Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 16 - OTTOBRE 1995


LIBRI

I parchi nazionali Guida WWF
per conoscere e usare i parchi e le loro riserve
Edizioni Ambiente (L. 30.000)

Corrado Maria Daclon
I parchi nazionali
Guideverdi Maggioli
(L. 16.000)

Non è soltanto per il titolo che li accomuna che abbiamo pensato di unire nella recensione questi due libri, i quali peraltro presentano anche non poche affinità nel contenuto. La ragione principale è che essi, anche con le loro differenze di cui parleremo, confermano, ci pare, quella tendenza a cui abbiamo dedicato in questo numero una prima riflessione che qui ovviamente ci limitiamo solo a richiamare. Che due libri quasi in contemporanea, uno dei quali per iniziativa di una associazione quale il WWF, affrontino il tema dei parchi nazionali, cioè non del sistema nazionale delle aree protette nel suo insieme, se è dovuto senz'altro al caso per quanto riguarda la decisione degli editori, non lo è dal punto di vista culturale.
I due libri a nostro giudizio dimostrano e confermano che vi è ancora una spiccata 'preferenza' per un comparto specifico, certo importantissimo, del sistema generale delle aree protette. Il libro del WWF dà un pregevole contributo alla conoscenza di questo comparto in quanto non si limita, pur trattandosi di una guida che nella pubblicistica attuale ha prevalenti caratteristiche turistico-naturalistiche, a fornire indicazioni e dati del genere più diffuso.
In effetti il libro ha delle lodevoli e condivisibili 'ambizioni' politico-culturali sia nella parte introduttiva nella quale Grazia Francescato, Gianfranco Bologna, Fabio Cassola, Alessandro Bardi e Alessandro Lanza ripercorrono puntualmente, con le battaglie della associazione, le vicende perigliose di una legge che ha portato fra le altre cose all'istituzione di un buon numero di nuovi parchi nazionali, sia nella trattazione delle singole situazioni dove il giudizio politico su quel che sta accadendo rimane in primo piano, sotto forma anche di 'pagelle' a cui il WWF sembra molto affezionato, anche quando ciò induce talvolta a eccessive semplificazioni. Se è sempre difficile infatti esprimere dei 'voti' anche da parte di persone sicuramente informate, lo è in maniera ancor più ardua farlo ai primi giorni di scuola; è il caso di molti dei parchi nazionali presi in esame i quali stanno ancora rollando in pista senza riuscire a decollare.
Nel complesso però si tratta di una guida che, a parte qualche perdonabile 'partigianeria' (ma a fronte di tante denigrazioni sui parchi qualche rivendicazione orgogliosa dei propri meriti è un ben lieve peccato) permette di farsi un'idea della situazione complessiva dei nuovi parchi nazionali.
Il lettore scoprirà così, diradatisi i fiumi di polemiche tanto furibonde quanto improduttive sul piano di una corretta informazione, che in molti di questi nuovi parchi ancora non sono stati insediati gli organi di gestione e che, anche in quelli più fortunati, le cose stanno appena meglio.
Utili infine le pagine 'gialle' sulle strutture di accoglienza e su quel che c'è da vedere nelle varie realtà dei nuovi parchi.
Anche il libro di Daclon ripercorre in apertura la vicenda dei parchi, ma a differenza della guida del WWF ne colloca l'esito all'interno di una più ampia disamina storico-culturale. Non a caso la prefazione è affidata alla penna di Thomas W. Levermann che ha ricoperto l'incarico di responsabile dell'educazione ambientale presso il dipartimento agricoltura del governo degli Stati Uniti.
Quella dell'americano è un vero e proprio inno alla maestosità della natura, a quella cultura che ha segnato e segna tuttora l'istituzione dei primi grandi parchi storici negli USA che Daclon, come in suoi precedenti scritti, ripercorre soffermandosi sull'evoluzione del concetto stesso di parco.
Le schede dedicate ai nuovi parchi nazionali hanno una connotazione meno 'politica', diciamo così, di quelle del libro del WWF, e nella loro essenzialità consentono di cogliere fra l'altro nella loro concretezza le non poche differenze, anche per quanto riguarda i parchi nazionali, tra la realtà americana e quella del nostro continente ed in particolare del nostro Paese. Se negli USA dominante è appunto la monumentalità della natura qui, specialmente nei nuovi parchi nazionali ma anche in quelli regionali, giocano un ruolo determinate il paesaggio inteso come costruzione umana, la storia, l'archeologia, eccetera.
In conclusione, per tornare alle notazioni di apertura, vorremmo che gli editori (ed anche gli autori) i quali hanno sentito il bisogno di cimentarsi sul problema dei parchi nazionali, trovassero il coraggio e gli stimoli giusti per misurarsi con questo tema su una scala più ampia. (R. M.)

