Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 11 - FEBBRAIO 1994


Natura senza frontiere: Argentera e Mercantour
Patrizia Rossi
Riccardo Mucciarelli
Enrico Nerviani

Diversi per il loro statuto e la loro gestione, il Parco nazionale del Mercantour e il Parco naturale
regionale dell'Argentera portano avanti tuttavia la stessa politica di protezione del territorio.
Limitrofi lungo una frontiera di 33 km., si basano su un passato comune e operano insieme dal loro
gemellaggio, in data 10 luglio 1987.
Queste due aree protette derivano dall'antica riserva di caccia del re d'ltalia Vittorio Emanuele 11.
Prima del trattato di Torino del 1860, che ebbe per conseguenza il passaggio della Contea di Nizza
alla Francia, questa riserva si estendeva sui due versanti del Massiccio Argentera-Mercantour. Il re
ottenne tuttavia di conservare i suoi territori di caccia: territori di Briga e Tenda e circa 30.000 ettari
nel Massiccio del Mercantour restarono sotto sovranità italiana. Dopo la seconda guerra mondiale,
da una parte e dall'altra della frontiera,francesi e italiani fecero dell'antica riserva di caccia il punto
di partenza dei due parchi naturali. Nel 1947, dunque, fu creata, nel Massiccio del Mercantour, la
riserva di caccia del Boreon, con una superficie di 3.500 ettari. Ingrandita tra il 1950 e il 1964, è stata
trasformata il l 8 agosto l 979 nel Parco nazionale del Mercantour, la cui zona centrale copre 68.500
ettari.
Nel 1953 gli italiani, a loro volta, istituirono la riserva di Valdieri-Entracque sugli antichi territori
della riserva reale.
n 30 maggio 1980 fu creato il Parco regionale dell 'Argentera su una superficie di 25.883 ettari. La
logica transfrontaliera di protezione dei due parchi è dunque antica, ma oggi si basa su diversi principi
di legittimità. In effetti questo patrimonio non è più protetto come riserva reale di caccia, ma è tutelato
da due comunità nazionali, francese ed italiana, il cui obiettivo è di permetterne la scoperta da parte
dei cittadini d'Europa e d'altrove. Bisogna sottolineare che, ben prima della creazione delle riserve
di caccia, gli uomini dell'Argentera e del Mercantour hanno saputo tessere degli stretti legami fondati
su lingua e tradizioni comuni. Grazie ai suoi numerosi colli, la catena alpina, lungi dall'essere una
barriera, ha permesso la circolazione degli uomini fin dalla prima colonizzazione umana: i pastori
dell'età del bronzo, che hanno lasciato i graffiti rupestri della Valle delle meraviglie, frequentavano
anche l'attuale versante italiano, come dimostrano le scoperte fatte nel Vallone del Vej del Bouc.
Più tardi, gli scambi umani ed economici si svilupparono con le vie del sale. Le affinità culturali e
religiose restano visibili oggi nell'architettura degli edifici così come negli affreschi che essi
racchiudono, opera degli stessi artisti sui due versanti del massiccio.
La storia non è la sola a legare l'Argentera e il Mercantour: essi sono le due metà di uno stesso
massiccio, le Alpi Marittime - a nord l'Argentera, a sud il Mercantour -, che si completano
perfettamente.
Le condizioni climatiche molto diversificate sono dovute alle esposizioni differenti sui due versanti e
all'altitudine elevata delle cime (3297 m. dell 'Argentera) a una distanza di meno 50 km. in linea d 'aria
dal Mar Mediterraneo; questo ha permesso lo sviluppo di una vegetazione molto varia, che va dalla
macchia mediterranea alla tundra artica. Inoltre le Alpi Marittime sono considerate dai botanici come
il centro di endemismo più importante della catena alpina per il numero elevato di specie endemiche
(Saxifraga florulenta, Primula allionii, Berardia subacaulis) o per la presenza di specie rare. Anche
le popolazioni animali utilizzano tutto il massiccio nel suo insieme. Un buon numero di stambecchi
passano l'estate nel Mercantour dopo aver svernato nell'Argentera, mentre una parte dei mufloni
segue il tragitto inverso. Quanto ai camosci, sono presenti numerosi sia da una parte che dall'altra dello spartiacque.
