente ad aumentare il fascino dell'antico "quartiere di Marquèzé'. In un edificio moderno, che rispetta comunque le tipologie di quelli originari, è situato il "Museo del tempo", dedicato agli aspetti naturali e socio-culturali del parco, alle problematiche e alle prospettive. Per i visitatori, che possono usufruire di guide e di un punto di ristoro e vendita di prodotti locali, l'unica via di accesso all'Ecomuseo è una antica ferrovia ripristinata, che contribuisce a rendere sempre più affascinante la visita.
Anche il Parco dell'Armorique vanta un risultato di grande interesse con la realizzazione di due Ecomusei: quello di Ouessant restaurando antichi edifici, per 30 abitazioni, del 17°, 18° e 19° secolo; quello dei Monts D'Arrée con il recupero e la valorizzazione di tecniche in tradizioni rurali della regione, come il mulino di Kerouat.
Ricordiamo infine l'Ecomuseo realizzato dal Parco di Brière nel villaggio di Kerhinet.
Se in qualche parco regionale manca l'Ecomuseo, vi si trova almeno una struttura dedicata a qualche attività tradizionale della zona, come la Maison de la passementerie (Casa della passamaneria) nel Parco del Pilat, la Maison de la Mytiliculture (Casa della mitilicoltura) e la Maison de la Menuiserie (Casa della falegnameria) nel Parco del Marais Poitevin.
I Centres Permanents d'lnitiationà l'Environnement sono stati realizzati in alcuni parchi dove le condizioni per la loro creazione erano più favorevoli. Essi sono dei complessi residenziali polifunzionali composti da un castello, aule, biblioteche, sale per esposizioni e laboratori, dedicati alla formazione di coloro che normalmente insegnano le tematiche ambientali (maestri, insegnanti, animatori). La formazione riguarda molteplici attività - culturali, scientifiche e ludiche - realizzate all'interno dei Centri o sul campo. I CPIE sono anche in grado di accogliere il pubblico nei periodi di vacanza, organizzando per i visitatori varie attività sia culturali sia ricreative.
I CPIE sono presenti nei Parchi di Armorique, Landes de Gascogne e Brotonne, ma, in ogni caso, anche senza possedere al suo interno un CPIE, ogni parco regionale è impegnato stabilmente nell'organizzazione di corsi e seminari sulle varie discipline ambientali destinati agli insegnanti, ai ragazzi e agli adulti.

Ricreazione

Gli interventi in questo settore sono stati uno dei principali impegni dei parchi regionali, al fine di stimolare i visitatori dei parchi alla conoscenza dell'ambiente protetto e alla pratica delle attività sportive compatibili con la tutela della natura Tra le principali finalità di queste attività i parchi hanno sempre posto il beneficio economico per le popolazioni locali, chiamate a partecipare alla loro organizzazione e gestione. Le attività da praticare in ogni parco vengono scelte tramite uno studio delle potenzialità geografiche dell'area, ad esempio canoe-kayak in caso di presenza di fiumi, o lo sci di fondo per la montagna (in Corsica la promozione di questa pratica sportiva ad opera del parco regionale ha permesso lo sviluppo di una stagione turistica invernale, consentendo alle strutture alberghiere locali di funzionare tutto l'anno).
Altre attività promosse dai parchi sono state la vela, le passeggiate a piedi, le traversate con la mountain-bike, l'equitazione (ad esempio, il Parco della Haute Vallé e de Chevreuse ha creato numerosi circuiti per l'escursionismo equestre), le scalate, la valorizzazione di palestre di roccia (Parco di NormandieMaine), l'orientering, le escursioni marine (Parco della Martinique).

  • b) Promozione economica

La promozione economica è stata, dal primo momento, un obiettivo primario dei parchi regionali francesi. Senza questo presupposto sarebbe stato arduo, se non impossibile, ottenere il consenso delle collettività locali alla protezione del patrimonio naturale .
La valorizzazione delle risorse locali, pur risultando un obiettivo difficile da raggiungere per gran parte dei parchi a causa della loro collocazione in aree marginali, ha comunque comportato la creazione di nuovi posti di lavoro, spesso altamente qualificati, frenando in molti casi il fenomeno dell'abbandono dei territori rurali.
Sono, dunque, da considerarsi molto interessanti e promettenti le numerose esperienze di promozione economica operata dai parchi in settori di intervento quali agricoltura, allevamento, artigianato e turismo rurale. Al di là delle difficoltà, quella della combinazione di tutela e sviluppo, o, meglio, della tutela attraverso lo sviluppo compatibile, si è dimostrata già nella realtà francese una via obbligata per i parchi ed una valida alternativa all'idea di risolvere i problemi economici delle aree depresse impiantandovi attività produttive ad alto impatto ambientale.

