Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 11 - FEBBRAIO 1994


OSSERVATORIO INTERNAZIONALE
a cura di Giovanni Valdré *

Ma quanti sono i parchi in Europa ed in Italia? Ecco i dati dell'Iucn

Contrariamente ad una diffusa convinzione che vuole che le aree protette siano in rapida crescita, dalle informazioni statistiche preparate dall'Iucn per IV° Congresso mondiale di Caracas si apprende che l'istituzione di nuovi parchi nazionali ed aree protette nel mondo ha registrato dal 1981, anno del III° World Congress on National Parks di Bali, al 1991 una preoccupante diminuzione, che ha inaspettatamente invertito la tendenza ad un costante aumento verificata nei decenni precedenti.
La ricerca delle cause del preoccupante declino dell'incremento dei territori protetti nel mondo, lo studio della rapida e profonda evoluzione del concetto di parco, le nuove finalità delle aree protette e l'adattamento alle mutate situazioni sociali delle strategie per la protezione dell'ambiente naturale, sono stati fra i più attuali argomenti del Congresso di Caracas.
Tuttavia questa tendenza negativa, che ha carattere globale, non è riscontrabile in Italia, dove le aree protette, soprattutto quelle regionali, nel decennio preso in esame, hanno registrato una sensibile crescita che certamente verrà ancor più incrementata con 1' attuazione della legge-quadro n. 394/91, tanto da far pensare che il 10% del territorio nazionale, così come auspicato nei convegni di Camerino degli anni 1981 e 1991, verrà ben presto superato. La pubblicazione da parte dell'Iucn di dati statistici sulla consistenza dei sistemi delle aree protette e di quelli relativi alla nuova istituzione di parchi nel decennio 81-91 appare per noi di grande interesse in quanto sono note le continue polemiche, che hanno trovato un'eco anche al Convegno di Perth del 1991, sulla reale consistenza numerica delle aree protette in Italia e sulla loro consistenza percentuale sul territorio nazionale.
Osserviamo, quindi, la prima tavola che ci mostra la consistenza numerica e la superficie in ettari delle aree protette in Europa. ( tav. 1)
Si deve subito osservare che su detta tavola vengono riportate solo le aree protette comprese nella Lista delle Nazioni Unite e di questa solo le categorie dalla 1° alla V°. Un'altra osservazione che va fatta è che questa Europa dell'Iucn è sensibilmente più piccola di quella reale, in quanto non comprende gli Stati ex sovietici della Bielorussia, Moldavia, Russia e Ucraina ed esclude inoltre Cipro e la Turchia europea, mentre include gli arcipelaghi delle Canarie, delle Azzorre e Madeira.
Ovviamente il totale delle aree protette europee, così come riportato nella lista dell'Iucn, non rappresenta la realtà della situazione in quanto non comprende siti di superficie inferiore ai 1.000 ettari, nonchè i parchi urbani, suburbani e tutti quelli privi di aspetti naturali (parchi storici multiuso, militari, produttivi, eccetera).
Ma il dato che più interessa è quello relativo all'Italia, anche se non è possibile confrontare questi dati né con le valutazioni espresse dal Ministero dell'Ambiente né con i risultati delle ricerche eseguite, per lo stesso periodo, dal CNR di Roma (S. Palladino, I. Napoleone), dalle pubblicazioni del Coordinamento nazionale dei parchi e riserve naturali (S. Cavalli, R. Moschini, R. Saini), dall'Università di Firenze (G. Barbieri, F. Canigiani) e dai dati presentati al Convegno di Camerino del 1991.
Quante sono in realtà in Italia le aree protette rimane difficile a dirsi, anche perchè occorrerebbe preliminarmente intendersi su cosa s'intende per parco o riserva. (tav. 2))
Qualche indicazione parziale e settoriale ci viene fornita dalla tavola n°2 (fonte Iucn - Wcmc 1991 ) . Si tratta di un confronto tra alcuni Stati europei, tra aree protette comprese e non dalla Lista delle Nazioni Unite.
Mentre ognuno potrà fare i riscontri che più gli interessano, un dato è certamente di interesse generale: quello relativo alle aree protette italiane.
Le aree protette statali italiane erano al 1991 secondo il Wcmc precisamente 207, delle quali solo 64 riconosciute dalla Nazioni Unite (queste aree riconosciute dalle N.U. numericamente non sono che un terzo del totale, ma come estensione complessiva costituiscono oltre il 90% dei 600.027 ettari complessivi).
Le aree protette regionali italiane secondo l'Iucn assommavano, sempre nel 1991, a 286 per un totale di 1.427.408 ettari: questi dati confermano i risultati della ricerca Cavalli, Moschini, Saini (1990) che indicano rispettivamente 291 siti e 1.369.637 ettari.