Sebbene il gemellaggio fra i due parchi sia recente, numerosi progetti comuni sono già stati realizzati con successo, in particolare la reintroduzione dello stambecco nel 1987 e 1989, che ha ricevuto dalla CEE il marchio europeo dell'ambiente, e la reintroduzione del gipeto, cominciata nel 1993. Quest'ultima, con l'aiuto del WWF ( fondo mondiale per la protezione della natura ), e del FCBV ( fondazione per la conservazione del gipeto ), si svolgerà alternativamente nei due Parchi per almeno sei anni consecutivi. Ad ogni reintroduzione seguono controlli comuni e scambi d'informazioni al fine di ottimizzare la riuscita di queste operazioni.
Infine, questa dimensione è alla base anche della politica di informazione dei due Parchi: dépliants bilingue di presentazione dei due Parchi realizzato in occasione delle operazioni di reintroduzione dello stambecco del gipeto, esposizioni, posters, guide escursionistiche, dépliants sugli itinerari equestri transfrontalieri.
Le origini comuni nel passato e la cooperazione attiva nel presente hanno naturalmente spinto i due parchi a coordinare i loro passi. Il diploma europeo dell'ambiente di categoria A, che essi hanno ottenuto simultaneamente, è un incoraggiamento a continuare insieme una politica di protezione già fruttuosa.

Analisi di un' area protetta
Caratteristiche generali

Il Parco naturale dell'Argentera ricopre un'area di circa 26 ettari. Condivide 30 km. di confine comune con il Parco nazionale del Mercantour. E il più vasto parco regionale del Piemonte e uno dei più vasti d'Italia. L'area del Parco si divide fra tre Comuni che possiedono la maggior parte del suo territorio.
Entracque 11.868 ettari; Valdieri 8.910 ettari; Aisone 1.590 ettari.
Non ci sono paesi permanentemente abitati nel Parco, eccetto il piccolo villaggio di Sant'Anna di Valdieri, con meno di cento abitanti.
L'area protetta ha un'altitudine compresa tra gli 800 m. e 3.297 m. s.l.m., l'altezza della cima sud dell'Argentera da cui il Parco ha preso il nome. Il territorio del Parco racchiude l'alto bacino del torrente Gesso, con la sua caratteristica forma a ventaglio e le sue numerose valli che tagliano profondamente i pendii settentrionali delle Alpi marittime. Da ovest a est i principali massicci sono il Monte Matto, l'Argentera e il Gelas, tutti con cime superiori ai 3.000 m.; il massiccio del Gelas ha tanti ghiacciai di tipo pirenaico i quali sono i più meridionali delle Alpi. La legge regionale sulle aree protette (n. 12 del 22 marzo 1990 - Nuove norme in materia di aree protette: parchi naturali, riserve naturali, aree attrezzate, zone di preparco, zone di salvaguardia) è importante per il Parco naturale Argentera perchè prevede la creazione di zone periferiche per i parchi naturali e le riserve. Queste zone devono essere istituite e gestite con l'intenzione di creare una transizione ecologica verso il Parco (zona pre-parco) e di promuovere lo sviluppo equilibrato di attività turistiche e ricreative nella sua periferia. Dal punto di vista dell'ambiente naturale, bisogna aggiungere che l'ipotetica estensione del Parco e la creazione di zone pre-parco renderebbe possibile proteggere i biotopi rari e quelli assenti nel Parco stesso. Queste zone potrebbero anche collegare il Parco naturale Argentera alla vicina Riserva naturale speciale Ginepro di Fenicia e alla Riserva naturale di Palanfrè, in modo da creare un corridoio biologico che renda più facili gli spostamenti degli animali attraverso queste tre zone protette.
La struttura legale, gli intenti, l'azione
Il Parco è stato istituito ufficialmente il 30 maggio 1980 con la legge regionale 65 in adempimento alla legge n.43 del 4 giugno 1975; la sua opera è cominciata il 1° giugno 1983 quando è stato formato il suo Consiglio.
