Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 20 - FEBBRAIO 1997

Parchi in mostra ad Ancona
Mariano Guzzini

A cose fatte, il risultato è quasi un luogo comune: è possibile concentrare una intera manifestazione fieristica esclusivamente sul tema della produttività delle aree protette, realizzando incassi di pubblico pagante, afflusso di espositori e conseguenti affari, confronto di tematiche di comune interesse nelle iniziative convegnistiche. Quando la Fiera di Ancona cominciò a progettare la "prima esposizione del sistema dei parchi ed aree protette", chiedendo ed ottenendo l'attiva collaborazione del Coordinamento nazionale parchi e riserve naturali e dell'Associazione "Consulta per i parchi" la cosa non appariva così pacifica.
Si trattava di realizzare qualcosa che nessuno aveva ancora avuto il coraggio di mettere in campo. I parchi figuravano come uno degli elementi delle principali fiere, ma erano comprimari nel migliore dei casi, e molto spesso comparse. Aggiuntivi rispetto al turismo, o rispetto all'agricoltura, non avevano ancora avuto le ...chiavi di casa, per uscire da soli a fare due passi nel mercato.

La spinta dal basso
Ancora una volta, a conferma di una specificità italiana che non ci stanchiamo di sottolineare, il coraggio di fare la prova e di salire un nuovo gradino è venuto dal basso, dall'associazionismo spontaneo tra i parchi ed i loro amici intimi, e da alcune Regioni particolarmente attente all'esperienza dei parchi e alle novità che stanno maturando. Non c'è stato un "input" nazionale, ministeriale o governativo, e neppure confindustriale.
C'è una rete di protagonisti di solitarie e spesso faticosissime esperienze locali che ha concentrato le sue speranze e la sua capacità propositiva in questa nuova idea, collaborando alla sua riuscita.
Le cifre ufficiali, che gli organizzatori hanno fornito con grandi sorrisi stampati in volto già a poche ore dalla chiusura parlano chiaro. Oltre diecimila sono stati i visitatori, duemila sono stati gli studenti provenienti soprattutto dalle Marche, dall'Abruzzo e dall'Emilia Romagna (ma due pullman sono arrivati anche dal Parco del Pollino...), la biglietteria ha incassato oltre trenta milioni, gli albergatori di Ancona hanno registrato una inconsueta e assai gradita impennata nelle presenze; nelle tre sale dibattiti si sono svolti una decina di incontri di rilievo nazionale, con una media di 200 presenze, e punte massime di 400 (all'incontro con Giorgio Celli, ed in altri momenti-clou).

Ciascuno di noi, al di là delle cifre ufficiali, ha potuto fare l'esperienza inconsueta di aggirarsi per una manifestazione fieristica esclusivamente dedicata ai parchi, ed alla loro capacità di produrre immagine, valori positivi, attrazione turistica eco-sostenibile, attività economiche legate alla conservazione della natura, all'agricoltura, all'associazionismo cooperativo e non. Chi, tra noi, riuscirà a dimenticare i dolcetti del parco dei Nebrodi, o la porchetta di Ariccia nello stand del parco dei castelli romani, il nuovo marchio dei Sibillini, o il nuovo distintivo delle Dolomiti Bellunesi, o l'alveare operoso dei piemontesi con tutti i loro parchi esposti e commentati, e poi il Ticino, il Delta del Po, I'alto Garda bresciano, la Regione Abruzzo, la Liguria, la Lombardia, la Valle d'Aosta? Parchi letti solo negli elenchi ufficiali dei parchi, improvvisamente sono diventati volti amici di direttori o di guardie, pannelli, depliant, scambi di esperienze. I molti parchi in esposizione, nazionali o regionali, oppure l'unico parco provinciale, (il "lago di Candia" tra Ivrea e Chivasso, in Provincia di Torino), sono diventati per alcune intense giornate l'ossatura robusta di un organismo fatto anche di spazi espositivi delle grandi associazioni (WWF, Legambiente, Lipu, Italia Nostra), di importanti realtà economiche, come la Lega pesca o la Coop adriatica, di ministeri (delle risorse agricole, ambientali e forestali; dell'ambiente), di tutte le Università marchigiane, e via elencando, che si è voluto confrontare con il tema della produzione. E già successo che i parchi siano -stati chiamati a fare la loro parte (da comprimari) in esposizioni volte a promuovere il turismo, o l'agricoltura, o altri comparti economici. Sta cominciando anche a succedere che i parchi si incontrino in quanto tali. Ricordo l'incontro nella pineta di San Rossore ospiti del Parco regionale toscano Migliarino San Rossore, promosso dal Coordinamento parchi e riserve, che è stato un momento "alto" di confronto e di socializzazione, ed ho presente il prossimo appuntamento nazionale, che è previsto all'interno del parco regionale piemontese "la Mandria".
Tuttavia questi importanti appuntamenti intendono coprire l'intero arco delle tematiche che sono all'attenzione di chi opera nei parchi, e di chi è amico dei parchi, utilizzandoli come servizio, e come spazio per prefigurare un differente sviluppo.

