Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 13 - OTTOBRE 1994


Valutazione della situazione reale nella gestione delle aree protette
Helder Henrique de Faria *

Introduzione
L'istituzione delle aree protette in America Latina ha seguito una traiettoria ascendente, particolarmente nei tre ultimi decenni. Purtroppo la gestione pratica non ha avuto lo stesso ritmo: anzi, le limitazioni e i fattori avversi che si presentano sono ben noti e vari, pur con alcune similitudini tra i differenti Paesi della regione.
Questa situazione, cui si innesta il continuo degrado delle risorse naturali e l'impossibilità di continuare ad ampliare la superficie delle aree protette, evidenziano la necessità di maggiori sforzi volti ad una gestione effettiva delle aree protette già istituite. Pertanto è necessario incrementare il livello di monitoraggio della gestione, per identificare le lacune esistenti e dare la priorità alle iniziative necessarie perché le aree protette possano perseguire i loro obiettivi.
La gestione delle aree protette si caratterizza con azioni e strumenti che danno quale risultato la miglior utilizzazione e conservazione delle risorse di una unità protetta per realizzare, o cercare di realizzare, gli obiettivi di gestione (Faria, 1993, collaborazione di vari autori).
La sua misurazione non è compito facile poiché vi intervengono differenti variabili e fattori, a volte strettamente collegati e dipendenti dal potere locale e istituzionale, talaltra svincolati da tale contesto ma che del pari hanno oggettivamente un peso sugli avvenimenti abituali del settore.
Negli ultimi anni sono stati fatti alcuni tentativi per misurare la situazione reale di gestione, e si sono delineati alcuni criteri basilari al riguardo (Deshler, 1982; Mac Kinnon e altri, 1990; Uicn, 1993). Tale preoccupazione esiste dal III Congresso mondiale dei parchi (Bali, Indonesia, 1982) e se ne è discusso nuovamente nel IV Congresso mondiale (Caracas, Venezuela, 1992).
In quest'ultimo Congresso venne presentata una proposta per risolvere tale problema, assumendo dieci variabili o aspetti di valutazione (percentuale, infrastrutture, confini, finanziamenti, so-
stegno locale, legislazione, piano di gestione, obiettivi di gestione, retroazione e rischi). Fu proposto un sistema di valutazione numerica e di qualificazione della gestione secondo un punteggio finale raggiunto con la somma delle singole variabili (Uicn, 1993).
Tuttavia non si sono avuti risultati conclusivi perché è mancata una sistematica e un rigore procedurale che dessero uno strumento idoneo per valutare la gestione in modo organico, il cui impiego fosse agevole per il livello di competenza tecnica degli amministratori delle aree protette, con risultati confrontabili e ripetibili e con possibilità di adattamento alle varie situazioni. Si è prospettato infine la necessità di intensificare gli studi su questo tema.

Una soluzione
Il primo passo per delineare un procedimento avente tali qualità è il riconoscere la vastità del concetto di "gestione", mirando a selezionare gli aspetti o le variabili che siano commensurabili, finalizzate al buon esito della gestione e che abbiano incidenza comune sui vari settori della gestione, riconosciute attualmente a livello internazionale (Uicn, 1991). Occorre cioè focalizzare la globalità delle situazioni che potenzialmente si possono verificare, entro le aree protette, nella ricerca di una unità di procedimento.
Riunire le variabili in gruppi o settori affini facilita la sintesi e l'analisi delle singole informazioni, e dà maggior precisione al procedimento. Tale precisione è acuita con l'istituzione di criteri rigorosi e specifici per la valutazione di ciascuna delle variabili selezionate, il che determina una qualificazione più rigorosa che impedisca le possibili interpretazioni personali, molto frequenti negli studi in cui prevale la valutazione umana.
Tuttavia, per procedere ad una qualificazione oggettiva e realistica è necessario assumere un
indice di riferimento, una base di confronto valido per la misurazione delle variabili. Questo si ottiene partendo dalla configurazione di uno scenario ottimale rispetto al quale si confronta la situazione effettiva dell'area.
Se la qualificazione della gestione è data in base a misure proporzionali tra l'ottimale e la situazione effettiva riscontrata, c'è la possibilità di confrontare le situazioni reali fra aree e categorie differenti, dal momento che ogni area avrà il proprio specifico scenario.
Un'osservazione importante è l'impossibilità di valutare aree protette in cui la loro gestione non ha ancora una storia, un vissuto. Vale a dire che un'area di recente costituzione o una in cui non si sono effettuate pratiche amministrative o di ricerca, attività di protezione o di manipolazione delle risorse naturali non potrà essere valutata in base al metodo qui prospettato poiché, secondo la definizione iniziale, in tale area non si ha ancora una gestione specifica.
In base a tali riferimenti basilari, ai lavori riportati fino ad oggi e al giudizio di esperti della regione si è elaborato un procedimento per valutare la situazione reale della gestione delle aree silvestri protette nel programma di insegnamento/aree protette del Centro agronomico tropicale di ricerca e di istruzione (Catie), sperimentato nel Monumento Guayabo e nella Riserva biologica Carara, unità del Sistema nazionale della Costa Rica.