Giordano Conti La nuova cultura del recupero Editrice CLUEB
Bologna 1995
(204 pagine. L. 25.000)

I delicati equilibri del nostro pianeta sono strettamente connessi alla corretta dialettica fra realtà naturale e realtà costruita. La civiltà industriale, con la sua fiducia cieca nella tecnologia e nelle "magnifiche sorti e progressive", non ha saputo mantenere fede a questa elementare verità. Con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti: i boschi distrutti sotto l'incalzare dell'urbanizzazione, i parchi compromessi da un turismo chiassoso e invadente, l'intero ecosistema sottoposto a un impatto dell'antropizzazione in molti casi devastante. La cultura del recupero, affermatasi agli albori del nostro secolo e poi, sempre più rapidamente, in questi ultimi decenni, sta proponendo un'inversione di tendenza verso tutto ciò che produce una trasformazione traumatica del nostro ambiente. Non solo per un amore legittimo verso le testimonianze del passato, e dunque verso il nostro vissuto storico. Ma anche, e soprattutto, perché si è ormai affermata la consapevolezza che così non si può andare avanti, che il nostro benessere, la nostra qualità della vita, possono essere compromessi definitivamente da un uso spregiudicato e distorto delle strutture e delle risorse esistenti. E' in questo quadro che nasce la nuova politica dei parchi, delle aree protette, delle riserve naturali. L'Appennino, in particolare, sta diventando un vero e proprio polmone verde all'interno della penisola italiana, in grado di dare respiro alle aree più intensamente urbanizzate e industrializzate. Il libro, nell'affrontare questo e altri temi, si pone l'obiettivo di offrire un quadro di riferimento certo a tutti coloro che operano nel campo della conservazione e del restauro. Non basta più una conoscenza settoriale dei problemi. Occorre prendere in esame tutto il sistema delle interrelazioni che contribuisce a definire il nostro habitat quotidiano. E da questo, approdare a una metodologia di lettura e di progetto in grado di porsi in perfetta coerenza con il contesto storico e naturale ereditati. Solo in questo modo si può offrire una via d'uscita all'attuale antitesi fra le esigenze della conservazione e quelle, altrettanto legittime ma da valutare attentamente, dell'innovazione.
L'autore - da anni impegnato su questi temi come studioso e amministratore - offre un materiale di riflessione e per l'uso, interessante soprattutto per la nuova leva di dirigenti e amministratori delle aree protette. (Oscar Bandini)

Giorgio Mangani La tutela impossibile
Il Lavoro editoriale, Ancona 1995.
(L. 20.000)

