Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 19 - OTTOBRE 1996


NOTES

"Il festival" delle Valli piemontesi del Parco nazionale del Gran Paradiso
Una settimana intensa di avvenimenti, che ha richiamato sulla valli del versante piemontese del Parco nazionale del Gran Paradiso l'attenzione generale. Questo il bilancio positivo della prima edizione dell'Eco Film Festival "Premio Gran Paradiso" voluto dalla Provincia di Torino. Tre erano gli obiettivi che la manifestazione, presentata con due conferenze stampa a Milano e a Torino, si proponeva:

  • realizzare un'autorevole rassegna cinematografica sul tema "Uomo e ambiente".
    Molto spesso ci sono occasioni per dare spazio ai problemi della conservazione, ragionando di tutela della flora e della fauna. Rio de Janeiro ha insegnato che le politiche specialistiche di tutela delle singole componenti della natura non hanno possibilità di successo duraturo se non sono territorializzate. Se cioè non esiste il coinvolgimento e la consapevolezza da parte delle popolazioni locali. La rassegna cinematografica ha dunque scelto di affrontare le tematiche del complesso rapporto tra le attività economiche e la conservazione dell'ambiente, coniugando tradizione e innovazione e soprattutto informando sulle situazioni a rischio in cui la prima biodiversità a rischio è rappresentata proprio dai popoli in via di estinzione, dall'Amazzonia al Tibet, all'Australia degli aborigeni
  • cogliere l'occasione per approfondire lo stesso tema su scala nazionale. Ciò è avvenuto con due seminari dedicati al lavoro verde all'interno delle aree protette e al mestiere del guardiaparco. Nel primo incontro, organizzato in collaborazione con il Coordinamento nazionale parchi e aree protette, si sono confrontati gli operatori delle varie cooperative di giovani sparse in tutta Italia e impegnate in una serie di servizi in collaborazione con i parchi. Il secondo è stato l'occasione per fare il punto su una figura professionale che rivendica un riconoscimento giuridico a livello nazionale e che difende la sua specificità e insostituibilità in aree particolari come ad esempio proprio il Parco nazionale Gran Paradiso, in cui vanta tradizioni ormai ultra settantennali messe a rischio dalla nuova legge nazionale sui parchi. Paradossalmente infatti il decreto di adeguamento previsto dalla legge-quadro proprio per i parchi storici in funzione delle loro particolarità, sembra avviato, nell'interpretazione della burocrazia statale, su strade che quelle particolarità non vogliono riconoscere. E' evidente che, in tal modo, la "ratio" del legislatore viene nei fatti tradita e si privilegia l'appiattimento alla nuova norma generale senza sforzarsi di inventare qualcosa per le eccezioni che la legge pure ha previsto per le situazioni consolidate. In un pro memoria inviato al Ministero, i guardiaparco hanno concluso, non senza ragione, con una riflessione amara: "Speriamo di non assistere a un ulteriore paradosso storico per cui il Parco nazionale del Gran Paradiso, nato da una riserva di caccia, muoia per una legge ambientale". Una terza occasione di discussione è stata dedicata ai problemi idrogeologici, partendo dalla grave alluvione che ha interessato lo scorso anno il Piemonte e, con esso, le stesse due valli teatro dell'Eco Film Festival. A condurre la tavola rotonda l'autorevole presenza del professor Mario Pavan, già ministro dell'ambiente e figura storica dell'impegno ambientalista
  • fare della manifestazione una sorta di "vetrina" delle Valli Orco e Soana sinora trascurate e poco valorizzate nella promozione turistica del parco nei confronti delle consorelle valdostane. Il versante piemontese racchiude elementi faunistici, vegetazionali e paesistici di assoluta eccellenza, caratterizzati dalla specificità di aver mantenuto un alto grado di natura selvaggia.

E' qui inoltre che il Parco nazionale Gran Paradiso, con il suo contatto di 18 chilometri con il confinante parco nazionale francese della Vanoise, costruisce la sua vocazione di grande area protetta europea.
Ma non è tutto. Sono proprio queste vallate a mantenere intatte tradizioni e culture di grande valore, testimoni di un sapere montanaro che attende la giusta rivalutazione al cospetto di una cultura metropolitana che ha egemonizzato l'attenzione generale non sempre a ragione. Proprio dal recupero di orgoglio delle popolazioni locali nei confronti delle loro culture passano inevitabilmemte le politiche di rilancio, anche economico, delle nostre montagne.
Se consideriamo che Valli Orco e Soana hanno in più il valore aggiunto dato dalla loro appartenenza all'area franco-provenzale comprendiamo come questo aspetto sia più che importante in una manifestazione di questo tipo. L'affluenza alle serate cinematografiche, divise tra Ceresole Reale e Pont Canavese, è andata oltre ogni aspettativa. Le sale sono state gremite ogni sera al di là dei posti disponibili, con una media di oltre 250 persone a serata per otto giorni consecutivi. Altrettanto affollati i dibattiti.
La manifestazione, infine, è stata anche l'occasione per attirare l'attenzione sulla strada che raggiunge l'altopiano del Nivolet, nel cuore del parco, e uno degli ambienti più preziosi che esso conserva. Oggi aggredito dall'afflusso meccanizzato che, specie nei fine settimana lo prende d'assalto compromettendone gravemente la conservazione, il Nivolet si impone come occasione per studiare e sperimentare un accesso nomato e regolamentato che lo restituisca alla sua naturale funzione. E' un problema non solo di questa zona, ma di molte vallate alpine in cui la gratuita massiccia e incontrollata intrusione automobilistica, a fini unicamente ludici, oggi non appare più giustificabile. Per la cronaca, il concorso cinematografico ha assegnato il primo premio a "Fire Mountains", dell'inglese John Paul Davidson, che racconta la storia della popolazione che vive sull'isola di Giava in stretta simbiosi con la maggior concentrazione di vulcani del mondo.
La Giuria tecnica, presieduta dal geofisico moscovita Nicolai Drozdov, consigliere di Boutros Ghali, ha assegnato il premio speciale a "La Valle delle donne" prodotto dalla televisione della Svizzera italiana, delicata storia del rapporto tra due contadine, una svizzera e una birmana, che pur nei loro diversi modi di vivere e lavorare scoprono analogie sorprendenti. (~ G.)

