Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 20 - FEBBRAIO 1997

Un Parco nazionale per l'Arcipelago Toscano
Antonello Nuzzo *


La pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale n. 290 dell'll.l2.96, del Decreto del Presidente della Repubblica 22.7.96 "Istituzione dell'Ente Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano" chiude formalmente la lunga vicenda apertasi con i decreti del Ministro dell'Ambiente e del Ministro della Marina Mercantile del luglio '89 e dell'agosto '90 di sperimentazione provvisoria e di misure provvisorie di salvaguardia per lo stesso parco.
Il momento è tanto più rilevante in quanto, con l'assenso della Regione alla designazione del Presidente, si apre di fatto il procedimento di nomina degli organi del parco e si entra finalmente in fase operativa. Sia pure parzialmente, dunque, l'Elba, Giglio e Capraia si aggiungono a Montecristo, Giannutri, Pianosa, Gorgona interamente interessate al Parco per un totale complessivo di 18.000 ha a terra e 56.700 ha a mare; le superfici a mare risultano limitate a perimetri di contorno a Capraia ed alle altre isole minori, escluse l'Elba ed il Giglio.
La Comunità del Parco risulta quindi composta, oltre che dalla Regione e dalle Province di Grosseto e Livorno, dalla Comunità Montana delI'Elba e Capraia, dagli otto Comuni Elbani e dai Comuni di Livorno, Giglio e Capraia.
La lunghezza del procedimento avviato prima ancora della legge quadro ed arrivato a conclusione, dopo quasi sette anni, fa quasi perdere il senso di questo atto finale, tanto più che ben cinque Ministri dell'Ambiente ed altrettanti Assessori regionali si sono succeduti nello stesso periodo di tempo e non sempre, nel confronto con la Regione, la proposta ministeriale si è sviluppata con continuità e coerenza nel merito della definizione del parco. Al nodo della sofferta provvisorietà di Capraia, da risolvere con concreti interventi, con vincoli attenuati e con una risposta al referendum popolare che richiedeva estensioni ridotte di parco, si è aggiunto cammin facendo, il nodo dell'Elba e del Giglio contrarie a qualsivoglia ipotesi di perimetrazio-
ne; tali nodi si sono andati sempre più rinserrando sotto l'incubo crescente avvertito dall'opinione pubblica e mai efficacemente contrastato, di una sorta di "parco temuto'7, indistintamente diffuso a mare dalle Formiche di Grosseto alla Meloria e coinvolgente i territori della costa tirrenica, Argentario compreso. Al risentimento obiettivamente motivato dai concreti problemi di Capraia e dalla sua negativa esperienza si è aggiunta la confusione di nuovi comuni, coinvolti dal parco in seconda battuta, contrari senza cognizione di causa, e dell'ancor più grande confusione creata da altri comuni quali Argentario, Castiglione della Pescaia, Capalbio assolutamente mai interessati dal procedimento ma sempre pronti a manifestare in forma ufficiale contro il parco comunque e dovunque.
Altrettanto decisa, ma altrettanto ingiustificata, la presa di posizione drammaticamente ostile al parco di categorie economiche e produttive; operatori turistici, commercianti, agricoltori, pescatori si sono uniti ai cacciatori nel manifestare opposizione: contro il divieto di caccia, ma anche contro una minaccia indistinta, invadente e totalizzante, riguardante le autonomie comunali come il diritto alla proprietà, I'esercizio delle attività economiche, addirittura la sopravvivenza fisica delle popolazioni isolane. In tale quadro opposizione al Parco Nazionale ed opposizione alla legge n. 394 si confondono e si rafforzano reciprocamente, complicando la situazione gia grave.
Il parco si è trasformato in gigantesco "blob" informe a terra ed a mare, misterioso e comunque minaccioso per l'incolumità dell'individuo e della collettività.
La stessa mancata pubblicazione del decreto, tra il luglio ed il dicembre '96, è valsa ad alimentare speranze e timori per ulteriori ripensamenti o minacce, colpi di scena o di mano, su cui i soliti ben informati sono sempre pronti a giurare aumentando la confusione e risospingendo nel vago i fondamentali punti di riferimento illu-