La politica di tutela della quale si occupa Giorgio Mangani nelle novanta pagine del suo pamphlet è piuttosto quella per i beni culturali che quella per la conservazione della natura; ma i due temi si intrecciano nella sostanza e, non a caso, se il volume è diviso in tre parti, la seconda e la terza parte sono rispettivamente dedicate al "Nuovo concetto di paesaggio, dal panorama all'ecologia del paesaggio", e a "L'alfabeto della natura. Le collezioni di storia naturale del gabinetto scientifico di Luigi Paolucci". Come dire che su novanta pagine, cinquanta parlano della tutela naturalistica, che è parte integrante, del resto, di quella dei beni culturali.
Il titolo del saggio di Giorgio Mangani oltre che un'affermazione è anche una citazione. Nel 1977, con l'editore Gilberto Bagaloni di Ancona, Giorgio Mangani e Valerio Paci pubblicarono "La tutela difficile'', rapporto sui beni culturali delle Marche, 240 pagine, L. 6.000, che fu testo di riferimento per quanti si impegnarono a vari livelli sul terreno della catalogazione e della valorizzazione dei beni culturali nella loro matrice territoriale, della valorizzazione dei beni librari e documentari, coinvolgendo la Regione, gli Enti locali, la scuola, l'università, le associazioni culturali. Quel volume del lontano 1977 era davvero altrove, rispetto ai parchi e alle politiche di tutela della natura. Del resto non esiste il "dovere alla profezia", e perfino "Uomini e parchi", il fondamentale testo dei due "Valerio", Giacomini e Romani, stava appena circolando tra gli amatori. Eppure anche ne "La tutela difficile", e anche in un altro volumetto del 1979, edito dalla Regione Marche: "Il territorio dei beni culturali, la tutela paesistica nelle Marche", scritto da Giorgio Mangani e da Sergio Anselmi, l'intreccio tra le due tutele c'è, non solo nei fatti, ma anche nei titoli, nelle leggi citate, nelle speranze suscitate. Mi pare - quindi non stravagante segnalare l'uscita del pamphlet di Giorgio Mangani al lettore di Parchi. L'Autore - vivendo una contraddizione comune a molti - continua ad operare in prima persona nell'amministrazione della tutela e della valorizzazione dei beni culturali (non a caso è tra i fondatori della Casa editrice Transeuropa; non a caso è assessore alla cultura del Comune di Ancona) pur affermando l'impossibilità della tutela. Molti fra i lettori della nostra rivista vivono analoghi sentimenti nei confronti della tutela ambientale. L'approfondimento ed il confronto culturale, e soprattutto la pratica di una cultura inclusiva (come quella della corte di Urbino ai tempi di Francesco di Giorgio Martini; il contrario della Firenze della cultura esclusiva dell'Alberti ...) può risolvere alcuni aspetti strutturali del problema, chiarendo almeno i termini del problema, i possibili alleati e le tappe chiare e distinte da superare. Mia personale impressione è che oggi, nell'imminenza della fin de siècle, non sia giusto pensare ad una "tutela impossibile" per organizzare opportune contromosse, bensì sia ora di pensare al "governo impossibile", affinché - posto e affrontato che sia nella sua giusta cornice il problema - possano tornare i tempi in cui vedevamo difficoltà da superare, ci lavoravamo sopra, e facevamo nascere cose che, dopotutto, oggi ci sono. (M. G.)

A cura di Franco Viola
Sui parchi e sulle aree protette
Regione Veneto - Azienda regionale foreste
ADLE Edizioni - Padova 1994
(184 pagine)

La pubblicazione, curata da Franco Viola, contiene scritti di O. Andrich, F. Bassilana, E. Bonalberti, D. Cason, S. Cavagna, A. Cianciullo, M. Da Pozzo, M. Defina, U. Frank, P. M. Gaffarini, C. Lasen, F. Perco, C. Pluti, F. Posocco, M. Reho, M. Vita, oltre che dello stesso curatore.
Il volume è la sintesi di due anni di corsi di formazione che l'Azienda regionale foreste della Regione Veneto ha tenuto sulla gestione delle aree protette. Si trattava di corsi riservati a tecnici e laureati, realizzati dall'ufficio formazione ed educazione ambientale dell'Azienda su finanziamento del Servizio conservazione della natura del Ministero dell'ambiente.
I vari contributi sono raccolti per argomento in quattro capitoli dai diversi titoli. Il primo capitolo, dal titolo "Le politiche dei parchi", affronta i temi legati alla nascita ed all'evoluzione del concetto di area protetta, dalle prime forme di territorio "riservato" delle culture del passato, per venire all'istituto del "parco" consolidatosi in questo ultimo secolo, fino alle emergenze ambientali, legate ai problemi del minacciato equilibrio ecologico di questi ultimi anni. Nella seconda parte, 'Le culture a confronto: il territorio e la società", si affrontano invece alcuni singoli temi più specificatamente inerenti la realtà gestionale del parco: dalla tutela dell'ambiente all'uso delle risorse ambientali, dall'educazione ambientale ai problemi della comunicazione.
Il terzo capitolo, intitolato "Professionalità per il piano", tratta degli aspetti interdisciplinari connessi con le complesse operazioni di pianificazione dell'area protetta: le indagini vegetazionali, le analisi faunistiche, la gestione forestale, i rapporti tra tutela delle risorse e sviluppo economico.
Nel quarto ed ultimo capitolo, "Schegge di esperienza", sono passate in rassegna, una per una, le esperienze di vita dei parchi veneti: il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi ed i Parchi naturali delle Dolomiti d'Ampezzo, dei Colli Euganei, del fiume Sile, della Lessinia.
Il libro, di piacevole lettura, è consigliato oltre a chiunque voglia affrontare l'importante problema della conservazione della natura attraverso la politica e lo strumento dell'area protetta, in particolar modo a chi nei parchi e con i parchi vive quotidianamente, soprattutto tecnici ed amministratori, che sanno come in un clima di continua emergenza e di cronica scarsità di risorse, la preparazione e l'approfondimento professionale siano delle armi indispensabili. (S. F.)

