Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista Parchi:
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Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 8 - FEBBARIO 1993


RASSEGNA STAMPA
I mesi che hanno concluso l'anno vecchio e avviato quello nuovo hanno registrato anche nella pubblicistica, solitamente meno attenta ai temi ambientali, una ripresa d' interesse il cui merito principale va senz'altro alle elezioni americane e, in misura minore, anche alle vicende del nostro Paese.
Come ha giustamente annotato Giovanna Melandri "non era mai accaduto che la cultura ambientalista esprimesse una delle più alte cariche dello Stato nel Paese più importante del mondo. La coppia Clinton Gore, o meglio Gore Clinton, avverà un sogno verde". (I'Unità).
D'altronde non era mai accaduto che un vice presidente degli Stati Uniti, sia pure non ancora formalmente insediato, inviasse un caloroso messaggio al congresso della Lega per l'Ambiente tenutosi a novembre a Parma. Un messaggio nel quale Albert Gore riconosce che alla Conferenza di Rio gli Stati Uniti hanno deluso la comunità mondiale, e i nostri negoziati hanno tradito gli effettivi interessi e le reali aspirazioni degli americani. Bill Clinton ed io siamo pronti ad andare avanti. Siamo pronti a proteggere l'ambiente che amiamo, i valori che condividiamo, questa unica Terra che abbiamo".
E mentre la "nuova frontiera" americana si tinge di verde accendendo nuove speranze nel mondo, dopo l'insuccesso della Conferenza di Rio alla quale Ripa di Meana, allora commissario della CEE, si era rifiutato di partecipare per protesta, in Italia proprio l'ex commissario europeo, deluso dal comportamento di Bush e dell'Europa, è stato chiamato a prendere il posto di Giorgio Ruffolo al dicastero dell'ambiente.
La nomina di Ripa di Meana, gradita a chi temeva una designazione proveniente da una nomenclatura politica sempre più screditata, non è bastata al nuovo governo per cambiare le cose.
"La casta cieca e burocratica che ha redatto la finanziaria - come ha dichiarato lo stesso ministro - ha tagliato quasi per riflesso condizionato il 58% del bilancio del mio ministero. Un record. Un ministero, come Ripa di Meana ha detto in una intervista ad Oasis, è "affannato da incombenze burocratiche, tecniche, di programmazione e di relazione con il mondo produttivo e con le istituzioni ed ho contato un organico composito nella formazione e miserrimo nella quantità, ripartito in cinque sedi romane. Ho constatato il coacervo legislativo in alcuni settori dell ambiente e l'intrico delle competenze regionali. Ho letto rapporti sulla legislazione inapplicata. Ho appreso che ingenti risorse finanziarie vengono destinate a studi già effettuati.
L'elenco degli immobili dello Stato da vendere, che Goria ha consegnato al presidente del consiglio, è caduto con gli effetti di una doccia scozzese in questa situazione già poco confortante.
Tra le cose di cui lo Stato dovrebbe disfarsi ci sono infatti pezzi pregiati di parchi, come nel caso della tenuta presidenziale di S. Rossore a Pisa, o il Padule Diaccia a Grosseto, o la Cala Mosca a Cagliari.
L'utilizzazione di questi terreni e immobili una volta venduti dovrebbe consentire, attraverso apposite conferenze, di aggirare, come hanno rilevato con allarme su il Sole 24 Ore Monti e Paolucci, i pareri, le autorizzazioni e i nulla osta previsti dalle leggi statali e regionali, senza necessità di ulteriori adempimenti". Un altro capitolo insomma della serie "campionati mondiali e colombiadi .
Dinanzi alle vibrate proteste che sulla stampa e nell'opinione pubblica questa brillante idea di Goria ha sollevato, è stato assicurato che il governo non potrà vendere i beni demaniali dello Stato senza averprima interpellato gli Enti locali. A Comuni e Pro-
vince dovrà infatti essere concesso una sorta di diritto di opzione".
Conoscendo però la condizione in cui si trovano le casse degli Enti locali non pare questa ancora una garanzia sufficiente.
Al timore per la sorte di questo patrimonio pubblico che nella legge 394, è bene ricordarlo, è indicato come privilegiato ai fini della istituzione di nuove aree protette, si aggiunge quello, ad un anno dalla approvazione della legge-quadro, sull'andamento delle cose, per i nuovi parchi soprattutto nazionali .
Qui a preoccupare non è soltanto la scure che si è abbattuta sulle voci di spesa riguardanti anche i parchi: nel '93, se tutto andrà bene, si disporrà di meno di 90 miliardi.