La riserva naturale speciale di 228 ettari per il popolamento di Juniperus phoenicea è stata aggiunta al Parco con la legge regionale del 3 settembre 1984. E gestita come parte integrante del Parco ma è situata a nord di Valdieri, a circa 3 km. dal Parco stesso. Gli obiettivi del Parco naturale sono definiti all'articolo 3: proteggere e tutelare le caratteristiche naturali ambientali e paesaggistiche del Parco proteggere e tutelare i beni immobiliari presenti nel Parco organizzare il territorio a fini culturali, scientifici, didattici e ricreativi promuovere le attività pastorali, agricole e silvicole. La legge regionale n. 16 del 30 marzo 1987 ha stabilito regole specifiche per la fruizione del Parco naturale Argentera e sanzioni per la violazione delle norme sul traffico, sull'abbandono dei rifiuti, sul rumore, sulla raccolta dei fiori, frutta e funghi, sulla raccolta di anfibi, molluschi e insetti e sull'introduzione dei cani, mentre la stessa permette eccezioni per i fini di gestione e di studio. La legge regionale n.36 dell' 8 giugno 1989 tratta il ripristino e la conservazione dell'equilibrio ecologico ambientale nei parchi naturali e nelle riserve. Essa stabilisce regole specifiche sull'abbattimento selettivo per la regolazione delle popolazioni animali e sulla cattura e la reintroduzione delle specie.
La gestione del Parco
La legge regionale n. 12 del 22 marzo 1990 ha stabilito delle regole per le aree protette.
Per quanto riguarda la gestione essa prevede che vi debbano essere:
1. un piano dell'area che si concentri sugli aspetti della pianificazione dello spazio
2. un piano naturalistico
3. un piano di gestione per la silvicoltura che regoli gli abbattimenti di legname e l'attività pastorale.
Questi tre documenti esistono ma non sono stati ancora approvati da tutte le autorità competenti.
Il dossier per la candidatura del Parco descrive nei dettagli ciò che implica la gestione del Parco, sottolinea l'importanza e l'unicità del patrimonio d'alta montagna che si è deciso di proteggere, parla inoltre di ricerca e cooperazione.
Pensiamo che sia importante evidenziare l'eccellente collaborazione fra il Parco e il mondo accademico; noi l'abbiamo potuto constatare direttamente al secondo giorno della visita. Questa collaborazione assume molte forme diverse: gli studi dello staff del Parco sullo sviluppo delle popolazioni di alcune specie sono seguite da professionisti e dalle università. Le università sono state anche coinvolte in progetti di collaborazione come l'organizzazione di corsi pratici ed escursioni sul campo e la stesura di dissertazioni e tesi in molti campi, compresa la geologia, la parassitologia e la biologia animale e vegetale.
Come è già stato detto, il Parco dispone di una foresteria che può ospitare ricercatori e studenti. Sono state create banche dati e altre stanno nascendo su anfibi e rettili, uccelli (in particolare aquile), mammiferi (in particolare grossi ungulati) e su flora e vegetazione. Oltre al direttore e vicedirettore il Parco ha uno staff amministrativo composto da 4 persone e 21 guardie.
Il personale dello staff è regolarmente coadiuvato dagli obiettori di coscienza nello svolgimento del loro servizio civile. Il Consiglio del parco ha 27 membri,7 dei quali formano la Giunta esecutiva (assessori). Ci sono 3 rappresentanti della Regione Piemonte e 15 dei vari Comuni mentre le due Comunità montane e le associazioni agricole e per la tutela della natura hanno 3 rappresentanti. Per quanto riguarda la Giunta esecutiva il presidente e il vice-presidente rappresentano entrambi la Regione Piemonte,3 assessori rappresentano i 3 Comuni aventi territorio nel Parco (Entracque, Valdieri, Aisone) e 2 rappresentano associazioni per la tutela ambientale. La sede del Parco naturale Argentera è a Valdieri, uno dei Comuni del Parco. La prossimità della sede è un vantaggio come lo è il fatto che la direzione e l' intero staff sono nello stesso luogo.
I fattori che legano i due Parchi
Vale la pena ricordare i legami storici e geografici fra il Parco dell'Argentera e il Parco del Mercantour che testimoniano la loro importante funzione europea. Citando alcuni brani dalla domanda per il diploma europeo:
"Essi derivano entrambi dalle vecchie riserve di Vittorio Emanuele II re d' Italia, che furono create nel 1857 e coprivano vaste porzioni dei due lati delle Alpi Marittime fino al 1860, quando il trattato di Torino cedette la contea di Nizza alla Francia. Comunque, secondo i termini dell'accordo, Vittorio Emanuele II riuscì a mantenere i suoi tradizionali territori di caccia, conservando così la riserva attraverso la creazione di una frontiera artificiale che manteneva circa 30.000 ettari del massiccio del Mercantour sotto la sovranità italiana. Dopo la seconda guerra mondiale, su entrambi i lati del confine, i Francesi e gli Italiani hanno usato la vecchia riserva di caccia transfrontaliera come base per i territori che sarebbero diventati due parchi.