Massimo Agostini
L'altra Italia
Il Paese ritrovato nel verde Calderini, Bologna
(142 pagine, 31 illustrazioni, copertina a colori. L. 28.000)

Tra le tante "guide alla natura" eccone finalmente una che privilegia luoghi insoliti, noti solo a naturalisti di razza. Si tratta di un bel quaderno di viaggio attraverso parchi, aree protette o semplici territori da recuperare, realizzato dal giornalista Massimo Agostini per le Edizioni Calderini. Non è una guida turistica ma un'originale proposta di accostamento alla natura, soprattutto rivolta alle giovani generazioni. Il viaggio stendhaliano, che ha portato l'Autore in giro per l'Italia per oltre un anno, è svincolato dai luoghi comuni naturalistici. Il lettore viene guidato nelle riserve naturali con prudenza e timore, dato che in alcune di queste un numero eccessivo di visitatori potrebbe infrangerne il millenario riserbo e danneggiarne le fragili strutture. Il taglio giornalistico della narrazione rende estremamente scorrevole la lettura di queste pagine ricche di annotazioni storiche e letterarie, frammiste a leggende e tradizioni popolari. Lo schema espositivo richiama alla mente il concetto di "parco letterario" introdotto da Stanislao Nievo. Il lettore si avvale così di una chiave di lettura che rende molto più stimolante la visita a luoghi altrimenti considerati solo per la loro bellezza paesaggistica. Il viaggio è attualizzato dall'incontro con personaggi viventi che si inseriscono nel racconto, a volte con la loro stessa vita, in molti casi diventata un tutt'uno inseparabile con il luogo che li ospita.
Un libro-amico che vi aiuterà a scoprire angoli nascosti del "Bel Paese" partendo dal Mont Avic della Valle d'Aosta fino allo Stagno di Mistras nell'Oristanese.

Hannah Glaser - Wolfgang R. Weber Alaska e Yukon canadese
Calderini, Bologna
(310 pagine, 180 illustrazioni, copertina a colori. L. 44.000)

Grandi distese selvagge, foreste e fiordi scoscesi, canyon e ghiacciai, coste interminabili, questo era l'ambiente che trovarono i primi colonizzatori quando arrivarono sulle terre dell'Alaska. Tuttora questo grande Stato vanta paesaggi, flora e fauna davvero unici come documenta anche questa bella pubblicazione della Calderini che supera la normale traccia tradizionale delle guide turistiche. Alaska inizia, insolitamente, con un capitolo sulla vita quotidiana nei Paesi di cui fornisce itinerari che occupano circa un mese nella vita del viaggiatore. Gli itinerari proposti sfruttano ambienti incontaminati e si snodano in regioni dove ancora vivono nuclei etnici di straordinario interesse per un'indagine etnologica, portano il viaggiatore curioso e intelligente a immedesimarsi nell'ambiente stesso e a considerarsi un po' come un esploratore o uno scopritore. Non si può negare il fascino di certe regioni, ma non si può ignorare quanto detto sopra: ghiacciai, lagune, parchi nazionali, montagne (Mt. McKinley, 6193 metri - la montagna più alta), deserti, miniere a cielo aperto, rapide e cascate. I giorni distribuiti nel viaggio attraverso queste realtà rendono il libro gradevole e straordinariamente adatto a una lettura anche senza la necessità di compiere il viaggio. Numerose carte e stupende illustrazioni completano questa guida ricca di informazioni e consigli utili per viaggiare sicuri: uno strumento indispensabile per conoscere questi luoghi nordamericani.