Una coraggiosa provocazione
Quello che ha fatto della manifestazione di Ancona un "unicum" molto coraggioso, al confine con la "sfida" e con una santa arroganza intellettuale, è stata l'esplicita volontà di affermare che i parchi non sono estranei alla produzione ed all'economia moderna, ma che, al contrario, e a modo loro, essi parchi producono. Ora, nel dare conto della manifestazione, non è possibile sottrarsi al tema, svicolando nella poesia o nella politica.
Il parco produce quello che può, e quello che è giusto che produca. Non è una fabbrica. Non è un casinò. Il valore aggiunto che produce e che è molto giusto esporre ed esaminare è soprattutto un "criterio" di eco-sostenibilità che governa la tutela e la fruizione dei beni naturali, il turismo verde, la produzione di beni di consumo agricoli oppure artigianali, e lo sviluppo complessivo in tutte le sue forme. Il parco, se produce ricchezza, consuma anche risorse economiche.
Chi ha cercato di far essere economicamente autosufficienti i parchi, ha commesso disastri. E chi ancora si attarda su quelle posizioni, ne commetterà di nuovi e di più pesanti. Gli stand meno numerosi, nella Fiera di Ancona, non a caso erano quelli delle imprese private che potrebbero produrre grazie ai parchi. Non a caso, perché, ancora non si è avviato un vero e proprio mercato mirato e specifico. Ma anche perché, non è detto che quel mercato sia enorme. E certo che in una prossima edizione di Parco produce il privato che si presentasse con una sua offerta ed un suo stand acquisirebbe vantaggiose commesse.
E l'esperienza fatta in Ancona da chi ha saputo cogliere l'opportunità di questa prima edizione, per questi aspetti assolutamente sperimentale. Ma è anche comprensibile che su questo specifico terreno, che è il "cuore" di mille convegni, ed è il centro di tante dispute ideologiche e politiche, solo l'esperienza delle prossime edizioni saprà dirci come stanno effettivamente le cose, ed in che termini ed in quale misura si stia realizzando l'alleanza tra la natura e lo sviluppo. Per questa prima edizione, il tema è stato affrontato più nei convegni (dove, non certo a caso, era presente il CNEL ed erano anche presenti soggetti economici in prima persona) che nella mole di scambi e di affari stipulati, che pure ci sono stati. Le prossime edizioni di "Parco produce" ci diranno molto su un tema cruciale per la qualità dello sviluppo italiano. Ed il mio personale augurio è che sia possibile registrare un passo avanti soprattutto nel settore della richiesta di spazi espositivi da parte di segmenti del mondo dell'imprenditoria, quale riprova di progressi reali avvenuti nel corpo vivente dell'economia nazionale. Ma "Parco produce" ha prodotto molto anche in comunicazione. I visitatori, e gli stessi espositori, hanno potuto conoscere la multiforme realtà dei parchi e delle aree protette italiane, che si sono espresse nei cento e cento depliant, libri, cartoline, video, magliette, cappellini, spille, giornali, calendari, poster, adesivi, distintivi, bandiere, bandierine e quant'altro la fantasia nazional-popolare ha saputo inventare per propagandare le bellezze naturali di luoghi protetti e gestiti da enti parco.
I parchi nella manifestazione fieristica di Ancona hanno voluto e saputo comunicare sé stessi al meglio, e bastava intervistare i visitatori a caso per avere identici apprezzamenti.
Una cascata di "non credevo", "non mi aspettavo", "sapevo che i parchi erano interessanti, ma qui..." ci ha consentito per alcuni giorni di credere che davvero l'ltalia appoggiasse senza riserve e senza alcuna diffidenza il lavoro di chi amministra i parchi e le aree protette.
In uno specifico convegno, del quale si occupa a parte Gianni Boscolo, abbiamo discusso dell'informazione dei parchi e della comunicazione nei parchi, interrogandoci sui modi e sugli strumenti di una necessaria "operazione fiducia" da compiere per superare la diffidenza dei residenti nei confronti dei parchi. Ma il contatto con i visitatori è stato per tutti noi una sorta di antidoto alle amarezze della concreta attività amministrativa.

