Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 16 - OTTOBRE 1995


Editoriale
Quando questo numero della rivista uscirà si sarà tenuta a Firenze l'assemblea dei parchi e delle riserve aderenti al coordinamento nazionale.
Avremo modo nei prossimi numeri di tornare più approfonditamente sui temi e i problemi dibattuti nell'incontro fiorentino inclusi quelli, diciamo così, più interni riguardanti la nostra associazione ed anche la rivista.
Per intanto possiamo dire che non si è trattato di una riunione riservata a pochi addetti ai lavori, ma aperta al confronto con tutte le istituzioni e l'associazionismo, in cui è stato deciso di lanciare una manifestazione nazionale, alla quale intendiamo giungere attraverso una molteplicità di iniziative locali, provinciali e regionali, che consentano ai parchi, alle istituzioni, alla società civile di risolvere in positivo gli impegni e le prospettive delle aree protette del nostro Paese.
A questa iniziativa di carattere culturale prima ancora che politico-istituzionale anche la nostra redazione ha voluto contribuire con un proprio documento che i lettori potranno richiederci.
Dopo il successo della manifestazione di Roma contro l'infelice e per fortuna breve gestione Matteoli, c'è bisogno infatti di rilanciare una forte mobilitazione perché si proceda ora speditamente e senza ulteriori indugi e sabotaggi alla costruzione di un sistema nazionale delle aree protette.
Per questo però non è sufficiente, non basta più un'iniziativa volta a fronteggiare lo 'stillicidio' di atti discutibili, di provvedimenti spesso cervellotici, di ritardi e rinvii ingiustificabili e dannosi.
In questa quotidiana 'guerriglia' nella quale si cerca, non sempre con successo, di tamponare le mille falle di una politica che non consente neppure di mettere a frutto le risorse stanziate con legge che continuano ad impinguare il già cospicuo capitolo dei residui passivi di un Ministero nuovamente censurato dalla Corte dei conti, si rischia infatti di perdere di vista, di appannare il quadro generale entro cui va collocata una nuova ed efficace strategia per le aree protette del nostro Paese.
In questo clima, in cui una nuova leva di amministratori ai parchi è costretta ad improbe e umilianti fatiche per ottenere un dattilografo, per avere notizie attendibili sulla nomina del direttore o dei soldi del piano triennale, passano fatalmente in secondo piano, anzi spariscono del tutto, questioni decisive come la trasformazione in atto dei parchi regionali, le inadempienze di alcune Regioni soprattutto speciali per le quali la legge-quadro rimane un oggetto misterioso.
Così, mentre in alcune Regioni dopo le recenti elezioni si stanno mettendo a punto interessanti programmi di lavoro per l'istituzione e una più efficace gestione dei parchi regionali e locali, in stretto rapporto con gli Enti locali e specialmente con le Province, come documentano anche alcuni fascicoli speciali di Parchi dedicati a queste esperienze, in altre si continua all'insegna del più vieto tran tran, di norme vecchie e farraginose, di manovre e intrallazzi politici che rendono tutto più complicato e deprimente.
Ecco, l'esigenza di rilanciare una forte iniziativa culturale, politica e istituzionale scaturisce da questo stato di cose in cui l'ordinaria amministrazione rischia di appannare, di far perdere di vista quei traguardi, quegli obiettivi ambiziosi che stanno alla base della legge-quadro e degli impegni europei del nostro Paese.
Sono ancora troppi i silenzi, le latitanze di forze, di personalità che alla luce del nuovo ruolo dei parchi dovrebbero figurare tra i protagonisti più convinti e credibili di una battaglia oggi immiserita spesso da polemiche e controversie marginali, che non può essere sostenuta e vinta soltanto dai parchi e da un po' di amici vecchi e nuovi.
Anche la cortina di silenzio del sistema informativo radio-televisivo e giornalistico su questi temi, che soltanto in rare occasioni e spesso con sconcertante approssimazione trovano ascolto, potranno essere almeno in parte superati solo se nuove 'voci' del mondo della cultura, delle istituzioni, dell'associazionismo sapranno farsi sentire e valere con maggior vigore e autorevolezza.