Douglas Botting
Francia - guida naturalistica Calderini, Bologna
(224 pagine, 130 illustrazioni, copertina a colori. L. 35.000)
collana "Guide Turistiche Naturalistiche"

E' vero - come si dice - che la Francia ha saputo conservare buona parte del suo patrimonio naturale?
Leggendo Francia ci si rende conto che per i suoi abitanti e i suoi visitatori è possibile trovare regioni senza tempo e aree relativamente intatte.
L'Autore, botanico e naturalista di origine inglese, ha messo tutta la puntigliosità della sua razza nella ricerca di quei luoghi dove è possibile (come lui stesso dice) "dimenticarsi del genere umano". Tuttavia, la Guida è fitta di indicazioni che segnalano dove alloggiare, dove affittare biciclette, dove fermarsi per pernottare, dove richiedere informazioni, oltre che segnalare parchi naturali, aree protette, attività di trekking e di equitazione, mezzi di trasporto e così via.
Sarà una sorpresa: la Francia è sì all'avanguardia del progresso tecnico e industriale ma è anche capace di rispondere bene alle esigenze del viaggiatore che ha "sete" di natura.
Questa bella guida ecoturistica si affianca a Gran Bretagna e Spagna sempre edite da Calderini.

Donato Ballasina
Salviamo le tartarughe!
Edagricole, Bologna
(260 pagine, 165 illustrazioni. L. 30.000)

Continua la meritoria attività editoriale dell'Edagricole per salvaguardare l'ambiente. L'ultimo libro edito dalla Casa editrice bolognese è addirittura un appello a salvare la tartaruga italiana.
E' una stupenda pubblicazione a favore della difesa della tartaruga, una specie tra le più minacciate del pianeta. E quella trattata in questo libro è unica al mondo. Infatti vive solo in Italia, salvo qualche colonia sparsa in Corsica, Massiccio de Mauri (Provenza, Francia), a Maiorca, a Minorca e nella provincia spagnola di Gerona.
Animali arcaici, nati addirittura prima dei dinosauri, hanno un tasso di riproduzione bassissimo, una successione di generazioni lentissima e sono incapaci di reagire ai rapidi mutamenti ambientali.
Questo rettile è vulnerabile e la sopravvivenza dipenderà dall'uomo. Il testo realizzato dal Centro Carapax, organizzazione italiana per la salvaguardia delle tartarughe, rappresenta uno straordinario strumento conoscitivo pieno di informazioni e suggerimenti per fare sì che anche il lettore contribuisca attivamente a questa iniziativa ambientale. Articolato in 11 capitoli, il libro offre un quadro veramente completo della realtà attuale indicando con estrema precisione cosa bisogna fare per difendere questo patrimonio naturale e indispensabile all'ecosistema del pianeta.
Il libro è dedicato alla Toscana, alla Maremma, al Parco regionale dell'Uccellina, ultima roccaforte delle più belle tartarughe d'Italia.

Aveto: Parco naturale regionale
Le Guide del Pettirosso
Regione Liguria, 1995

La Collana, a cura dell'Ufficio parchi e riserve naturali della Regione Liguria, si arricchisce di un'altra guida, la numero 7, dedicata al Parco naturale regionale dell'Aveto.
La guida, di facile e comoda consultazione, corredata, come tutte le altre, di una cartina, illustra il territorio delle Valli Aveto, Sturla e Graveglia, descrivendone i valori storico-naturali, con il ricorso anche ad annotazioni di colore. La puntuale documentazione fotografica aiuta a "scoprire" ambienti naturali e tracce, antiche e recenti, del passaggio dell'uomo, del suo lavoro ed anche delle conseguenze del suo abbandono, in un territorio che vale la pena di conoscere e visitare.
Fuori dai più noti e battuti itinerari, quello dell'Aveto è un parco che cerca di "restituire" alle popolazioni residenti ed al visitatore valori e patrimoni a rischio.