Agricoltura

Accertata l'importanza di recuperare e consolidare attività agricole tradizionali in difficoltà, e quindi in pericolo di abbandono, molti parchi si sono attivati in questo campo.
Ad esempio, i Parchi di Normandie-Maine e Brotonne si sono mossi per rivalutare la coltura del melo (e del pero) per la produzione di una bevanda a bassa gradazione alcoolica, il sidro, attività in forte declino sin dagli anni 50 e sempre più in abbandono. L'azione di rilancio di questa attività ha seguito una precisa "strategia" di intervento, comprendente:

  • - ricerca scientifica di base;
  • - sensibilizzazione e formazione degli agricoltori produttori del sidro;
  • - controllo della qualità;
  • - creazione di un marchio di qualità;
  • - realizzazione, in ciascun parco, di una Casa della mela (Maison de la pomme) allo scopo di promuovere e commercializzare il prodotto e anche di organizzare seminari sulle tecniche di produzione.

L'intervento ha avuto un notevole successo di pubblico, in particolar modo riguardo alle Maisons de la pomme ed ha inoltre permesso di riconsolidare l'attività locale di produzione del sidro.
Altre esperienze meritevoli di menzione ci sembrano quelle del Parco della Haute Vallée de Chevreuse per il notevole sostegno finanziario e tecnico fornito agli agricoltori locali e del Parco Nord Pas-de-Calais per l'appoggio all'agricoltura biologica.
Nel campo dell agricoltura minore va citata l'esperienza del Parco di Morvan, riguardo alla produzione e commercializzazione di piante medicinali tipiche della flora locale. In particolare, il Parco ha promosso una ricerca di base, corsi di formazione per gli agricoltori locali, ha attrezzato un laboratorio per il trattamento delle piante e organizzato manifestazioni promozionali.

Allevamento

Anche l'allevamento è stato tenuto in grande considerazione nei parchi regionali francesi. Il Parco della Corsica, ad esempio, si è impegnato nel restauro degli antichi ovili di montagna, fornendo anche aiuti agli allevatori per il mantenimento di un'attività che altrimenti rischiava di scomparire. La ripresa dell'attività pastorale ha poi concorso ad un più efficace controllo degli incendi boschivi.
Il Parco dei Volcans d'Auvergne si è invece mosso per la conservazione del patrimonio genetico locale e in particolare per la salvaguardia di una razza locale di bovini da latte in via di sparizione, la Ferrandaise.
L'intervento ha permesso di bloccare l'estinguersi della razza bovina e nel contempo aumentare considerevolmente il numero dei capi presenti, nonchè il reddito degli allevatori .
Da segnalare anche l iniziativa del Parco del Livradois-Forez con il programma di ricerca e di sviluppo degli alpeggi (transumanza); del Parco del Marais Poitevin per la salvaguardia dell'asino di "Poitou", razza in via di estinzione; del Parco della Camargue per la selezione del cavallo camarguais.

Artigianato

Molti parchi hanno incentivato l'artigianato locale secondo due direzioni principali: - aiuti agli artigiani e creazione di punti vendita,
- organizzazione di fiere locali.
Nel primo caso, è da rilevare l'esperienza del Parco d'Armorique che ha acquistato e restaurato delle case rurali per farne altrettanti laboratori, poi messi a disposizione di artigiani intenzionati a stabilirsi nel parco. Parallelamente, il parco ha creato una struttura commerciale, la Casa dell'artigianato d'arte (Maison d'artisanat d'art), per la promozione e vendita dei prodotti. Molte strutture di questo tipo, come la Casa dei mestieri (Maison des métiers) o l'Associazione degli artigianati locali (Artisans du pays), sono presenti anche in altri parchi.
Per il secondo caso citiamo il Parco della Haute Vallée de Chevreuse che, per promuovere l'artigianato, la piccola produzione locale e l'immagine del parco, organizza annualmente una fiera chiamata Festives che ha finora avuto un notevole successo di pubblico.

