Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 11 - FEBBRAIO 1994


Beffa per il parco del Conero
Mariano Guzzini*

Due anni fa, nel numero 5 del 1992 di "Parchi", sotto il titolo "Al via anche il Parco del Conero: sarà la volta buona", esordivo così: "Il tempo dirà se il Parco regionale del Conero (5.796 ha suddivisi tra i Comuni di Ancona -3.200 - Sirolo - 1.150 - Numana 700 - e Camerano - 650 -) è davvero il primo ed unico parco delle Marche, oppure se le molte partenze ed i moltissimi "stop" susseguitisi negli anni avranno fatto passare l'area del Conero dalla condizione di "parco di carta" a quella, forse addirittura peggiore, di parco incartato, nelle polemiche e nelle pastoie burocratiche.
Ebbene, a due anni di distanza, quella che è stata definita la più importante isola verde adriatica tra il Gargano ed il Bosco delle Mesola, è parco a tutti gli effetti, ma si sta incartando in maniera pressochè inestricabile in una vertenza con la Regione Marche che può rendere difficilissima la vita del Consorzio.
Infatti la Regione Marche si rifiuta dal 1992 di erogare al Parco del Conero il contributo ordinario che all'atto dell'insediamento si era impegnata a versare. Nel bilancio preventivo della Regione Marche del 1992 figurava una voce ("Contributi al consorzio del Parco del Conero, lire 1.666.666.666). Tuttavia alla presentazione del bilancio approvato dal comitato di controllo non seguì il regolare pagamento delle spese. Al contrario si aprì una disputa orale, sostanzialmente di lana caprina, sulla prevalente caratteristica di "spesa corrente" piuttosto che di "spesa per investimenti" dell'attività svolta dal Parco del Conero nel 1992. La legge istitutiva del Parco del Conero non specificava che il contributo annuale della Regione dovesse essere finalizzato a spesa per investimenti. La controversia fu sottoposta in data 13 maggio 1993 al servizio legale della Regione Marche, il quale, nel settembre 1993, trasmise un parere a firma Valerio Onida e di Mario Conti nel quale tra l'altro era scritto "Non si ricava dunque dalla legge nè dal bilancio alcun limite in ordine al tipo di spesa del Consorzio finanziabile mediante il contributo regionale".
Nonostante l'illustre e chiarissimo parere di Valerio Onida, la Regione Marche non ha a tutt'oggi nè liquidato il 1992, nè il 1993. Ha, questo è vero, versato una "prima tranche" di 833 milioni con la quale il Parco del Conero ha liquidato le spese della parte di 1991 nel quale è stato in attività, ed una parte del 1992, ma il resto della "tranche" è tranciato talmente tanto, da figurare a residuo del bilancio regionale del 1993, e da risultare addirittura "soppresso" nella prima bozza dell'ipotesi di bilancio 1994, che sta circolando negli uffici regionali, ma che non è stata ancora approvata dalla Giunta Regionale, e meno che mai dal Consiglio.
Chiunque opera nei parchi sa bene in cosa consista la spesa ordinaria di chi gestisce un parco. Si tratta di pagare l'affitto delle sedi, il poco personale e gli indispensabili consulenti (in assenza di personale stabile). Scorrendo il rendiconto 1992 del Parco del Conero trovo tra la famigerata "spesa corrente" 20 milioni per progettare la carta dei sentieri, e 30 milioni per stamparla; 64 milioni per il servizio antincendio; 15 milioni per la guida del parco, 1.000 copie; 24 milioni per la realizzazione di un marchio per i prodotti tipici del parco da commercializzare; 14 milioni per la ripulitura e la sistemazione dei sentieri; 2 milioni per la manutenzione della segnaletica dei medesimi; 14 milioni per le targhe di segnalazione del perimetro del parco; 50 milioni per il convegno di studio sulla promozione delle attività agricole del parco; 50 milioni per il convegno sulle specificità geologiche del monte Conero. Sono le voci più consistenti, scelte a caso da un rendiconto dettagliatissimo, consegnato a suo tempo in Regione. A seguito dell'invio
della rendicontazione, non solo non sono arrivati i contributi che per legge spettano al parco, ma sono circolate voci sempre più forti su presunte "spese pazze" degli amministratori del parco, che avrebbero reso pressochè criminoso il ripiano delle stesse.