Il procedimento
Il procedimento consta di 4 fasi basilari, secondo cui si valuta una serie di variabili, raggruppate in nove settori: amministrativo, politico, legale, di pianificazione, di giudizio, programmi di gestione, usi attuali, caratteristiche biogeografiche e rischi (fig. 1). Le fasi sono le seguenti.

I fase - Attività preliminari
L'obiettivo è quello di stabilire uno schema di politica gestionale delle aree protette da analizzare, che si articola in due punti fondamentali:
- collezione di informazioni secondarie sul sistema nazionale delle aree protette e sui luoghi da analizzare;
- raccolta di informazioni primarie sulla gestione dell'area mediante interviste parzialmente programmate, riunioni di gruppo e individuali, sopralluoghi nelle aree, studi personali e seminari. Per convalidare i dati si usa il metodo della triangolazione di informazioni proposto da Ferràn (1992).

II fase - Definizione di scenari
- Definizione dello scenario attuale, che rappresenta la situazione dell'area nel momento di raccolta delle informazioni sulla gestione basandosi sulle note in loco fatte anteriormente.
- Costruzione dello scenario ottimale, che si riferisce alla migliore situazione o alle condizioni che l'area deve avere per sviluppare le sue attività e raggiungere o avvicinarsi agli obiettivi per cui è stata istituita. Questo si realizza in base agli strumenti di pianificazione esistenti, e le proposte vengono confrontate con le informazioni fornite dagli "operatori" inseriti nella gestione dell'area.

III fase - Valutazione dei settori
Ogni settore costituisce una matrice le cui variabili sono valutate partendo dal confronto fra lo scenario ottimale e la situazione del momento, dai criteri specifici stabiliti per la valutazione, e da una scala di valori generali. Le tav. 1 e 2 presentano le matrici e contengono i dati ricavati dall'applicazione del procedimento.
In alcuni casi la qualifica si determina in base ad un rapporto percentuale semplice fra la situazione esistente e quella ottimale; in altri ci si conforma ad un criterio qualitativo specifico o ad una combinazione di criteri, che devono evidenziare le possibili situazioni reali nelle aree da valutare. Tali criteri sono esposti in Faria (1994).
La scala di valutazione ha cinque livelli. Il valore maggiore (4) rappresenta la situazione tipica dello scenario ottimale, e il valore minimo (0) corrisponde alla situazione peggiore o a quella che si contrappone o non corrisponde in nulla allo scenario ottimale.
In tal modo i valori ottenuti riflettono la situazione esistente in rapporto a ciascuna variabile. In ogni settore, la somma dei valori raggiunti nella valutazione di ciascuna variabile costituisce un "totale terminale"; il "totale ottimale" è rappresentato dalla somma dei valori massimi possibili da attribuirsi alle variabili. Per esempio,
il settore amministrativo ha 6 variabili (vedere la tav. 1 - omissis), e il suo ottimale numerico è 24, dato che ogni variabile può raggiungere il valore massimo di 4.
Se il procedimento è applicato a varie aree protette, ad un sistema o sottosistema, i risultati della colonna consentono di rilevare lo stato generale di ogni variabile e l'ambito della gestione. In tal caso la valutazione finale si può fare seguendo lo stesso ragionamento impiegato per le aree individuali, raffrontando cioè il massimo punteggio possibile previsto dall'ottimale con quello ottenuto nella realtà, espresso in percentuale.

IV fase - Qualifica della situazione reale della gestione
L'integrazione dell'analisi anteriore si fà in una matrice-compendio (vedi tav. 3 - omissis) in cui si riportano i totali conseguiti in ogni settore. La somma di tali risultati costituisce un "totale generale terminale". Il "totale generale ottimale" in questa matrice si ottiene sommando i totali ottimali di ogni settore. Comparati fra loro danno un valore in percentuale che, in accordo con la scala adottata, permette di qualificare la gestione (tav. 4 - omissis).
Tavola 4 (omissis) - Scala per la qualifica della situazione reale della gestione

In linea generale questa qualifica si può interpretare come segue:
1° livello: gestione insoddisfacente (<35%)

Un punteggio totale inferiore o uguale al 35% dell'ottimale indica che l'area manca delle risorse minime, necessarie per la sua gestione basilare e, quindi, non vi sono garanzie per la sua sussistenza a lungo temmine perché gli obiettivi del1 ' area non potrebbero essere conseguiti in tali circostanze.

