Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 17 - FEBBRAIO 1996


Intervista al presidente Vincenzo La Valva Il Parco del Cilento e Vallo di Diano ai nastri di partenza

Quello del Cilento è l'unico parco nazionale italiano che non porta il nome di una Regione, né di un suo promontorio, montagna, valle, arcipelago o foresta, bensì quello di una complessa entità territoriale, che non si è vista mai definita dalla Regione a cui appartiene, la Campania, né di un unico elemento naturale, comprendendo, al contrario, varie realtà geografiche, dalla montagna alla collina, al mare, e pur contemporaneamente costituendo un'unità biogeografica molto particolare, con una diversificata ma pur unica entità etnica. Questa sua originalità, determinata dalla fisicità del territorio e dalla storia di questa popolazione, alquanto isolata per secoli, diviene importante elemento di studio e comporta da un lato facilità di gestione e dall'altro difficoltà molto particolari. Nato come il più vasto parco nazionale, è stato più volte riperimetrato, sino a divenire secondo, dopo quello del Pollino. L'Ente parco nazionale del Cilento, decretato nel novembre 1995 con presidente Vincenzo La Valva, professore universitario di botanica a Potenza, deve ancora definirsi nella sua completa struttura. Intervistiamo il presidente.

In un'epoca in cui ha tanta importanza l'immagine visiva come messaggio sintetico di comunicazione immediata, quale sarà il logo di questo parco così complesso e già originalmente definito dal nome?

Senz'altro è difficile per tanti motivi abbinare a questo parco un simbolo che lo caratterizzi nelle sue molteplici sfaccettature. E' arduo trovare un logo chiaro ed aderente che richiami al suo evidente e pur vario fascino! Sto pensando, forse, di bandire un concorso per la sua ricerca.

Professore, sono convinta che si farà veicolare nella scelta anche dalla sua professione, preferendo un vegetale. Mi auguro sia quello più rappresentativo di tale forte, complessa e pur spontanea realtà territoriale ed umana. Il consiglio d'Europa ha dichiarato il 1996 l'Anno europeo della conservazione e dello sviluppo della natura e dell'umanità del Cilento. E' un importante e qualificante punto di partenza, per un Ente parco, ma comporta anche un grande impegno. Come pensa lei di affrontarlo?

Intendo formare gruppi di lavoro per operare sul territorio; basta con l'ottemperare solo a pratiche burocratiche! Spero inoltre di poter finalmente gestire la somma stanziata per l'Ente, senza della quale finora abbiamo potuto operare poco e solo basandoci sul volontariato.

Si parla per i parchi nazionali di tre coordinamenti: quello che unisce i parchi meridionali del Cilento, del Vesuvio e del Pollino, per una politica di sviluppo del Mezzogiorno, del coordinamento Ape, Appennino parco d'Europa, proposto da Legambiente, e di un coordinamento nazionale. Lei per quale opta, quale ritiene più interessante ed efficace?

Tutti e tre i coordinamenti sono validi, anche se il più importante per il Cilento è quello del Mezzogiorno, che coinvolge una realtà più omogenea, che può trovare una sinergia di operato attuabile. Il progetto Ape è un bel progetto, ma mastodontico, poco realizzabile, poiché prevede tutto l Appennino quale parco coordinato. Si proietta in un'unione unilaterale, rivolta all'Europa. Credo quindi che siano stadi diversi, non progetti diversi. Occorre, secondo il mio parere, percorrere tutti e tre gli stadi, ma ribadisco 1'essenziale priorità, per il nostro parco, del coordinamento per il Mezzogiorno.

A proposito del Mezzogiorno, dato che, prescindendo dai parchi, la principale industria è quella del turismo, questo dover ora puntare su un turismo al quadrato è un punto di partenza favorevole o ancora più complesso?

Io ritengo soprattutto che il turismo della zona vada qualificato; finora è stato troppo di massa.

Notiamo che anche la stampa regionale parla solo d'estate del Cilento; è necessario quindi un turismo sì di qualità, ma anche distributivo durante tutto l'anno.

E' una chiarificazione essenziale, dovrà essere conseguenza delle scelte qualitative del turismo. Attendo ad esempio un turismo culturale, come importante dovrà essere il Museo paleontologico in progetto, dopo i ritrovamenti, in interessanti grotte, attuati dal paleontologo Gambassini, per un richiamo che si deve svolgere durante l'intero anno solare.
La distribuzione del turismo durante tutti i mesi dell'anno è programma essenziale, non solo per fini economici, ma necessario anche dal punto di vista ecologico. Non viene infatti così caricato il territorio da un'eccessiva massa di visitatori, nello stesso periodo, con danni all'ambiente. Dovremo puntare su un particolare turismo invernale, con attrattive diverse dalla settimana bianca!

Importante quindi in questo progetto è la creatività delle propose e l'operatività che le deve sostenere, anché l'immagine del Cilento che chiama sia efficace. Un'ultima domanda: quali pensa potranno essere i rapporti con la Comunità del parco?

Cambiata la perimetrazione, cambiati i sindaci rappresentanti dei Comuni del parco, la Comunità del Parco del Cilento è tutta da ricostituirsi. E' un ruolo essenziale quello che dovrebbe svolgere la Comunità, ovvero quello di sinapsi, di unione tra la popolazione e l'Ente parco. I sindaci, raccolte le esigenze, le proposte o le lamentele dei propri Comuni se ne fanno portavoci, tramite la Comunità, verso l'Ente. Deve essere un sistema di trasmissione. L'Ente prenderà tutte le decisioni, dopo aver sentito la Comunità. In questo momento nel quale si sente prorompente la necessità di un nuovo comportamento gestionale, tutta la popolazione è in attesa attenta, con poche illusioni, ma nello stesso tempo con molte aspettative verso questo nuovo Ente.
Ci si augura che i nuovi organi possano avviare la conversione delle privazioni vissute in valorizzazione dei beni naturali esistenti, affrontando non miracolosamente ma seriamente questo 1996, Anno europeo della conservazione e dello sviluppo della natura e dell'umanità del Cilento.

L'intervista è stata fatta da Marisa Russo.