Promozione dei prodotti locali

Riprendendo il discorso già fatto per la promozione dei prodotti artigianali, in generale va detto che questo settore di intervento è stato tenuto in grande considerazione dalla maggioranza dei parchi ed affrontato spesso con successo, associando l'immagine del parco a quella di una gamma anche vasta di prodotti locali agro-alimentari e artigianali accuratamente selezionati e controllati, imponendo su di essi un marchio di qualità di proprietà del parco stesso. In seguito la commercializzazione di questi prodotti è stata resa possibile tramite la differenziazione dei punti vendita e anche con la creazione di nuovi circuiti di vendita, compreso quello per corrispondenza.
Da citare il successo avuto dal Parco del Luberon con la formula dei Mercati di paese (Marchés paysans) per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti agricoli.

Sviluppo del turismo rurale

Tutti i parchi hanno prestato molta attenzione alla promozione del turismo rurale, importante forma di sviluppo economico integrativo, specialmente per gli agricoltori. Per questa categoria la gestione di un gite rural o di un camping-caravanning à la ferme (v. scheda 7, inserita nella prima parte dell'articolo pubblicata sul numero di giugno '92 di Parchi), realizzato ed attrezzato con adeguati finanziamenti del parco, ha rappresentato una interessante possibilità di reddito complementare.
Nel Parco del Pilat l'azione congiunta del parco con l'associazione per il turismo rurale della Loira (informazioni, aiuti tecnici e finanziari) ha permesso il restauro di numerose vecchie abitazioni per adibirle a gites d'étape e chambres d'hote, con un incremento notevole dell'afflusso turistico.
Nei parchi regionali si sono realizzate anche altre forme di sviluppo dell'economia turistica. Per esempio,` il Parco LivradoisForez ha riaperto una ferrovia abbandonata facendovi circolare un treno guidato da una vecchia locomotiva a vapore. Il Parco di Brotonne, situato in prossimità di grandi centri urbani (Rouen e Le Havre, insieme circa 2 milioni di abitanti), ha sviluppato un turismo basato sulle gite di una giornata effettuate con pullman per visite a particolari località turistiche, locali per ristorazione tipici, laboratori artigianali, negozi per la vendita di prodotti locali.
c) Tutela

Patrimonio naturale

L'obiettivo della protezione della natura finora è stato per i parchi regionali uno dei più ardui da attuare, visto che lo statuto di ognuno di loro non prevede alcun divieto supplementare per le più comuni attività antropiche, quali caccia, costruzioni, eccetera, rispetto alla legislazione già vigente. In questo campo, quindi, l azione del parco si esplica in una forma di "sostegno logistico" ai soggetti che devono far rispettare le leggi vigenti, anche tramite campagne di informazione e sensibilizzazione della popolazione (pubblicazioni, 'giornale del parco", seminari, eccetera). Ma d'altra parte i responsabili dei parchi hanno mostrato comunque una grande prudenza in materia di protezione, anche perchè nella rappresentazione dell'istituto "parco" presso le popolazioni locali è stato sempre posto l'accento sul fatto che esso significa un "sostegno" all'economia, mentre è stata tenuta in secondo piano l'apposizione di vincoli, visti con ostilità dalle stesse popolazioni.
Vari sono stati gli interventi attuati in questo settore.

Creazione e gestione di riserve naturali

Di grandezza spesso limitata e situate all'interno del parco, le riserve servono alla protezione integrale di siti di eccezionale valore naturalistico dove vengono svolte attività scientifiche ed educative. Nel Parco delle Landes de Gascogne è presente la riserva ornitologica del Teich (paludi costiere), mentre la più estesa (circa 17.000 ha) è la riserva degli Hauts Plateaux nel parco del Vercors.

Assetto del territorio

Gli interventi considerati più significativi sono però quelli che, oltre alla tutela della natura, hanno permesso anche una rivitalizzazione dell economia locale come, per esempio, il caso delle paludi regolate del Parco di Brière che, dopo un abbandono di diversi anni, sono state riportate in uno stato di efficienza, mediante la ripulitura dei canali e la organizzazione del sistema delle acque, che ha favorito il rilancio dell'attività di allevamento ittico locale.

