Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 16 - OTTOBRE 1995


La presenza turistica nelle aree protette
Patrizia Vaschetto *

Un disordinato parcheggio 10.000-15.000 mq a 2600 metri di quota, in pieno Parco nazionale del Gran Paradiso, là dove si sviluppa uno dei più interessanti altipiani delle Alpi: è la massima concentrazione giornaliera di autovetture parcheggiate nei due mesi dell'anno, luglio e agosto, in cui è possibile raggiungere il Colle del Nivolet, nell'alta Valle dell'Orco.
La strada che da Ceresole Reale sale al Colle, superando in meno di 20 chilometri un dislivello di 1000 metri, fu aperta nel 1967 a servizio delle dighe del Serrù e dell'Agnel, dall'Azienda energetica municipale di Torino. Negli anni '70 si avviò la costruzione di un tratto da Pont Valsavarenche, nell'ipotesi del collegamento stradale in quota dei due versanti del parco, quello piemontese e quello valdostano. Un progetto fortunatamente interrotto sia per la mancanza di finanziamenti, sia per l'opposizione del parco e degli ambientalisti.
Se allora era difficile prevedere l'enorme sviluppo che avrebbe avuto la circolazione automobilistica privata e i disastrosi effetti sull'ambiente, oggi i rifiuti abbandonati, l'inquinamento atmosferico e da rumore, l'allontamento della fauna dagli areali e dai percorsi abituali, sono segnali allarmanti del progressivo degrado dell'ambiente naturale.
Si stima che il numero complessivo dei visitatori del parco, in costante incremento, abbia raggiunto nell'ultimo anno il milione e mezzo di unità. Perdipiù, con i 2/3 delle presenze turistiche concentrate nel periodo estivo, è messa a repentaglio la capacità di carico degli ecosistemi che il parco ha il compito di proteggere.
Nella prospettiva di avviare qualche forma di regolamentazione del traffico privato nell'area del Nivolet, nell'estate del 1993 è stata avviata dall'Ente parco un'indagine per tracciare la fisionomia del turista, le modalità e le motivazioni della visita, le aspettative rispetto al parco, la disponibilità ad accettare forme di regolamentazione dell'accesso privato, ad esclusione dei residenti. L'indagine, svolta in dieci giornate campione tra la fine di giugno e ferragosto, si è articolata in tre fasi: conteggio dei volumi di traffico in entrata e in uscita dal parco; conteggio della concentrazione delle vetture in sosta in 14 punti individuati lungo la strada; indagine motivazionale, realizzata con la distribuzione di schede all'utente motorizzato all'ingresso e riconsegna dopo la compilazione all'uscita dal parco. Una campagna di informazione nei giorni precedenti i rilevamenti su quotidiani locali e nazionali, oltre alla presenza in loco dei guardaparco che fornivano informazioni sull'indagine, ha consentito la partecipazione interessata dei turisti, con una percentuale di risposta altissima, circa il 90%. Nelle giornate di rilevamento il massimo valore orario in entrata è stato di 360 vetture / ora, una ogni 10 secondi; peggio per il traffico in uscita, nel giorno di ferragosto, pari a 470 vetture / ora. Il numero delle autovetture in transito ha raggiunto un massimo di 1.552 unità, con la maggiore concentrazione di parcheggio al Colle del Nivolet, dove termina la strada.
L'identikit del "turista tipo", così come risulta dall'indagine, è il seguente: proviene per 1'85% dal Piemonte; è per il 74% un visitatore abituale; per il 50% resta nella zona una media di 4 ore, che, al netto dei tempi di spostamento in auto per andare e tornare dal Colle, significa un consumo dello spazio e del tempo che ha poco a che vedere con un'area protetta; si sposta in auto per 1'88%; chiede aree pic-nic, sentieri segnalati, parcheggi e informazioni sul parco. Se i caratteri che contraddistinguono il visitatore-tipo confermano le aspettative, più sorprendente è la richiesta di un maggior controllo dei comportamenti altrui, con multe per chi abbandona i rifiuti o pratica il parcheggio selvaggio o disturba gli animali. Un altro aspetto interessante è la disponibilità a pagare un pedaggio per accedere con la propria auto nel parco: il 60% degli intervistati dichiara di essere favorevole a questa forma di regolamentazione. Inoltre il 45% sarebbe disposto a lasciare l'auto a valle, nel caso in cui si predisponesse un servizio di bus navetta.Le esigenze dei fruitori non sembrerebbero quindi molto distanti dagli obiettivi che il parco, nel rispetto delle proprie finalità, si è dato.
Il primo aspetto da affrontare è di ordine gestionale: con la Provincia di Torino, proprietaria della strada, il Comune di Ceresole e l'Azienda energetica municipale occorre trovare una forma di accordo per mettere in atto il progetto di regolamentazione. In secondo luogo, sul fronte della riqualificazione dell'offerta turistica si tratta di diversificare le opportunità di visita, creando punti di interesse lungo la strada: la meta non sarà esclusivamente il colle, perché lì finisce la strada asfaltata, ma le aree pic-nic dislocate lungo il percorso; oppure il punto di affitto di biciclette di montagna; o ancora il lago Serrù a quota 2200 metri dove, in collaborazione con il confinante Parco francese della Vanoise, è stato attrezzato un sentiero pedonale che collega le due aree protette; ed è di prossima realizzazione un'esposizione che ha per argomento la promozione di un unico parco nazionale senza frontiere Gran Paradiso-Vanoise.
Ma la diversificazione dell'offerta potrebbe iniziare addirittura dal fondovalle, con la scelta di salire a piedi, utilizzando la vecchia strada militare, che resta pur sempre il modo migliore per ossigenare cervello e gambe.

* Cooperativa Arnica