strati e chiariti dal Ministro in una riunione fiume a settembre all'Elba, aperta ad amministratori, forze economiche e sociali, associazioni ambientaliste. Con il decreto, finalmente, si può sapere senza equivoci dov'è il parco a terra e a mare, ma anche cos'è il parco; almeno per quanto riguarda il regime di salvaguardia in attesa del piano e del regolamento: e qui, solo che si vogliano leggere gli 8 articoli delle misure di salvaguardia, vengono fuori le sorprese o meglio i veri timori non solo per i destinatari della nuova disciplina ma soprattutto per la nascita dello stesso parco e per una sua prospettiva di vita. Infatti il regime vincolistico che si introduce è di granlunga più leggero di quello preesistente nella strumentazione ordinaria urbanistica e paesaggistica: questo, ben inteso, se si esclude il divieto di caccia secco e generalizzato derivante dalla legge quadro; gli stessi divieti a mare sono soggetti a deroghe ed attenuazioni che li rendono ben più tollerabili rispetto a quanto temuto o preesistente a Capraia. Quello che preoccupa, soprattutto agli effetti della concreta gestione in una situazione geograficamente connotata, qual è quella dell'Arcipelago, è il regime autorizzativo attribuito al parco su tutte le trasformazioni ammissibili: se non interviene un impegno organizzativo, che deve di necessità essere urgente e di estrema rilevanza rispetto al costume amministrativo già operante nelle isole, anche il Parco rischia di autosoffocarsi nelle pastoie procedurali; il nuove Ente rischia di perdere la faccia, acquistando l'immagine riduttiva, agli occhi della gente, di un passaggio burocratico in più tra le tante autorizzazioni, concessioni, nulla-osta, pareri già vigenti e di scarsa o nulla efficacia; far perdere tempo, denaro e pazienza alla gente può essere l'unico vero risultato conseguibile. Alla prova dei fatti, è l'organizzazione del parco il vero momento di verifica, a cui il nuovo Ente è chiamato a dare prova di sé in concreto.
In conseguenza della caccia all'errore già scatenatasi non appena i perimetri sono risultati leggibili in adeguata cartografia, verifiche e correzioni nell'ambito territoriale interessato sono di poca rilevanza a fronte del necessario e significativo impegno richiesto all'Ente per rimediare alle severe condizioni in cui è chiamato ad operare: la revisione dei perimetri è cosa utile e giusta me è anche indispensabile che il parco cominci a comparire, sia presente in ogni isola e si accosti con giusto approccio alle esigenze di ogni cittadino; il regime autorizzativo del parco deve avere questo significato e non quello di un semplice controllo che la realtà geografica renderà necessariamente intempestivo e di relativa et`ficacia, almeno in t`ase iniziale, rispetto a scelte già fatte. E difficile leggere dall'atto istitutivo l'unitarietà di un parco dell'Arcipelago che in pratica si configura invece come arcipelago di parchi: la gestione prioritaria dei finanziamenti, già disponibili per circa 16,5 miliardi di lire, deve consentire un'organizzazione che possa far sentire le isole tutte accomunate da unica nuova realtà amministrativa, sia pure con competenza specializzata in materia ambientale.
Questo tema, insieme a quello ricordato della gestione delle autorizzazioni, trova nella problematica delle sedi un banco di prova interessante per il destino del parco: mentre già si scatenano le iniziative per l'accaparramento della "sede" sarebbe interessante che qualcuno, o meglio lo stesso Ente, facesse sentire la sua voce in nome della unitarietà da garantire al parco e delle legittime aspettative di ogni cittadino, a cui corrispondere: agli effetti della specificità dell'Arcipelago parlare di sede o di sedi, come punto di riferimento per chi amministra, non ha senso; ha senso piuttosto garantire punti di riferimento per chi è amministrato: per superare o almeno attenuare, le già rilevanti difficoltà di collegamento in ogni isola, meglio, in ogni comune, deve essere disponibile uno sportello a cui affidare pratiche, a cui chiedere informazioni e da cui avere risposte tempestive ed esaurienti sulle specifiche esigenze. La questione dell"'insularità" finora sbandierata a sproposito, per dire no al parco, deve essere un tema da riprendere immediatamente oggi: il decreto del Presidente della Repubblica non aiuta al proposito, ma questo può essere oggi forse un vantaggio ed una sfida da superare per il nuovo Ente: resta da vedere se e quando questo interverrà interpretando, in una qualche maniera, aspetti positivi e negativi dell'essere "parco" ed "arcipelago" insieme, nel muovere i primi passi in un campo di battaglia su cui purtroppo morti, feriti, dispersi ormai non si contano più.

*Regione Toscana