Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 19 - OTTOBRE 1996


Proposte dalle Regioni


Forse per la prima volta ci sono oggi, in Italia, le condizioni per una decisa ripresa (o magari, più esattamente, per un definitivo avvio) di una politica organica in materia di parchi. Ma, purtroppo, del colpo di reni necessario tanto a livello governativo quanto di coordinamento tra le Regioni ancora non si vedono segnali concreti.
E' nata da questa piuttosto amara valutazione l'iniziativa che si è realizzata nelle settimane scorse in Liguria, presso la sede prestigiosa di uno dei parchi regionali forse più noti del mondo, quello del Monte di Portofino.
La Liguria si è data, proprio quest'anno, un sistema compiuto di sei Enti parco regionali, modellati sulla falsariga della legge 394, dei quali, non senza una qualche fatica politica, sono stati insediati presidenti, consigli, comunità del parco. In più, sono in gestazione almeno due parchi marini, ed altri due Enti parco terrestri.
Ed il nuovo assessore regionale ai parchi, lo spezzino Egidio Banti, insediatosi lo scorso anno con la nuova Giunta di centro-sinistra, mostra non a caso lo zelo del neofita, preoccupato che l'impegno della sua Regione, come quello di diverse altre, rischi di impantanarsi nelle secche di incertezze e contraddizioni ai diversi livelli.
Così all'Ente di Portofino si sono riunite, su invito della Regione, alcune decine di persone di tutta Italia: rappresentanti di Regioni e Province del centro-nord, dirigenti ed esperti dei parchi, rappresentanti del Coordinamento nazionale e della rivista Parchi. In una giornata di discussione serena ed anche informale, ma assai costruttiva, è stata fatta una sorta di ampio "check up" sullo stato della legislazione (a partire dalla 394 e da sue possibili modifiche di aggiustamento) e delle iniziative di carattere amministrativo.
Ne è scaturito un documento già trasmesso al presidente di turno della Conferenza delle Regioni e Province autonome (che in questo semestre è proprio il ligure Giancarlo Mori). Vi si chiede, tra l'altro, la convocazione in tempi brevi di una conferenza nazionale delle aree protette per fare il punto, tutti insieme, sugli impegni e sui programmi in materia. Si chiede inoltre un più preciso "riorientamento" ed un deciso rilancio della pianificazione triennale nazionale, che facciano perno su alcune questioni di fondo: i problemi del sud, la convenzione delle Alpi, l'attuazione della "legge sulla montagna", l'istituzione dei parchi marini, il raccordo con le nuove politiche agricole comunitarie, in particolare quelle eco-compatibili.
Il confronto sembra avviato, almeno da parte delle Regioni.
Certo, ora, non potrà essere abbandonato a se stesso. Anche solo temporeggiare, nell'attuale contesto, sarebbe molto dannoso.