Lo spirito di cooperazione che lega i due parchi, perciò, ha una lunga storia, nonostante i principi cardine della tutela dei due territori siano cambiati. Essi non sono più protetti nel nome di un diritto privato, benchè fosse quello dei reali, ma nel nome della sovranità nazionale francese e italiana al fine di mettere questo patrimonio a disposizione di tutti i cittadini europei. Bisogna evidenziare inoltre che gli abitanti del massiccio dell'Argentera-Mercantour avevano stabilito legami stretti fra loro già molto prima della creazione della riserva di caccia, e già condividevano lingua,
a tradizioni e costumi. Le Alpi non rappresentavano una barriera. Al contrario, i commerci fiorivano attraverso i valichi alpini già dalla formazione dei primi stanziamenti umani. I pastori dell'età del bronzo che hanno lasciato straordinarie tracce della loro presenza nelle incisioni rupestri del Monte Bego e della Valle delle meraviglie, vivevano anche sui pendii che si trovano ora dalla parte italiana, che hanno mostrato le recenti scoperte nel Vallone del Vej del Bouc. In seguito gli scambi economici si svilupparono lungo la via del sale. Le affinità religiose fra la parte italiana e quella francese del massiccio sono ancora evidenti nello stile architettonico degli edifici e nei loro affreschi che spesso venivano dipinti dagli stessi artisti.
La storia non è l'unico legame che collega il Parco dell'Argentera a quello del Mercantour. Da un punto di vista geografico essi sono le due parti complementari di un'entità strutturale, la parte settentrionale e quella meridionale dello stesso massiccio alpino.
Vi sono enormi variazioni nelle condizioni climatiche delle due parti dovute ai diversi livelli d'esposizione al sole, alla grande altitudine delle cime (3.300 m.) e alla vicinanza dell'area al Mediterraneo (meno di 50 km. in linea d'aria). Queste condizioni climatiche favoriscono lo sviluppo di una grande varietà di specie di flora, dalla macchia mediterranea alla tundra alpina. Per queste ragioni i botanici considerano le Alpi marittime come la più importante area di endemismi delle Alpi, sia a causa del grande numero di specie endemiche come saxifraga florulenta e primula allionii e la presenza di specie molto rare. Le popolazioni animali, inoltre, trattano l'area come un unico massiccio. Molti stambecchi hanno il loro habitat estivo nel Mercantour e quello invernale all'Argentera, e viceversa per una quantità di mufloni. I camosci, invece, vivono in grandi quantità da entrambe le parti".
Oltre alla recente creazione del giardino botanico e alla prossima inaugurazione del centro visita alle Terme di Valdieri, il Parco naturale dell'Argentera sta organizzando una serie di attività per ricevere, informare ed educare i giovani e il pubblico in generale. Degno di nota è anche il sentiero cultura ("Lou Viol di Tait" a Sant'Anna di Valdieri) che permette alla gente di scoprire le peculiarità specifiche della vita di montagna e delle case tradizionali. Anche la prima "Festa della segale" ha avuto luogo a Sant'Anna di Valdieri il 9 agosto 1992 ed ha avuto un grande successo.
Il centro visita di Entracque, in posizione favorevole, al centro del paese, potrebbe operare, con qualche miglioramento, in modo da adempiere pienamente al suo ruolo di informare i turisti e prepararli alla visita del Parco.
l giardino botanico alpino Valderia
giardino botanico è situato vicino al parcheggio recentemente completato e al Centro visita in costruzione alle Terme di Valdieri. E' sicuramente uno dei fiori all'occhiello del Parco.
La dimensione didattica del giardino botanico e dell'attiguo sentiero naturalistico cresceranno sicuramente con l'apertura del Centro visita nel 1993. I lavori al giardino botanico sono cominciati nel 1987 e il 14 luglio del 1990 è stato aperto al pubblico.

Esperienze a confronto
Parco naturale Argentera

  • Istituzione:
    istituito dalla Regione Piemonte con legge regionale n. 65 del 30 maggio 1980.