Studi specifici

I parchi si sono occupati anche di ricerche scientifiche destinate alla protezione di specie animali o vegetali minacciate, come, per esempio, nel Parco del Marais Poitevin lo studio dell'anguilla e il restauro delle sue vie migratorie nel bacino del fiume Sèvre Niortaise, nonchè la creazione di un osservatorio permanente della flora e della fauna locali.
Nel Parco del Luberon è stato realizzato uno studio per la gestione della popolazione dei grandi rapaci.

Patrimonio architettonico

Sul piano della protezione del patrimonio architettonico i parchi si sono mossi su due fronti distinti: assistenza tecnica e interventi pratici.
Nel campo dell'assistenza tecnica numerosi parchi, come il Parco di Brière, hanno creato delle équipes tecniche con lo scopo tra l'altro di informare sulle tipologie costruttive locali e anche di assistere i singoli proprietari esaminando i permessi di costruzione. Per quanto riguarda gli interventi pratici essi vanno dal programma di restauro e valorizzazione del centro storico di un antico villaggio nel Parco Normandie-Maine (restauro di edifici, di facciate, eccetera), al restauro di antichi edifici con funzione di ostello, museo, punti vendita, eccetera.

Patrimonio socio-culturale

Uno degli obiettivi che si sono posti i parchi regionali francesi riguardo allo sviluppo delle popolazioni rurali è stato quello di mantenere attiva la vita sociale e preservare e far conoscere le arti e le tradizioni, al fine di mantenere viva la cultura popolare locale.
Le realizzazione più importanti per la tutela e la valorizzazione del patrimonio socioculturale sono gli Ecomusei, di cui abbiamo già parlato.
Oltre agli Ecomusei, gli interventi nel settore sono stati i più disparati: festivals di musica, teatro e cinema, stages di danze popolari, creazione di centri di documentazione, ricerche etnografiche, interventi nelle scuole, eccetera.
Il Parco dei Volcans d'Auvergne, ad esempio, ha stabilito uno stretto rapporto con tutte le associazioni culturali e sociali del territorio, accordando a ciascuna di esse finanziamenti annuali per le loro attività.
Interessante infine il progetto culturale realizzato dal Parco del Vercors che fa partecipare la popolazione stessa del parco (associazioni, gruppi, scuole e singoli) alla stesura e alla realizzazione di progetti culturali di vario tipo (creazione di archivi locali, rappresentazioni teatrali, ricerche sul patrimonio iconografico e sulla memoria orale). L'attuazione del progetto ha permesso al Parco di entrare in contatto con persone capaci di svolgere il lavoro di animatori culturali e su cui poter contare per ulteriori lavori .
In conclusione i parchi, dimostrando di poter ottenere successi anche economici per interventi compatibili con la tutela dell ambiente, hanno finora assolto una loro funzione, limitata ma sicura: essere un possibile strumento di miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni residenti, di rivitalizzazione delle economie locali e di contenimento dell'esodo rurale.

Problemi

Certamente i parchi regionali francesi sono afflitti da problemi di carattere amministrativo e tecnico che riguardano principalmente la loro gestione, ma non mancano dubbi e riserve di natura politica; vediamone sinteticamente i principali.

Problemi amministrativi

Non esiste nessuna forma di gestione propria dei parchi regionali francesi, ma quella del Consorzio misto, sia per la libera scelta dei parchi, sia per la "spinta" dello Stato, è stata sempre la forma di gestione più applicata. Tuttavia è in corso da tempo un dibattito sui vantaggi e sugli inconvenienti di questo tipo di gestione.
Se da una parte i Consorzi misti garantiscono al meglio la funzione di servizio pubblico, d altra parte, non avendo una grande elasticità di funzionamento (caratteristica tipica delle strutture pubbliche), mal si adattano all'insieme delle attività e dei rapporti con i soggetti privati, propri del funzionamento dei parchi stessi.
Vediamo in sintesi i principali vantaggi del Consorzio misto: a) lo statuto, che riconosce la natura di ente di diritto pubblico e garantisce principalmente la figura dei parchi di fronte alle collettività locali; b) la perennità istituzionale e finanziaria; c) le modalità di organizzazione e funzionamento democratiche; d) un regime fiscale vantaggioso e un regolamento del personale, al quale assicura numerose garanzie. In sintesi, il Consorzio misto garantisce la missione di servizio pubblico ed il rispetto degli orientamenti definiti a livello nazionale, evitando così lo spreco del denaro pubblico con l'uso controllato delle sovvenzioni; infine il carattere di perennità del Consorzio misto dà luogo ad una continuità di risorse finanziarie.
Tuttavia, numerosi sono anche gli inconvenienti:

  • a) le competenze limitate e imprecise, specialmente nel campo dell'assetto del territorio. Si è già detto che la Charte di ogni Consorzio misto è importante come 'impegno morale tra i sottoscrittori, ma può essere una debolezza, considerato lo scarso potere dei parchi nei confronti degli enti locali. Specialmente i parchi più estesi non riescono a volte ad avere il controllo complessivo del territorio;
  • b) un'area geografica incerta visto che la firma della Charte non obbliga gli Enti locali alla partecipazione al Consorzio misto (succede quindi talvolta che l'area geografica data dalla Charte e quella del Consorzio non coincidono);
  • c) una struttura insufficientemente aperta ai partners economici e sociali. Nati come luogo di sintesi tra gli eletti locali, le forze economiche e il tessuto sociale locale, i Consorzi misti attualmente tendono a limitare, per motivi fiscali e statutari, la partecipazione degli organismi socio-professionali (quelli privati sono di fatto già esclusi). D'altronde è stato fatto notare che la gestione dei parchi da parte di eletti locali e soggetti privati potrebbe creare una forma di diseguaglianza difficile da risolvere;
  • d) le regole di contabilità pubblica che rendono difficili gli investimenti di carattere commerciale (fatto che in parte è stato superato da convenzioni con associazioni); e) una autonomia finanziaria ridotta. Infatti i parchi vivono sul pagamento delle quote provenienti dallo Stato, da Regioni, Dipartimenti e Comuni, senza avere delle proprie entrate fiscali che garantirebbero una migliore autonomia;
  • f) uno degli aspetti più controversi del Consorzio misto è quello dello statuto del personale, in quanto se da un lato esso assicura, come abbiamo già visto, numerose garanzie, non recepisce però la particolarità e la specificità dell'attività svolta in un parco naturale e genera insoddisfazione dal punto di vista della remunerazione e della formazione del personale medesimo, con l'uso dei contratti a tempo determinato e carriere dal lento sviluppo.

Per concludere, si può dire che, nonostante la formula preferita per la gestione dei parchi regionali in Francia sia stata finora quela del Consorzio misto, non è escluso che un'evoluzione delle competenze dei parchi (specialmente in campo economico), una loro diversa organizzazione interna ed il bisogno di finanziamenti e di partners esterni portino, come vedremo più avanti, a ricercare altre forme di cooperazione più elastiche di quelle consentite dal Consorzio misto.

La déprise agricole

Il fenomeno della déprise agricole, difficile da tradurre letteralmente in italiano, con una perifrasi si può definire come abbandono progressivo di terre ancora utilizzate, a seguito della intensificazione della produzione agricola e dell'aumento della produttività in aree favorevoli all'industrializzazione dell'agricoltura avvenuti negli ultimi trent'anni .
Questo fenomeno riveste in Francia una dimensione sempre più ampia nelle aree marginali e geomorfologicamente difficili e caratterizzerà sicuramente anche gli anni a venire.
In generale, esso si constata in tutti i parchi regionali francesi, con aree di déprise di vecchia data (per esempio, Vosges du Nord, Norvan, Corsica, Brotonne) ed aree dove il fenomeno si è manifestato più recentemente (per esempio, Normandie-Maine, Lorraine) .
Le conseguenze negative dell'abbandono delle terre sono state numerose sul piano ecologico aumento del dissesto idrogeologico e degli incendi boschivi, accrescimento dell'erosione dei suoli acclivi e dei terrazzamenti, acidificazione dei suoli, eccetera. Le zone montuose e mediterranee si sono dimostrate le più vulnerabili da questo punto di vista. Inoltre, la prossimità di alcuni poli urbani e l'appartenenza ad un'area turistica hanno modificato profondamente il valore delle terre dei parchi ed invogliato i proprietari a non affittare i loro terreni, nella speranza di poterli vendere quanto prima come edificabili. I parchi più coinvolti in questi processi sono stati il Luberon, la Haute-Vallée de Chevreuse e i Vosges du Nord.
I mezzi a disposizione dei parchi per contrastare il fenomeno della déprise agricole sono stati finora inadeguati, sia dal punto di vista giuridico che finanziario. Così i numerosi tentativi di frenarla, studiati e messi in atto, hanno dato risultati insoddisfacenti per quanto riguarda l abbandono delle terre. Essi, tuttavia, hanno avuto alcuni effetti positivi, quali:

  • - sensibilizzazione delle amministrazioni locali, incremento del livello di qualità nelle competenze tecniche e nell'animazione (Livradois-Forez, Vosges du Nord);
  • - incentivazione delle formule associative (cooperative di promozione e commercializzazione dei prodotti) e collaborazione con gli organismi esistenti;
  • - facilitazioni per l'insediamento dei giovani agricoltori tramite aiuti finanziari;
  • - tutela dell'ambiente (esempio: ricostituzione delle grandi siepi - 60cages - caratteristiche del Parco di Brotonne);
  • - miglioramento dell'edilizia locale e più efficace gestione del territorio (recupero di terreni in abbandono, creazione di associazioni fondiarie, acquisto di terreni da parte dei Comuni);
  • - incoraggiamento alla pluriattività o alla diversificazione dell attività agricola (zootecnia alternativa, apicoltura, agriturismo, vendita diretta dei prodotti).

Questi risultati indicano che, nonostante i propri limiti, i parchi possono comunque svolgere un ruolo complementare per frenare l'esodo rurale.

Rilevanti problemi di natura politica

La principale contraddizione che caratterizza dappertutto la presenza dei parchi (e la Francia non fa eccezione alla regola) è che, al di là delle migliori intenzioni, essi si configurano come delle isole di territorio, dove si vorrebbe, e talvolta si tenta di sperimentare un diverso rapporto dell'uomo e delle sue attività con la natura, mentre sul resto del territorio si applicano, praticamente immutate, regole economiche profondamente antiecologiche, che inevitabilmente finiscono per condizionare pesantemente la vita dei parchi stessi.
Succede così, che tutti i parchi regionali francesi vivono un periodo di confusione dovuto anche alla politica europea in vari settori (allevamento, rimboschimenti con rischio di banalizzazione del paesaggio - la cosiddetta desertificazione verde -, e così via), spesso in contrasto con le finalità dei parchi. Un esempio è dato dal Parco dei Volcans d'Auvergne dove è pressochè impossibile rilanciare l'allevamento ovino a causa della politica comunitaria che permette alla Gran Bretagna di importare bestiame macellato dalla Nuova Zelanda e di commercializzarlo in Francia, come in tutta l'Europa, a prezzi inferiori a quelli locali.
Allo spopolamento delle zone afflitte dalla déprise agricole segue sovente l'accaparramento delle terre da parte di società finanziarie ed immobiliari, spesso straniere (esempio Normandie-Maine); a questo rischio è certamente esposta la maggior parte delle zone a parco, se non si creeranno in tempi brevi delle alternative valide.
Le energie degli operatori dei parchi sono spesso distolte dai fini istitutivi, per opporsi alle minacce al territorio e all'ambiente dell area protetta provenienti dall'esterno (progetti di autostrade e linee ferroviarie che prevedono l'attraversamento del parco; proposte di localizzazione di grossi impianti elettrici e industriali all'interno del parco; richieste di utilizzo delle aree a parco regionale, per la raccolta ed il trattamento dei rifiuti industriali). Che non si tratti di pericoli immaginari lo suggerisce la presenza, da vecchia data, di centrali nucleari all'interno di alcuni parchi regionali (Armorique, Luberon, Pilat).

Prospettive e avvenire

Dopo 25 anni, il bilancio dei parchi naturali regionali francesi - che, ricordiamo, costituiscono 1'8% dell'intero territorio di quel paese - può considerarsi positivo: ridinamizzazione di piccole aree, attuazione di misure di tutela, sviluppo di nuove forme di turismo, eccetera.
Essi, associati in una rete nazionale rappresentata dalla Federazione dei parchi naturali regionali (v. scheda I ), sono oggi uno dei principali strumenti di cui dispongono le collettività locali per agire come "partners" dello Stato e vengono adeguatamente sostenuti dalla politica attiva del Ministero dell'Ambiente. Molti parchi hanno acquisito, presso gli amministratori e le popolazioni locali, un prestigio che deriva dalla loro capacità di creare consenso, elaborando progetti e avanzando proposte e consigli.
Essi si possono considerare, quindi, la più importante struttura d'assetto rurale, ormai centrale rispetto alla questione della tutela e della valorizzazione delle risorse locali.
Ciononostante, numerosi sono gli interrogativi sul loro futuro e su cosa essi dovranno temere in particolare.
Riprendendo un'analisi non più recente (Billet et al., 1982) ma sostanzialmente ancora valida*, che aveva delineato alcuni possibili scenari per i parchi regionali francesi negli anni 90, si possono individuare due piani di riflessione:

  • - il singolo parco come sistema a sè stante; - l'insieme dei parchi esistenti, o da creare, presi come un sistema più ampio.

