Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 18 - GIUGNO 1996


La montagna e i parchi
L'Appennino in Europa Stefania Pezzopane *



L'Abruzzo è nota ormai in Italia e nel mondo per le sue bellissime montagne e per la scelta strategica di proteggerle e di promuoverne lo sviluppo. La regione verde d'Europa non poteva esimersi, proprio per questa sua particolare situazione, dal promuovere una riflessione più ampia e un obiettivo più ambizioso.
Appunto Ape, Appennino Parco d'Europa.
E' questa in realtà l'occasione, forse la prima della legge 394/91, per riproporre e ricentrare obiettivi e strategie che riguardano l'Abruzzo per le scelte fatte, ma assieme a noi le tante Regioni appenniniche e mediterranee.
La scelta nazionale delle aree naturali protette rischia, se non ripuntualizzata, di comprimere i suoi effetti positivi.
Infatti la tutela speciale che un parco esercita (qualunque parco, sia esso nazionale, regionale, la piccola riserva, o ancor più un parco europeo) trova la sua giustificazione vera se discende da un "disegno", un obiettivo più generale, regionale, nazionale e oggi pure comunitario. L'obiettivo cioè della protezione e della valorizzazione più complessiva di un territorio.
Sulle politiche e sui problemi delle montagne appenniniche è incontestabile la sottovalutazione. L'Italia e le Regioni hanno trascurato le loro montagne, presi dal vortice della crescita, ripiegati sull'insolubile problema del Mezzogiorno. L'Italia oggi si accorge di aver dimenticato di essere innanzitutto un territorio montano. Ma oggi sempre di più un vasto insieme geografico pur diversificato e articolato - chiede risposte. La montagna nell'Italia del 2000 e nell'Europa della Conferenza euro mediterranea di Barcellona può essere una risorsa strategica?
L'Abruzzo ha questa ambizione: ma sappiamo che questa è una partita a carte e non un solitario e che non ce la possiamo giocare da soli.
Le nostre montagne abruzzesi, quelle che Pierre Vitte chiama Alto Appennino, portano le stigmate e i segni del Mediterraneo.
Una sorta di testa di ponte, di cerniera tra le campagne più arretrate del sud e i territori delle Regioni più ricche, incomiciata da ambienti trasformati, territori in abbandono, urbanizzazioni selvagge. Certo la crisi della montagna oggi appare grave. Le trasformazioni agricole delle zone di pianura, l'intensificazione delle culture, l'urbanizzazione, il grande turismo sui litorali hanno lasciato ai margini i territori montani e pedemontani, proprio quelli più sani e ricchi. Ma la scelta dei parchi ha proposto, pur con le sue contraddizioni, un'ipotesi di sviluppo che comincia a dare i suoi frutti.
La montagna allora può diventare risorsa strategica? Non più area depressa e marginale, ma territorio più favorevole per avviare politiche nuove di sviluppo sostenibile grazie al rilevante patrimonio:

  • naturale
  • ambientale
  • culturale.

E su questo patrimonio si deve puntare.
Si tratta di impostare, orientare e quindi guidare nuovi processi di sviluppo. La gestione e la funzione della montagna è importante per tutto il territorio. E' infatti proprio su questi territori interni che risiede l'immenso patrimonio di biodiversità di acqua, flora e fauna, beni culturali e ambientali. Questa ricchezza solo negli anni più recenti, grazie all'opera di qualche pioniere, ha ricevuto il riconoscimento di valore ed il bisogno di tutela. Va rilanciata l'idea originale di un sistema di aree protette come sistema integrato per lo sviluppo sostenibile. Ecco allora perché Ape (Appennino Parco d'Europa).
Questa ricchezza e questo sistema di aree protette nazionali regionali, di riserve e parchi che risiedono sull'Appennino, vanno indirizzate a sistema. L'Abruzzo con i suoi 3 parchi nazionali, il Parco regionale Silente-Velino, le riserve, ha scelto un sistema di parchi e di tutela del suo territorio molto particolare. Certo, siamo stati in grado di farlo per le caratteristiche del nostro territorio, per una forma di gelosa auto tutela che appartiene ai nostri antenati, per le scelte coraggiose delle comunità locali.
Ma il sistema pur previsto nella legge 394 - e foriero di futuri sicuri risultati positivi - è ancora troppo e solo sulla carta.