  • Classificazione:
    Parco naturale regionale. E difficile inserirlo in una sola delle categorie dell'Iucn; si può situare tra la IV (riserve naturali gestite) e la V (paesaggi protetti). Però l'importanza internazionale e la presenza di una riserva naturale integrale gli conferiscono aspetti della cat. I e della cat. II.
  • Zonizzazione:
    Il Parco ha una superficie di 25.883 ettari, alla quale bisogna aggiungere i 230 ettari della Riserva Juniperus phoenicea, esterna al perimetro del Parco, ma assai vicina e gestita dallo stesso Ente. All'interno del Parco sono state individuate: la Riserva naturale integrale della Meris e del Bars (215 ettari); la Riserva naturale speciale della faggeta di San Giacomo (35 ettari); la Riserva naturale speciale del bosco della Valletta (345 ettari); la Riserva naturale speciale del Matto (360 ettari).
    Sebbene sia prevista dalla legislazione, non è stata individuata una fascia preparco, che sarebbe invece estremamente necessaria per un raccordo graduale dell'area protetta col restante territorio antropizzato.
  • Organizzazione e gestione:
    Ente strumentale di diritto pubblico della Regione, con un Consiglio di amministrazione di 30 membri eletti dai 3 Comuni, da Comunità montana, Regione, organizzazioni professionali agricole, associazioni protezionistiche, Provincia di Cuneo. Il Consiglio elegge la Giunta di 7 membri tra i quali il presidente: la Giunta è l'organo di ordinaria gestione del Parco e il presidente ne è il legale rappresentante.
  • Personale:
    I direttore, laureato in scienze biolo-Parco nazionale del Mercantour
  • Istituzione:
    istituito il 18 agosto 1979 con decreto n.79696 del Ministero dell'ambiente. Lo Statuto, le finalità e le competenze del Parco sono definiti dalla legge n. 60708 del 22 luglio 1960, dal decreto citato e dal decreto n. 611195 del 31 ottobre 1961.
  • Classificazione:
    corrisponde alla categoria II dell'Iucn, parchi nazionali.
  • Zonizzazione:
    comprende una zona centrale di 68.500 ettari e una zona periferica di 136.500 ettari. Si estende sui dipartimenti delle Alpes Maritimes e delle Alpes de Haute Provence.
  • Organizzazione e gestione:
    Ente di diritto pubblico nazionale a carattere amministrativo, posto sotto la giurisdizione del Ministero dell'ambiente che ne assicura il finanziamento. La sua politica è definita dal Ministero e la realizzazione a livello locale è sottoposta ad un Consiglio di amministrazione costituito da 38 membri nominati dal Ministero dell'ambiente e così ripartiti:
    • 8 rappresentanti delle amministrazioni e collettività locali (in francese: "élus");
    • 7 funzionari;
    • 13 personalità, tra cui rappresentanti delle associazioni protezionistiche.
      Il Consiglio di amministrazione elegge nel suo seno il presidente e una Commissione permanente di 13 membri.
      La politica di gestione è attuata dal direttore, funzionario nominato dal Ministero e responsabile della gestione dell'Ente e del personale. Il direttore ha il potere di emanare regolamenti che esercita soprattutto nel campo della protezione dell'ambiente naturale.
      giche; 1 vicedirettore, con competenze tecnico-amministrative; 1 segretario amministrativo contabile; 1 addetto alla segreteria; 4 coordinatori della vigilanza; 16 guardaparco; 1 dattilografo; 2 operai specializzati.
  • Bilancio:
    finanziamento a totale carico della Regione. Il bilancio di previsione pareggia su 1.500 milioni di lire di cui i 4/5 consistono in spese di ordinaria gestione e personale.
  • Finalità e normativa:
    tutelare e conservare le caratteristiche naturali e paesaggistiche, compresi i beni immobili di particolare interesse storico, architettonico, culturale; organizzare il territorio per la fruizione a fini ricreativi, didattici, scientifici, culturali; promuovere studi ed iniziative nei settori agro-silvo-pastorale, artigianale, turistico e culturale, allo scopo di favorire uno sviluppo economico compatibile con la tutela dell'ambiente naturale, favorendo la partecipazione diretta delle popolazioni locali. Nel Parco sono vietati la caccia, l'apertura di cave e torbiere, la raccolta di rocce e minerali, i percorsi fuori strada, l'accensione di fuochi, l'abbandono di rifiuti, la raccolta di insetti, rane, lumache. Sono regolamentati la pesca, la circolazione sulle strade carrozzabili, l'introduzione di cani, il campeggio, la raccolta di fiori e prodotti del sottobosco.
