Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 8 - FEBBARIO 1993


Tutti a casa?
Su La Montagna di gennaio ci ha colpito un titolo: "Piemonte urge una legge regionale per i parchi". Di primo acchito abbiamo pensato ad un errore, dal momento che, come è noto, il Piemonte è una delle non moltissime Regioni non solo dotata di un robusto sistema di parchi regionali, ma anche la prima Regione a mettersi in regola con la legge nazionale, legiferando con notevole anticipo rispetto alla scadenza dei termini. Una Regione, insomma, che vanta da molti anni ormai significativi titoli sul piano nazionale in quanto ad impegno in un campo che vede lo Stato intervenire da poco più di un anno e molte Regioni ancora latitanti. E naturale quindi che abbiamo letto l'articolo con particolare curiosità, per sapere di che tipo di legge doveva dotarsi ancora il Piemonte per mettersi in regola.
Abbiamo così appreso che le organizzazioni sindacali piemontesi, con una manifestazione pubb1ica davanti alla sede della Regione, hanno protestato accusando la Regione di fare sì tanti parchi, ma solo sulla carta, perchè poi le risorse disponibili se le mangerebbero ' in larga misura gli oltre 600 amministratori con i loro gettoni a danno dei meno numerosi dipendenti.
Da qui la richiesta di mandare a casa un bel pò di amministratori, accorpando anche parchi la cui dimensione non giustificherebbe assolutamente un ente autonomo con tanto di consiglio, così da dotare appunto con una nuova legge regionale le aree protette piemontesi di nuovi dipendenti.
Insomma, meno gettoni e più assunzioni in aggiunta ai 300 attuali dipendenti.
Il tutto sostenuto con molta veemenza e senza mezzi toni. L'accusa alla Regione infatti è molto pesante: si occuperebbe unicamente di approntare leggi che prevedono solo l'insediamento di politici e funzionari, che non si occupano assolutamente del territorio in quanto tale .
Alle accuse si accompagnano, come abbiamo detto, proposte di accorpamento ' di parchi esistenti, che per la verità ci sembrano piuttosto improvvisate e in qualche caso anche assai poco praticabili, anche se dettate da questa fustigante logica moralizzatrice del "risparmio '.
Ora a noi non compete, e non potremmo comunque farlo con la dovuta conoscenza, entrare nel merito di una vertenza" che sindacati e istituzioni sapranno vedersi da soli.
Quello che troviamo stridente in questa polemica dai toni gridati" è innanzitutto l'attacco indiscriminato agli amministratori e ai loro gettoni.
I politici in questo momento, si sa, non vanno per la maggiore e spesso se lo sono ampiamente meritato; ma come ha detto saggiamente il Presidente della Repubb1ica, fare di ogni erba un fascio non è una buona regola. E questo ci sembra particolarmente necessario e consigliabile in una Regione come il Piemonte che avrà pure le sue gatte da pelare, i suoi parchi da accorpare, le sue assunzioni da fare secondo criteri che anche i sindacati reclamano, ma che vivaddio i parchi ce li ha da anni e altri li sta istituendo, e in tutti ha dei dipendenti e degli ottimi direttori che anche quando operano in parchi piccolissimi, considerati a torto di carta, sono inquadrati tutti alla prima qualifica dirigenziale.
Va bene perciò voler migliorare le cose, eliminare gli sprechi se ce ne sono, battersi perchè i parchi siano amministrati da un personale politico e tecnico competente; ma sparare qualunquisticamente nel mucchio, dimenticando quel che in Piemonte c'è, e non è davvero poco solo se ci si guardi intorno per vedere come vanno le cose nel resto del Paese, non ci sembra aiuti a migliorare le cose, ma soltanto a fare del polverone.
A meno che si pensi che gli amministratori siano sempre e comunque inutili oltre che poco affldabili, al contrario dei dipendenti. Se fosse così non di una legge nuova c'è bisogno allora, ma di un modo nuovo di pensare e di agire ...