Ai ritardi nell attuazione della legge-quadro documentati anche in un dossier preparato dal WWF e dalla Lega per l'ambiente si devono aggiungere i progetti che qua e là si vorrebbe inaugurassero i nuovi parchi. Fabrizio Ardito, ad esempio, ha denunciato su l'Unità che dopo il cemento siano i turisti a mettere ora in pericolo il Parco del Vesuvio La funicolare di cui si parla sarebbe dovuta arrivare fino al bordo del cratere con una portata di circa 4000 persone l'ora. Ma lo scempio ovviamente non si sarebbe fermato qui. Infatti per reggere un carico di turisti di questa portata, sarebbero stati necessari nuovi parcheggi, bar, guide, bancarelle di assurdi ricordini scolpiti nella lava". Il progetto aveva avuto già tutti o quasi i nulla osta dai vari ministeri compreso quello dell agricoltura ( ! ) che gestisce aree protette sulla montagna. Ora, per fortuna, è stato fermato dal pretore.
Quando parliamo di aree protette esistono naturalmente dei problemi, anche se per fortuna non sono minacciate in realtà da scempi del tipo appena ricordato.
Su Oasis di dicembre, ad esempio, Roberto Maistri in un accurato servizio su la terra dei Fanes" osserva a conclusione che la scelta operata dalla Provincia di Bolzano di lasciar fuori dal perimetro del parco tutto ciò che non fosse natura e non prevedendo per l'area protetta gestita direttamente dalla Provincia, quindi centralisticamente, un apposito ente fa sì che a prendere tutte le decisioni, destinate anche a incidere profondamente sul territorio protetto, siano enti e organismi "esterni".
C'è da augurarsi che la Provincia di Bolzano, che aveva impugnato la legge 394/91 perchè ritenuta lesiva della sua autonomia (ricorso respinto dalla Corte), che sappia avvalersene sul suo territorio: non si può essere autonomisti a Roma e centralisti a Bolzano. Problemi non uguali, ma sicuramente affini, sono quelli del Parco dei Pirenei Occidentali, uno dei sei parchi nazionali francesi di cui si occupa Airone di dicembre.
L'autore dell'articolo, Cesare della Pietà, parla non a caso di "parco strano, in quanto la striscia che lo perimetra, lunga un centinaio di chilometri e larga al massimo quindici, esclude non pochi dei beni naturali più preziosi e fragili di questo importante territorio.
Le ragioni le spiega il nuovo direttore del Parco Michel Bouvier, ricordando che "al momento di perimetrare l'area protetta, gli aspetti politici hanno avuto la meglio su quelli scientifici, e per ridurre i conflitti ci si è spesso limitati alle zone più impervie, dove i Comuni e le popolazioni locali facevano meno storie".
Per fortuna, pur tra resistenze dovute a retaggi duri a morire, primo fra tutti la paura dell'orso che in questo territorio trova uno dei suoi ultimi rifugi europei, e di cui non è sempre ben compresa e condivisa l'opera di conservazione, anche qui la ricerca del "compromesso" con gli interessi dei residenti sta dando i suoi frutti.
Non è naturalmente una via né semplice né facile, se è vero che il Parco, dopo aver ricevuto dal Consiglio d'Europa il prestigioso diploma di qualità destinato ad aree di eccezionale valore naturalistico, nel '91 non se lo è visto riconfermare, soprattutto per l'insufficiente protezione assicurata all orso.
E tuttavia anche lì si sta in concreto cercando di rimediare al "peccato originale" della prima perimetrazione.
L'ambiente continua anche ad essere un settore, diciamo così, ancora molto gettonato in televisione e in campo editoriale.
Anche qui però si registrano alcuni fenomeni meritevoli di attenzione.
Nuova ecologia, ad esempio, parla di "natura dimenticata "in riferimento ai programmi televisivi specialmente pubblici." La natura - scrive Silvia Garambois - è diventata un argomento da evitare, troppo impegnativo per dirigenti che puntano solo all'audience. Meglio scommettere su quanti sub in una notte di pioggia romana arrivano in muta al Teatro delle Vittorie".
Canale 5 infatti è arrivato prima della Rai e il WWF prima del governo, riconosce il ministro Ripa di Meana a proposito dei 15 brevi film di animazione per migliorare il mondo", che saranno appunto proiettati dal "Biscione"
Alla natura "tutta da vedere" secondo la definizione di Vittorio De Luca, dirigente di Rai 3, è dedicato invece Geo.
Qualche novità infine va registrata in campo editoriale.
Dopo trent'anni cessa la pubblicazione, travolta dalla crisi della pubblicità, Atlante, e Natura Oggi, in edicola da un decennio, la segue.
Chiude anche Vie del Mondo, ma in questo caso per rinnovarsi" e trasformarsi in Alisei. Auguri. (R M.)