  • Tutela:
    piano naturalistico: sulla base di indagini specialistiche prevede normative ed interventi per una corretta gestione della flora e della fauna. Piano d'assestamento forestale: norma i tagli boschivi secondo criteri naturalistici e conservativi. Piano d'aria: è lo strumento urbanistico del Parco. Da un lato prevede gli interventi di gestione del Parco, dall'altro norma l'uso del suolo e l'edificabilità. E comunque vietato ogni intervento che non risponda alle finalità del Parco.
  • Comitato tecnico scientifico:
    il Parco può avvalersi della consulenza del Comitato tecnico scientifico regionale, il cui parere favorevole insieme a quello dell'Infs (Istituto nazionale fauna selvatica) è comunque obbligatorio per qualsiasi intervento sulla fauna.
  • Personale:
    1 direttore e 1 vicedirettore nominati dal Ministero dell'ambiente; 18 persone, tra personale tecnico e amministrativo, presso la sede di Nizza, suddivisi in 3 sezioni (Servizio comunicazione, pedagogia, animazione. Servizio scientifico, Servizio gestione del territorio); 38 persone, tra capisettore e guardaparco, dislocate sul territorio.
  • Bilancio:
    il Parco nazionale è completamente finanziato dal Ministero. Il bilancio del 1991 si aggira su: 20 milioni di franchi, di cui 11 milioni per il personale; 3,5 milioni per i materiali e le spese di gestione; 5,5 milioni per gli investimenti e gli interventi a livello locale.
  • Finalità e normativa:
    la regolamentazione del Parco si applica alla zona centrale. La zona periferica, dove si trovano i Comuni e i centri abitati del Parco, può essere definita come uno spazio dove gli interventi sono attuati di comune accordo tra Parco e Comunità locali.
    Qui il Parco ha lo scopo di partecipare allo sviluppo economico, sociale e culturale.
    Nella zona centrale tutte le attività umane sono regolamentate allo scopo di preservare l'ambiente naturale. Per esempio: la caccia, il prelievo di vegetali, il campeggio, l'introduzione di cani (esclusi i cani dei pastori), i fuochi e l' abbandono di rifiuti sono vietati.
    La realizzazione di infrastrutture è sottoposta all'autorizzazione del direttore e l'esercizio di nuove attività commerciali è vietato . L'accesso di veicoli alle piste è strettamente regolamentato.
    Il mancato rispetto delle norme di regolamento comporta l'erogazione di sanzioni penali.
    La legge ha inoltre affidato come finalità al Parco nazionale del Mercantour, come agli altri parchi nazionali, il compito di accoglienza e educazione del pubblico.
  • Piani:
    non sono previsti piani.
  • Comitato scientifico:
    è costituito da 20 membri nominati dal ministro. Ha potere consultivo e di indirizzo in campo scientifico.

Il diploma europeo per la salvaguardia della natura
Caratteristiche dell'onorificenza

Questo diploma è stato istituito nel 1965 dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa.
Il Consiglio d'Europa è un organismo internazionale che ha sede a Strasburgo, e ad esso aderiscono 26 paesi europei. Si occupa di coordinare e promuovere iniziative europee nel campo dei diritti dell'uomo, della salute, della cultura, dello sport e della protezione dell'ambiente.
I suoi organi sono: il Comitato dei ministri, composto dai ministri degli esteri dei Paesi aderenti, e l'Assemblea parlamentare, composta dai delegati dei Parlamenti dei Paesi aderenti.
Il diploma europeo è conferito a quelle aree naturali di particolare interesse europeo, che si sono distinte per l'efficacia delle iniziative di protezione dell'ambiente.
La procedura di conferimento è piuttosto complicata:
1. Il Ministero dell'ambiente del Paese interessato avanza la candidatura dell'area protetta: la candidatura è sostenuta da un voluminoso dossier, in francese e in inglese, dove sono presentate le caratteristiche naturali, storiche e culturali della regione, insieme alle forme di tutela e alle iniziative per la fruizione. Il tutto è completato da una bibliografia, una raccolta di testi di legge relativi, una documentazione fotografica e materiale illustrativo.