2° livello: gestione poco soddisfacente (36-50%) L'area possiede alcune risorse e mezzi che sono indispensabili per la sua gestione, ma le mancano molti elementi per raggiungere un livello accettabile. Tali caratteristiche fanno sì che l'area sia altamente vulnerabile per l'incidenza che possono avere fattori congiunturali estemi o intemi. Di conseguenza non può essere garantita la sua sussistenza a lungo temmine.

3° livello: gestione mediamente soddisfacente (51-75%)
L'area dispone degli elementi essenziali per la gestione, ma presenta tuttavia differenze essenziali che non consentono una solida base perché la gestione sia soddisfacente. Vi è un certo squilibrio tra i settori che influiscono sulla gestione, e questo compromette l'integrità delle sue risorse. Il conseguimento degli obiettivi potrebbe essere solo parziale, e alcuni obiettivi secondari potrebbero non essere raggiunti.

4° livello: gestione soddisfacente (76-90%)
I fattori e i mezzi che facilitano la gestione sono presenti adeguatamente. La sussistenza dell'area sarebbe garantita dato che esiste un equilibrio dinamico tra tutti i settori della gestione; tutto l'insieme tende normalmente al conseguimento degli obiettivi dell'area.

5° livello: gestione molto soddisfacente (2,90%) L'area dispone di tutti i mezzi per una gestione efficiente secondo gli standard attuali. Ha quindi la possibilità di far fronte ad alcune esigenze in fieri senza compromettere la conservazione delle risorse. Il conseguimento degli obiettivi dell'area sarebbe quindi garantito.

La tav. 3 (omissis) pemmette di vedere che il Monumento nazionale Guayabo si è classificato al 3° livello e la Riserva biologica Carara al 2° livello. Va rilevato che tali risultati si riferiscono al momento dell'applicazione del procedimento, tra il marzo e il luglio del 1993, e i rispettivi scenari sono dettagliati in Faria (1993).
Conclusioni
La verifica del procedimento dimostra che oltre a qualificare la situazione reale di gestione, il procedimento consente di conoscere dettagliatamente la qualifica conseguita, e di determinare in modo oggettivo e rapido in cosa differiscono le aree analizzate. I risultati consentono inoltre di identificare i punti di forza e di debolezza attuali della gestione, il che assicura un'informazione aggiornata relativa al processo di pianificazione ed indirizzo dell'area, attraverso la riprogrammazione delle attività, la priorità di inversioni e la programmazione di politiche specifiche rispetto alle lacune rilevate.
L'esistenza di una struttura semplice ma sistematica e accorta consente l'uso del procedimento in situazioni disomogenee, tenendo conto delle condizioni di lavoro esistenti nella grande maggioranza delle aree protette latino-americane e dei rispettivi gestori. Tuttavia emerge la possibilità di adattare tale procedimento a pratiche computazionali, come per esempio la programmazione di esperti.
In ogni modo il procedimento deve essere utilizzato ripetutamente con l'intento di verificare le forme di qualifica ottenute, come risultato delle variabili e dei criteri impiegati per la valutazione delle differenti categorie della gestione. Questo consentirà di verificare le sue caratteristiche e segnalare con maggiore vigore le qualità già accertate.

Bibliografia

- Deshler W. O., A systematic approch to effective management of protected areas, in World National Parks Congress: managing protected areas workshop, Pnud/Wwf/Unesco/Fao, 20 p., 1982.
- Faria H. H., Elaboraciòn de un procedimiento para medir la efectividadde manejo de àreas silvestresprotegidas y su aplicaciòn en dos àreas protejidas de Costa Rica, tesi Mag. Sc. Catie, Turrialba, C.R. 167 p., 1993.
- Faria H. H, Procedimiento para medir la efectividad de manejo de áreas silvestres protegidas, Rivista dell'Istituto Forestale, Istituto Forestale di Sao Paulo. Sao Paulo, Br. Inedito, 27 p., 1994
- Ferran F. I., Metodologia para la evaluación rápida a nivel de campo, Rivista Forestale Centroamericana, Catie, Turrialba, Costa Rica, 1 (1):23-28, 1992.
- MacKinnon J. et al., Manejo de áreas protegidas en los trópicos, Uicn/Pnuma, Trad. e ed. por Biocenosis, México, DF. 314 p., 1990.
- Uicn, A framework for the classification of terrestrial and marine protected áreas, Gland, Switzerland, 29 p., 1991.
- Uicn, Parquesyprogreso.Programa deárea sprotegidas, Edito da Valerie Barzetti, Traduzione di Leonor e Yanina Rovinski, Cambridge, USA,258 p., 1993.
- Università di Costa Rica, El perfil de calidad de las áreas de conservación de Costa Rica, Informe de consulta, San José, C.R. Allegti, 1, 2 e 3.

1. Comunicazione sulla tesi di specializzazione dell'autore.

* Ingegnereforestale, M. Sc.
Ricercatore dell'Istitutororestale di Sao Paulo