Coop. Utopie Concrete
Parco naturale del Tagliamento.
Le Sorgive del Pradulin
Comune di Venzone (Udine), 1994

Il volume, edito dal Comune di Venzone e realizzato dalla Cooperativa Utopie concrete, illustra le caratteristiche naturalistiche, fisiche e storiche di una zona umida del Parco naturale del Tagliamento, avvalendosi dei contributi dei tecnici Giuliano Mainardis, Federico Sgobino, Fabio Stoch e Maurizio Tondolo.
Le sorgive del Pradulin, localizzate all'altezza dell'abitato di Portis, sono un bene unico e prezioso, che va preservato dal degrado e da pesanti interventi di trasformazione. La guida intende favorire allora una presa di coscienza dell'importanza di questo particolare ecosistema, costituendo uno strumento che ha anche finalità didattiche ed educative. Di formato tascabile, è una pubblicazione ricca di informazioni, funzionale ma rigorosa, con foto, disegni, cartine, raffigurazioni accurate della flora e della fauna. I testi, lineari ed efficaci, propongono una conoscenza integrata dell'ambiente e delle sue componenti. Completano il volumetto una bibliografia essenziale, l'elenco delle carte topografiche disponibili e una planimetria aggiornata dell'area.
I dati e le conoscenze, documentati con puntiglio e resi finalmente disponibili, possono inoltre consentire interventi di restauro ambientale, con l'obiettivo di ripristinare e consolidare la vegetazione laddove alcune recenti realizzazioni (raddoppio della ferrovia, posa in opera di metanodotti) hanno provocato danni ed alterazioni.
C'è ancora un'opportunità da segnalare: nell'ambito degli itinerari culturali che fanno della cittadella medioevale di Venzone, ricostruita dopo i terremoti del 1976, un raro connubio di arte e di ambiente, le sorgive del Pradulin, opportunamente valorizzate e correttamente gestite, costituirebbero un ulteriore motivo di interesse per l'escursionista o il turista colto e non frettoloso. La guida si pone pertanto a disposizione di tante, potenziali categorie di fruitori. Coop.

Utopie Concrete, via Roma, 33010
Venzone (Udine),
tel. 0432/985659.

Il Cammina Friuli-Venezia-Giulia
Il Cammina Friuli-Venezia Giulia è uno dei volumi più sorprendenti della collana, dedicato ad una terra che concentra in un territorio relativamente poco esteso una incredibile varietà di ambienti naturali, alcuni assolutamente unici. Ma non è solo la varietà a sorprendere, poiché il Friuli-Venezia Giulia, anche dal punto di vista naturale, conferma quella sua straordinaria identità di punto di incontro di influssi diversi che lo caratterizza anche a livello storico e culturale. L'essere una terra di confine fa infatti di questa regione un interessante "crocevia biologico", alle cui porte "premono" entità ambientali di grande diversità, come quella alpina e quella balcanica. Nei meno di ottomila chilometri quadrati della sua superficie si assomma una quantità di elementi tale da comporre un ritratto ambientale tra i più complessi; altrettanto ricche sono, di conseguenza, le possibilità di percorso. Con gli itinerari proposti nel Cammina Friuli-Venezia-Giulia vengono visitati tutti gli ambiti di interesse naturalistico, e quelli in cui si manifesta un particolare equilibrio tra uomo e natura. A partire dagli itinerari dedicati a cime, foreste e valli dei comprensori montani della Camia si arriva fino ai primi contrafforti delle Alpi Giulie. Altri percorsi sono dedicati ai paesaggi del Carso triestino e goriziano e alle colline che si affacciano sulla pianura friulana. Grande spazio è dedicato poi agli ambienti fluviali, alle sponde lussureggianti dei fiumi di risorgiva e agli alvei ampi e ghiaiosi dei fiumi di origine alpina. Si finisce per arrivare alla costa con le straordinarie lagune di Marano e Grado, dove si conserva l'antico volto di un litorale oggi celebre soprattutto per le spiagge.

