Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 19 - OTTOBRE 1996


Esperienze e progetti di sviluppo
Anna Natali*


Utopie Concrete, Venzone (Udine)
Utopie Concrete è una cooperativa con sede nel centro storico di Venzone, a pochi metri da quel duomo famoso che il terremoto nel 1976 ha fatto crollare, ed è poi stato ricostruito rimettendo una sull'altra tutte le pietre originali, con infinita pazienza e cura e competenza, in un lavoro che è durato per quasi vent'anni. I soci non sono venzonesi, ma di Udine, Buia, Tarcento, Faedis, Gemona. Hanno scelto questo paese come simbolo di un Friuli in cui - come essi stessi dicono - "si incontrano le radici storiche e le novità del presente". Un caso di affinità elettive. Oggi, a distanza di sette anni dalla sua costituzione, la cooperativa si presenta, a sua volta, come un'esperienza dalla crescita lenta e convinta. Non grande, e dai risultati economici non eclatanti, ma di successo, se si misura il successo sulla capacità di costruire con pazienza, cura e competenza prodotti di qualità.
L'attività principale della cooperativa è nel campo editoriale. Le pubblicazioni più importanti, tre-quattro ogni anno, sono guide naturalistiche divulgative che presentano e descrivono aree o itinerari. A queste si affiancano fascicoli e volumetti di taglio didattico per le scuole, atti di convegni, materiali per le campagne ambientali del Comune, poster. I soci fondatori erano nel 1989 una ventina, oggi la compagine sociale ne riunisce circa la metà. L'età è dai 30 ai 35 anni.
 

Dalla militanza al lavoro
Prima di mettersi a produrre libri, i soci di Utopie Concrete sono stati protagonisti in un libro. Si tratta del volume Le radici dell'erba, in cui il sociologo Raimondo Strassoldo racconta alcuni casi significativi di battaglie ambientaliste che hanno avuto luogo in Friuli negli anni Ottanta.
Tra queste, compare quella condotta dal Comitato per la difesa del Ledra, un gruppo di giovani, per lo più studenti affiliati a diverse associazioni - Cai, Legambiente, Greenpeace, Wwf che combattono decisi contro il progetto di canalizzare e cementificare il fiume Ledra, che attraversa la piana di Osoppo-Gemona. L'opposizione, ben organizzata ed efficace, ebbe successo, e tuttora intorno al Ledra le acque si distribuiscono tranquille tra polle, risorgive, prati umidi e rogge. A distanza di pochi anni dal periodo critico del Ledra, alcuni membri del Comitato, che avevano imparato a conoscersi e a lavorare insieme, danno vita alla cooperativa Utopie Concrete. Nello statuto scrivono che chiunque può aderire, purché iscritto a un'associazione ambientalista. Ma non è ricerca di protezioni, o di commesse garantite, che infatti non riguarderanno mai la cooperativa. L'impresa che nasce vuole trasferire nel lavoro le conoscenze e i valori che hanno guidato la militanza. La sede è stabilita a Venzone, nel gemonese, anche se nessuno è del posto. Venzone in quegli anni sta vivendo una fase "eroica" di ricostruzione filologica rigorosa del centro storico distrutto, intrapresa a prezzo di grossi disagi per gli abitanti. I lavori durano per anni e anni, e la gente rimane a lungo senza casa. Ma c'è consenso nel Comune a procedere in questo modo, anche se a pochi chilometri Gemona ha fatto la scelta opposta, quella di rimettersi in piedi rapidamente senza andare tanto per il sottile. Venzone dunque non è un luogo qualsiasi. Utopie Concrete prende in affitto dal Comune a due milioni l'anno uno spicchio di casa sulla piazza, meno di cinquanta metri quadri, e lì stabilisce il suo quartier generale.
 

