Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 19 - OTTOBRE 1996


Un ricordo di Antonio Cederna
Tiziano Raffaelli *



Scompare con il giornalista e scrittore Antonio Cedema la figura più rappresentativa del conservazionismo in Italia.
Di origini lombarde, aveva ricevuto dalla sua terra un vero e proprio culto della conoscenza dettagliata dei problemi, fino alla precisione della misurazione quantitativa, e un forte senso di concretezza e praticità. Queste doti, a prima vista rare in un umanista, ma forse non del tutto estranee alla sua laurea in archeologia (quando era presentato come architetto teneva a ricordare che il suo titolo arch. stava per archeologo), unite a una non comune cultura e sensibilità, fecero di Cedema, lungo mezzo secolo di storia italiana, il principale e più severo critico degli scempi tentati e sovente perpetrati ai danni del patrimonio storico, artistico e naturale di quello che amava definire il Belpaese.
Unificata negli anni del boom economico dall'assurda guerra delle sue classi dirigenti contro le sue stesse bellezze, l'Italia, devastata dalle frane di Agrigento e della Valtellina, dalle alluvioni del Po e dell'Amo, dalla cementificazione delle coste, dallo sperpero autostradale dai palazzinari romani e dall'abusivismo edilizio, trovò in Cedema un avvocato sempre attento e generoso, ispirato da un riferimento sicuro all'interesse pubblico.
Questa coerenza e integrità di principi, rivendicata come un merito in un paese abituato al trasformismo (soleva dire che la sua forza consisteva nell'avere ripetuto sempre gli stessi concetti) gli valsero un rispetto e lo circondarono di un timore reverenziale che egli seppe sempre porre al servizio di nuove battaglie. Intere generazioni di urbanisti, responsabili di parchi, soprintendenze e musei, dirigenti, ambientalisti e cittadini che si opponevano al degrado e al malcostume ebbero in lui un formidabile e instancabile alleato, desideroso di vedere e capire le situazioni concrete e pronto a propugnare ogni causa giusta con la sua prosa chiara e incisiva.
Non c'è angolo d'Italia in cui ci si è battuti per difendere il Belpaese dove non sia stata evocata la sua figura emblematica.
Di fronte alle difficoltà, alle resistenze e alle incomprensioni ci si è rivolti a lui, mai invano, per un consiglio e un aiuto, certo che il suo intervento avrebbe risvegliato l'attenzione nazionale su vicende e temi troppo frequentemente trascurati e affidati a interessi di corto respiro.
Spesso isolato negli anni '50 e '60, si era trovato improvvisamente al centro dell'attenzione con il sorgere dei nuovi movimenti ambientalisti le cui istanze rappresentò in Parlamento per una legislatura come deputato della Sinistra indipendente, contribuendo al parziale rinnovamento di una legislazione superata e inefficace. Nell'ultimo periodo era tornato a occuparsi dei problemi di Roma con cui aveva iniziato la sua attività giornalistica, in particolare del Parco dell'Appia Antica, e seguiva con malcelata preoccupazione i rischi per la capitale legati al Giubileo e alle possibili Olimpiadi del 2004.
In Toscana, relativamente risparmiata dai maggiori scempi, oltre ad avere contribuito a evitare la cementificazione dell'area Fiat-Fondiaria a Firenze, Cederna aveva dedicato numerosi interventi, per oltre venti anni, per favorire la nascita e poi l'effettiva attuazione del Parco della Maremma e dell'ancor più difficile Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli alla cui complessa storia lo legavano molti ricordi.
Ai numerosi premi nazionali e internazionali per la sua attività di giornalista, iniziata al Mondo e proseguita sull'Espresso, il Corriere della sera e Repubblica, si erano aggiunti in anni recenti il riconoscimento del premio Castiglioncello e l'Astrolabio d'oro conferitogli a Pisa.
La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile in chi ha avuto l'onore di conoscerlo e di stargli vicino in una delle sue tante battaglie, e rappresenta una perdita irreparabile per tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia del Belpaese, chiamati oggi a onorarne la memoria con rinnovato impegno.

* Docente all' Università di Pisa, già presidente
di Legambiente Toscana e del Parco naturale S. Rossore, Migliarino, Massaciuccoli