I parchi naturali regionali francesi hanno finora costruito la loro identità sull'incontro economia/ecologia. Ma, se, proseguendo nella loro evoluzione, essi diventassero prevalentemente delle strutture di sviluppo economico preoccupate esclusivamente dell'interesse locale, come da qualche parte si chiede, potrebbero rinchiudersi in sè stessi, col rischio di perdere la propria identità.
Il sistema-parchi nel suo insieme ha da temere, per la sua esistenza, più da agenti esterni che da cause interne. Esso infatti è dotato di grande elasticità; alcuni parchi potrebbero scomparire, altri potrebbero nascere senza rimettere in questione il sistema stesso.
Ogni parco è esposto invece a rischi da vari lati: lo si potrebbe sopprimere o rifiutare di finanziarlo; potrebbe soccombere alle sue crisi interne (conflitti, pesantezza della struttura, perdita della capacità innovativa); infine, il parco potrebbe rivelarsi troppo rigido per adattarsi al cambiamento esterno.
Finora molti parchi hanno conosciuto una crisi grave, ma tutti sono sopravvissuti, perchè esisteva una volontà esterna di farli vivere. Queste crisi sembrano inevitabili; da qui discende l'importanza dei fattori esterni per la sopravvivenza del sistema-parco, ma anche per il rilancio dei parchi in difficoltà.
In maniera molto semplificata, tre sono gli scenari possibili, al momento, relativamente alla domanda sociale dei parchi:

  • - la domanda si mantiene per i parchi così come sono;
  • - la domanda si indirizza su parchi trasformati;
  • - assenza di domanda.

Attualmente la tendenza più realistica si muove nell'ambito del 2° scenario, avallata da una notevole dinamicità sociale e da una economia in cerca di equilibrio. Questo scenario sembra quello più stimolante dei tre malgrado i rischi che comporta.
Ma la realtà potrebbe collocarsi ben presto tra il 2° ed il 3° scenario e i parchi regionali allora si dovranno preparare ad affrontare sia nuove domande, sia una assenza di domanda. In tal caso una risposta adeguata potrebbe essere, per i parchi, la scelta di diventare delle piccole entità dinamiche ed efficienti (minorités agissantes). Ciò implicherebbe un rafforzamento, sia del potere associativo nei parchi ed attorno a loro, sia delle strutture di solidarietà tra i parchi.
Infine, in questa prospettiva estrema è particolarmente importante che gli addetti ai parchi abbiano uno statuto che assicuri la loro riqualifica in caso di scomparsa del parco o della restrizione delle sue fonti finanziarie .
Su tutta la problematica e, più in generale, sul futuro dei parchi naturali regionali, è in atto in Francia un dibattito innescato dalla discussione sulla proposta di legge-quadro su tali parchi (ricordiamo che dal 1967 si sono succeduti tre decreti, l'ultimo dei quali risale al 1988, senza che i principi in essi contenuti fossero fissati da una legge dello Stato). La proposta, della quale diamo conto nella scheda 2, è stata elaborata dal Ministero dell ambiente ed è stata già modificata più volte; mentre scriviamo, il dibattito su di essa è tuttora in corso.
Ma un punto sembra acquisito: l'avvenire dei parchi naturali regionali non è nella continuazione immobile del loro passato, vista sia la nuova domanda sociale, sia la loro "crisi di maturità". I parchi, senza rompere i legami col passato, dovranno ricercare nuovi stimoli, prospettive e metodi di intervento.

*Non esistono analisi aggiornate sui parchi regionali francesi, né tanto meno previsioni sul loro futuro nemmeno presso la Federazione nazionale che li associa; tuttavia, molte delle riflessioni contenute nello studio del 1982 sono riecheggiate nei colloqui da noi avuti recentemente con vari responsabili dei parchi.

Scheda 1
LA FEDERAZIONE DEI PARCHI NATURALI REGIONALI FRANCESI

E una associazione creata il 17 novembre 1971 ai sensi della legge 1901 sulle Associazioni.