La promozione iniziale
Sino al 1993 sono tutti anni duri: molta promozione e poco reddito. C'è poi, di singolare, che la promozione della cooperativa non è tanto per se stessa, ma per il territorio. C'è Venzone, e la qualità urbanistica, storica e architettonica della città che sta rinascendo, e c'è la montagna, per la quale si parla da tempo di istituire il Parco delle Prealpi Giulie, e dove i Comuni, in attesa della legge regionale, hanno creato un organo di coordinamento. La cooperativa "adotta" sia la città sia l'area del parco, e comincia un'intensa attività promozionale a loro favore. Organizza di propria iniziativa convegni e conferenze chiamando relatori disinteressati; stampa piccoli dépliants; allestisce mostre fotografiche; scrive articoli per le riviste di ambiente più note. Il finanziamento di base di cui dispone è quello, modesto, che la Provincia di Udine distribuisce alle associazioni culturali (da uno a tre milioni l'anno), e per il resto provvede il piccolo margine ricavato dalle prime commesse e, soprattutto, il lavoro gratuito dei soci. Naturalmente la scelta di promuovere il territorio è tutt'altro che insensata in un'ottica di impresa, ma è segno di una lungimiranza insolita. I gruppi di giovani che vogliono iniziare un'attività in campo ambientale, in un contesto ancora poco sensibile, in genere non capiscono che per riuscire debbono prima di tutto rafforzare "il ramo su cui sono seduti". La visibilità del territorio finisce per riflettersi nella visibilità dell'impresa, si mescolano e crescono insieme. Il gruppo di Utopie Concrete ha la capacità di vedere questa connessione con singolare chiarezza, e di coltivarla con tenacia.
L'episodio più emblematico accade nel 1991. Airone lancia a primavera il concorso nazionale Il villaggio ideale: per partecipare alla selezione gli interessati hanno tempo sino alla fine dell'anno per inviare alla rivista testi, diapositive, video. La cooperativa informa il sindaco di Venzone, rendendosi disponibile a preparare gratuitamente i materiali necessari. Verso Natale, scoperto che il Comune non ha inviato nulla, la cooperativa decide di prendere direttamente l'iniziativa, e manda in fretta ad Airone dépliants e diapositive già pronte. La redazione risponde con l'invito a presentare qualcosa in più, anche se fuori tempo massimo. Dopo poche settimane Venzone si guadagna il secondo posto del concorso, e il riconoscimento finisce per avere notevole risonanza: non solo su Airone, che ovviamente dedica alla cittadina varie pagine, ma anche su altri periodici a diffusione nazionale e sui mass media regionali.
 

L'occupazione e il fatturato
La cooperativa dà lavoro a una sola persona a tempo pieno, un coordinatore (di formazione architetto) che progetta il lavoro editoriale e le altre iniziative, collabora alla produzione, cura l'organizzazione e la segreteria. Altri cinque-sei soci, tra cui due naturalisti, un geologo, una grafica, una traduttrice, sono collaboratori stabili, ma ricavano da altre fonti il loro vero reddito: come insegnanti, dipendenti di enti pubblici o professionisti. Il fatturato è stato sino al 1993 di soli 30-40 milioni l'anno; nel 1994 e nel 1995 è passato a 80 milioni. A metà 1996, il fatturato raggiunto è già a quota 100 milioni e a breve la cooperativa confida di ottenere incarichi per altri 30-50 milioni. La situazione economica si va dunque consolidando, e anche il rapporto con i committenti sta diventando più paritario. Nei primi anni, Utopie Concrete ha scelto di farsi un nome lavorando con impegno anche se sottopagata. Oggi comincia a raccogliere i frutti di quella strategia: il nome funziona, nell'Udinese, come un marchio di qualità, le commesse cominciano ad arrivare numerose, e la cooperativa è in grado di compensare adeguatamente il lavoro dei soci.
 