2.Il dossier viene illustrato da un rappresentante dell'area interessata, nel corso di una riunione a Strasburgo all'inizio dell'anno, alla quale partecipa il Comitato degli esperti.
3. Gli esperti si pronunciano sull'accettazione della candidatura e nominano una delegazione che dovrà fare una valutazione sui luoghi nel corso dell'estate. Successivamente alla visita, la delegazione redige una relazione che viene presentata al Comitato degli esperti.
All'inizio dell'anno successivo il Comitato degli esperti si riunisce e formula una prima valutazione che viene proposta al Comitato dei ministri. 4. Il Comitato dei ministri prende la decisione definitiva.
5 . Il diploma è consegnato nell'autunno, nel corso di una cerimonia solenne alla quale partecipano le massime autorità del Consiglio d'Europa e del Paese interessato.
L'area insignita è collocata sotto il patrocinio del Consiglio d'Europa per cinque anni. La consegna del diploma è sempre accompagnata da raccomandazioni per migliorarne la gestione.
Ogni anno l'area interessata deve redigere un'accurata relazione: al termine del periodo di cinque anni si ripete la visita degli esperti e si valutano le iniziative attuate per adempiere alle raccomandazioni, insieme alle condizioni generali dell'area. Con la stessa procedura si decide se il diploma può essere rinnovato per altri cinque anni.
Il Parco dell'Argentera ha deciso di avanzare la propria candidatura congiuntamente al Parc National du Mercantour per sottolineare l'eccellente collaborazione tra le due aree e la loro dimensione transfrontaliera.
La canditatura è stata accettata ed è stata nominata la delegazione degli esperti, che ha visitato prima il Parc National du Mercantour poi il Parco dell'Argentera (il 10-11-12 agosto 1992). La delegazione era composta dal professor Alfred Froment dell'Università di Liegi (Belgio) e dal dottor Hector Haccourt, del Segretariato generale del Consiglio d'Europa. Il Ministero dell'ambiente era rappresentato dall'ingegner Gobbi.
Durante il loro soggiorno gli esperti hanno visitato: il Valasco, il Giardino botanico, la Valle delle Rovine e gli impianti Enel, le grotte di Aisone e il Centro visita di Entracque.
La relazione dell'esperto è stata presentata il 4 febbraio 1993 al comitato degli esperti, che ha dato parere favorevole.

Risoluzione n. (93) 20
Riguardante il conferimento del diploma europeo al Parco naturale dell'Argentera (Italia)
(adottata dal Comitato dei ministri il 3 maggio 1993 nel corso della 493esima riunione dei delegati dei ministri)
Il Comitato dei ministri, ai sensi dell'art. 15.a dello Statuto del Consiglio d'Europa
Vista la risoluzione (65) 6 che istituisce il diploma europeo
Viste le proposte del Comitato direttivo per la protezione e la gestione dell'ambiente e delle risorse naturali (CDPE)
Avendo constatato l'accordo del Governo dell'ltalia
Dopo aver deliberato
Accorda solennemente il diploma europeo al Parco naturale dell'Argentera nella categoriaA, conformemente al regolamento del diploma europeo (risoluzione (91)16).
Pone la zona suddetta sotto il patrocinio del Consiglio d'Europa fino al 3 maggio 1998.
Integra il conferimento con le seguenti raccomandazioni:

  • 1. Evitare che qualsiasi progetto di nuovo collegamento autostradale Italia-Francia possa danneggiare, direttamente o indirettamente, l'entità protetta del Massiccio Argentera-Mercantour. In ogni caso il Segretariato del Consiglio d'Europa dovrà essere informato fin dall'inizio di una eventuale procedura di studio d'impatto.
  • 2. Migliorare i confini attuali del Parco allo scopo di completare la fauna dei biotopi protetti e assicurare migliori relazioni ecologiche tra le diverse zone di interesse nazionale già protette.
  • 3. Prevedere i fondi necessari per creare una infrastruttura adeguata (parkings, aree per pic-nic), ai bordi del Parco allo scopo di canalizzare i visitatori.
  • 4. Proseguire gli sforzi allo scopo di ottenere una regolamentazione della pesca più conforme agli obiettivi del Parco.
  • 5. Proseguire e intensificare la collaborazione col Parco nazionale del Mercantour nei campi educativo, scientifico e di gestione.
