Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 18 - GIUGNO 1996


Una bella festa

Quando mercoledì 22 maggio il vice presidente della Regione Toscana Mariolina Marcucci e Bino Li Calsi, presidente del Coordinamento nazionale, seguiti dalle numerose autorità civili e militari, hanno tagliato il nastro aprendo la la Festa nazionale dei parchi, alla quale aveva inviato una sua calorosa lettera di adesione anche il presidente della Repubblica, nella splendida cornice di verde della Tenuta presidenziale di San Rossore eravamo emozionati. Le apprensioni e i timori della vigilia, accumulati nelle settimane precedenti impegnati in uno sforzo che in qualche momento era potuto apparire persino un po' incosciente, potevano finalmente lasciare il posto alla soddisfazione. Vedere riuniti per la prima volta in un appuntamento nazionale tanti parchi senza quelle distinzioni che piacciono ancora tanto a qualche nostalgico delle classificazioni gerarchiche, ci riempiva di legittimo orgoglio. Eravamo contenti per quei 32 stand sapientemente collocati con mano lieve nella grande rotonda di San Rossore che offrivano al visitatore la possibilità di passare in rassegna senza alcuna soluzione di continuità i parchi della Toscana, il più vecchio Parco italiano, quello del Gran Paradiso, vicino al nuovissimo Parco torinese di Candia, il primo istituito da una Provincia. Così si passava tranquillamente dal Parco del Conero a quello dei monti Simbruini ai tre Parchi siciliani dell'Etna, delle Madonie e dei Nebrodi a quello più singolare del Wwf e della Comunità montana del Gennargentu che rappresentavano una Regione che in fatto di parchi continua a brillare purtroppo per la sua assenza. A rappresentare l'Abruzzo c'era la Regione e così pure la Liguria, nel cui spazio si potevano passare in rassegna i sei parchi regionali appena messi a regime. E ancora l'Emilia con il Parco del Gigante e quello dei boschi di Carrega, quello delle Dolomiti Bellunesi e quello attivissimo del Monte Avic che è andato ad affiancare in Valle d'Aosta quello blasonatissimo e ben più famoso dello stambecco. Non poteva mancare ovviamente il Piemonte che, con il centro de Le Vallere, presentava i risultati di un lavoro pluridecennale di grandissimo valore senza dimenticare i nuovi arrivati come la Val Grande. Ciò che colpiva rispetto ad altre manifestazioni alle quali pure i parchi partecipavano da sempre è che in questa occasione essi non presentavano come alla Bit semplicemente dei 'pacchetti' turistici od altro, ma si 'presentavano'; presentavano cioè se stessi come parco, come realtà ambientale, istituzionale, operativa, con i suoi direttori, guardiaparco, operatori. I parchi qui erano molto di più di un appetibile prodotto a cui peraltro il mercato guarda con crescente interesse. Al visitatore era offerta un'immagine nuova nel senso che il valore del parco sta proprio nel suo esistere e operare in un territorio con intelligenza e competenza, in difesa di qualche cosa di cui il mercato non può restituire per intero il suo inestimabile valore. Non si è trattato insomma di una Bit dei parchi. Era molto di più perché qui in mostra non c'era soltanto quel che si può 'comprare' ma come si può vivere oggi un diverso rapporto con l'ambiente di cui anche noi facciamo parte. Girando per gli stand presi d'assalto da visitatori di tutte le età si aveva l'impressione che per molti si trattasse di una vera e propria 'scoperta' prima ancora che dell'esistenza di un parco, di ciò che esso è o può rappresentare per tutti noi. Chissà se anche alcuni di quelli che continuano ad avere 'paura' dei parchi ci ha fatto visita; se c'era avrà potuto sicuramente rendersi conto di quanto siano infondati certi timori. Ma la festa non è stata solo stand, dépliant, prodotti 'naturali' e tante altre cose che gentili e disponibili operatori hanno distribuito e illustrato con impegno e pazienza anche a persone che ti chiedevano a bruciapelo come si fa a istituire un parco. Nelle quattro giornate che hanno preceduto la festosa conclusione domenicale in cui non ci si è davvero annoiati tra liberazione di rapaci, arrivo di bici in città, bande musicali e esibizione di butteri, mentre i bambini prendevano letteralmente d'assalto l'angolo dei ponies, si è anche 'lavorato'. Tutti i dibattiti previsti hanno registrato una grandissima e talvolta sorprendente partecipazione ed anche il nuovo ministro dell'ambiente Edo Ronchi non ha voluto mancare all'appuntamento.
La presenza di autorevoli ospiti stranieri a cominciare da A. Clark, presidente della Federazione europea dei parchi, ha consentito ad esempio di aprire come è stato detto una 'finestra' sull'Europa, cioè sui problemi enormi che pone anche ai parchi del continente la nuova realtà istituzionale comunitaria. In questo senso il dibattito sulle esperienze dei parchi europei ha permesso non soltanto di cogliere analogie e differenze tra i vari Paesi, ma anche di mettere a punto un impegno comune che, nell'assemblea prevista per il prossimo autunno in Irlanda, potrà essere messo meglio a fuoco. Molto vivaci anche i dibattiti sulle aree contigue, la legge-quadro e il parco come risorsa. Su alcuni aspetti di questi dibattiti già in questo numero e nel prossimo avremo modo di tornare in maniera più approfondita. Ora possiamo limitarci ad osservare che ciò che emerge con maggiore evidenza è una grande esigenza di verifica di come stanno procedendo le cose in base anche alle più recenti normative. Nessuno più degli amministratori dei parchi e degli operatori è convinto della necessità di mettere bene a frutto le leggi esistenti. Ma a nessuno sfugge che i problemi aperti ed anche le contraddizioni sono numerosi e vanno affrontati senza preconcetti. In questo senso possiamo dire che si è trattato di dibattiti davvero interessanti e niente affatto scontati.
E' giusto infine registrare come un fatto per molti versi nuovo e estremamente positivo il clima di collaborazione che si è creato nel corso della festa tra amministratori e operatori dei parchi, i quali in molti casi si incontravano per la prima volta. La festa ha permesso a molti di conoscersi, di scambiarsi esperienze, informazioni, di stringere rapporti che consentiranno di rafforzare quei legami tra parchi che sono una condizione indispensabile per costruire concretamente e non a parole un sistema nazionale delle aree protette. Al nuovo ministro dell'ambiente che è intervenuto alla nostra festa non sarà certo sfuggito che quella del coordinamento dei parchi è ormai una realtà importante e lo è soprattutto per essere riuscita a raccogliere sotto un unico tetto parchi diversi senza alcuna distinzione tra nazionali e regionali, tra vecchi e nuovi, tra grandi e piccoli. Questa nuova realtà, che presenta un'estrema varietà di situazioni, è stata efficacemente rappresentata nella mostra "Un'Italia di parchi" di cui specialmente molti visitatori giovani hanno potuto apprezzare, insieme alla bellezza delle immagini e alla grafica inappuntabile, una documentazione essenziale ma rigorosa, preziosa per chiunque voglia saperne di più sulle aree protette del nostro Paese. Tanto è vero che essa è già stata "prenotata" da vari parchi che intendono utilizzarla.
La festa ha confermato, in conclusione, che il Coordinamento ha pieno titolo per essere considerato anche dal Ministero quale organizzazione di rappresentanza dei parchi italiani.

(R. M.)