La produzione
a) Le guide naturalistiche

I pezzi forti della produzione di Utopie Concrete sono le guide naturalistiche. Sono volumetti di 30-50 pagine dedicate a un'area o a un itinerario, di piccolo formato, estremamente curati nel progetto editoriale, nei testi, nei disegni, nelle fotografie, e in ogni più minuto dettaglio. Negli anni duri ogni guida è stata prodotta con questa cura a un prezzo variabile dai 15 ai 25 milioni, di cui 7-8 per la stampa, e i rimanenti per i rilievi sul campo, la definizione dei percorsi, la ricerca bibliografica e toponomastica, la preparazione dei testi, la produzione dei disegni (tutti originali), le fotografie, la cartografia dei sentieri. Di fatto ogni guida è costata, in termini di lavoro e di impegno dei soci, assai di più dei 10-15 milioni ottenuti dal committente. Ma la cooperativa ha giocato con grande determinazione la carta della qualità, scegliendo di fare per un prezzo modesto prodotti di alto livello.
Questa strategia, perseguita a lungo, è costata fatica ma ha anche portato a risultati. Due guide tematiche dedicate al parco delle Prealpi Giulie, Geografia e paesaggio (1992) e Geologia e clima (1994) hanno avuto ampia diffusione e sono ancora richieste. Soprattutto la seconda ha raccolto il favore del pubblico, per la capacità di divulgare in modo non banale informazioni scientifiche complesse. La stessa linea, contenuti solidi e approccio divulgativo, è stata seguita con le guide Venzone e il Parco delle Prealpi Giulie (in italiano e tedesco, 1990), Guida al sentiero naturalistico Silans - Lago di Ospedaletto ( 1992), Il Parco naturale delle Prealpi Giulie (pubblicazione e poster, 1993), Le risorgive del Pradulin nel Parco naturale del Tagliamento ( 1994), Il sentiero naturalistico del Monte Ciavac. Parco naturale delle Prealpi Carniche (1994), Piramide alimentare nella foresta temperata europea (poster, 1996).
Tutte queste sono guide prodotte su commessa di Enti locali, e riguardano ambiti territoriali ben conosciuti dai soci di Utopie Concrete, luoghi per i quali collaborazioni esterne non sono necessarie se non per piccoli interventi di consulenza o verifica dei testi. Inoltre il pubblico di riferimento è quello degli escursionisti occasionali, di coloro che cercano un contatto con la natura a scopo soprattutto ricreativo. Queste caratteristiche di committenza, area di studio e target, comuni a gran parte dei lavori della cooperativa, non si ritrovano in due pubblicazioni recenti: Il Cammina Friuli - Venezia-Giulia (1995) e la guida Il sentiero naturalistico del monte Faeit ( 1996). Il Cammina Friuli, prodotto per conto delle Edizioni Ambiente di Milano, descrive 24 itinerari distribuiti in tutta la regione dalle Alpi alla laguna di Marano, e ha richiesto numerose collaborazioni esterne, inoltre fa parte della collana Camminaregione, e di questa ricalca impostazione e progetto grafico. La guida del Faeit (Comune di Artegna) è stata invece commissionata dalla Società alpina friulana, sezione di Udine del Cai, e si differenzia dalle altre guide della cooperativa per rivolgersi a un pubblico di escursionisti motivati ed esigenti: il taglio, meno divulgativo, privilegia la completezza e il rigore dell'informazione scientifica. La guida è particolare anche perché contiene i risultati di un lungo lavoro di ricerca sui toponimi della zona, ormai rimasti solo nella memoria dei più anziani.
b) Le guide didattiche
Un secondo filone editoriale è quello delle guide didattico-naturalistiche. Il rapporto con le scuole si è sviluppato per gradi: in una prima fase la cooperativa, chiamata da singoli insegnanti, ha svolto interventi occasionali di educazione ambientale per classi elementari e medie; in seguito, dopo avere accumulato esperienza, ha cercato di instaurare un rapporto stabile. Ha proposto di scegliere per le attività di educazione ambientale una zona particolare del Comune, o un percorso definito, e di svilupparvi un ciclo annuale di attività didattiche. I primi ad accogliere la proposta sono stati gli insegnanti e il Comune di Faedis (a nord-est di Udine): a conclusione del programma, i materiali prodotti per le lezioni all'aperto sono stati raccolti nella pubblicazione A passeggio nel Comunai. Guida didattico-naturalistica (1993). Visto il successo dell'iniziativa, il vicino Comune di Moimacco ha voluto fare altrettanto, chiedendo però di indirizzare l'educazione ambientale a tutto il territorio comunale. E' stata così svolta una ricerca per individuare le aree di maggior pregio, su queste è stato impostato e svolto il programma educativo, e infine è nata 11 territorio di Moimacco. Guida didattico-naturalistica (1995). Sia nel caso di Faedis che di Moimacco il Comune ha speso complessivamente una quindicina di milioni, di cui 3 per gli interventi didattici e 12 per la pubblicazione.
L'esperienza svolta nei due Comuni è servita in seguito alla cooperativa per produrre in proprio una pubblicazione rivolta agli insegnanti, Proposte di giochi ed esplorazioni nei biotopi della provincia di Udine (1995). Si tratta di una raccolta di schede illustrate che Utopie Concrete vende direttamente e tramite le librerie di Udine e Gemona, al prezzo di 10.000 lire a copia.
c) le campagne sui rifiuti
La raccolta differenziata dei rifiuti stenta ad affermarsi anche in Friuli. Utopie Concrete ha fornito consulenza ad alcuni Comuni per impostare campagne di sensibilizzazione, svolgere iniziative di educazione nelle scuole, organizzare seminari. La prima campagna, per conto della Comunità collinare del Friuli, è stata realizzata nel 1991. Nel 1994 la cooperativa ha curato il Progetto pilota per la raccolta differenziata dei rifiuti organici (compostaggio domestico) per conto del Comune di Tolmezzo, nel 1996 la Campagna di sensibilizzazione su raccolta differenziata e riciclaggio per le scuole materne ed elementari del Comune di Trivignano Udinese. Attualmente è in corso di realizzazione la Campagna promozionale per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani per il Comune di Bicinicco, sempre in provincia di Udine. Si tratta di iniziative che comportano, per Utopie Concrete, restare nel filone editoriale: produzione di dépliants, adesivi colorati, opuscoli con testi e disegni originali rivolti ai bambini, e così via.
 