I valori appena maggiori di questi ultimi dati possono essere facilmente giustificati dalle migliori possibilità di ricerca avute dagli autori italiani, che tra l' altro fanno tutti parte del Coordinamento nazionale parchi e riserve naturali.
Incremento delle aree protette nell'ultimo decennio
L' esame dei dati riportati dalla tavola 3 (fonte G. Heiss della Fnnpe) stimolano una lunga serie di riflessioni e di perplessità, ma per il momento conviene limitarci ad alcune osservazioni sulla situazione italiana (tav. 3):
Quell'incremento "0" della superficie dei parchi nazionali italiani non tiene conto dei provvedimenti legislativi per la promozione, perimetrazione provvisoria e attuazione di misure di salvaguardia previsti dalla legge 11 marzo 1988 n° 67 e dalla legge 28 agosto 1989 n° 305, peraltro richiamate dall'art. 35 della legge-quadro 6 dicembre 1991 n° 394 e concernenti l'istituzione dei nuovi Parchi nazionali del Pollino, Dolomiti Bellunesi, Sibillini, Orosei Gennargentu, Delta del Po e quelli di più recente costituzione del Monte Falterona Campigna, Foreste Casentinesi, dell'Arcipelago toscano e dell'Aspromonte.
Quindi, oltre ai 269.912 ettari (il dato della tabella 3 non è esatto) complessivi dei cinque Parchi "storici" - Gran Paradiso, Stelvio, Circeo, Abruzzo, Calabria - si dovrebbe tenere conto, per valutare la tendenza di incremento dei parchi nazionali· italiani, anche di quelli in fase di attuazione che
· porteranno la superficie complessiva di tale categoria di aree protette alla rispettabile cifra di oltre 870.000 ettari.
Simili osservazioni potrebbero essere anche fatte sull'incremento nullo indicato per la Francia, il Portogallo, la Spagna, per cui l'incremento delle aree a parco nazionale in Europa appare, per il decennio in osservazione, non in declino, ma in forte crescita, anche in Austria, Bulgaria, Finlandia, Germania, Norvegia, Polonia, Romania, Yugoslavia, e, grazie agli effetti attesi dalla legge-quadro, soprattutto nel nostro Paese.
Per i parchi regionali (nella tabella compresi nella voce "Nature Parks") tutti quegli incrementi "0" della tavola 3 non devono trarci in inganno, perchè in tutti i Paesi dell'ex area socialista, in Finlandia, Norvegia, Svezia, nella ex Yugoslavia, i parchi sono istituiti dal potere centrale e pertanto vengono classificati come parchi nazionali; e i parchi regionali erano fino a pochi anni or sono pressochè inesistenti.
Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo il più recente censimento (1992), i parchi e le riserve regionali ammontano a 249 per oltre 1.500.000 ettari pari al 5~o del territorio nazionale.
Ebbene, gran parte di queste aree protette regionali sono state istituite nell'ultimo decennio e pur non disponendo di dati precisi per detto periodo, l'incremento indicato dalla Tavola 3 di 827.560 ettari appare certamente inferiore alla realtà.
Le "altre aree protette" (presumibilmente riserve naturali, oasi, monumenti naturali, parchi multiuso, eccetera, di istituzione non statale, né regionale) appaiono dovunque in forte sviluppo, specie in Italia, in quanto quasi quotidianamente si apprende di nuove istituzioni e, seppure dette aree generalmente sono di piccola superficie, tuttavia si deve ritenere che anche in questo caso l'incremento registrato dalla ricerca Fnnpe, il cui autore si è lamentato con il sottoscritto della scarsa collaborazione degli enti nostrani a fornire notizie, deve ritenersi inferiore alla reale diffusione. Una nota a margine riguarda, infine, la stranezza di quella mancanza di dati sulla Germania, che non può essere giustificata dal processo di unificazione del Paese, in quanto le notizie in materia da parte dell'ex Repubblica democratica tedesca sono state sempre puntuali e precise.
La conclusione che si può trarre è che se le statistiche dei continenti extra-europei, che esamineremo in altra occasione, dimostrano una stasi od un declino nell'ultimo decennio dell' incremento delle aree protette, per l'Europa e soprattutto per l'Italia, in contrasto a quanto vuol dimostrare la tavola 3, si deve registrare un andamento ancora positivo. E di ciò sia grazie al cielo.
I dati sopra riportati sono parzialmente desunti dal testo presentato al Congresso dei parchi nazionali di Caracas del febbraio 1992 e redatto dall'Iucn europea, dalla Federazione dei parchi nazionali naturali europei, con l'assistenza del Cedip.

* Membro della Commission National Parks and Protected Areas, Chappa, Iucn