Il non governo del sistema
La manifestazione fieristica di Ancona, ormai archiviata e commentata come una tappa significativa nel cammino dell'autocoscienza del mondo dei parchi verso una società che si sviluppi tutta quanta secondo parametri eco-sostenibili, ha mostrato quanto si può fare (e quanto non si può fare) mettendo in rete le energie disponibili con un lavoro dal basso, autosufficiente (e, in certi aspetti, anche pericolosamente autoreferente). Un collante forte è stato assicurato dalle associazioni nazionali. In particolare il Coordinamento nazionale parchi ha assicurato la mostra "Un'Italia di parchi" e la rete "Parks in Italy", mentre la Associazione "Consulta per i Parchi" ha fornito una delle maggiori griglie di riferimento per l'intera attività convegnistica. Attraverso queste "molle" è stato possibile far venire alla luce, proprio come durante una campagna di scavi archeologici, una rete vasta e robusta di intelligenze e di volontà disposte a ragionare insieme (appunto: in rete) come nuovo soggetto collettivo del possibile (probabile? eventuale?) rinnovamento economico e sociale del nostro Paese. Naturalmente è moltissimo. E un risultato di grande rilievo. Che tuttavia mette in evidenza, per differenza, I'altra faccia del tema. La condizione di non governo complessivo della vastissima realtà dei parchi da parte di chi potrebbe esercitare questa funzione a Roma, con le qualifiche di ministro, o di presidente, ma anche, con analoghe qualifiche, nei palazzi del potere regionale e locale, ha pesato sulla manifestazione di Ancona come pesa sulla crescita un po' selvaggia ed un po' disperata dell'intero sistema dei parchi italiani. Non voglio dire che siano mancati singoli personaggi, singoli stand, e singoli patrocini. E anche questo, certo, un dato. 1 ministeri e le regioni che hanno aiutato "Parco produce" sono un elemento di forza, all'interno del quale vanno viste specifiche lacune, sottovalutazioni, e vere e proprie lacerazioni. Ma accanto alle presenze che hanno reso possibile la manifestazione, esistono le omissioni e le assenze che denunciano lo stato complessivo dell'arte. Uno stato noto, ma che va sempre rammentato, finché, non riusciremo a migliorarlo. Aspettiamo dal ministero dell'Ambiente più momenti di confronto e di collegamento fra tutte le realtà del "sistema parchi ed aree protette", senza compartimenti stagni tra "categorie", per poterci misurare tutti assieme con i nostri comuni problemi. Aspettiamo dal coordinamento tra le Regioni una politica verso il Ministero, verso il Governo e verso i sistemi regionali di parchi.
Sappiamo che tutto questo esiste solo in minima parte, in isolate regioni-pilota, e che addirittura questa specifica debolezza fornisce alibi (che in certi casi sono ragioni vere e proprie) ad antichi dinosauri ministeriali per coprire proprie ignavie e proprie malefatte. Dopo la positiva esperienza di "Parco produce", dopo la manifestazione di consapevolezza e di forza di San Rossore, e mentre si sta lavorando per l'appuntamento alla Mandria, e per la prossima edizione di "Parco produce", non credo sia chiedere troppo se esprimo l'augurio di poter vedere onorato l'impegno assunto dal Presidente Prodi di tenere finalmente la Conferenza nazionale delle aree protette, con un programma ed un progetto non di parata o di vuota enunciazione, ma come vero momento di crescita e di esaltazione di quanto oggi è vivo nel mondo dei parchi, ed è pronto a collaborare con chi volesse davvero dirigerlo verso il possibile rinnovamento del Paese.