Luciano Baffioni Venturi Trekhng
Calderini, Bologna
(238 pagine, 216 illustrazioni, copertina a colori. L. 30.000)
Collana Guide Sport

Si tratta di un manuale per "conoscere" e per sapere a che cosa ci si troverà di fronte; conoscere i tesori della natura, dell'arte e delle tradizioni popolari, del folclore e dell'artigianato, delle antiche e più valide consuetudini umane, delle tracce del passato.
Trekking è uno strumento importante per fare turismo naturalistico-escursionistico, sviluppa lo spirito di ricerca e assicura un viaggio fantastico attraverso le antiche vie di comunicazione lungo i sentieri del mondo, per ritrovare le aree ambientali più intatte con mente ed occhio attente a geografia e storia molto diverse tra loro: Appennini, Alpi, grandi catene extraeuropee come Himalaya, giungle tropicali, eccetera). L'Autore sollecita la riscoperta di realtà diverse da quelle in cui viviamo quotidianamente; è anche un vademecum pratico, diffondendosi in attrezzature, indumenti, alimentazione, preparazione atletica, riconoscimento e letture delle carte, tecniche di sopravvivenza.
Un'opera indispensabile a tutti coloro che desiderano "viaggiare bene e... tomare ancora meglio".
Avifauna dei Colli Euganei (intervento del professor Francesco Selmin, componente esecutivo dell'Ente parco dei Colli Euganei, nella conferenza stampa del 511-1994 in occasione della presentazione del volume "L'avifauna dei Colli Euganei")
Non sono molti i libri che, nell'ampia pubblicistica fiorita tra Otto e Novecento, si possono considerare delle vere pietre miliari nella conoscenza dei Colli Euganei.
Per l'Ottocento viene in mente l'Ornittologia euganea di Nicolò Da Rio; per il nostro secolo la Guida di Adolfo Callegari, il libro di Antonio Mazzetti sulla flora, i lavori di Gianni Sandon.
I libri che si ricordano - quelli non effimeri, non legati alle mode - sono quelli ben piantati su indagini scientifiche e, nello stesso tempo, dunque innervati da una vera passione, da un forte legame affettivo per la terra euganea. Libri che hanno la forza di modificare il modo stesso di guardare ai Colli, influendo sui comportamenti individuali e collettivi dei loro abitanti e dei loro fruitori.
In questa categoria di libri va inserito, a pieno titolo, l'Avifauna dei Colli Euganei. Ed è per questa ragione che il Parco regionale dei Colli Euganei ha voluto che la fatica dei due autori non restasse in un cassetto, ma divenisse patrimonio di un vasto pubblico.
C'è alla base della scelta editoriale del parco la consapevolezza che un libro come questo, nato da una ricerca durata più anni, da uno studio paziente e accurato, da un amore non effimero per la natura, ha tutte le qualità per lasciare un segno profondo nella coscienza dei lettori.
Già il corredo fotografico, di straordinaria ricchezza e qualità, ha una eccezionale forza comunicativa: ci mette di fronte un patrimonio faunistico di una ricchezza inimmaginabile. Per molti sarà una vera scoperta.
Ma, proseguendo la lettura, il lettore scoprirà e questa volta con amarezza - che quel patrimonio si è di molto impoverito rispetto a cento anni fa. C'è - inutile nasconderselo - un bilancio in rosso: ce ne dà conto la tabella in cui si confrontano le specie estinte (o presenti con popolazioni fortemente ridotte) con le nuove specie colonizzatrici.
I due autori, però, non si crogiolano in atti di accusa, in processi a categorie. Segnalano doverosamente le cause dell'impoverimento, denunciano le responsabilità dell'uomo e delle sue scelte, e subito passano alla proposta, alla fase propositiva, convinti che, nonostante l'impoverimento, i nostri colli restano un' "isola ecologica" di ragguardevole importanza.
Non c'è dubbio che le proposte con cui si chiude il libro dovranno costituire oggetto di riflessione per gli amministratori del parco, che però trovano un motivo di conforto nello scoprire che alcuni degli auspici formulati dai due autori hanno già trovato recepimento nel piano ambientale adottato qualche mese fa. E' un piccolo segnale che forse ci si sta muovendo nella direzione giusta e che il parco può finalmente decollare.