 

Il lavoro nei parchi
All'intemo della rassegna "Canavese Intemational ecofilm festival" si è svolto il 26 agosto a Ceresole Reale nel versante piemontese del Parco nazionale del Gran Paradiso un interessante convegno dal titolo "Cooperative e parchi". Nonostante alcuni disguidi organizzativi abbiano impedito la partecipazione ai lavori di diverse società e cooperative, la giornata di confronto organizzata dal Parco del Gran Paradiso e dal Coordinamento parchi - non ha deluso le aspettative. I saluti di Giulio Zanetti (responsabile settore turismo Ente parco) e di Valter Giuliano (assessore ai beni naturali della Provincia di Torino) hanno fornito la comice entro la quale si sono succedute le relazioni dei responsabili delle varie realtà occupazionali presenti. Gli elementi di fondo che sono emersi - del resto anticipati da alcune ricerche dell'economista Anna Natali - sono stati i seguenti: un legame forte con il singolo parco, un livello di competenze dei singoli operatori mediamente elevato, forti motivazioni non economiche che spingono gli aderenti a continuare la professione nonostante i redditi modesti percepiti. Gli aspetti di negatività che pesano sul decollo di diverse realtà occupazionali sono il tumover molto elevato fra i soci, il rapporto quasi esclusivo con il parco di riferimento e la formazione professionale dei soci non sempre riconosciuta, a causa del caos legislativo imperante a livello nazionale e regionale sulla figura dall'accompagnatore e della guida.
Per il Coordinamento sono intervenuti Oscar Bandini e Sergio Fiorini, che hanno ribadito la necessità, in primo luogo, di poter disporre di un'aggiornata banca dati sulle realtà nazionali delle cooperative e delle società che hanno rapporti di convenzione e di collaborazione con le aree protette e, in secondo luogo, hanno auspicato una forma di coordinamento nazionale di questa variegata realtà occupazionale in crescita (seppur lenta) con la nascita di un soggetto unico di riferimento e di proposta che oggi, solo parzialmente, viene svolta dal Gae (Guide ambientali escursioniste).
Del resto, a distanza di anni, per molte cooperative si impongono scelte precise che privilegino il salto all'impresa e quindi nel mercato recidendo il cordone ombelicale con il parco attraverso una diversificazione professionale precisa. Per fare ciò non è più sufficiente solo una forte preparazione naturalistica, una conoscenza relativa al marketing, alla comunicazione, alla promozione e alla gestione amministrativa. (O. B.)
 

In Francia sì, in Italia no, perché?
Una ricerca condotta nel 1995 sui 32 parchi naturali francesi i cui risultati sono stati pubblicati quest'anno conferma che i parchi sono una valida occasione di lavoro sia diretto che indiretto. Ogni anno, stando alla ricerca, 5000 posti di lavoro sono stati creati o mantenuti grazie ai parchi regionali. Scomponendo questo dato risulta che 900 posti di lavoro sono stati creati direttamente dai parchi, 1300-1400 indirettamente cioè attraverso gli investimenti e le spese di funzionamento effettuate dai parchi nel loro territorio e 2.800-3.200 legati alle attività economiche presenti all'interno dei parchi.
Commentando la ricerca condotta dalla Federazione nazionale dei parchi il ministro dell'ambiente Corinne Lepage e il presidente della Federazione Jean-Paul Fuchs hanno sottolineato l'importanza del lavoro svolto e confermato l'impegno a favore dei parchi naturali regionali. Segnaliamo in particolare al nuovo ministro dell'ambiente Ronchi questa iniziativa, informandolo che anche in Italia pochi anni fa il Coordinamento nazionale dei parchi con finanziamento ministeriale svolse un'indagine sui parchi regionali italiani che avrebbe dovuto essere proseguita. Ma a differenza di come sono state gestite le cose in Francia da noi non soltanto non furono accolte le proposte di aggiornarla, ma soprattutto le conclusioni di quella ricerca non furono utilizzate al punto che non sono state fatte conoscere neppure agli enti che vi collaborarono.
Quando potremo avere anche da noi una dichiarazione congiunta del ministro e del presidente del Coordinamento nazionale dei parchi per illustrare la situazione dei parchi, fornire finalmente qualche dato, ora nascosto in qualche cassetto ministeriale e che con modica spesa potrebbe essere aggiornato ed esteso anche agli altri parchi allora esclusi dall'indagine? (R. M.)