Si badi: mai osservazioni di questa natura sono state avanzate formalmente e per iscritto in nessuna sede. Al contrario, i nostri bilanci preventivi e consultivi sono stati approvati da tutti quelli che sono chiamati a spulciarli Eppure i fondi non arrivano, e, addirittura, spariscono dal bilancio regionale. A questo punto il Consorzio si trova di fronte a due strade: rimettere alla Regione Marche le "chiavi" del parco, non presentando alcun bilancio, oppure aprire una forte vertenza, e contemporaneamente chiedere l'aiuto degli enti locali e di chiunque lo possa dare, per sopravvivere fino al riconoscimento del proprio buon diritto. Miracolosamente alcuni Enti Locali hanno accolto il nostro grido di aiuto. E l'aspetto "miracoloso" va ben spiegato. Infatti nella lunga fase di gestazione del Parco del Conero i comuni dove più forte era la pressione delle forze anti parco avevano deliberato l'adesione al consorzio con documenti rigidissimi sul punto che la spesa fosse a totale carico della Regione, e che mai si chiedessero contributi ai Comuni per il funzionamento del parco. La tesi fu: se proprio la Regione ci impone il parco, noi ci pieghiamo. Ma guai a lei se ci scaricherà i costi.
La tesi, lo so bene, non è delle più felici, ma a Sirolo e a Numana si impose: e nel comune di Camerano servì a non aderire al Consorzio, nel dubbio che prima o poi si sarebbe arrivati al punto in cui oggi peraltro siamo.
"Miracolosamente", quindi, il Comune di Ancona e la Provincia di Ancona, si stanno impegnando per iscrivere nei loro bilanci cifre non simboliche, in modo da sopperire alle necessità immediate del Parco del Conero, fino a quando in consiglio Regionale non si sarà definitivamente risolto l'incredibile paradosso della Regione che istituisce un unico parco "regionale" ma si rifiuta di finanziarne il regolare funzionamento. Il paradosso diventa addirittura avanspettacolo l'otto febbraio 1994. In questa data, infatti, il Consiglio regionale vara le "Norme per l'istituzione e gestione delle aree protette naturali" in attuazione della 394/ 1991". All'interno di questo provvedimento non solo cita più volte il Parco del Conero, ma il Consiglio Regionale vota un intero articolo ("Norma transitoria per il Parco del Conero") dal quale si desume che il nostro parco è a tutti gli effetti identico agli altri che la legge in votazione prevede di istituire; arrivati alle disposizioni finanziarie ci si sarebbe potuto aspettare un comma che liquidasse le spese di funzionamento del Parco del Conero per il 1992 ed il 1993, e per il 1994 quel parco fosse messo a norma come gli altri da istituire.
Invece al danno in atto, il Consiglio regionale delle Marche ha aggiunto la beffa: alla lettera a) del comma 5 delle disposizioni finanziarie si prevedono "spese per l'istituzione delle aree protette naturali"; alla lettera b) "Spese per il funzionamento delle aree protette naturali" (ma allora la Regione Marche è disposta a finanziare il funzionamento! ! !); ed alla lettera c si legge "Interventi per l'acquisizione dei terreni per l'ampliamento del demanio regionale nel Parco del Conero". Si badi che nessuno ha mai chiesto una lira per questo tipo di interventi, mentre, a norma di statuto del parco, ripetutamente gli organi direttivi del parco avevano richiesto somme precise (500 milioni) per spesa corrente di funzionamento e altrettanto per investimenti.
Il bilancio preventivo 1994 del Consorzio per la gestione del Parco presenta quindi quest'anno un aspetto sorprendente e caratteristiche paradossali. Non ha entrate regionali, ed ha entrate comunali e provinciali. Ovviamente i revisori dei conti hanno posto montagne di dubbi, e non è detto che con un bilancio siffatto riusciremo a gestire il parco. E allora occorre la solidarietà di quanti vogliono il Parco del Conero, ma anche, più semplicemente, di quanti persino che la ragione non sia un optional, per sbloccare al più presto l'incredibile comportamento della Giunta regionale marchigiana e del suo stesso Consiglio, che con una mano promuove parchi regionali, e con l'altra li strangola, privandoli dell'indispensabile finanziamento.

*Presidente del Parco del Cornero