Indirizzo: 4 rue de Stockholm, 75008 Paris tel. 0033 1 42.94.90.84.

E una struttura di concertazione tra:

  • - le aree protette francesi, ossia parchi nazionali, parchi regionali, riserve naturali, conservatorio del litorale (rappresentati dai presidenti e dai tecnici dei parchi, dagli organismi federativi delle riserve e delle aree litoranee).
  • - e le organizzazioni nazionali dei proprietari di aziende, le associazioni degli amici e utenti dei parchi, l'unione nazionale dei centri permanenti d'iniziazione all'ambiente, le associazioni nazionali di protezione della natura.

E una forza propositiva, partecipa alla stesura di leggi e all'elaborazione di politiche nazionali riguardanti i parchi, occupandosi di:

  • - tutela dell'ambiente,
  • - conservazione e valorizzazione del patrimonio,
  • - sviluppo locale,
  • - assetto del territorio,
  • - educazione ambientale,
  • - informazione e accoglienza del pubblico. E una fonte d informazione sui parchi pubblica la rivista Parchi ed ha un centro di documentazione (fototeca, videoteca, mostre, biblioteca) .

E una rete professionale capillare: prepara o organizza schede tecniche sulle azioni dei parchi, programmi di ricerca tra i parchi, stages di formazione, seminari e giornate d incontro per i tecnici dei parchi.
Ha un'équipe permanente di 8 persone 1 direttore, l direttrice,2 incaricati di missione, 1 incaricato all informazione, 1 documentalista, 2 segretarie.

Scheda 2
PROGETTO Dl LEGGE-QUADRO FRANCESE SUI PARCHI REGIONALI

L'orientamento generale sembra essere quello di affermare i principi di fondo che hanno finora regolato i parchi regionali: carattere contrattuale e strutture di coordinamento, triplice finalità (protezione, sviluppo, accoglienza), mantenimento dell'ente di gestione di diritto pubblico.
D'altra parte, si cerca di riparare ai limiti principali del sistema attuale, vale a dire alla debolezza della Charte e alle difficoltà dell ente parco ad opporsi ai progetti a grande scala e quindi a forte impatto sull'ambiente.
La Charte dovrebbe essere rafforzata accompagnando il piano del parco e la sua zonizzazione ad un Regolamento (di attuazione) a cui dovranno attenersi i Comuni aderenti al parco. Ciò avverrà mediante la revisione dei Plansd occupationdessols (P.O.S., equivalenti ai nostri piani regolatori comunali) o tramite la elaborazione compatibile di questi per quei Comuni che ne fossero sprovvisti.
Anche tutti gli interventi decisi dallo Stato o dagli enti competenti sul territorio del parco dovranno essere compatibili con gli obiettivi fissati dalla Charte e con la zonizzazione ed il regolamento compresi nel piano del parco.
Per quanto riguarda i progetti di intervento sul territorio, soggetti alla procedura di valutazione di impatto ambientale, al parco vengono riconosciuti maggiori poteri consultivi, insieme alla possibilità di bloccare i lavori (per 2 mesi ) ricorrendo all intervento del Ministero incaricato della protezione della natura.
Un maggior potere dato ai parchi viene dalla possibilità di ricevere deleghe dai Comuni aderenti alla Charte o dai loro raggruppamenti su questioni riguardanti l'assetto del territorio, lo sviluppo economico, la protezione e la valorizzazione dell'ambiente, eccetera.

Bibliografia

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Morineaux Y., Les Parcs Naturels Régionaux. Paris, Notes et Études Documentaires, Secrétariat Général du Gouvernement,1982.
Circulaire n° 89 - 43 du 28 juillet 1989 relative à la mise en oeuvre des dispositions du décret n° 88 443 du 25 avril 1988 relatif aux parcs naturels régionaux. Bulletin Offlciel n° 29 du 20 octo6re 1989, Paris, Secrétairat d'Etat auprès du premier ministre chargé de l'environnement, 1989.

* Località Piedimonte, 00018 Palombara Sabina (Roma)

** Centro CNR di studio sulla Genetica Evoluzionaistica, Via Lancisi 29, 00161 Roma

*** Ufficio Parchi, Servizio Studi, Assessorato all'Ambiente della Provincia di Roma,Via Pescosolido 46, 00158 Roma