La promozione della Val Resia e i progetti futuri
Dopo aver adottato, sin dai primi tempi, Venzone e in generale l'area Parco delle Prealpi Giulie, Utopie Concrete da qualche anno è impegnata nella promozione della val Resia: la valle più orientale del parco, al confine con la Slovenia. Poco conosciuta, isolata e spopolata, la valle è molto bella sotto il profilo naturalistico, e ricca di una forte identità culturale che si esprime nella lingua, affine allo slavo, e nella musica. Nella valle è presente un Circolo culturale che si occupa di tenere vive le tradizioni locali e soprattutto d'estate, quando molti emigrati fanno ritorno, organizza feste, manifestazioni, concerti. Per far conoscere agli abitanti e ai turisti del gemonese il patrimonio naturale e culturale della val Resia, Utopie Concrete insieme al Circolo ha organizzato conferenze, mostre fotogrfiche, spettacoli musicali e di danza. Settimane resiane a Venzone, ciclo di incontri sulle tradizioni popolari, nel luglio di quest'anno ha riempito la piazza del paese. L'attività svolta dalla cooperativa è gratuita, e fatta a scopo puramente promozionale. Così come prodotta in proprio è la guida di divulgazione ambientale Alta Val Resia. Escursione naturalistica/1 ( 1996) che aspira ad essere la prima di una serie dedicata agli itinerari della valle. Con spirito analogo la cooperativa si è interessata dell'unico affresco antico rimasto in territorio resiano (una crocifissione del 1700), ha fatto stimare a un restauratore il costo del recupero, ed è ora alla ricerca di un ente disposto a fare da sponsor.
Ora che il Parco delle Prealpi Giulie è finalmente istituito (la legge regionale è dell'agosto 1996), la cooperativa ha il progetto di intensificare l'impegno di promozione del territorio. Una delle idee è di organizzare e finanziare, da soli o insieme al parco, un educ-tour nei Comuni dell'area: Venzone, Moggio Udinese, Resiutta, Resia, Chiusaforte, Lusévera. Far conoscere il parco, le sue risorse e la sua cultura attraverso gli articoli dei giornalisti specializzati, appare a Utopie Concrete un modo efficace per essere impresa ambientale nel territorio, e per consolidare la propria presenza.
 



Tornando da Venzone...
In anni in cui si afferma che la cura e la promozione dell'ambiente è capace di generare migliaia di posti di lavoro, e dare un contributo decisivo alla soluzione del problema della disoccupazione, la storia di Utopie Concrete - come di altre imprese di cui si è parlato nelle pagine di Parchi - appare stranamente dissonante. Un soggetto capace, che pensa al territorio oltre che a se stesso, fa prodotti di qualità, è apprezzato, a sette anni dalla sua fondazione continua a dare lavoro a una persona soltanto. E, se le cose procederanno bene come la cooperativa si augura, i posti di lavoro potranno forse diventare due. E' colpa dell'eccessiva pignoleria di un gruppo che non pubblica mai un refuso, o un disegno tirato via, o una cartina approssimativa? E' possibile. Ma è anche possibile che sia illusorio, e forse sbagliato, proporsi di realizzare nei parchi una crescita meno lenta, meno faticosa e rigorosa. Pensavo, tomando da Venzone, ai "lavori socialmente utili" che i parchi del sud stanno gestendo con migliaia di lavoratori in mobilità. Valorizzare l'ambiente è un po' come recuperare e rimettere in piedi il duomo di Venzone: si può farlo con migliaia di disoccupati senza qualificazione? E' ovviamente un esempio estremo, ma il tema del lavoro nei parchi, in generale, non è così semplice o automatico da affrontare come talvolta si legge sui giornali. Utopie Concrete ha badato a crescere con rigore e ostinazione in un contesto difficile, ha lavorato in parte per soddisfare una piccola domanda esistente, in parte per allargare piano piano questa domanda e crearsi uno spazio di vita. Le sarebbe stato certo più agevole, questo gioco, se il Parco delle Prealpi Giulie fosse stato istituito dieci anni fa. Ma l'impresa sarebbe cresciuta di più, più in fretta, con la stessa qualità? E' una domanda vera.

* Eco&Eco, Economia e Ecologia srl, Bologna

 



Ringrazio per la collaborazione Maurizio Tondolo, coordinatore di Utopie Concrete.
Per chi volesse mettersi in contatto con Utopie Concrete soc. coop. a r.l., il recapito è
Via Gilzoio di Mels, 5/2, 33010 Venzone (UD)
Tel e fax 0432-985659

Per chi volesse segnalare altri casi di imprese:
Anna Natali, Eco & Eco - Economia e Ecologia srl
Strada Maggiore 29, 40125 Bologna
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