1) Costruire davvero il sistema della tutela speciale; ciò non è solo un problema ministeriale, ma anche delle Regioni, delle Province, dei Comuni e delle Comunità montane. Per fare il sistema bisogna mettere in rete i nodi tra di loro e con i contesti territoriali più vasti.
L'Ape diventa lo slogan di una nuova politica di valorizzazione dell'intero territorio appenninico. E i tanti parchi appenninici sono porzione significativa e connotativa dell'Appennino.
Ape non è un lungo parco di 1000 chilometri ma una rete di parchi integrata, relazionata al territorio circostante, e con gli spazi naturali più vasti. Il lavoro e la ricerca in questo senso, portata avanti recentemente in una riflessione promossa assieme all'Inu e con i parchi abruzzesi, hanno riconfermato la giustezza di tale percorso.
Però è necessario un maggior coordinamento ed integrazione delle politiche settoriali. Vanno meglio individuate - anche da un punto di vista legislativo - le interdipendenze tra i diversi livelli istituzionali e tra questi ed i soggetti non istituzionali.
Le opportunità delle leggi 394 e 97 non sono ancora dispiegate. E non solo per le insufficienti risorse quanto per la farraginosità, il burocratismo, l'emergere di conflittualità tra livelli istituzionali.
 
L'Appennino appare alla Regione Abruzzo come la dimensione territoriale ottimale per rilanciare una politica e certi obiettivi nazionali ed europei:
  • la qualità dell'ambiente
  • il riequilibrio territoriale
  • lo sviluppo sostenibile
  • la non litoralizzazione
  • Ma la tutela speciale va affiancata ad un processo di

    • 2) restauro del territorio
    • 3) ed al consolidamento del sistema insediativo storico.

    Va impostato un modello di riassetto territoriale nazionale e interregionale attomo al sistema della tutela che comprenda:

    • la rete delle città medie
    • la rete dei centri minori
    • le città dei parchi.

    Però è necessario un approccio efficiente:

    • verifica sui tempi e sugli adempimenti
    • sburocratizzazione dei parchi

    realistico:

    • le risorse umane ed economiche vanno programmate localistico:
    • valorizzate le differenze e le identità locali.

    C'è quindi la necessità di articolare il progetto Ape in 3 sottoprogrammi, partendo magari dall'Appennino centrale.
    L'Abruzzo ha investito molto, e non da oggi, sul suo territorio ed ha raggiunto anche risultati importanti per la sua politica delle aree protette e grazie alla tradizione del suo parco storico. Ma oggi, pur rivendicando tutto ciò e pur proponendoci già come parco europeo, sentiamo che c'è bisogno di uno scatto in più per il perseguimento di una più efficace politica. Siamo costretti a rilanciare e ad innovare il progetto politico.
    Ilforum è per noi, per chi con noi lo ha promosso, e per chi già ad esso ha aderito, un'occasione importante. La prima occasione per verificare, tra attori istituzionali e non, l'avvio di una politica nuova per la montagna che parta dalle aree protette.
    L'operazione Appennino parte oggi per arrivare alla convenzione dello sviluppo sostenibile.
    Oggi è chiamata in causa la capacità di un intero corpo sociale che si confronta con un territorio duro per trame le risorse materiali simboliche ed organizzative capaci di garantirne il funzionamento e la riproduzione. Senza inseguire sogni e miraggi e pur consapevoli di difficoltà epocali, si può costruire un percorso serio, fondato sul vitalismo delle nuove classi dirigenti di Regione, Province e Comuni tese a costruire secondo strategie creative piuttosto che difensive guardando ai grandi processi non come a minacce ma come a nuove opportunità.
    Silone scriveva "Il destino degli uomini della Regione che da otto secoli si chiama Abruzzo è segnato dalla montagna". Sarà forse questo indelebile segno che ci dà l'orgoglio di guardare da queste montagne all'Europa e a Roma e di pretendere di essere guardati con la dovuta e riguardosa attenzione.

    * Assessore della Regione Abruzzo