Il Parco naturale dell 'Argentera è onorato di ricevere il diploma europeo insieme al Parco nazionale del Mercantour.
Questa è la prima volta, nella lunga storia del diploma europeo, che vengono premiate contemporaneamente due aree protette confinanti.
Insieme con i due Parchi proteggono un unico comprensorio alpino di 100.000 ettari nelle Alpi Marittime: due versanti dello stesso massiccio, due metà complementari, un'unica popolazione animale con presenze prestigiose: lo stambecco, oggetto di un'operazione congiunta di studio e reintroduzione che ne ha ampliato l'areale sul versante francese; il gipeto, che dopo 80 anni di assenza, è tornato per la prima volta sulle Alpi Marittime, risultato di un programma comune di reintroduzione partito nel 1987; il lupo è tornato invece spontaneamente, ma la sua scelta di questi territori non è stata casuale e dimostra l'abbondanza di prede e la completezza dell'ecosistema naturale.
Ma i due Parchi non hanno soltanto natura in comune: sono uniti anche dalla storia, fin dai tempi antichissimi dei graffiti rupestri, fino a Vittorio Emanuele II e alla storia più recente. Gli abitanti delle Alpi Marittime hanno in comune lingua e tradizioni: a loro va il merito della protezione di queste valli. Per questo abbiamo deciso di festeggiare la consegna del Diploma insieme a loro, con balli, canti e musica tradizionale.
Ci auguriamo che la collaborazione, a tutti i livelli, venga rafforzata e ci auguriamo inoltre di riuscire a ottemperare, insieme a questa, anche altre raccomandazioni del Consiglio d'Europa.
 

Riccardo Mucciarelli presidente del Parco dell'Argentera

 
Il diploma europeo consegnato al Parco naturale dell'Argentera non rappresenta soltanto un prestigioso riconoscimento alla serietà, alla capacità, alla lungimiranza con cui è stata gestita in questi anni una delle aree protette più belle d'ltalia. Esso premia anche diciotto anni di politica regionale dei parchi.
Un lavoro tenace, che ha posto il Piemonte all'avanguardia in Italia e in Europa per quanto riguarda la tutela attiva delle aree istituite a parco o a riserva. Un lavoro che si è articolato in tre fasi: dapprima è stato predisposto un piano regionale nel quale sono state individuate le aree meritevoli di essere tutelate attraverso uno specifico strumento di salvaguardia rappresentato da un parco o da una riserva. Quindi si è proceduto all'istituzione delle aree protette secondo le d irettive del piano. Successivamente si è avviata la predisposizione dei mezzi necessari per conseguire le finalità di tutela (regolamenti, piani di gestione territoriale, di assestamento forestale, di intervento, piani naturalistici).
E nato così un complesso sistema di aree protette tra loro distinte ma coordinate a livello regionale in modo che sia assicurata una sostanziale uniformità di struttura e di indirizzi, pur nel rispetto delle caratteristiche ambientali e naturali di ogni singola realtà.
Elementi di questo sistema sono le ben 55 aree protette regionali istituite dal '75 in poi ed equivalenti al 6% del territorio piemontese. Una percentuale che sale a circa 1'8%, se ad esse aggiungiamo i due Parchi nazionali del Gran Paradiso e della Val Grande. Tutte queste aree sono affidate ad enti di gestione che vedono la partecipazione attiva e prevalente delle comunità locali, nonchè del mondo agricolo e di quello ambientalista. Una compresenza necessaria a perseguire una valorizzazione delle risorse economiche disponibili (turismo, agricoltura, forestazione, pastorizia, eccetera) compatibile con la salvaguardia ambientale (che costituisce la finalità primaria delle aree protette).
Ma per i parchi piemontesi non c'è solo un passato da ricordare con orgoglio e un presente di cui prendere atto con soddisfazione. C'è anche un futuro da costruire con pazienza, sia attraverso una intensificazione dei rapporti con le popolazioni locali, sia attraverso la costruzione di strutture, di servizi, di proposte, di opportunità scientifiche, culturali, sportive e ricreative che aiutino i cittadini ad apprezzare sempre di più la ricchezza che i parchi rappresentano.
E sarà dunque questa la "nuova frontiera " della politica regionale delle aree protette.

Enrico Nerviani
assessore ai parchi